domenica 1 ottobre 2017

La parola del mese - Ottobre 2017


La parola del mese

 A turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di aprirsi verso nuove riflessioni

OTTOBRE  2017





(internet) MEME



Il MEME (plurale memi; dall'iinglese meme, dal greco mímēma, "imitazione") in analogia al concetto di gene definisce una minima unità culturale (come, ad esempio, una moda, una frase fatta, uno stereotipo, un modo di dire, una battuta di spirito) che si propaga tra le persone attraverso la copia o l'imitazione mediante citazione, disseminazione, condivisione e citazione.



In termini più specifici, un MEME sarebbe "un'unità auto-propagantesi" di evoluzione culturale, analoga a ciò che il gene è per la genetica, quindi un elemento di una cultura o civiltà trasmesso da mezzi non genetici, soprattutto per imitazione La memetica è la scienza che si occupa dello studio dei memi. Il concetto ha origine, nell'ambito di una visione biologico-evoluzionistica umana, all'interno del libro di Richard Dawkins Il gene egoista del 1976. Dawkins introduce il termine MEME per descrivere una unità base dell'evoluzione culturale umana analoga al gene, unità base dell'evoluzione biologica, sulla base dell'idea che il meccanismo di replica, mutazione e selezione si verifichi anche in ambito culturale. Così come in biologia, la presenza di questi elementi porta all'emergere spontaneo di effetti evolutivi. Nel libro, Dawkins descrive il MEME come una unità di informazione residente nel cervello, che può influenzare l'ambiente umano con cui viene a contatto (attraverso l'azione degli uomini che lo portano) e si può propagare (attraverso la trasmissione culturale). L'ipotesi di Dawkins è nata pertanto in ambito genetico ricalcando l'approccio della genetica moderna neo-darwinisrta sull'evoluzione della vita mediante ereditarietà, mutazione e selezione del “più adatto”, Secondo Dawkins infatti le culture possono evolversi in maniera analoga a come si evolvono le popolazioni e gli organismi viventi. Molte delle idee che passano da una generazione alla successiva possono aumentare o diminuire le possibilità di sopravvivenza della generazione che le riceve che a sua volta potrà ritrasmetterle. Ad esempio, più culture possono sviluppare un proprio progetto ed un proprio metodo per realizzare un utensile, ma quella che avrà sviluppato i metodi più efficaci avrà più probabilità di prosperare e svilupparsi sulle altre; col passare del tempo una sempre maggior parte della popolazione adotterà quindi tali metodi. Il progetto dell'utensile agisce quindi in modo simile a come agisce un gene biologico appartenente a certe popolazioni e non ad altre, guidando con la propria presenza o assenza il futuro di ogni cultura. Il concetto di MEME ha avuto buona fortuna, soprattutto mediatica, nel mondo scientifico non specializzato mentre è stato accolto abbastanza freddamente nelle scienze che si occupano specificamente della cultura e della sua trasmissione e modificazione. Questa definizione ha infatti creato un grande dibattito tra sociologi, biologi e scienziati di altre discipline, molti dei quali hanno mosso a Dawkins il rimprovero di non aver dato una spiegazione sufficiente di come la replica di unità di informazione nel cervello controlli il comportamento umano e, alla fine, la cultura. A causa di ciò, il termine MEME è stato definito in molti modi diversi nello stesso ambito della memetica. A più di quarant'anni di distanza il dibattito sul suo valore come disciplina scientifica è ancora in corso. In particolare le più importanti critiche si sono incentrate sulla considerazione che le unità culturali (memi) non sono replicatori alla stregua dei geni, intesi come unità che fanno copie di se stesse, e che non si conosce nessun meccanismo che può spiegare se e come i memi siano copiati. Ed anche il loro diffondersi per “imitazione” appare problematico perché l’imitazione è troppo soggetta all’errore per fare da appoggio al processo di replicazione. Un altro tipo di critica che viene mossa al concetto di MEME è che mentre nella replicazione genetica si può risalire da un singolo gene a un genitore, le idee raramente vengono copiate da un’unica fonte in maniera tale da poter risalire ad una sola origine nota. Inoltre da molti è stata avanzata la critica che la cultura non può essere frammentata in memi: le idee sono in relazione reciproca tra loro. Se un individuo è in grado di acquisire una conoscenza ciò dipende in buona parte dal fatto che è in grado di correlarla a competenze concettuali che già possiede.


Al di là della sua origine e della sua, discussa, validità scientifica in campo genetico/culturale  il termine “meme” si è guadagnato il titolo di “parola del mese” anche per ila sua recente  grandissima diffusione nella Rete dove viene utilizzato per definire “unità auto-propagantesi” tipiche delle forme “culturali”  on-line.


Internet meme è un'idea o un’azione che si propaga attraverso Internet, spesso per imitazione diventando improvvisamente celebre  Il termine è usato anche per indicare delle immagini divertenti, ottenute modificando con delle scritte la foto di un MEME vero e proprio. In questo modo si dà una sorta di didascalia parodica alla foto originale. Queste immagini sono molto comuni nei Social (come Facebook e Instangram). Altri esempi sono la diffusione di contenuti video, che divengono particolarmente famosi in breve tempo tramite catene di contatti, e i cosiddetti selfie. L'assenza di confini fisici della Rete tende a favorire una rapida diffusione di idee e novità, specialmente se queste hanno contenuti umoristici o bizzarri. In molti casi  se il motivo della diffusione è essenzialmente goliardico o ironico la cosa di cui si diffonde la notizia è priva di un reale contenuto; e proprio per questo viene giocosamente ripetuta da chi ha vera conoscenza del "fenomeno" (spesso si genera però una distinzione netta fra chi prende parte con consapevolezza alla diffusione del MEME e chi, non avendo capito di cosa si tratta, non comprende l'importanza, spesso in effetti di per sè nulla, di quello a cui "tutti" alludono). Da qui il passo verso le fake-news appare in effetti molto breve

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