lunedì 25 gennaio 2021

Giornata della memoria - 27 Gennaio 2021

 

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa aprivano i cancelli di Auschwitz rivelando l’orrore dei campi di sterminio. Molti anni dopo la comunità internazionale ha individuato in quella data il giorno in cui gli stati membri delle Nazioni Unite avrebbero dovuto commemorare le vittime della barbarie nazista e delle leggi razziali, con lo scopo non solo di sostenere la sfida della ricostruzione storica di fatti apparentemente lontani, ma soprattutto di sorreggere con l’esercizio della memoria la nostra coscienza democratica talvolta troppo fragile.

Primo Levi ne “I sommersi e i salvati” scrive —E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire—

In questo momento storico in cui il negazionismo è ben lontano dall’essere estirpato, il razzismo muta continuamente pelle e le ragioni della democrazia sembrano rinegoziabili  a vantaggio dell’efficienza e della sicurezza nazionale, il ricordo degli orrori prodotti da poteri  illiberali,  antidemocratici e totalitari è più  che mai necessario affinché quelle strade non siano  più imboccate.

Per questo motivo CircolarMente ritiene che sia importante mantenere viva l’attenzione sul messaggio di Primo Levi come testimone dell’abiezione e della speranza, della rapidità della caduta e della faticosa ricostruzione.

La rigorosa ricerca storica sui Luoghi di Primo Levi, promossa da CircolarMente e realizzata da Maria Antonietta Fonnesu e Davide Bucci, fondata su documenti d’archivio e  preziose  testimonianze, mirava nel 2017, in occasione del trentennale della morte,  da una parte a colmare un vuoto di conoscenza sul periodo tra il 46 e il 47 trascorso da Primo Levi ad Avigliana, quando ha lavorato come chimico nello stabilimento Duco Montecatini, e dall’altra a rinsaldare i legami dei cittadini  con i luoghi  frequentati dallo scrittore: la mensa, l’infermeria, il laboratorio delle vernici alchiliche e la foresteria dove  nel tempo libero si cimentava  nella  stesura necessaria e dolorosa di "Se questo è un uomo".

CircolarMente ha oggi il piacere di segnalare che quella ricerca, che è stata presentata nel 2017 ad Avigliana in un convegno e ha animato una passeggiata guidata e cadenzata dalla lettura di brani tratti dall’opera dell’autore, è stata acquisita dal Centro Internazionale Di Studi Primo Levi e ora in sintesi può essere letta attraverso il link  Primo Levi ad Avigliana

Alla luce di questa esperienza CircolarMente sottolinea l’importanza che il nostro abitare non sia solo scandito da spazi più o meno ameni, più  o meno accoglienti o funzionali,  ma sia animato dal soffio della memoria e da quella visione prospettica che solo la ricerca storica sa assicurare.

La Presidente

Massima Bercetti

martedì 19 gennaio 2021

QAnon: che cos'è e che cosa rivela

QAnon = Che cos’è e che cosa rivela

 

(Il programma per salvare il mondo)

Jake Angeli alias “lo sciamano”, personaggio del suo sicuramente dimenticabile, è invece ormai entrato nella storia, come una delle immagine simbolo dell’assalto a Capitol Hill dello scorso 6 Gennaio


Ma Jake Angeli è anche un personaggio emblematico della vasta schiera, americana ma non solo, di convinti aderenti e accesi sostenitori di un sito Web che merita di essere meglio conosciuto e preso in considerazione. Parliamo di “QAnon” che, nato pochissimi anni fa, si è immediatamente diffuso, nel mondo incontrollato della Rete, in modo inaspettato e preoccupante, mettendo a nudo la pericolosa influenza del Web e la collegata esistenza di ampie fasce dell’opinione pubblica facilmente catturabili e reclutabili da teorie assolutamente inverosimili alla prova di un minimo buon senso. Una spia di allarme che merita molta attenzione perché dimostra quanto fragili siano le basi delle attuale democrazia, e quanto sia deprimente, e strumentalmente efficace, il livello culturale e civile di una parte rilevante dell’estrema destra mondiale. Ed è quindi utile approfondirne la conoscenza. Lo facciamo in questo post affidandoci all’articolato racconto che di QAnon fa Wu Ming 1 (Wu Ming è un collettivo di scrittori, tutti individuati da un semplice numero, che da diversi anni pubblica coinvolgenti romanzi che abbinano indubbie capacità narrative con una forte attenzione a problematiche sociali, storiche, politiche) - pubblicato a Settembre 2020 sul sito “Internazionale”, ma ancora attuale e completo fatta la tara, per fortuna, ai passaggi in cui Trump è ancora il Presidente. Da questo articolo/inchiesta, molto lungo, abbiamo estrapolato la parti più specificamente riferite a QAnon, per chi fosse interessato a quelle che analizzano la propensione individuale e collettiva al “cospirazionismo” rimandiamo alla sua versione integrale leggibile nel sito “Internazionale”. Segue poi un estratto di un documento dell’ANPI nazionale, consultabile nella sua interezza nel sito “Patria Indipendente”, relativo sulla presenza di QAnon in Italia. Come se si trattasse di una “Parola del mese” iniziamo da una sorta di descrizione da dizionario di questo termine

QAnon è una teoria del complotto di estrema destra secondo la quale esisterebbe un'ipotetica trama segreta organizzata da un presunto Deep State (identificabile in alcuni poteri occulti) colluso con reti di pedofilia a livello globale, con oscure pratiche ebraiche e con cabale occulte, sorta per agire contro l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump al fine di assumere il potere con l'obiettivo di creare un nuovo ordine mondiale. La sua diffusione ha inizio nel 2017 con la nascita di un sito on-line, i cui fondatori sono ancora oggi sconosciuti, che ha iniziato a pubblicare presunte informazioni riservate reperite in archivi top secret del governo americano, il che spiega la scelta del suo nome: Q, si riferisce alla “Q clearance” il presunto livello massimo di secretazione degli archivi statunitense, che in realtà risulta essere utilizzato dal solo Dipartimento dell’energia, e da Anonymous, anonimo.

        IL MONDO DI QAnon              

Articolo di Wu Ming 1, scrittore, pubblicato in due puntate a Settembre 2020 sul sito on-line “Internazionale” – Prima puntata

Amici che con grande convinzione sostenevano Black lives matter e andavano ai cortei, persone preoccupate per il cambiamento climatico, perfino una collega infermiera che durante un picco di contagi da covid lavorava con me in terapia intensiva… All’improvviso, tutti si sono messi a condividere le stronzate di QAnon, soprattutto roba su pedofilia, adrenocromo e cerchie di pedofili satanisti. A quanto ne so, sono persone che si dicono ancora liberal, progressiste, di sinistra, e davvero non capisco come possano essersi fatte risucchiare così rapidamente. Parlo di gente sui 25 anni, che prima appoggiava Bernie Sanders e adesso ripubblica i rigurgiti di QAnon. Che diavolo sta succedendo?”. È un messaggio apparso ad Agosto nel forum QAnonCasualities di Reddit, luogo di informazione e mutuo appoggio per chi ha perso familiari o amici, caduti nella “buca del coniglio” e non ancora riemersi. Rabbit hole, come in Alice nel paese delle meraviglie: così è chiamato l’ingresso nel mondo QAnon. Dove non ci sono meraviglie ma storie di bambini prigionieri, stuprati, dissanguati per ottenerne un elisir di lunga vita. Lunga vita per chi? Per i malvagi nemici di Donald Trump, l’eroe che libererà quei bambini – anzi, li sta già liberando – e salverà il mondo. Il 2020, anno di pandemia e narrazioni tossiche, e circoli viziosi tra la prima e le seconde. Anno in cui QAnon è cresciuto a dismisura e finalmente ci si è accorti del pericolo. Anche in Europa, soprattutto in Germania e in Francia. Perfino in Italia, con un ritardo di due anni, è suonato qualche allarme. Con ogni probabilità partito come una burla, QAnon sta giocando un ruolo importante nella campagna elettorale americana, sta mettendo in difficoltà gli amministratori delle grandi piattaforme social ed è a tutti gli effetti una rete – o una setta, a cult, come sempre più spesso è definito – globale. Del tema mi sono occupato più volte. In particolare, nell’ottobre 2018 ho scritto un’inchiesta in due puntate dove segnalavo le strane risonanze tra QAnon, le controinchieste sugli “abusi rituali satanici” condotte dal Luther Blissett project negli anni novanta e il romanzo Q, uscito in Italia nel 1999 e pubblicato negli Stati Uniti cinque anni dopo. Nel 2019 il fenomeno è sembrato calare di intensità. In realtà ha continuato a estendersi e a ramificarsi. Poi sono arrivati il nuovo coronavirus e i lockdown. La situazione si è evoluta e aggravata, ed è necessario rifare il punto.Nella prima puntata di questa nuova inchiesta racconterò che cos’è, cosa dice e come si diffonde QAnon oggi, spiegando anche perché ritengo che “teoria del complotto” sia un’espressione inadeguata. Nella seconda puntata chiarirò alcuni punti su complotti, destra e sinistra, poi esplorerò quelle che ho chiamato le “cinque dimensioni di QAnon”. A quel punto racconterò di come pandemia, infodemia (nostra Parola del mese di Dicembre 2020)  e isolamento fisico abbiano creato il contesto perfetto per la nuova fase di QAnon e la sua crescita tumultuosa. Da lì passerò a un compendio sulla situazione in Italia e in altri paesi europei. Soprattutto, tratterò la questione che ritengo più importante: il nocciolo di verità che sta dentro ogni fantasticheria di complotto. Quali sono le verità che QAnon distorce e perverte?

La Cabal e chi ne fa parte

QAnon venera Donald Trump, che spesso chiama con il nome in codice Q+. Nel mondo visto dalla buca del coniglio, Trump ha risposto per amor di patria a una chiamata del Pentagono e ha accettato di diventare Presidente per combattere una lotta senza quartiere – segreta, anche se commentata da milioni di persone su Facebook – contro un governo mondiale occulto di pedofili satanisti, la cosiddetta Cabal. Si pronuncia con l’accento sulla seconda a. La Cabal ha preso il potere negli Stati Uniti dopo l’uccisione di John F. Kennedy e da allora controlla il deep state (stato profondo), con l’eccezione delle forze armate. Questo dovrebbe sollevare dubbi su cosa significhi “controllare lo stato profondo”, ma andiamo avanti. La Cabal ha espresso tutti i presidenti prima di Trump, compresi Ronald Reagan e i due Bush. Della Cabal fa parte ogni avversario politico di Trump, da Barack Obama e sua moglie Michelle – che secondo QAnon è una transgender, cioè “un uomo”, il che fa di Obama “un frocio” – alle odiatissime Nancy Pelosi e Hillary Clinton – che secondo QAnon letteralmente divora neonati, per giunta filmandosi mentre lo fa – fino ai movimenti Black lives matter e Antifa. Appartengono alla Cabal anche celebrità come Tom Hanks, Céline Dion, Oprah Winfrey, Marina Abramović e Beyoncé, oltre agli immancabili George Soros e Bill Gates. Secondo QAnon, a essere precisi, Obama e Clinton sono già stati arrestati, rinchiusi a Guantanamo e giustiziati. Quelli che vediamo sono cloni. Non si spiega, però, come mai questi cloni continuino a dire e fare le cose di prima, tra cui attaccare Trump alla convention nazionale del Partito democratico. Tanto valeva tenersi gli originali, no? Hanks invece ha tentato di sfuggire alla giustizia prendendo la cittadinanza greca perché, a detta di QAnon, “la legge greca considera la pedofilia una semplice disabilità”. Piano fallito: l’attore è stato arrestato da agenti di Trump ed è recluso in un hotel australiano con un bracciale elettronico alla caviglia. Se sembrano solo idiozie buone per farsi due risate, anticipo che sulla spinta di tali idiozie si è sparso odio – anche razziale – a fiumi, si sono commessi attentati e incendi negli Stati Uniti e si è perpetrata una strage a poca distanza da casa nostra, in Germania. Non solo: alle elezioni americane del 3 novembre potremmo vedere credenti in QAnon conquistare seggi al congresso. Particolare accanimento è riservato a una pizzeria di Washington Dc, il Comet Ping Pong, già al centro di un groviglio di calunnie chiamato Pizzagate. Nell’inchiesta del 2018 ne ho ricostruito la genesi. Il Comet Ping Pong – molto popolare in città e punto di riferimento della cultura Lgbtq+ – è descritto da QAnon come covo di satanisti e luogo di prigionia di bambini, per questo ha subìto un’incursione a mano armata  e un tentativo di incendio, e il proprietario James Alefantis, gay dichiarato, riceve continue minacce di morte. Di recente le fantasticherie sui bambini rinchiusi e torturati nel Comet Ping Pong hanno ricevuto il sostegno del cantante britannico Robbie Wiliams. Su entrambe le sponde dell’Atlantico troviamo vip che promuovono una o più storie provenienti dal mondo QAnon. Si tratta perlopiù di have-beens, artisti sul viale del tramonto che grazie ad alterchi sui social network o dichiarazioni shock possono ancora far parlare di sé: l’attore James Woods, che è uno dei più aggressivi sostenitori di Trump; la comica Roseanne Barr, la cui sitcom è stata cancellata dalla rete Abc per via di sue esternazioni razziste; l’ex pornostar Jenna Jameson. Domanda da tenere in mente per la prossima puntata: perché QAnon non addita come membri della Cabal Mark Zuckerberg, che possiede e controlla la più grande macchina comunicativa del pianeta, e Jeff Bezos, capo supremo di Amazon e uomo più ricco del mondo?


Il guru virtuale, i suoi seguaci

La comunità dei credenti ottiene informazioni facendo “ricerca”, cioè interpretando le notizie del giorno alla luce dei messaggi criptici inviati da un certo Q, a volte definiti Qcrumbs (briciole di Q), più spesso Qdrops (gocce di Q). Q si spaccia per un ufficiale dell’intelligence o un alto funzionario governativo, incaricato da Trump e dal Pentagono di allertare il mondo su quanto sta per succedere: the Storm (la Tempesta), cioè l’arresto e l’esecuzione di massa di tutti i membri della Cabal. Secondo molti seguaci di QAnon, dietro la firma Q si nasconderebbe John Fitzgerald Kennedy Jr., noto anche con il nomignolo John-John. Ufficialmente morto in un incidente aereo nel 1999, in realtà è vivo e vegeto e – per motivi non chiariti – nemico di quel Partito democratico del quale era un importante uomo-immagine e “delfino”. Tra poco John-John si svelerà pubblicamente, dichiarando il proprio sostegno a Trump. Secondo alcuni, diventerà addirittura vicepresidente al posto di Mike Pence. I messaggi di Q sono apparsi per la prima volta nel 2017 sul forum 4chan, celebre luogo di incubazione dell’alt-right (la cosiddetta destra alternativa) e di altre correnti di estrema destra americane. Nel 2018 il presunto whistleblower si è trasferito su un sito ancora più estremo, 8chan. Tra aprile e agosto 2019 8chan è stato usato per annunciare, diffondere in streaming e rivendicare tre stragi razziste: quella alla moschea di Christchurch, in Nuova Zelanda; quella alla sinagoga di Poway, California; e quella all’ipermercato Walmart di El Paso, Texas. Nel complesso, 74 morti e 76 feriti. Sotto pressione, il sito ha chiuso nell’agosto del 2019 ed è riapparso a settembre con il nome 8kun. 8kun è tuttora il sito dove Q pubblica le sue “profezie” in esclusiva. Proprietario di 8kun è l’imprenditore di estrema destra Jim Watkins, padrone di un’azienda suinicola nelle Filippine, dove risiede. L’amministratore di 8kun è suo figlio Ron. È molto diffusa la convinzione che, almeno a partire dal 2018, dietro il personaggio di Q ci sia uno dei Watkins, oppure entrambi. Ci sono indizi di natura tecnica e c’è la testimonianza di un “pentito”, Fredrick Brennan, fondatore di 8chan ed ex collaboratore di Jim. Averne la conferma può essere utile, ma non è più dirimente: da tempo il fenomeno QAnon è autonomo da Watkins e da chiunque lo abbia gonfiato per trarne vantaggi e profitti. La maggior parte dei credenti non è mai stata su 8kun: è caduta nel rabbit hole stando sui social, trascinata dai suggerimenti automatici di Facebook e You Tube, spesso dopo aver condiviso materiali in apparenza neutri, senza sapere che erano targati QAnon. Inoltre, le farneticazioni e calunnie più odiose non provengono direttamente da Q. Sono il risultato delle “ricerche” compiute da un’armata di mestatori sparsi in rete.


“The great awakening”: Trump signore del mondo

Il giorno in cui scatenerà la Tempesta, Trump oscurerà ogni mezzo d’informazione mainstream – tv, radio, siti di giornali – e parlerà alla nazione tramite il Sistema di trasmissione d’emergenza (Ebs), progettato per raggiungere i cittadini in caso di guerre, calamità o altri eventi straordinari. E cosa dirà agli americani? Annuncerà il Grande risveglio, la costruzione di una nuova società comandata da lui e dai militari. “Abbiate fiducia nel piano”, dice uno dei più noti slogan di QAnon. Fiducia in Trump e nei “cappelli bianchi”, cioè i buoni, contrapposti ai “cappelli neri” dello stato profondo. Abbiate fiducia, la Tempesta è imminente. E colpirà anche fuori dai confini. I credenti europei si augurano un’invasione americana dei loro paesi. Curioso auspicio, dato che molti provengono da ambienti saturi di antiamericanismo. La giustificazione è che l’imperialismo yankee è espressione della Cabal. È per colpa sua se gli Stati Uniti sono cattivi. Trump li redimerà, e dopo la Tempesta saranno buoni. Dovremmo dedurne che prima della morte di JFK – momento in cui i satanisti pedofili presero il potere – gli Stati Uniti non erano imperialisti. È una conclusione sensata, se si lasciano da parte la dottrina Monroe sull’America Latina (definita “il nostro cortile di casa”), la politica del “grosso bastone” di Teddy Roosevelt, la guerra di Corea, il golpe in Guatemala nel 1954 e diverse altre pagine di storia. Nel mondo “risvegliato”, sostengono i credenti, Trump fornirà energia gratis a tutti, grazie a una tecnologia ultramoderna ancora segreta, ma della cui esistenza sono edotti milioni di commentatori sui social network. Nel mondo reale, invece, Trump è legato a doppio filo alle industrie del carbone e del petrolio, delle quali tutela gli interessi fin dentro il Circolo Polare Artico.


Bambini-talpa e adrenocromo

Il 14 febbraio 2020 un tedesco di 43 anni di nome Tobias Rathjen carica su YouTube un video nel quale si rivolge ai cittadini statunitensi, denunciando l’esistenza sotto i loro piedi di “basi militari sotterranee dove si adora il diavolo e si uccidono i bambini”, e invitando ad agire per liberare i piccoli. Rathjen è un uomo solitario che vive con la madre ad Hanau, città di quasi centomila abitanti a poca distanza da Francoforte. Ha simpatie di estrema destra, ma non appartiene ad alcuna organizzazione. Trascorre le giornate online, leggendo di QAnon e altre fantasie di complotti planetari. Non è precisamente un “qultista”, perché non adora Trump, anzi, lo accusa di essere un plagiario, di avergli “rubato le idee”. Tuttavia crede ad alcuni elementi centrali della narrazione QAnon. La sera del 19 febbraio, Rathjen esce di casa, entra in due narghilè bar e apre il fuoco con una pistola semiautomatica, uccidendo nove persone e ferendone cinque, dopodiché rientra, uccide sua madre e si suicida. “Deep underground military bases”. L’acronimo è Dumb, che i credenti in QAnon scrivono sempre con i puntini di abbreviazione: D.u.m.b.. Nel suo uso più comune l’aggettivo vuol dire stupido, ma qui sembra avere l’altro significato, il più antico: “Incapace di parlare”. Come in “struck dumb by fear”, ammutolito dalla paura. Possibile che Trump stia combattendo la più grande battaglia del secolo in segreto? I seguaci di QAnon credono che lo stato profondo – qui la metafora diventa letterale – tenga milioni di bambini prigionieri nelle D.u.m.b., dopo averli rapiti o fatti nascere direttamente lì allo scopo di violentarli, torturarli e bere il loro sangue per trarne una sostanza al tempo stesso psicotropa e ringiovanente: l’adrenocromo. Sono i cosidetti mole children (bambini-talpa). L’ingresso dell’adrenocromo nella cultura di massa si deve a un excursus satirico di Hunter S. Thompson, contenuto nel suo libro più famoso Paura e disgusto a Las Vegas (1971) e messo in scena nell’omonimo film di Terry Gilliam (1998). Nel romanzo, il Dr. Gonzo mostra al suo amico Raoul Duke una boccetta di adrenocromo e dice che al confronto la mescalina “sembra ginger beer”. Nella conversazione che segue, veniamo a sapere che l’adrenocromo “non si può comprare”, si può solo estrarre “dalla ghiandola surrenale di un corpo umano vivo”. Al Dr. Gonzo lo ha dato “uno di quei freak satanisti”, che gli ha anche “offerto sangue umano”. Qui, come in altri passaggi del libro, Thompson si prende gioco dell’isteria seguita ai delitti della family di Charles Manson e delle leggende macabre che, negli Stati Uniti dei primi anni settanta, circondavano il declino del sogno hippy. In realtà, l’adrenocromo è una sostanza molto più banale e facile da reperire. Per prima cosa, va chiarito che l’adrenalina si può sintetizzare in laboratorio. Non è una novità: l’enciclopedia Treccani lo spiegava già nel 1929. Dall’ossidazione dell’adrenalina si ottiene l’adrenocromo, un cui derivato, il carbazocromo, è usato come farmaco per l’epilessia, ma anche per fermare le emorragie e curare le emorroidi. I farmaci a base di carbazocromo sono prodotti in molti paesi compresa l’Italia e si trovano in commercio con vari nomi – Adona, Fleboside, Anaroxyl, Medostyp – senza bisogno di seviziare e dissanguare bambini. Li prescrive il medico di base. L’adrenocromo è un perfetto esempio di elemento narrativo che non figura nelle comunicazioni di Q. Proviene dal “lavoro d’indagine” della comunità dei credenti. Tale “indagine”, a ben vedere, è consistita solo nel recuperare vecchio ciarpame e propinarlo per nuovo. Al fondo c’è la sempiterna “accusa del sangue”, in circolazione da quasi duemila anni, prima scagliata dai romani contro i cristiani, poi dalla chiesa contro i “perfidi giudei”. I cattolici più reazionari venerano ancora “San Simonino”, bimbo che credono ucciso – e dissanguato a scopo rituale – dagli ebrei di Trento nel 1475. Ma torniamo alle basi sotterranee. Nella primavera 2020, con la copertura dei lockdown statali, Trump avrebbe dato il via a operazioni militari per liberare i bambini-talpa. A dire il vero, Trump ha attivamente avversato quei lockdown e fomentato proteste contro i governatori che li avevano decisi. Per QAnon era tutto un diversivo, parte della geniale “partita di scacchi a quattro dimensioni” che il presidente gioca dal 2016. L’operazione più grossa, denominata Q-force, ha avuto luogo nell’aprile scorso al Central park di New York. L’ospedale da campo allestito nel parco era in realtà un avamposto militare. Nascosto dalle tende, l’esercito – o, secondo altre versioni, forze speciali della marina – è sceso lungo un tunnel, ha raggiunto una D.u.m.b. e l’ha presa d’assalto liberando migliaia di bambini, subito portati su navi-ospedale segrete. Alcuni di loro soffrono di gravi deformità per non aver mai visto la luce del sole. Infine, gli eroici cappelli bianchi hanno fatto saltare la base, facendola crollare sui cappelli neri rimasti dentro. Central park. Fin dal nome uno dei luoghi più importanti e iconici di una delle più affollate città del mondo. Un ospedale da campo visibile da centinaia di finestre sulla Fifth avenue. Tende da cui escono migliaia di bambini, scortati da militari e caricati, si presume, su decine di veicoli. Un’operazione certamente durata molte ore, con grande dispiego di uomini e mezzi, e culminata con una grande esplosione sotterranea. Eppure, nessuno ha visto né udito niente. Non importa: in tutto il mondo i credenti hanno celebrato il successo della missione. Perfino su alcuni siti italiani, con il rilancio da parte di personaggi come Alessandro Meluzzi.


Il Trump di QAnon e quello vero

Possibile che Trump stia combattendo la più grande e nobile battaglia del secolo in segreto, senza vantarsene ogni giorno? Se questa faccenda fosse vera, da tempo avremmo centinaia di foto di Trump in posa a pollici alzati accanto ai bambini-talpa. Accanto a quelli non deformi, quantomeno: il presidente non ha la reputazione di uno che ama i disabili. Diciamolo: se c’è uno che ha imprigionato bambini, quello è Trump. Nella primavera 2018, per esibire il pugno di ferro contro l’immigrazione clandestina, la sua amministrazione ha separato migliaia di bambini dai loro genitori e li ha chiusi in centri di detenzione federali, spesso abbandonandoli a se stessi, in condizioni che le organizzazioni per i diritti umani hanno più volte denunciato. A tutt’oggi non vi sono certezze sul numero di minori rinchiusi, quindi nemmeno su quanti siano stati riconsegnati alle famiglie. Stando ai dati ottenuto dall’American Civil Liberties Union, nell’ottobre 2019 almeno 120 bambini dovevano ancora riunirsi ai genitori. Un analogo capovolgimento della realtà si è verificato con il caso del miliardario Jeffrey Epstein, il cui arresto per numerose violenze sessuali, anche su minori, è stato integrato nella narrazione di QAnon come indiscutibile conferma dell’esistenza della Cabal. Trasformata in arma, la vicenda di Epstein è stata usata contro i nemici di Trump. I credenti si sono ben guardati dal puntarla contro Trump stesso, che pure di Epstein si diceva grande amico. Trump ha frequentato Epstein intensamente, in anni in cui già si parlava della sua predilezione per le ragazzine. Dopo l’arresto del magnate e alla vigilia del suo suicidio in carcere, è riemersa una dichiarazione di Trump del 2002:

….Conosco Jeffrey da quindici anni. Un tipo fantastico. Stare con lui è molto divertente. Si dice addirittura che gli piacciano le belle donne almeno quanto piacciono a me, e molte sono sul giovane andante. Non c’è dubbio: Jeffrey se la gode, la sua vita mondana…..

La dissonanza cognitiva fra Trump come lo descrive QAnon e Trump com’è davvero è compensata con vari espedienti. Nel caso della sua amicizia con un predatore seriale di minorenni, si arriva ad anticipare di molti anni la “chiamata dell’eroe”: ben prima di diventare presidente, Trump agiva già “sotto copertura”, infiltrato in certi ambienti per indagare sulla Cabal. Come ha scritto Meagan Day Trump “è affascinato da qualunque storia lo abbia come protagonista”. Fin dal primo momento è apparso lusingato dal ritratto che ne dipingeva QAnon. Non solo non ha mai preso le distanze da quella narrazione, ma da anni strizza l’occhio a chi la porta avanti, incurante del fatto che l’Fbi abbia definito QAnon una “minaccia teerroristica interna”. Ha ritwittato centinaia di messaggi di seguaci, accolto nello studio ovale un noto propagandista come Lionel Lebron, e si è congratulato con una credente in QAnon che ha vinto le primarie repubblicane in Georgia, Marjorie Taylor Greene. Non contento, l’ha invitata alla Casa Bianca. Il 19 agosto, durante una conferenza stampa, Trump ha definito i credenti in QAnon “persone che amano il loro paese”. Una cronista gli ha fatto notare che QAnon lo descrive intento a combattere una cricca di satanisti pedofili. “Sarebbe forse una brutta cosa?”, ha ribattuto lui. “Se posso aiutare a salvare il mondo dai suoi problemi, sono disposto a farlo. E lo stiamo facendo: stiamo salvando il mondo da una sinistra radicale che vuole distruggere questo paese”.

Dei bambini QAnon se ne fotte

La cosiddetta Wayfair hysteria è un perfetto esempio di come QAnon veda pedofili dappertutto, e traffico di bambini per trarne adrenocromo. Nel luglio 2020 la Wayfair, azienda di mobili con sede a Boston, si ritrova bersaglio di accuse incredibili. Guardando il catalogo online, ad alcuni pare strano che certi armadi abbiano nomi di persona. Nomi inusuali per giunta: Aanya, Anabel, Samiyah. Inoltre, gli articoli sembrano davvero troppo costosi, dai diecimila dollari in su. Deve esserci sotto qualcosa. Forse quegli annunci… sono inserzioni per vendere bambini! Durante la ricerca – i consueti due minuti su Google – spuntano notizie di minori scomparsi che hanno proprio quei nomi. Bingo! La cifra indicata è il prezzo del bambino. Per esempio, l’armadio Samiyah, che costa dodicimila dollari, è in realtà Samiyah Mumin, adolescente scomparsa in Ohio nel maggio 2019. Solo che Samiyah non è affatto scomparsa. Si era allontanata da casa per soli quattro giorni. Inferocita, la ragazza pubblica un vide in cui ridicolizza le scoperte degli pseudodetective. Quanto al mistero del prezzo alto, un portavoce della Wayfair dichiara all’agenzia Reuters che sono armadi di stoccaggio, articoli di grandi dimensioni progettati per aziende, più costosi dei comuni mobili domestici. Evocare mostri che violentano, torturano e uccidono bambini funziona sempre. Comunque lo si faccia, un risultato si ottiene. Accusare l’avversario di pedofilia ne modifica l’immagine, anche agli occhi di chi non crede all’accusa. Dopo aver immaginato una scena, non si può tornare indietro e disimmaginarla. La scena di Tizio che violenta bambini rimane in testa anche se razionalmente la si ritiene una calunnia. Si è attivato un frame, una cornice narrativa in cui Tizio è ridotto a mostro, disumanizzato. Se a Q stessero davvero a cuore i bambini, non avrebbe scelto come propria base prima 8chan e poi 8kun. Se invece si agita il tema in modo rumoroso ma generico, non esplicitando le identità degli accusati ma gridando esortazioni come “Salviamo i bambini!”, si può fare proselitismo a largo raggio, cogliendo le persone a difese abbassate. Chi non vorrebbe “salvare i bambini”? È quanto accaduto nell’agosto 2020 con le manifestazioni #savethechildren e #saveourchildren in varie parti degli Stati Uniti. In quei giorni Twitter, Facebook e altre piattaforme avevano cominciato a prendere provvedimenti contro il dilagare di QAnon, bloccando migliaia di profili, rimuovendo pagine e oscurando hashtag. I credenti hanno risposto “annacquando” il proprio messaggio e impadronendosi di un hashtag già esistente. Quando l’organizzazione umanitaria Save the children hapreso le distanze, l’hashtag era ormai ovunque e dava il nome a mobilitazioni dall’aria “innocente”. Accantonando il solito gergo, le sottotrame barocche e i dettagli orripilanti, la setta ha potuto sia aggirare le messe al bando sia agganciare nuovi adepti, che nel giro di pochi giorni hanno cominciato a condividere notizie inventate sulle D.u.m.b., Guantanamo, i cloni e l’adrenocromo. QAnon si riferisce di continuo agli “800mila bambini” scomparsi ogni anno solo negli Stati Uniti. Nel paese vivono 73 milioni di minorenni (dato del 2017), si sta dunque parlando della scomparsa di circa un bambino su cento. Il numero medio di alunni di una scuola primaria americana è 446. Ogni anno scolastico, in ogni scuola del paese dovrebbero scomparire circa quattro alunni. Nel tempo necessario a finire le elementari, che durano cinque o sei anni a seconda dello stato, uno scolaro vedrebbe svanire nel nulla almeno una ventina di compagni. L’inverosimile cifra deriva dalla lettura frettolosa o disonesta di un rapporto in cui si parlava di 797mila segnalazioni di scomparsa. L’insieme comprende anche i casi, per fortuna la stragrande maggioranza, di ragazzi non scomparsi ma soltanto rincasati in ritardo (i genitori molto apprensivi chiamano subito la polizia), oppure fuggiti di casa ma ritrovati o tornati in tempi brevi, com’è accaduto a Samiyah Munin. Altra circostanza che rientra nelle segnalazioni è il rapimento da parte di un genitore non affidatario. Rapimento vero o presunto: anche restare una notte in più a casa di un genitore può far scattare la denuncia da parte dell’altro, se i rapporti sono tesi. Ernie Allen, presidente del Centro nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati (Ncmec) ha dichiarato alla Reuters che oltre il 99 per cento dei minori segnalati come scomparsi tornano a casa sani e salvi. Il problema è semmai a quale casa ritornino, in che condizioni vivano, cosa li abbia spinti a fuggire. A QAnon non può interessare: nella sua narrazione la famiglia è sempre il contesto ideale e gli abusi – come i rapimenti – sono compiuti solo da estranei, anzi, da mostri. Negli Stati Uniti il numero medio di bambini rapiti ogni anno da estranei è 155. Di questi, quelli non ritrovati sono 49. Intendiamoci, anche uno solo sarebbe troppo. Resta il fatto che siamo sideralmente lontani dagli 800mila di cui parla QAnon. Quello del traffico di bambini è un problema reale. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, ogni anno nel mondo undici milioni di bambini sono vittime della tratta di esseri umani. Anche gli abusi sessuali sui minori sono un problema reale. Ma QAnon, con i suoi spauracchi e diversivi, sta screditando questi temi e mettendo bastoni tra le ruote a chi se ne occupa davvero. La KidSafe foundation lo ha scritto chiaro e tondo:

……I promotori di QAnon sono parassiti. Per allargare la loro impronta, guadagnare credibilità e spargere disinformazione, associano il loro messaggio di odio e fanatismo ai nomi di note e stimate organizzazioni, nello specifico quelle che contrastano gli abusi sessuali e la tratta di bambini. Tale strategia minaccia di sminuire le nostre identità, sporcare le nostre reputazioni e danneggiare il nostro buon operato……

Se a Q stessero davvero a cuore i bambini, non avrebbe scelto come propria base online prima 8chan e poi 8kun, dov’è normale trovare materiali pedopornografici, a volte già sull’home page. Per dirla con la storica Margaret Peacock, “nel mondo della propaganda, non importano mai i bambini veri. Importa ciò che i bambini rappresentano… Se vuoi istigare azioni violente, il modo di farlo è attraverso l’odio e la paura. Una volta che hai preso di mira un insieme di persone e le hai etichettate come pedofile, puoi fare loro tutto quel che vuoi”. QAnon non è un movimento contro la violenza sui minori, ma una fantasia sull’instaurazione di un regime totalitario e lo sterminio dei nemici. Nemici il cui novero è destinato ad allargarsi sempre di più, fino a includere chiunque dubiti di QAnon.

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Seconda puntata

Pochi giorni dopo la prima puntata di quest’inchiesta, anche la testata americana Buzzfeed ha concluso che definire QAnon conspiracy theory è inadeguato. D’ora in poi i suoi giornalisti la chiameranno collective delusion, traducibile con delirio collettivo, a segnalare che siamo ben oltre semplici illazioni e teorie infondate. È una scelta rischiosa: non solo l’uso del linguaggio della psichiatria fuori dal suo ambito specifico asseconda la crescente patologizzazione e medicalizzazione della società e della vita, ma se l’intento è recuperare persone cadute nel rabbit hole (buca del coniglio), dire loro che sono delusional, che stanno delirando, può essere controproducente e irrigidirle nelle loro credenze. Detto ciò, è innegabile che la narrazione di QAnon sia un’allucinazione condivisa. La domanda è: condivisa da quante persone? Secondo un sondaggio dell’Istituto americano CIVIQ, pubblicato i primi di settembre e subito citato in molti articoli, il 16 per cento degli statunitensi dichiara di ritenere quel che dice QAnon mostly true (in gran parte vero); considerando solo i bianchi non-ispanici, il dato sale al 19 per cento; restringendo il focus agli elettori repubblicani, schizza addirittura al 33 per cento; tra i democratici si ferma al 5 per cento, dato comunque rilevante se ricordiamo di quale narrazione stiamo parlando. Se il campione interpellato è rappresentativo, a definire QAnon mostly true sono circa 52 milioni di persone.

Il dato suona implausibile, la risposta potrebbe essere meno univoca di quanto sembri e ogni sondaggio d’opinione va preso con le pinze. Quello di Civiq prevedeva anche l’opzione “alcune parti (della narrazione di QAnon) sono vere”. Risposta data da un altro 16 per cento degli interpellati, ma talmente vaga da risultare inservibile. Tutte le fantasticherie di complotto includono elementi di verità e QAnon non fa eccezione: il traffico di bambini esiste, gli abusi sui minori idem, la politica americana è influenzata da lobby e potentati vari, gran parte dell’informazione mainstream serve interessi politici ed economici, alcuni divi di Hollywood fanno parte di culti ammantati di segretezza (si pensi a Scientology), eccetera. Su queste premesse di verità QAnon innalza cattedrali gotiche di panzane. Chi ha risposto “some parts are true” a che si riferiva, alle premesse o alle panzane? Sondaggi impostati così servono a poco. A ogni modo, non saranno 52 milioni, ma che la setta abbia milioni di seguaci è plausibile. Secondo il ricercatore canadese Marc-André Argentino, che ha studiato a lungo un campione di 179 gruppi Facebook dedicati a QAnon, da marzo a luglio 2020 il numero di iscritti complessivi è passato da 213mila a un milione e 400mila. Un aumento del 600 per cento. E stando a un’inchiesta interna di Facebook, alla metà di agosto 2020 – pochi giorni prima di una loro parziale messa al bando – i gruppi QAnon avevano in totale tre milioni di iscritti. QAnon non fa proseliti solo tra persone ignoranti o stupide o con problemi di salute mentale. Porre la questione in questi termini è un grave errore. Altrettanto sbagliato è credere che la setta recluti solo a destra, tra fascisti e reazionari vari. Istruzione, intelligenza, sanità mentale, appartenenza alla sinistra: nulla di tutto questo rende automaticamente immuni a QAnon. Un altro termine ambiguo e poco utile è irrazionale. Le idee che si formano nella testa di un credente in QAnon sono senz’altro irrazionali nei contenuti, basate su connessioni del tutto illogiche, ma il modo in cui si formano segue logiche precise. È il risultato di come funziona la nostra mente in certe condizioni.

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Postilla
In questa sede non è stato possibile approfondire molti aspetti. Perché la Germania è il peggior focolaio di QAnon nel vecchio continente, e quali sono le implicazioni per il resto d’Europa? Quali sono i nuclei di verità delle fantasticherie di complotto sul covid-19 e come ripartire da quei nuclei per evitare che malessere e rabbia siano catturati dal cospirazionismo? Sono domande cruciali. Rispondere è urgente, ed è un compito di tutte e tutti noi


Su QAnon e le fantasticherie di complotto Wu Ming 1 sta scrivendo il libro La Q di qomplotto (Edizioni Alegre, gennaio 2021).

 

QAnon, l’onda in Italia

Gruppo di lavoro “su neofascismo e web” di Patria Indipendente – sito ufficiale di ANPI Italia - Anche nel nostro Paese fa presa la teoria del complotto. Una mappa per orientarsi

QAnon in Italia è ancora un fenomeno poco diffuso, ma non irrilevante tant’è che ha raggiunto, come vedremo, vari personaggi della politica e della cultura.Questa estate i social network più famosi hanno operato una bonifica che ha portato Facebook a limitare fortemente il fenomeno, ma non a sconfiggerlo. Alcuni gruppi sono sopravvissuti, come Q PARMA SOSTIENE IL CAMBIAMENTO con oltre 1300 membri, e naturalmente ci sono tentativi di tornare sulla piattaforma: ad esempio a fine settembre è stata riaperta la pagina Qresearch.it,  stessa cosa per l’account Guglielmo Veleno, di cui diremo successivamente. Twitter da parte sua ha chiuso migliaia di account, ma l’operazione è stata molto parziale e, in particolare nel nostro Paese, la bolla di QAnon è stata quasi del tutto salvata. Anche YouTubeTikTokInstagram e altri hanno operato in questo senso, ma il principale luogo “social” usato da QAnon in Italia al momento rimane Twitter.
A livello globale, soprattutto nel mondo anglosassone, ciò ha indotto qanonisti e varie frange dell’alt-right a dirottare verso altre piattaforme social, soprattutto Parler, ma pure Rumble, MeWe e Gab. Mentre Amazon è tutt’ora un paradiso per QAnon, sulla grande piattaforma di vendita online si trovano decine di libri e centinaia di gadget a tema. Abbiamo quindi cercato tutti gli account pubblici dei seguaci di lingua italiana di QAnon su Twitter e ne abbiamo mappato le relazioni per comprenderne le priorità e per verificare quali siano gli attori principali. Vista la forte connessione con Donald Trump, abbiamo operato in maniera da identificare i seguaci di QAnon, separandoli dai semplici sostenitori del presidente che a breve dovrà lasciare la Casa Bianca, anche se particolarmente accesi, anche se in parte influenzati da alcune parole d’ordine provenienti dall’ambito QAnon. In pratica abbiamo censito solamente coloro che manifestano in maniera esplicita adesione a QAnon. Per intenderci: non abbiamo incluso chi semplicemente condivide materiale relativo a QAnon. 

La mappa include 254 account ed è naturalmente solo un primo approssimato tentativo di rappresentare la rete QAnon italiana su Twitter. Oltre a quello che emerge come lo snodo centrale di QAnon in Italia, ovvero ItalyQ, troviamo Maurizio Gustinicchi, opinionista economico di Canale Italia che questa estate ha promosso un “Comitato nazionale spontaneo” che ha il seguente logo


Gustinicchi è un prolifico diffusore di notizie fasulle, come quando ha cercato di  vittima dei pedofili di Cabal spacciare le foto di una bambina di Gaza ferita dalle bombe. E come il seguente post ripreso da QAnon USA

Il degrado fisico di Céline Dion, dovuto alla scarsità di adrenocromo dopo l’arrivo al potere di Trump.

Segue Patrizia Rametta, candidata al consiglio comunale di Siracusa per la Lega nel 2018, non risultando però eletta. Nota per aver diffuso informazioni false su Alessandra Vella, la giudice che trattava il caso Sea-Watch 3 e ha firmato la liberazione di Carola Rackete. Quello di Rametta è l’account che ha più follower, oltre 38.000, molti più di Gustinicchi (16.500) e ItalyQ (13.000). A seguire Veleno Q che tramite il sodale Sandro Semper Fidelis è protagonista di un intervista rilasciata a fine ottobre a TPI. In particolare Veleno Q è l’organizzatore di una serie di canali Telegram in italiano a tema QAnon. Infine c’è SOLDATO DIGITALE 17, che ha anche pensato a monetizzare la sua passione, aprendo un piccolo shop online di tazze, magliette ed altri prodotti dedicati a Q. Come si può osservare dai nomi degli account già citati e come ci si aspetta da un gruppo con caratteristiche iniziatiche, che tende a separarsi dal resto del mondo in quanto portatore di una verità non ancora palese agli altri, vi sono parole e simboli che gli sono propri.
Oltre all’atteso Q e alla bandiera USA risalta la tripla stella, testimonianza di sostegno al Generale Michael Flynn, controverso consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Trump che ha più volte dato segnali di vicinanza a QAnon. Emergono anche il numero 17 (l’anno di inizio per QAnon è appunto il 2017), l’acronimo WWG1WGA (“where we go one, we go all”, una sorta di “tutti per uno e uno per tutti”) e una miriade di altri riferimenti di maggiore o minore fortuna radicati in questo ambiente.

QAnon e genere

Per 203 dei 254 account è stato possibile assegnare un genere, tramite il nome o la foto del profilo. 79 di questi sono femminili, ovvero il 38.9%, ma se ci limitiamo a guardare le prime 20 posizioni della classifica appena vista dei 15 account a cui abbiamo assegnato un genere ben 9 sono femminili. In un ambiente dove, come vedremo fra breve, dominano temi politici della destra e dell’estrema destra questo è un fatto inatteso. Se confrontiamo questo dato con l’utilizzo di Twitter per genere in Italia, con il 38.7% di utenti che si identificano come donne (report di gennaio 2020)si può dedurre una partecipazione paritaria in termini generali a QAnon. E questo sebbene le ricerche su questo tema convergano nell’osservare come gli uomini siano più propensi delle donne a sostenere teorie del complotto a tema medico o politico Aggiungiamo che il gruppo Facebook prima menzionato, Q PARMA SOSTIENE IL CAMBIAMENTO, è gestito da tre donne. La maggiore presenza femminile che osserviamo fra gli account italiani più rilevanti è particolarmente interessante e forse suggerisce un’adesione più intensa, o comunque più a viso aperto, rispetto a quella maschile. Questo è in accordo con quanto ha osservato la BBC, notando come alle manifestazioni londinesi la presenza femminile fosse nutrita e non di rado fossero quasi completamente popolate di giovani donne le prime file dei raduni. In parte le motivazioni di questo attivismo femminile potrebbe essere il risultato di alcune strategie “soft” usate dai QAnon americani che, smorzando la narrazione più estrema e spostandola su una generica lotta alla pedofilia per schivare la chiusura dei propri account sui social network, siano riuscite a raggiungere un pubblico diverso dal consueto mondo dell’alt-right. In particolare lo scippo dell’hashtag “SaveThe Children” alla nota organizzazione internazionale che si occupa dell’infanzia in situazioni di crisi ha generato ambiguità e confusione.Ovviamente questa operazione danneggia le vere organizzazioni che si occupano di violenza e traffico di minori, obbligandole a usare le proprie risorse per difendersi dal profluvio di falsi allarmi. Crediamo che però le dinamiche esatte dell forte partecipazione femminile siano ancora da indagare con cura.

Interessi e temi politici del QAnon italiano

È interessante vedere quali account Twitter non associati alla bolla italiana di QAnon vengano seguiti dai 254 che abbiamo incluso nella nostra ricerca. In particolare vedremo quelli di personaggi pubblici del nostro Paese.Ricordiamo che l’atto del “following” non è automaticamente indice di approvazione, ma certamente lo è di interesse. Naturalmente i più seguiti sono l’account privato e quello istituzionale di Donald Trump, al terzo posto e subito prima di Matteo Salvini (178 dei 254 lo seguono) compare Alessandro Meluzzi (179). Meluzzi, psichiatra, massone, parlamentare di Forza Italia, Udeur e Verdi, poi diacono cattolico, poi ancora primate per un ramo non riconosciuto della chiesa ortodossa. Noto personaggio televisivo, è stato fra i primi che in Italia ha dato credito alle teorie di QAnon, di recente si è esibito in un fotomontaggio del cancello di Auschwitz a tema Covid-19. Meluzzi ha anche ribadito recentemente in un convegno organizzato da Sergio Berlato, europarlamentare per Fratelli d’Italia, che la “psico-info-pandemia”, generata da una grande azienda farmaceutica, sia lo strumento per ottenere un “grande reset” dell’economia mondiale che “consentirà ad un gruppo elitario di una decina di famiglie di governare il mondo” attraverso la distruzione programmata del ceto medio. Segue poi Giulio Occhionero (seguito da 163) ingegnere salito agli onori della cronaca per l’accusa di essersi imposessato illegalmente di milioni di messaggi di posta elettronica di Camera, Senato e vari protagonisti della politica e dell’economia. Trasferitosi negli Emirati Arabi twitta alacremente sulle elezioni statunitensi. Passando dal deputato della Lega Claudio Borghi e dal deputato del gruppo misto Vittorio Sgarbi si incontra il giornalista Cesare Sacchetti. Sacchetti, dopo brevi collaborazioni con Il Fatto Quotidiano e Il Giornale adesso si dedica ad originali teorie su disparati argomenti e alla “vittoria” di Trump alle recenti presidenziali USA. Successivamente incontriamo Daniele Capezzone, che dopo una variegata attività politica adesso è giornalista de La Verità. Sia lui che il giornale sono seguiti da 136 dei 254 qanonisti italiani. Sempre in merito all’informazione troviamo Byoblu, il canale mediatico di “verità alternative” di Claudio Messora, e RadioSavana, l’account noto per diffondere odio e menzogne contro i migranti. Volendoci fermare agli account che riscuotono l’interesse di almeno la metà della bolla QAnon italiana troviamo la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni (131 follower), i giornalisti Nicola Porro e Mariagiovanna Maglie ed infine il senatore della Lega Alberto Bagnai. Dalla lista che abbiamo scorso è evidente un forte interesse politico verso la destra sovranista, più la Lega che Fratelli d’Italia. Poco oltre nella classifica si incontra l’estrema destra con Francesca Totolo, che scrive per la rivista di CasaPound soprattutto a tema migranti, e lo stesso Simone di Stefano, che di CasaPound è uno dei leader. Compare anche Forza Nuova, ma molto più in basso nella classifica, e questo nonostante la recente accentuata deriva complottista, segno sia della generale situazione di debolezza che coinvolge attualmente le varie formazioni dell’estrema destra neofascista ma in particolare di quella di Roberto Fiore. Ugualmente marginale la presenza di gruppi come il Movimento Sociale Italiano, il Movimento Sociale Fiamma Tricolore ed altri. Non abbiamo trovato adesioni dirette a QAnon nelle formazioni dell’estrema destra italiana e le volte che il Primato Nazionale se ne è occupato lo ha fatto con un certo distacco. Con ogni probabilità quello che attrae della Lega – e di CasaPound – è il forte ed esplicito sostegno a Donald Trump e la critica con toni accesi alle misure sanitarie prese per contrastare il contagio da Covid-19. Meloni, che sulle elezioni americane ha mantenuto un atteggiamento meno urlato, non suscita lo stesso entusiasmo fra i QAnon.

I tweet della bolla QAnon italiana sono in questi ultimi tempi ingombri di due argomenti: le elezioni presidenziali statunitensi e l’epidemia di Covid-19. A proposito di questo secondo tema è da notare come fra i medici che imperversano su tutti i canali mediatici quello che riscuote di gran lunga il maggior interesse è il professor Giulio Tarro. Medico noto per numerose controversie è divenuto il punto di riferimento dei più critici verso l’uso delle mascherine ed il fautore della strategia dell’immunità di gregge, in opposizione alle conclusioni più ampiamente condivise nella comunità scientifica.

Salvini, l’arcivescovo Viganò e Radio Maria

Matteo Salvini  si è davvero ritrovato a confrontarsi faccia a faccia con dei seguaci di QAnon.
A Bari il 30 agosto l’hanno intercettato, salutandolo e ringraziandolo per poi chiedergli se credeva a Q: lui ha risposto affermativamente. In realtà la visione del video fa sospettare che Salvini, svicolando rapidamente fra i fan, abbia molto semplicemente voluto accontentare l’interlocutore, magari neppure comprendendo cosa gli si chiedesse. Ma questo per i QAnon non ha alcuna importanza, anzi sarebbe nient’altro che una conferma, un atteggiamento di prudenza dovuto alla segretezza dell’argomento, confermato dagli innumerevoli –quanto improbabili – “segni” che Salvini invierebbe loro nascosti nei suoi consueti post con cappellini delle forze dell’ordine o con i caffè mattutini. La fascinazione dei QAnon verso Matteo Salvini non si basa su messaggi nascosti alquanto improbabili, questi anzi sono solo una conseguenza e non la causa. La causa è ovviamente qualcosa di molto più tangibile, ovvero le posizioni politiche espresse nel tempo dalla Lega. Per primo la vicinanza politica e il vero e proprio “tifo” per Trump, ma anche le posizioni altalenanti – che in alcuni momenti sono state di netta avversità – sull’Unione Europea e sulle pratiche di prudenza contro il contagio da coronavirus. Salvini inoltre ha più volte ceduto a tentazioni complottiste. Così come ha fatto Trump anche Salvini non ha esitato ad attingere all’irrazionalità più estrema nel caso gli sia stato politicamente utile. Chi senza mezzi termini parla di “
quest’ora in cui il destino del mondo intero è minacciato da una cospirazione globale contro Dio e l’umanità” è l’arcivescovo Carlo Maria Viganò. In una lettera a Trump datata 25 ottobre l’ex nunzio apostolico degli Stati Uniti d’America, parlando della situazione sanitaria determinata dal corona virus, dice “Signor Presidente, lei ha chiaramente affermato di voler difendere la nazione: una nazione sotto Dio, libertà fondamentali e valori non negoziabili che oggi vengono negati e combattuti. Sei tu, caro presidente, che sei “colui che si oppone” allo stato profondo, l’assalto finale dei figli delle tenebre.” e poi “Attorno a Lei si riuniscono con fiducia e coraggio coloro che La considerano l’ultimo presidio contro la dittatura mondiale. L’alternativa è votare un personaggio manovrato dal deep state […] “.
L’alto prelato, da tempo immerso in una violenta polemica con Papa Bergoglio, da lui accusato di essere espressione della “chiesa profonda” analoga al “deep state” qanoniano, dopo queste e altre dichiarazioni pubbliche dagli espliciti toni complottisti è naturalmente divenuto un beniamino dei seguaci di QAnon. Padre Livio Fanzaga, storico direttore di Radio Maria, ha esplicitamente abbracciato le teorie di QAnon durante la trasmissione di maggior successo della Radio, che fa un milione e mezzo di ascoltatori ogni giorno ed ha un milione e settecentomila seguaci su Facebook. Il 3 novembre, riferendosi inizialmente ai manager delle grandi aziende ad alta tecnologia della California, dice “
non solo negli Stati Uniti ma anche in altre parti del mondo si arriva a delle perversioni sessuali di cui bisognerebbe vergognarsi solamente a parlarne, cioè il polisesso, le ammucchiate, il poliamore, il cannibalismo! Mangiano la carne di bambini. Io ho fatto ben due video ben documentati su questo. Il satanismo! Che praticano, tant’è vero che la figlia di Clinton, questo lo trovate su internet, fa queste affermazioni che il satanismo è una religione seria. Il grande sforzo che stanno facendo queste lobby per rendere legale il sesso con i bambini! Una roba immonda contro la quale hanno lottato Trump e Putin“. Padre Fanzaga più recentemente ha conquistato i titoli dei giornali con dichiarazioni analoghe a quelle di monsignor Viganò, per le quali la pandemia non è altro che un progetto di élite mondiali luciferine, preparato da tempo e volto alla creazione di un mondo dittatoriale senza Dio. L’uso politico di QAnon negli USA è oramai cosa scontata, dall’appoggio esplicito di Donald Trump all’elezione al Parlamento di alcuni seguaci di Q. Ma nei fatti di cronaca degli ultimi anni anche in Italia ricorre l’uso politico degli abusi sui bambini, non è un caso se negli account che abbiamo indagato si sprecano i riferimenti sul caso che ha scosso l’opinione pubblica nel 2019 e avvenuto a Bibbiano. Dunque, soprattutto dopo che il caso Bibbiano ha monopolizzato parte della campagna elettorale regionale in Emilia-Romagna, non è da escludere una utilità politica dei temi di QAnon in Italia.

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