La parola del mese
A
turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di
aprirsi verso nuove riflessioni
OTTOBRE 2017
(internet) MEME
Il MEME (plurale memi; dall'iinglese meme, dal
greco mímēma, "imitazione") in analogia al concetto di gene definisce una minima unità culturale (come, ad
esempio, una moda, una frase fatta, uno stereotipo, un modo di dire, una
battuta di spirito) che si propaga tra le persone attraverso la copia o
l'imitazione mediante citazione, disseminazione, condivisione e citazione.
In termini più
specifici, un MEME sarebbe "un'unità auto-propagantesi" di
evoluzione culturale, analoga a ciò che il gene è per la genetica, quindi un
elemento di una cultura o civiltà trasmesso da mezzi non genetici, soprattutto
per imitazione La memetica è la scienza che si
occupa dello studio dei memi. Il
concetto ha origine, nell'ambito di una visione biologico-evoluzionistica umana,
all'interno del libro di Richard Dawkins
Il gene egoista del 1976.
Dawkins introduce il termine MEME
per descrivere una unità base dell'evoluzione culturale umana analoga al gene,
unità base dell'evoluzione biologica, sulla base dell'idea che il meccanismo di
replica, mutazione e selezione si verifichi anche in ambito culturale. Così
come in biologia, la presenza di questi elementi porta all'emergere spontaneo
di effetti evolutivi. Nel libro, Dawkins descrive il MEME come una unità di informazione residente nel cervello, che può
influenzare l'ambiente umano con cui viene a contatto (attraverso l'azione
degli uomini che lo portano) e si può propagare (attraverso la trasmissione
culturale). L'ipotesi di Dawkins è nata pertanto in ambito genetico ricalcando l'approccio
della genetica moderna neo-darwinisrta sull'evoluzione della vita mediante ereditarietà,
mutazione e selezione del “più adatto”, Secondo Dawkins infatti le culture possono
evolversi in maniera analoga a come si evolvono le popolazioni e gli organismi
viventi. Molte delle idee che passano da una generazione alla successiva
possono aumentare o diminuire le possibilità di sopravvivenza della generazione
che le riceve che a sua volta potrà ritrasmetterle. Ad esempio, più culture
possono sviluppare un proprio progetto ed un proprio metodo per realizzare un
utensile, ma quella che avrà sviluppato i metodi più efficaci avrà più
probabilità di prosperare e svilupparsi sulle altre; col passare del tempo una
sempre maggior parte della popolazione adotterà quindi tali metodi. Il progetto
dell'utensile agisce quindi in modo simile a come agisce un gene biologico
appartenente a certe popolazioni e non ad altre, guidando con la propria
presenza o assenza il futuro di ogni cultura. Il concetto di MEME ha avuto buona fortuna, soprattutto
mediatica, nel mondo scientifico non specializzato mentre è stato accolto
abbastanza freddamente nelle scienze che si occupano specificamente della
cultura e della sua trasmissione e modificazione. Questa definizione ha infatti
creato un grande dibattito tra sociologi, biologi e scienziati di altre
discipline, molti dei quali hanno mosso a Dawkins il rimprovero di non aver
dato una spiegazione sufficiente di come la replica di unità di informazione
nel cervello controlli il comportamento umano e, alla fine, la cultura. A causa
di ciò, il termine MEME è stato
definito in molti modi diversi nello stesso ambito della memetica. A più di quarant'anni di distanza il dibattito sul suo valore
come disciplina scientifica è ancora in corso. In particolare le più importanti critiche si sono incentrate sulla
considerazione che le unità culturali (memi)
non sono replicatori alla stregua dei geni, intesi come unità che
fanno copie di se stesse, e che non si conosce nessun meccanismo che può
spiegare se e come i memi siano
copiati. Ed anche il loro diffondersi per “imitazione” appare problematico
perché l’imitazione è troppo soggetta all’errore per fare da appoggio al
processo di replicazione. Un altro tipo di critica che viene mossa al concetto
di MEME è che mentre nella
replicazione genetica si può risalire da un singolo gene a un genitore, le idee
raramente vengono copiate da un’unica fonte in maniera tale da poter risalire ad
una sola origine nota. Inoltre da molti è stata avanzata la critica che la cultura non può essere frammentata in memi:
le idee sono in relazione reciproca tra loro. Se un individuo è in grado di
acquisire una conoscenza ciò dipende in buona parte dal fatto che è in grado di
correlarla a competenze concettuali che già possiede.
Al di là della sua origine e della sua, discussa,
validità scientifica in campo genetico/culturale il termine “meme” si è guadagnato il titolo di “parola del mese” anche per ila sua recente grandissima
diffusione nella Rete dove viene utilizzato per definire “unità
auto-propagantesi” tipiche delle forme “culturali” on-line.
Internet meme è un'idea o un’azione
che si propaga attraverso Internet, spesso per imitazione diventando
improvvisamente celebre Il termine è
usato anche per indicare delle immagini divertenti, ottenute modificando con
delle scritte la foto di un MEME vero e proprio. In questo modo si dà una sorta
di didascalia parodica alla foto originale. Queste immagini sono molto comuni nei
Social (come Facebook e Instangram). Altri esempi sono la diffusione di
contenuti video, che divengono particolarmente famosi in breve tempo tramite
catene di contatti, e i cosiddetti selfie. L'assenza di confini fisici della Rete
tende a favorire una rapida diffusione di idee e novità, specialmente se queste
hanno contenuti umoristici o bizzarri. In molti casi se il motivo della
diffusione è essenzialmente goliardico o ironico la cosa di cui si diffonde la notizia è
priva di un reale contenuto; e proprio per questo viene giocosamente ripetuta
da chi ha vera conoscenza del "fenomeno" (spesso si genera però una
distinzione netta fra chi prende parte con consapevolezza alla diffusione del MEME e chi,
non avendo capito di cosa si tratta, non comprende l'importanza, spesso in
effetti di per sè nulla, di quello a cui "tutti" alludono). Da qui il passo verso le fake-news appare in effetti molto breve
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