martedì 1 novembre 2016

La parola del mese - Novembre 2016 (questo mese è una/trina)


LA PAROLA DEL MESE 


A turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di aprirsi verso nuove riflessioni

NOVEMBRE 2016



ontologia/epistemologia/etica

ontologia = Nel linguaggio filosofico., la scienza dell’essere in quanto essere: il termine è stato introdotto nel sec. 17° e deve in particolare la sua fortuna al filosofo tedesco. Christian Wolf (1679-1754) che nella sua Philosophia prima sive Ontologia (1729) lo definiva come equivalente di «filosofia prima» (espressione usata da Aristotele per la scienza dell’essere, poi chiamata metafisica) «in cui sono contenuti tutti i principî della conoscenza umana»; è stato poi ampiamente riutilizzato nel nostro secolo, con valenze diverse, da E. Husserl, N. Hartmann e M. Heidegger.



epistemologia = Nella filosofia del sec. 19°, la parte della gnoseologia che più in particolare si occupava dei metodi e dei fondamenti della conoscenza scientifica. In un’accezione più moderna e corrente, che prescinde dalla priorità dell’indagine gnoseologica e preferisce insistere sull’esemplarità della scienza positiva, s’intende per epistemologia l’indagine critica intorno alla struttura e ai metodi (osservazione, sperimentazione e inferenza) delle scienze, riguardo anche ai problemi del loro sviluppo e della loro interazione, sinonimo. quindi di filosofia della scienza; può riferirsi anche all’analisi critica dei fondamenti di singole discipline: epistemologia della matematica, e. della fisica, ecc., o della conoscenza in quanto tale (e. genetica, e. evoluzionistica).



etica = Nel linguaggio filosofico., ogni dottrina o riflessione speculativa intorno al comportamento pratico dell’uomo, soprattutto in quanto intenda indicare quale sia il vero bene e quali i mezzi atti a conseguirlo, quali siano i doveri morali verso sé stessi e verso gli altri, e quali i criterî per giudicare sulla moralità delle azioni umane: etica socratica, etica edonistica, etica kantiana, etica utilitaristica, etica nietzschiana; Etica Nicomachea e Etica Eudemea, titoli di due opere morali di Aristotele. In senso più ampio, complesso di norme morali e di costume che identificano un preciso comportamento nella vita di relazione con riferimento a particolari situazioni storiche: etica greca, etica cristiana; etica protestante, quella che, secondo le tesi del sociologo tedesco Max Weber (1864-1920), avrebbe informato in Europa lo spirito del capitalismo dopo il 16° sec. nei paesi protestanti, o fra le sètte protestanti all’interno dei paesi cattolici (si tratterebbe di un’etica razionalistica che assegna fini essenzialmente mondani, quali l’impegno, il lavoro, la riuscita, e soprattutto l’accumulazione metodica della ricchezza).



Perché questa composizione di tre parole unite come parola del mese?

Perchè tutte tre, fra di loro legate, sono al centro di un vivo dibattito in campo filosofico che ha importanti ricadute per ogni attività culturale e per chi, come noi di Circolarmente, cerca di comprendere la realtà, sociale, economica, scientifica e culturale in senso lato, nella quale siamo inseriti. A maggior ragione se, come quest’anno, intendiamo riflettere su temi quali “memoria e trasformazioni”. Restando a quanto si sta muovendo in campo filosofico sembra definitivamente superata la sbornia “post-moderna” che, all’insegna di un “pensiero debole” e soprattutto nella sua variante francese, aveva negato l’oggettività dei fenomeni osservabili (……non esistono fatti ma solo interpretazioni…..). Oggi da più parti viene riproposta una forte attenzione alla “realtà”; diverse scuole di pensiero sono riconducibili ad un filone filosofico riassumibile in quello che viene definito “nuovo realismo”. Uno dei maggiori pensatori di questo movimento è sicuramente il filosofo torinese Maurizio Ferraris, autore di numerosi saggi sul tema a partire da quello intitolato proprio  “Manifesto del nuovo realismo” (Laterza 2012).

Le questioni legate a questa svolta significativa sono ovviamente molte e molto complesse, volendo in qualche modo sintetizzare al massimo il suo pensiero per quanto qui ci interessa è possibile sostenere che per Ferraris alla base di ogni riflessione umana sta l’aspetto ontologico (quello che c’è) dal quale derivano sia l’epistemologia (quello che sappiamo e come arriviamo a saperlo) sia l’etica (quello che dobbiamo fare in relazione a quello che c’è). Tutto semplice come all’apparenza può sembrare? Tutti convinti di questa catena? Ebbene no, molti dei pensatori comunque riconducibili al nuovo realismo lo sviluppano con varianti significative. Fra questi va iscritto Paolo Flores d’Arcais il quale, pur dichiarando di aderire pienamente al nuovo realismo, ha da tempo avviato con  Maurizio Ferraris un confronto, tanto garbato quanto acceso (il cui ultimo atto può essere letto in dettaglio nell’ultimo numero di MicroMega 7/2016), proprio sulla relazione fra ontologia, i fatti, e l’epistemologia e l’etica. Procedendo con altrettanta massima sintesi il pensiero di Flores d’Arcais si differenzia da quello di Ferraris in quanto egli sostiene che, pur derivando in ambedue i casi da “fatti”, è diversa l’epistemologia riferibile a quelli scientifici, conoscenza “dura” in quanto falsificabili, piuttosto che a fatti “sociali”, conoscenza “debole e sempre opinabile”. Egli nega inoltre che l’etica derivi dai fatti ritenendola al contrario una “creazione” culturale umana a sé stante tale da far percepire l’ontologia in modo diverso a seconda della diversità dei valori che la compongono. La differenza fra queste posizioni, seppur riconducibili nel comune alveo del nuovo realismo, non è cosa di poco conto. Difficile in questo nostro blog sviluppare un dibattito specifico sui temi più strettamente filosofici ma è bene, proprio nel momento in cui la nostra attenzione si rivolge ai “fatti” riferibili alla memoria e a quelli prodotti dalle trasformazioni, tenere in una certa considerazione i modi diversi di guardarli e giudicarli. Un primo passo può essere anche soltanto capire fra di noi se ci pare più convincente l’approccio di Ferraris rispetto a quello di Flores d’Arcais.

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