venerdì 1 ottobre 2021

La parola del mese - Ottobre 2021

 

La parola del mese

 A turno si propone una parola

 evocativa di pensieri fra di loro collegabili

 in grado di offrirci nuovi spunti di riflessione

OTTOBRE 2021

Quella di questo mese non è certo una Parola ai più sconosciuta, ormai da qualche anno è infatti entrata nell’ordinario linguaggio scientifico e culturale tanto da comparire di frequente sui media ed in Rete. Ma, non vigendo per questo Blog alcun obbligo se non quello di proporre termini capaci di far riflettere, ci è sembrata perfetta per due ragioni. La prima è quella di saper sintetizzare un processo da non poco tempo in corso, ma che ha visto negli ultimi decenni una accelerazione così impressionante da imporre il ricorso ad un suo specifico nome, anche modificando, per adottarlo, una prassi classificatoria da sempre basata su periodi temporali molto lunghi. La seconda è semplicemente quella di essere il termine che meglio si presta a proporre due nostri nuovi post, tra di loro distinti ma strettamente collegati proprio dal contesto che essa definisce. La Parola di Ottobre 2021 è:

ANTROPOCENE

Antropocene = sostantivo maschile composto da due parole di origine greca: anthropos, uomo, da cui “antropo” e kainòs, nuovo/recente, da cui “cene” il secondo elemento dei composti che definiscono la cronologia geologica terrestre

I 4 miliardi e mezzo della storia geologica della Terra sono divisi in eoni, che si suddividono poi ulteriormente in ere, periodi ed epoche.

La cronologia classica, fissata dalla Commissione Internazionale di Stratigrafia e basata sulla successione “naturale”, ufficialmente ancora definisce l’epoca che in cui viviamo come Olocene (dal greco “olos”, del tutto, assolutamente, quindi “del tutto nuovo”) l’ultima parte del periodo Quaternario dell’era Cenozoica. L’Olocene è iniziato al termine dell’ultima fase glaciale della Terra, circa 11.500 anni faAll’interno dell’Olocene si è quindi svolto l’intero sviluppo storico della civiltà umana, che nel senso comune inizia con la rivoluzione agricola di circa 10.000 anni fa. Già nel 1864, solo un secolo dopo l’avvio della rivoluzione industriale, George Perkins Marsh notava nel saggio L’uomo e la natura, ossia la superficie terrestre modificata per opera dell’uomo che gli esseri umani stavano condizionando negativamente la natura e il pianeta e poco dopo, nel 1873, il geologo italiano Antonio Stoppani teorizzava per la prima volta che l’uomo aveva “una nuova forza tellurica con potenza e universalità comparabile con le grandi forze del pianeta. Queste prime considerazioni sulla forza dell’impatto delle attività umane sul pianeta hanno poi inesorabilmente avuto le drammatiche conferme, che ben conosciamo, dell’impetuosa fase di crescita globale dell’industrializzazione, e dei collegati sviluppi demografico e dei consumi. Il termine Antropocene è stato utilizzato per la prima volta negli anni Ottanta del Novecento dal biologo Eugene Stroemer, ed ha cominciato a farsi strada nel dibattito scientifico ed intellettuale soprattutto dall’inizio del nuovo millennio. L’iniziatore fu il Nobel per la chimica Paul Crutzen: durante un convegno sulla biosfera, annunciò che per quanto lo riguardava l’Olocene era da considerarsi concluso. Si era entrati in una nuova epoca geologica della Terra: l’Antropocene, ossia in una fase in cui l’ambiente terrestre, nell’insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, è fortemente condizionato su scala sia locale sia globale dagli effetti dell’azione umana, con particolare riferimento all'aumento delle concentrazioni di CO2 e CH4 nell'atmosfera. L’uomo, antropos, è cioè diventato la causa prima, scatenante o accelerante, delle moltissime modifiche - come il riscaldamento degli oceani, l’erosione del suolo, i cambiamenti climatici, la scomparsa di diverse specie animali - che la Terra sta subendo negli ultimi decenni, quelli in cui l’effetto accumulo iniziato con l’inizio dell’era industriale si sta manifestando in tutta la sua rilevanza. Al punto che la stessa Commissione Internazionale di Stratigrafia ha avviato ricerche specifiche per avere conferma che questa mutazione artificiale sia ormai tale da aver modificato lo "strato" della Terra, usato come "misura di riferimento" per le ricerche geologiche che definiscono ere/periodi/epoche. Ed appare infatti sempre più evidente che la totale alterazione avvenuta nei cicli del carbonio, del fosforo, dell’azoto, collegata con l’impressionante presenza nel suolo e negli oceani, degli “scarti e residui” delle attività umane -  particelle di plastica, metalli ed isotopi nucleari - può ben giustificare l’adozione, ufficiale anche del punto di vista geologico, del termine Antropocene, Se questo è il quadro ormai acclarato di riferimento, se quindi è all’azione “artificiale” umana che va ascritta questa modificazione epocale, è su questa che occorre intervenire per “tentare” di contenerla al fine di ripristinare il più possibile una normale evoluzione “naturale”. In questo senso si muovono, venendo alla seconda ragione che spiega la scelta di Antropocene come “Parola del mese”, due post, il primo dei quali verrà pubblicato nei prossimi giorni ed il secondo seguirà come “Saggio del mese”, ambedue dedicati ad illustrare il quadro concreto dell’emergenza climatica sul quale occorre DA SUBITO intervenire ad iniziare dal “cambiamento climatico”.


Nessun commento:

Posta un commento