lunedì 1 novembre 2021

La Parola del mese - Novembre 2021

 

La parola del mese

A turno si propone una parola evocativa di pensieri fra di loro collegabili in grado di offrirci nuovi spunti di riflessione

NOVEMBRE 2021

La Parola di questo mese definisce un tratto dell’opinione pubblica, delle folle (su questo soggetto sociale rifletteva il libro di Michela Nacci “Il volto della folla. Soggetti collettivi, democrazia, individuo” nostro “Saggio del mese” di Novembre 2019) che, stante il suo manifestarsi sempre più diffuso e sempre più impattante, è ormai assunto a vera e propria categoria politica allo stesso rango, ad esempio, di estremismo o di riformismo. In buona misura già presente nelle riflessioni sollecitate dalla “Parola del mese” di Ottobre 2020 “Macchinazione” e, più ancora per quanto strettamente legato al contesto USA, con il post di Gennaio di quest’anno dedicato alla setta americana Qanon, con la vicenda pandemica, ed in particolare con l’insieme delle misure di contenimento, sembra essersi ormai imposto come un aspetto “strutturale”, perlomeno delle democrazie occidentali. E quindi come tale meritevole di attento approfondimento. Lo faremo seguendo la specifica riflessione che al riguardo ci offre Donatella Di Cesare

(filosofa e saggista, insegna Filosofia Teoretica alla Università “La Sapienza” di Roma, di lei abbiamo sintetizzato un precedente testo “Virus sovrano” nostro “Saggio del mese” di Giugno 2020, in cui in parte anticipava alcuni aspetti di questa riflessione) con il suo ultimo libro di recente pubblicazione

La parola del mese di questo Novembre 2021 è ………

COMPLOTTISMO

Complottismo = tendenza a interpretare ogni evento come un complotto o parte di un complotto

Il saggio di Donatella Di Cesare (DDC) affronta il tema con una trattazione ad ampio raggio, storico e filosofico, dalla quale abbiamo estrapolato le parti che ci sono sembrate più immediatamente riferibili all’attuale situazione.

Per meglio comprenderne il significato DDC raffronta l’origine etimologica di complotto, con quella dei suoi sinonimi non sempre correttamente accostati nel linguaggio comune: è il caso di “congiura …… al fondo della congiura c’è il giuramento che lega un gruppo ristretto di individui pronti a tutto, è infatti ciò che indica la parola latina “coniurare” composta da “cum”, con, ossia l’alleanza, e “iurare”, giurare, il gesto simbolico che sancisce la forza del legame stabilito ……  ”, e di  “cospirazione”  ….. anch’essa di derivazione dal latino mette insieme “cum” e “spirare”, respirare, ad indicare quindi il respirare insieme, il condividere la stessa aria, lo stesso afflato, ma senza giuramento ….. Molto più complessa è invece l’origine etimologica di complotto, la versione più accreditata la fa risalire al verbo inglese ….. to plot”, usato per indicare il delineare un piano, il tracciare un diagramma,  da cui è lecito far derivare una sua accezione di una unione finalizzata ad un disegno, ad una macchinazione …… Emerge bene da questo raffronto etimologico che se la congiura, la cospirazione, fin dal loro delinearsi, hanno volti, hanno nomi, il complotto al contrario sembra essere   …..  un insieme senza nome, senza volto, un’entità vaga, nebulosa, opaca e sfuggente ….. Complotto, congiura, cospirazione, fatte salve queste distinzioni peraltro non secondarie, guardano però in un’unica direzione, si manifestano e si muovono nella stessa dimensione: quella del potere. Per spodestarlo, per rovesciarlo, per sostituirlo, piuttosto che per mantenerlo e magari accentuarlo ed estenderlo, ma tutti e tre indicano modalità di azione, e di pensiero per costruirla, strettamente connesse al potere. Ed è esattamente questo indissolubile legame che DDC pone al centro della sua riflessione sullo specifico del complotto. Meglio precisando l’iniziale semplice definizione da vocabolario si può allora sostenere che il complottismo, ispirato da questa accezione di complotto, è la risposta che molti danno, a fronte di eventi significativi capaci di suscitare stupore, indignazione e rabbia, alle domande …… chi c’è dietro? chi tira le fila? chi ha ordito questa trama? ….. Da sempre presente nella storia, è però nei secoli della modernità, e soprattutto in questo scorcio del XXI secolo, che sembra aver assunto proporzioni tali da giustificare le definizione, sempre più diffusa, di età dell’oro del complottismo. In questi ultimi decenni ha inoltre contribuito enormemente alla sua invasiva diffusione la Rete, il mondo dei social, la pletora di incontrollabili strumenti tecnologici di comunicazione di massa che ha amplificato a dismisura l’antico e limitato, nel tempo e nello spazio,  “passa parola”. La condivisione capillare di notizie date per certe, ma mai verificate, è in effetti da sempre lo strumento fondamentale per il crearsi e l’alimentarsi del complottismo. Ma la sola facilità di comunicazione incontrollata non basta a spiegare il fenomeno, occorre che il passa parola, tecnologico o meno che sia, colpisca menti e sensibilità predisposte a recepirlo. E da sempre, con forme che si adattano allo specifico contesto storico, il complottismo si presenta come una reazione immediata, incontrollabile e consolatoria, all’affacciarsi della complessità nella realtà abituale ….. è la scorciatoia, la via più semplice e rapida, per venire a capo di un qualcosa che disturba, che sembra altrimenti indecifrabile …  Nell’ambito delle scienze sociali le linee interpretative di questa predisposizione puntano di norma a due versioni: quella di una patologia psichica e quella di una anomalia logica. Spesso anche correlate non sembrano però essere da sole in grado di fornire risposte adeguate perché si limitano ad un approccio normativo, in entrambi i casi chi crede al complottismo diventa infatti semplicemente un soggetto disturbato da avviare ad una rieducazione vuoi psicologica vuoi cognitiva. Al contrario DDC non ha dubbi ….. il complottismo non è un crampo mentale né un argomentare fallace, bensì un problema politico. Non riguarda tanto la verità in sé quanto il potere, chi contesta la versione ufficiale mira ad attaccare coloro che detengono sapere e potere ……… Non possiamo, a suo avviso, considerarlo come un semplice malessere o un segnale di oscurantismo, perché, soprattutto nel suo manifestarsi nella modernità occidentale, mette decisamente allo scoperto aspetti critici nel cuore della logica democratica. Se infatti il complottismo fosse un semplice residuo del passato, nel quale per un cumulo di ragioni non ha in effetti mai occupato un ruolo altrettanto importante, sarebbe stato lecito, con l’estendersi del potere democratico, attendersi un suo progressivo esaurirsi mentre, al contrario, si è ormai diffuso in forme significative in tutte le democrazie moderne. DDC ritiene che una dirimente spiegazione risieda nel passaggio epocale che ha aperto, seppure tra mille contraddizioni, la strada alla moderna democrazia: la Rivoluzione Francese del 1789 ….. è qui in questo paesaggio politico che il complotto si insedia e si rafforza ….. Un passaggio così eccezionale e devastante non poteva per le intelligenze e le sensibilità del tempo essere compreso e vissuto come una “normale piega della storia” …  chi poteva aver mai concertato una tale azione contro la monarchia, i poteri costituiti, la proprietà privata, la religione? ….. Da una parte, quella controrivoluzionaria, una simile offesa poteva essere avvenuta solo perché qualcuno aveva voluto farla accadere, e quindi si gridò da subito al complotto giacobino-massonico architettato con il supporto dei filosofi illuministi. Ma dall’altra, non appena la controrivoluzione mise in atto la sua reazione, si iniziò a vedere complotti aristocratici in ogni dove, tali da giustificare la tragica deriva del Terrore. Questo duplice manifestarsi del complottismo ha quindi una sua ragion d’essere nella caratteristica dirompente di quel passaggio rivoluzionario, così potente e fondante da divenire la genesi prima di ogni suo successivo manifestarsi, che ha al suo centro una domanda cruciale ……..  il popolo è infine sovrano, ma dov’è il suo potere? Se prima era concentrato nel corpo del Re ora non si sa più dove riconoscerlo, sembra volatile e sfuggente, il potere del popolo non ha corpo, è il potere di nessuno ….. Oggi possiamo ben comprendere lo spaesamento, lo stupore, di chi, cresciuto in ben altre forme di manifestazione del potere, non riusciva a darsi piena contezza di questo inspiegabile “vuoto”. E ben si intuisce che come ogni vuoto anche questo richiedeva di essere, in qualche modo, riempito, anche a costo di far entrare in scena veri e propri spettri, quelli che, non avendo volto e nome, danno non a caso corpo e sostanza al complotto …… questo immaginario sopperisce all’idea del sovrano, è la stessa metafisica del potere che favorisce il complotto ….. Si è così creato una sorta di schema mentale, una predisposizione intellettuale, che non è né una patologia psichica né una anomalia logica, così potente fin dal suo sorgere da attraversare poi tutti i secoli della modernità manifestandosi ogni qual volta il potere non era chiaramente identificabile, collocabile, tangibile. E questo vale a maggior ragione ai giorni nostri, al tempo della globalizzazione, quando …. Il potere appare come mai prima sfuggente, ubiquo, reticolare, proiettato sui canali della tecnica e sui flussi dell’economia, privo di centro e forse di direzione ……. Al punto da rendere vano ogni tentativo di localizzarlo perché è ovunque e da nessuna parte, abitando ogni volta un differente luogo. Consiste in questa “dimensione vuota” del potere, ormai organica e costitutiva, l’impronta politica anche dell’attuale complottismo, divenuto tratto globale ineliminabile, endemico, di tutte le culture politiche ….. è la maschera del potere nel tempo del potere senza volto (affermazione anticipata nel sottotitolo del saggio) ….. La ricerca spasmodica, incessante, delle “forze occulte” nasce allora dalla stessa forma/non forma del potere e, in questo tempo del passaparola tecnologico ed istantaneo, non deve stupire se riesce ormai a coinvolgere nel mondo milioni di individui tutti accumunati, al di là di più specifiche articolazioni, dalla convinzione che i politici non siano che marionette manovrate. Non deve allo stesso modo meravigliarci se con più intensità si ripropongono le sempiterne domande che da sempre sorreggono il complottismo …… chi c’è dietro? chi tira le fila? chi ha ordito questa trama? ….. Il carattere proprio della attuale fase storica, nella quale …. il complotto è divenuto globale e permanente….., impone però un salto di qualità della riflessione, un cambio di prospettiva capace di valutarlo anche dal punto di vista del potere,  non solo quindi verso il suo esterno, guardando cioè a chi ne è possibile vittima, ma indagando anche sul suo interno, su chi ne è, con qualunque volto, suo attivo costruttore. Ed ancora una volta il tratto che si impone alla nostra attenzione è la dimensione del “vuoto” che ormai deliberatamente caratterizza il potere. In questa non casuale eclissi della politica il complotto sembra aver ormai assunto la veste del “dispositivo”, vale a dire dell’articolazione “tecnica” della stessa modalità con la quale il potere si esercita dissimulandosi, per l’appunto …. la maschera del potere nel tempo del potere senza volto  ….. E’, secondo DDC, quella modalità con la quale si cerca di sanare la contraddizione che si è creata fra una realtà che appare, in tutti suoi aspetti, rigidamente programmata, pianificata, e quindi prevedibile, e al tempo stesso costituzionalmente fragile, provvisoria, inquietante. Non a caso questa contraddizione è esplosa nell’era della ICT, delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione. La Rete che ha ormai avviluppato l’intero globo è fisicamente formata da cavi, linee, fibre, server, flussi, che in un misterioso labirinto di snodi e raccordi ….. corrono, si ramificano, si intersecano nell’etere, restando invisibili ai nostri sguardi,  incomprensibili sul loro vero scopo, a formare l’attuale idea di un complotto globale retto e orientato dalla tecnica, dalla sua capacità di manipolare l’intera realtà …… Oggi il complottismo non guarda più verso un singolo intrigo, verso specifiche macchinazioni, perché il complotto che vorrebbe smascherare è di fatto …… la forma stessa in cui oggi intendiamo il mondo e lo abitiamo ……. Alla sua natura tecnica si aggiunge poi, in un legame indissolubile, l’avvenuta costruzione di un mondo tutto ispirato dalle logiche di mercato capitalistico e dalla conseguente trasformazione dello Stato, degli Stati, che, scavalcato nel suo ruolo di governo locale dell’economia e delle trasformazioni sociali, smesse le ormai inutili vesti dei singoli apparati burocratici, si è evoluto in un vero e proprio Stato Mondiale. E’ l’insieme di questi processi che portano DDC a sostenere che l’attuale idea di complotto è in sostanza la forma intrinseca che il potere ha progressivamente, più o meno deliberatamente, assunto. Ma se così è dovrebbe perdere senso e significato lo stesso complottismo che invece ancora si muove lungo i binari consolidati, persino rassicuranti per certi versi, della denuncia di un segreto su cui tutto si regge, nell’illusione tanto consolatoria quanto fallace che …… smascherato il complotto venga meno quello sdoppiamento della realtà …… Continuare ad intenderlo come un segreto ordito da alcuni complottisti, più o meno individuabili, impedisce quindi di cogliere l’attuale natura strutturale del potere, che per essere davvero affrontata  richiede ben altre forme di denuncia, di analisi, di contrasto. Il limite intrinseco dell’attuale complottismo consiste allora proprio nella sua ingenua costante ricerca di un complotto architettato scientificamente e quindi capace da solo di spiegare l’apparente disordine del mondo, senza cogliere che invece è ormai divenuto il dispositivo strutturale in cui ……  il potere si articola, si esercita, si dissimula (altra affermazione anticipata nel sottotitolo del saggio)  …. Continuare ad inseguire i fantasmi del Deep State, piuttosto che del New World Order, le due più diffuse ipotesi complottiste costruite su schemi totalmente "classici", impedisce di cogliere il vero obiettivo e, con la loro  visione riduttiva e semplificante, di continuare a puntare ……. sulla macchinazione e non sulla macchina …….



1 commento:

  1. COMPLOTTISMO: un altro approccio
    “Emerge bene da questo raffronto etimologico che se la congiura, la cospirazione, fin dal loro delinearsi, hanno volti, hanno nomi, il complotto al contrario sembra esser …. un insieme senza nome, senza volto, un’entità vaga, nebulosa, opaca e sfuggente ..,”
    Ma questo insieme indica un gruppo di persone in operatività dopo la fase di costruzione di una teoria . A questo punto sarebbe indispensabile risalire a questa fase di gestazione che si potrebbe definire “nocciolo paranoicale” in quanto il gruppo non è riuscito a disarmare le confutazioni di una sua teoria o visione del mondo. Inoltre contestualizzando il tutto nella cornice dei social, l’amplificazione avviene in tempi brevi e la vasta e veloce popolarità funge da valorizzazione .
    In estrema sintesi il problema centrale è l’aggregazione di chi è margine della conoscenza scientifica e che inevitabilmente cerca scorciatoie per la sua esistenza e visibilità.

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