Lunedì 2 dicembre
2019 - ore 20,45
Auditorium
Bertotto Scuola Media “Defendente Ferrari”
“Oracoli: dalla
TV in bianco e nero agli Algoritmi”
Relatore:
Massimo Rosso - Direttore ICT
della Rai
L’impatto della Digitalizzazione sul mondo dei Media e
l’avvento dei Social Network oggi rendono possibile lo
sviluppo di nuove Analitiche, che permettono di correlare
gli Eventi TV e le Discussioni Crossmediali. Dal suo osservatorio
privilegiato, Massimo Rosso sta assistendo al passaggio dai Servizi di
Business ai Business a Piattaforma e alle nuove evoluzioni delle
tecnologie di frontiera nell’ambito dei mass media digitali.
Introducendo questi nuovi paradigmi, spiegherà perché in questa nuova
era Valori come Trasparenza e Responsabilità divengano
centrali e come investendo su una Formazione votata al
potenziamento del Senso Critico si potrà cercare di garantire
il controllo dello sviluppo della “Automazione dell’Agire”,
possibile con le nuove tecnologie, definite da alcuni “oracolari”.
Massimo Rosso, sviluppa la sua brillante
carriera interamente all’interno della Rai, dove entra dopo essersi laureato in
Fisica presso l’Università di Torino, percorrendo i vari stadi della
professionalità informatica sino a ricoprire il ruolo di Direttore del servizio
ICT (Information & Communication Technology). Ha quindi potuto vivere dal
di dentro l’evoluzione di uno dei principali attori dei media nazionali.
Partendo da questo vissuto, il relatore ci accompagnerà attraverso un racconto
atto a farci percepire come si sono sviluppate le tecnologie di comunicazione
negli anni e come queste oggi si compenetrino ed interagiscano con il mondo dei
Social Media.
Nell’avvio della relazione viene
sottolineato il ruolo di Servizio Pubblico svolto dalla Rai e come questo non
sia, a differenza di quanto avviene in altri Paesi Europei, a volte
correttamente percepito e compreso dall’utenza. Come questo servizio pubblico
sia importante per la garanzia di una informazione il più possibile oggettiva e
come l’ambito dei servizi offerti si sia nel tempo evoluto; passando dalle
prime esperienze radiofoniche a quelle degli albori della TV in bianco e nero
fino a giungere all’attuale portafoglio d’offerta. Con la digitalizzazione dei contenuti è
possibile offrire una vasta gamma di canali digitali su cui veicolare programmi
sempre più mirati e specializzati, per giungere a comprendere le più recenti
Piattaforme di fruizione via web.
Proprio in questi giorni è iniziata una
corposa iniziativa di promozione di RAI Play, condotta da Fiorello, atta a
veicolare la conoscenza e l’uso di una tecnologia che consente la fruizione dei
contenuti in modalità asincrona e da computer, privilegiando la gestione del
tempo che ciascuno vuol dedicare all’informazione o all’intrattenimento.
In questa trasformazione delle tecnologie
a supporto, il ruolo della direzione guidata da Rosso, ha assunto via via
maggiore rilevanza, partendo da una solida base di competenze tecniche, che per
fortuna della nostra Regione si è riusciti a mantenere radicate in modo
significativo su Torino, pur nella più ampia dislocazione dei servizi a
supporto dell’azienda a livello nazionale.
Altro compito che Rai si è assunta in
questa fase di “Digitalizzazione” dei Servizi sia Pubblici sia Privati, è un
ruolo di sensibilizzazione e divulgazione delle conoscenze, svolto non in modo
convenzionale, ma inserendo nel contesto delle fiction e dei programmi a
maggior ascolto, brevi inserti volti a spiegare ed informare sulle novità
tecnologiche e sul loro utilizzo e fruizione. Una sorta di Maestro Manzi 2.0 a
supporto dell’Agenda Digitale del Paese.
Altro fenomeno di questi anni è il
rapido diffondersi degli strumenti che supportano una “Internet Umana”
sostenuta dai social media. Ciò comporta un ulteriore cambio dei costumi che
sta largamente caratterizzando il modo di vivere dei nostri tempi. Di ciò anche
un operatore primario della comunicazione deve tener conto e con questa realtà
deve interagire, per rimanere ancorato al cambio delle abitudini di fruizione,
pena una sua progressiva marginalizzazione e perdita di ascolto.
Tali tecnologie introducono alcuni
pesanti cambi di paradigma.
Intanto la globalizzazione dei messaggi (Un post sui social non è vincolato a
criteri geografici di fruizione, ma è immediatamente globale). La rilevanza del
passa parola nella rete degli amici (O
dei Peer per dirla all’inglese) che prevale sulla comunicazione monodirezionale
sulla quale si è fin qui basato il mondo della comunicazione tradizionale
(Imprese, Pubblica Amm., Mezzi di Comunicazione tradizionali, Organizzazioni
Politiche). La possibilità di un utilizzo contemporaneo di mezzi di scambio
informativo tra soggetti, che stimolati da eventi o notizie, intrattengono un
dialogo su mezzi Web dando vita ad un nuovo fenomeno denominato “Comunicazione Crossmediale”, che rende
il nostro villaggio globale sempre più piccolo e perennemente “on-line”.
Dall’osservazione di tale fenomeno,
anche per gli operatori della comunicazione televisiva broadcast ( gli
operatori di tv via cavo o satellitare, invece, dispongono di apparecchiature
installate presso l’utente che consentono una analisi diretta dei comportamenti
d’ascolto), nasce la ricerca di analizzare e comprendere le possibili
correlazioni tra quanto viene trasmesso dalla TV e quali conversazioni si
sviluppino sui Social Media, quali siano i livelli di influenza e quale le
direzioni di apprezzamento o meno che vengono espresse nel mondo Web.
Nascono così le prime sperimentazioni
sulle tecnologie di “Sentiment Analysis”, che consentono, analizzando il
traffico dei messaggi in rete, di attribuire una interpretazione della reazione
del pubblico a quanto visto, arrivando a caratterizzare il tipo di risposta tra
opinioni positive, neutre o negative. Non solo questo, ma continuando l’analisi
del traffico sui social, si riesce a comprendere anche la rilevanza del tema
trattato per l’opinione pubblica. Inoltre i social monitorati possono variare
in base alla tipologia di audience attesa per il programma (commenti sulla
Comunicazione politica più su Twitter o Facebook, conversazioni su programmi
con target giovanile su Instagram, etc), scandagliando così i luoghi virtuali
in cui il dibattito/commento si sviluppa maggiormente.
L’ulteriore frontiera tecnologica è
quella che consente di passare dall’analisi elementare dell’opinione a nuovi
modelli che consentono di approfondire l’analisi. Si può giungere ad
interpretare le emozioni che stanno alla base delle conversazioni attivate, ed
al livello di intensità con cui tali emozioni sono manifestate. (Odio,
Sarcasmo, Ironia, Aggressività, Disapprovazione, Amore, etc).
Di tali strumenti, sono qui illustrati gli
obiettivi di comprensione delle reazioni suscitate riferiti all’ambito
editoriale proprio di un operatore di mass media.
Estendendo il discorso ad un contesto
socio politico allargato, ciò di cui occorre assumere consapevolezza, è che
queste sono le stesse potenti strumentazioni alla base della analisi delle
reazioni del corpo sociale e che sempre più spesso esse sono utilizzate per
comprendere lo stato emotivo della popolazione e, di conseguenza, veicolare i
messaggi che maggiormente vengono ritenuti affini sino, al limite, a
condizionare la percezione del reale.
Questi strumenti si inseriscono in un
cambio di approccio culturale. Stiamo passando da una cultura che si basava
sull’analisi del passato per tentare di immaginare gli effetti sul futuro (Feedback), ad un paradigma che
analizzando la grande massa di informazioni a disposizione nel web, cerca di
cogliere i fenomeni non strettamente correlati che anticipano eventi futuri,
anche in modo non deterministico (FeedForward).
Come è stato reso possibile questo
cambiamento?
Per prima cosa il mondo è stato riempito
di sensori che producono informazioni. I
primi sensori ed i più attendibili sono proprio le persone e le tracce
elettroniche che esse lasciano nell’uso quotidiano delle tecnologie digitali. (Carte
di Credito, smartphone, telepass, Localizzatori GPS, etc).
La crescita continua ed esponenziale
della capacità elaborativa dei computer e della capacità di immagazzinamento
delle informazioni (Data Base), hanno poi consentito una elaborazione in tempo
reale di questo patrimonio immenso di dati.
In questo contesto si può dire che oggi
siamo in grado attraverso strumenti di Intelligenza Artificiale di “Sentire,Comprendere,Processare la realtà”
e alla fine di “Attuare la realtà”.
Intendendo con questo non solo le capacità di analizzare il contesto in cui ci
muoviamo ma, in certi momenti, di ottenere indicazioni, che nei fatti,
determinano l’accadere di eventi futuri.
Questo non deve stupire, in quanto i
concetti teorici alla base di quanto detto, li troviamo ormai da più di un
secolo formulati nelle teorizzazioni della meccanica quantistica e della
relatività. Ora ciò che sta avvenendo è che le tecnologie sempre più veloci e
sofisticate permettono il concretizzarsi, in pratica, di alcuni di questi
fenomeni.
Il concetto di “Presente allargato” in effetti è un esempio di quanto si sta
dicendo.
Un piccolo esempio. Disponendo di
strumenti di comunicazioni istantanei, nel percorrere un tratto di strada in un
verso io colgo che nell’altro senso di marcia si è formata una coda
chilometrica. Il mio amico che sta procedendo in quella direzione è convinto di
poter raggiungere la sua meta in orario, perché non conosce l’evento coda. Io
che procedo in senso inverso so che la coda esiste, in quanto parte del mio
passato ma per lui sarà parte del suo futuro. Con un colpo di telefono in
mobilità posso, avvisandolo, modificare la sua strategia di viaggio e quindi
influenzare il suo futuro. Ovviamente se gli strumenti di elaborazione e
comunicazione non fossero così veloci, tutto questo non sarebbe possibile.
Le capacità umane di comprendere il
mondo vengono “aumentate” sfruttando la conoscenza del “presente allargato”.
La capacità operativa di agire è sempre
più prossima alla capacità analitica di comprensione ed attuazione nel “presente allargato”.
Ovvero disponiamo di strumenti (MACROSCOPIO)
che consentono di vedere il mondo nei suoi aspetti economici e sociali che si
comportano come anticipatori di Futuro. Attraverso strumenti come questo
possiamo traghettare dalla “Previsione
Sociale” alla “Anticipazione Sociale”.
Tale realtà deve essere
obbligatoriamente affrontata dalle aziende, pena la perdita di competitività ed
attrattività della loro proposta (pensate a cosa sta significando l’agire di
Amazon verso tutti gli operatori tradizionali di Logistica, o casa significhi
l’approccio di Netflix verso i più tradizionali fornitori di contenuti media).
Analogamente, con questi fenomeni devono
confrontarsi i Cittadini. Ciò significa far crescere in loro la consapevolezza
sulla importanza dei dati, sulle meccaniche di tracciabilità dei comportamenti
rilevati attraverso le tracce elettroniche che vengono da loro stessi attivate
e sulle quali gli algoritmi di anticipazione
sociale agiscono.
Ciò comporta un cambio di prospettiva notevolissimo,
a cui molto probabilmente non siamo pronti.
Sicuramente errato, secondo il relatore,
pensare che esista un mondo reale ed uno digitale. Oggi esiste un mondo unico
fatto di interrelazioni sempre più coese tra reale e virtuale.
Come ben descrive in una suggestiva
immagine il filosofo Luciano Floridi, siamo nella zona delle Mangrovie, dove il
fiume sfocia in mare e l’acqua non è più propriamente dolce, ma allo stesso
tempo non è ancora del tutto salina, e lì si sviluppa una fauna ed una flora
peculiare. Allo stesso modo anche noi siamo nel mondo delle Mangrovie e
dobbiamo imparare a viverci.
In questo mondo è fondamentale
ricomporre la frattura tra Umano e Tecnologico. Se noi pensiamo che siano due
cose disgiunte facciamo un grande errore. Così come va ripensata la relazione
complessa tra naturale ed artificiale. Altro fenomeno importante è la fusione
della cultura scientifica con la cultura umanistica. Ciò è alla base della
struttura di questi modelli di funzionamento della società, a cui le
istituzioni preposte alla formazione ed all’educazione dovranno prepararci.
In questo senso diviene fondamentale
promuovere una educazione critica alla complessità ed allo sviluppo di un forte
senso di responsabilità.
Occorre non confondere complessità con
complicazione. Ciò che è complicato si può semplificare, e ben venga questa
azione. Ma ciò che è complesso non si può banalizzare nel tentativo di ottenere
risposte immediate o demagogiche. Questo mondo delle mangrovie è un mondo
complesso ed a ciò dobbiamo essere preparati. Occorre andare a sviluppare una educazione
critica a questa complessità e riaffermare il senso di responsabilità di
ciascuno.
Si sta passando da una cultura di
fiducia verso il brand, la marca, ad una fiducia basata sull’algoritmo e sul
suo funzionamento. Ma qui si apre un enorme problema di trasparenza e di
leggibilità del funzionamento degli algoritmi. A differenza della Legge che
codifica in modo esplicito le regole ed il comportamento da tenere, il modus
operandi ed i criteri con cui sono scritti gli algoritmi di Intelligenza Artificiale
non sono né pubblici né facilmente decifrabili. È di fronte a ciò che si apre
un enorme questione etica.
Tra gli attori principali che dominano
tali tecnologie, gli Statunitensi hanno di fatto delegato lo sviluppo delle
stesse ai privati (le grandi Corporation: Microsoft,Amazon,Google,IBM), mentre
l’altro attore , la Cina , ha di fatto nazionalizzato sotto uno stretto
controllo statale lo sviluppo tecnologico.
Qui forse si apre una terza via di
opportunità per l’Europa: Imporre una questione di sviluppo etico degli
algoritmi di Intelligenza Artificiale, a vantaggio della cittadinanza mondiale,
ispirata ai valori fondanti della nostra civiltà, che faccia perno sulle
caratteristiche di :
· Azione e sorveglianza umane· Robustezza e sicurezza
· Riservatezza e governance dei dati
· Trasparenza
· Diversità, non discriminazione ed equità
· Benessere sociale e ambientale
· Responsabilità intesa anche come accountability.
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