La parola del mese
A
turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di
aprirsi verso nuove riflessioni
LUGLIO 2017
In questa fase storica, così travagliata e complicata,
appare evidente la necessità di mantenere su ogni questione, per quanto dirompente,
aperto ed attivo il confronto, il dialogo. Perché questo possa avere luogo in
modo fruttuoso è però indispensabile essere certi, usando un modo di dire ormai
classico, di “parlare la stessa lingua”. Ma siamo certi quando pronunciamo la
stessa parola di intendere la stessa cosa? Peri rispondere a questa
domanda abbiamo scelto come parola del
mese ……
INDICALITA’
Non è facile trovare
la parola “indicalità” nei comuni vocabolari. Essa infatti è stata
originariamente utilizzata nell’ambito di una teoria sociologica, l'etnometodologia:.
una scuola
sociologica che si muove in dissenso con la tradizione ufficiale
sociologica ed il cui fondatore è stato Harold Garfinkel
con la pubblicazione nel 1967 dei suoi Studi etnometodologici L'etnometodologia si fonda principalmente su
due concetti che hanno ripercussioni importanti sul modo di intendere l'agire
sociale: l'indicalità e la riflessività.
Se il concetto di riflessività si rifà all'idea che un'affermazione è
riferibile solo a sé stessa e non fa riferimento a nessuna realtà diversa da sé
stessa, vale a dire che non esiste una realtà oggettiva e modi di osservarla
per descriverla, ma che ogni osservazione costituisce la realtà stessa (appare
evidente il parallelo con la funzione ed il ruolo dell’osservatore esterno nell’ambito della fisica teorica) ,
il termine indicalità sta
a significare che nessuna affermazione può avere un significato indipendente dal suo
contesto. Il senso di ogni affermazione contiene qualcosa in più rispetto al
significato letterale perché la sua comprensione avrà modalità diverse in
contesti diversi. Ultimamente la parola indicalità si è però espansa, ad iniziare dall’ambito
filosofico, in senso lato al fine di indicare
…………………
la caratteristica posseduta da certe particolari
parole di avere un significato diverso
ogni volta che sono pronunciate. Un significato che è determinato da dove, da
come, da quando, da chi sono pronunciate.
Non
è un neologismo per indicare una sorta di nuova Torre di Babele, ma la
sottolineatura che termini all’apparenza banali possono mutare radicalmente
significato a seconda del contesto in cui sono utilizzati, ovvero del contesto
nel quale essi sono state assimilati e quindi fatti propri. Forse per “parlare
la stessa lingua” è bene sforzarci di capire le diversità anche profonde che
stanno dietro termini, foneticamente identici, ma con valori “significanti” differenti.
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