LA
PAROLA DEL MESE
A
turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di
aprirsi verso nuove riflessioni
Giugno
2018
Se ne fa un gran parlare in questi giorni, il polverone spesso
incomprensibile che l’avvolge viene vissuto, a seconda dei punti di vista, con
preoccupazione, disincanto, nervosismo. Certamente è difficile riscontrare in
questo gran chiasso un richiamo al suo significato originario. La parola del
mese di questo mese è…….
Governo
Dal sito www.educational.rai.it/lemma/testi/istituzione/governo
Il termine italiano governo rinvia al greco kybernán e quindi al latino gubernare, da cui si formò gubernum.
Ma cosa accomuna un membro del governo, il pilota di una nave e
uno studioso di cibernetica? Se guardiamo alla storia delle
parole, l’origine stessa di questi nomi. Il verbo greco kybernán, un termine di
origine piuttosto controversa, significava infatti reggere il timone di
un’imbarcazione, con riferimento alla funzione del
pilota di una barca o di una nave che la mantiene sulla rotta fissata. Kybernetes
era appunto il pilota, o il timoniere, mentre l’arte di pilotare, di
guidare era detta kybernetikè tékhne, da cui il matematico americano Norbert Wiener ha tratto
in inglese nel 1948 cybernetics come scienza che studia come riprodurre nelle machine
i sistemi di guida e di controllo del cervello degli esseri viventi: di qui
provengono l’italiano cibernetica e i suoi derivati riferiti ai cervelli
elettronici. Per un popolo di navigatori come i Greci questo verbo costituiva
veramente un termine chiave, emblematico, che presto dall’impiego tecnico
nautico era passato al valore traslato e più generale di chi mantiene gli altri
sulla giusta rotta, cioè li governa. Questa metafora è da accostare alle molte
altre del linguaggio odierno, collegate agli stessi ambienti e oggetti, per cui
è comune affermare che "si sta nella stessa barca" soprattutto quando
c’è burrasca, o che "si manda avanti la barca" anche se non si è
proprio navigati, cioè esperti. Dal greco la parola, nel suo duplice significato,
è entrata molto presto nella lingua latina, dove ha dato gubernare e gubernum,
quello con cui si governa, con riferimento al timone di una nave o anche con il
significato più generico di governo, che nell’italiano di oggi ha prevalso. Nei
secoli passati, tuttavia, anche in italiano governo poteva avere significato di
timone, come attestano Dante, Petrarca e
Bembo. La parola ha assunto poi diverse sfumature e valori collegati, in
relazione anche ai diversi impieghi del verbo governare, che pure ai giorni
nostri ha conservato il significato primario di mettere sulla giusta rotta o
via, guidare.
In questo senso governo significa innanzitutto guida: così nel linguaggio della Chiesa si è spesso parlato di
governo delle anime, e fino a pochi decenni fa al marito, considerato capo
della casa, spettava il governo della famiglia. Oggi il valore più diffuso
della parola governo è quello di organismo che ha la guida, la direzione
politica degli affari di un paese, di una nazione,
cioè dello Stato. Al governo spetta perciò il potere esecutivo: la nostra Costituzione
assegna tale compito al Consiglio dei ministri sotto la direzione del Presidente
del consiglio che è il Capo del governo. Il governo giura nelle mani del
Presidente della Repubblica e deve avere la fiducia del Parlamento. Quella del
governo è quindi un’istituzione centrale dell’ordinamento politico, per cui
spesso con il tipo di governo si identifica, in senso più generale, la stessa
forma di ordinamento statale. Si parla allora di governo monarchico o
repubblicano riferendosi alla forma istituzionale dello Stato, oppure di
governo democratico quando è rispettoso delle libertà civili e politiche dei
cittadini , o in caso contrario, si dice che è autoritario o addirittura
tirannico. Non si governa tuttavia soltanto una
nazione o uno stato, ma anche una parte di esso: ciascuno dei i cinquanta stati
che costituiscono gli Stati Uniti d’America ha a capo un governatore,
mentre, per tradizione, il massimo dirigente di certe banche centrali, come la
Banca d’Italia, ha lo stesso titolo. Si tratta infatti pur sempre di funzioni
di guida e di controllo nello stesso senso per cui, di una situazione
particolarmente complessa e difficile, ormai sfuggita di mano, diciamo che è
ingovernabile.
Aggiungiamo a questa descrizione etimologica, un po’ per
approfondire e un po’ per sorriderci su, alcuni neologismi collegati alla
parola del mese che la nostra recente storia politica ci ha consegnato:
GOVERNO DI TREGUA = governo che, avendo una scarsa
caratterizzazione politica, dovrebbe consentire di attenuare i toni. Dopo le
elezioni del '1979 il Presidente Pertini affida a Francesco Cossiga l'incarico di
formare un "governo di
tregua", che accetta dichiarando: "Ma ho l'impressione che tregua non
me ne darà nessuno"
GOVERNO DI TUTTI = governo in grado di rappresentare tutte
le componenti di una comunità (nazionale, politica, sociale, religiosa, ecc.)
In politica viene invocato in situazioni eccezionali ovvero di stallo
GOVERNO OMBRA = Direzione politica
esercitata attraverso canali riservati, privi di ufficialità; con riferimento
all’istituzione, da centri di potere (partiti o gruppi) che si muovono dietro
le quinte
GOVERNO DI MISSIONE = Governo investito del raggiungimento di un obiettivo dichiarato……IN ALTERNATIVA…….GOVERNO
DI SCOPO = Governo investito del raggiungimento
di un obiettivo dichiarato……OPPURE GOVERNO FUNZIONALE = Governo investito del
raggiungimento di un obiettivo dichiarato, più ampio di quello dei governi di
missione o di scopo, e quindi con un mandato molto ampio……..OPPURE ANCORA……GOVERNO
A PROGETTO = Governo finalizzato al raggiungimento
di obiettivi individuati e dichiarati in modo esplicito a costituire un
programma di governo definito anche come termini temporali
GOVERNO DEI TECNICI = Governo, sorretto da una
maggioranza politica, ma affidato a personalità esterne ai partiti di
comprovata capacità “tecnica” nelle singole materie di governo
GOVERNO DI PROSSIMITA’ =
Governo di solito su scala locale, ossia amministrazione
pubblica che i cittadini percepiscono come immediatamente vicina alle loro
necessità
Chiudiamo questo elenco, sicuramente parziale, con una
ultima definizione di gran moda in questi giorni……
CONTRATTO DI GOVERNO = Accordo sottoscritto da
formazioni politiche di diverso orientamento sulla base di punti programmatici
condivisi elaborati congiuntamente e vincolanti per l’azione di governo (pur avendo
ricadute pubbliche evidenti si richiama ad un istituto contrattuale a tutti i
titoli di carattere “privato”……..anche se non prevede firma davanti ad alcun
notaio)
Chiudiamo
questa descrizione della “parola del mese” con un breve estratto del denso
saggio di Michel Foucault con titolo “Il
governo di sé e degli altri. Corso al Collège de France (1982-1983)”
…………………il
problema posto dalla filosofia non è forse quello di stabilire qual è il
migliore dei governi? Per rispondere a tale interrogativo Platone afferma:
bisogna paragonare ogni “politeia” (termine
complesso che indica di solito la “costituzione” ma che qui può essere inteso
come corpo politico) ad una voce ad una “phone” …….questo passaggio è interessante
per il confronto che occorre stabilire con il libro sesto della “Repubblica” in cui
si parla ugualmente della phone e della politeia e del modo in cui ciò che si formula
come voce nel corpo politico deve essere ascoltato. In tale libro si dice che
l’insieme dei cittadini è come un animale e che perciò quelli che lo vogliono
guidare sono obbligati ad imparare, a conoscere, la voce di questo
animale. Bisogna comprendere il suo ringhio, le sue collere, i suoi desideri,
soltanto allora sarà possibile guidarlo. Ma in questo passo della Repubblica
l’ascolto di questa voce ha una valenza critica. Perchè questa voce è la voce della collera, degli appetiti, di tutto quello che non è ragionevole.
Il cattivo capo (potremmo
dire il cattivo governo) è
proprio colui che imparando a conoscere questa voce gli fa eco guidando
questa politeia nella direzione da lei desiderata…….
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