Seppure oggetto di molti articoli di presentazione e commento, e
per quanto alla conoscenza delle Amministrazioni Comunali dell’ex Provincia di
Torino, da alcune anche partecipato, il Piano Strategico Metropolitano
2021-2023 è ancora in gran misura sconosciuto per tutti noi “normali
cittadini”. Si tratta di un documento molto complesso elaborato nell’ambito
dello sforzo progettuale al quale tutti i livelli istituzionali, da quello centrale
a quelli periferici, sono stati chiamati per definire il progetto italiano
complessivo che concorrerà all’assegnazione dei consistenti fondi del Next
Generation EU. Se il processo che si è così avviato raggiungerà effettivo
consolidamento questo progetto dovrebbe rappresentare per il prossimo triennio il
documento base di orientamento di gran parte delle politiche statali in
concorso con il giusto coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali locali.
La speranza va da sé è quella che in questo percorso “virtuoso” possano trovare
soluzione le tantissime problematiche che da tempo incidono sul quadro
economico, sociale e culturale del nostro paese, a partire, per quanto ci
riguarda da vicino, su quello dell’area metropolitana torinese. Vale quindi la
pena, per questa sua valenza, sapere della sua esistenza ed approfondire il più
possibile la conoscenza dei suoi contenuti. Strada facendo cercheremo come
Circolarmente di essere attivi in tal senso, convinti come siamo del ruolo
fondamentale che i “territori” possono e devono avere per una sua positiva
concretizzazione. Da tempo infatti, grazie soprattutto agli importanti e
approfonditi contributi che su questa tematica ci vengono dal nostro socio e
collaboratore Gianni Colombo (preannunciamo qui che a breve sarà relatore in una conferenza on-line
proprio su queste problematiche) riteniamo che il “territorio” sia un elemento fondamentale per
progettare e realizzare un nuovo modello di sviluppo, capace di coniugare
sostenibilità ambientale e giustizia sociale.
Per intanto per avere una prima nozione del Piano torinese pubblichiamo
l’Introduzione della Sindaca dell’Area Metropolitana e la traccia della sua
articolazione, ed unitamente il link,
qui sottostante, utile per chi fosse interessato per accedere al sito che lo
pubblica nella sua interezza
Città metropolitana di Torino - 18 febbraio 2021
Piano Strategico
Metropolitano 2021-2023
Introduzione di Chiara Appendino sindaca della Città metropolitana
Perché un
nuovo Piano Strategico Metropolitano (PSM)
L’elaborazione
del nuovo Piano strategico 2021-2023 è avvenuta in un momento particolarmente
difficile per il territorio metropolitano, in cui i fattori critici locali di
lungo periodo sono stati catalizzati dalla pandemia mondiale. La Città
metropolitana di Torino ha subito più di altri territori la trasformazione
della propria economia e demografia avvenuta negli ultimi decenni e la pandemia
di Covid-19 ha accentuato il rischio che essa possa diventare una “metropoli
diminuita”, caratterizzata da un’economia debole e aumentate diseguaglianze.
Ciò ha reso particolarmente pressante l’esigenza di definire una visione
integrata del futuro della Città metropolitana e un progetto di sviluppo
condiviso, finalizzato a promuovere una crescita armoniosa, inclusiva e
sostenibile di tutto il territorio. Proprio la difficile congiuntura che stiamo
attraversando ha infatti evidenziato la necessità di individuare soluzioni ed
azioni condivise con il territorio, che possano essere implementate anche
grazie ai finanziamenti europei previsti dal programma Next Generation EU.
Nonostante le restrizioni dovute alla pandemia, il processo di formazione del
PSM è stato straordinariamente partecipato: centinaia di soggetti locali,
amministratori, rappresentanti di enti, associazioni, imprese del territorio
sono stati coinvolti in un processo che attraverso due intense fasi di lavoro
ha consentito di elaborare un quadro rappresentativo dei bisogni, delle
esigenze e delle proposte del territorio. Il quadro che ne è emerso tiene conto
non solo dei punti di debolezza, ma anche e soprattutto dei punti di forza di
un territorio dalla straordinaria diversità, unico nel suo unire gli spazi
della montagna, della città industriale, della pianura agricola, delle colline;
ancora forte di una sua robusta base manifatturiera proiettata sull’export;
aperto su nuovi settori e opportunità nel cibo, nel turismo, nella cultura; con
un diffuso tessuto di piccole e medie imprese con grandi margini di
rafforzamento e crescita; con centri di ricerca, tecnologia e innovazione in
cui si progetta il futuro. Abbiamo allora voluto immaginare il futuro di una
Città metropolitana di Torino “metropoli aumentata”, in cui il riequilibrio
territoriale parta dalla creazione di “condizioni abilitanti” egualmente
positive su tutto il territorio grazie alle possibilità offerte dalle nuove
tecnologie applicate in forme nuove a domande sociali emergenti, bisogni
consolidati, antiche contraddizioni. Un’idea di innovazione che è insieme
tecnologica e sociale, e che ha l’ambizione di migliorare i servizi offerti
anche nelle aree da sempre considerate marginali, nell’idea di costruire una
metropoli policentrica, più bella e più giusta, abitabile e accessibile in modi
diversi ma in ogni suo punto. L’obiettivo è quello di consegnare alle prossime
generazioni una Città metropolitana profondamente rinnovata nella sua
infrastruttura territoriale, materiale e immateriale, tecnologica, sociale e
civica. Il Piano strategico 2021-2023 è stato il risultato di un ampio processo
partecipativo, che ha coinvolto in diversi momenti e con diverse modalità
(incontri pubblici, focus group, tavoli di lavoro, interviste, questionari,
invio di contributi scritti...) una straordinaria platea di attori locali. È
stata una grande prova di coesione, in cui abbiamo sperimentato collettivamente
nuove forme di interazione che potranno in futuro diventare strumenti ordinari
di coinvolgimento e partecipazione da affiancare alle forme già sperimentate di
condivisione delle decisioni. In parallelo, abbiamo voluto chiamare il mondo
accademico torinese a supportare il processo di formazione del Piano, nella
convinzione che strategie e decisioni pubbliche debbano basarsi sulla
conoscenza dei fenomeni che si vogliono governare, ed attingere da esperienze e
competenze in grado di formulare proposte innovative in risposta ai bisogni del
territorio. Da tale processo di pianificazione partecipata è nato un Piano
strategico che, attraverso l’individuazione di 111 azioni condivise ed
integrate, mira a sostenere lo sviluppo e il riequilibrio del territorio
metropolitano, contribuendo a colmare le divergenze tra zone di pianura,
collina e montagna e tra metropoli, città e piccoli borghi. L’obiettivo è
quello di implementare azioni ed interventi volti a superare le marginalità sociali,
economiche e territoriali dell’area metropolitana, attraverso il supporto alla
digitalizzazione, all’innovazione e alla competitività del sistema produttivo,
con particolare attenzione alle micro e piccole imprese; il sostegno alla
rivoluzione verde e alla transizione ecologica; il potenziamento delle
infrastrutture per una mobilità sostenibile; il supporto al sistema
dell’istruzione, formazione e ricerca; la valorizzazione del patrimonio
culturale e delle opportunità turistiche; e il ripensamento e il rafforzamento
del sistema di sanità territoriale. Affinché tali obiettivi possano essere
raggiunti è necessario che non solo il processo di pianificazione sia stato
condiviso e partecipato ma che anche il processo di implementazione delle
azioni che da esso sono scaturite sia successivamente condiviso e supportato
dal territorio e da tutti i soggetti, gli enti e le istituzioni che hanno
partecipato alla formulazione del Piano. E’ necessario che ciascuno si “assuma
la responsabilità” e contribuisca per quanto possibile al raggiungimento degli
obiettivi condivisi. Allo stesso tempo è indispensabile che il sistema di
potere locale, che è stato in passato di grande supporto alla crescita e allo
sviluppo locale, ma che poi non ha saputo rinnovarsi, sia in grado di ripensare
alle politiche e alle modalità di intervento, svincolandosi da una visione
politica di breve termine per guardare alla crescita di lungo periodo e al
benessere delle generazioni future. Solo in questo modo la crisi economica e
sociale che stiamo attraversando potrà trasformarsi in un’opportunità per
rilanciare, anche attraverso i finanziamenti europei previsti dal programma
Next Generation EU, uno sviluppo economico, sociale ed ambientale armonioso del
territorio metropolitano. Con questo obiettivo la Città metropolitana ha aperto
un confronto con la Presidenza della Commissione Europea sottolineando
l’importanza di dare un maggiore ruolo, riconoscimento di competenze e
strumenti alle aree urbane e metropolitane per l’implementazione dell’European
Green Deal e del programma Next Generation EU.
L’Ufficio della Presidente della Commissione Europe
Ursula von der Leyen ha risposto con una presa d’atto e di impegno
…………………………………….
Articolazione per punti del Piano
Lo stato della metropoli
Torino metropoli diminuita? Economia e società in una transizione
difficile
L’habitat metropolitano. Letture territoriali e condizioni
abilitanti
Il contesto produttivo: tendenze territoriali in atto e
opportunità di sviluppo
Il processo di costruzione del Piano strategico
Metropoli partecipata. Come il territorio ha contribuito ad una
nuova visione del suo futuro
Un processo di costruzione a distanza
La visione
Aumentare Torino. Una visione per la Città metropolitana di Torino
Che cosa vuol dire “città aumentata”?
La strategia
Come aumentare Torino?
Diagramma complessivo del Piano
Albero delle azioni e delle connessioni
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