La parola del mese
Una
parola in grado di offrirci
nuovi
spunti di riflessione
MAGGIO 2022
In ambito politico questa “parola
del mese” nasce per indicare la collocazione, rispetto al Presidente, di una
parte dei rappresentanti nell’emiciclo dell’assemblea degli Stati Generali che,
convocata nel 1789, segnò l’avvio della Rivoluzione Francese. Da lì in poi è
stata usata per indicare in modo onnicomprensivo, e non di rado confuso e
discutibile, ogni forza politica orientata al cambiamento, alla trasformazione,
della società in senso progressista. Dopo più di due secoli questo nome stenta
a trovare declinazioni adatte alle sfide dei tempi attuali, e non a caso quindi
il dibattito attorno a questa difficoltà
sta inevitabilmente acquisendo il carattere di una sua radicale
(ri)costruzione. Mettendoci nei panni del Presidente dell’Assemblea Costituente
del 1789 stiamo parlando della parte politica che sta alla sua
SINISTRA
Sinistra
= Nel Parlamento, i
settori dell’emiciclo che sono alla sinistra. del presidente (il cui seggio è
posto di fronte all’emiciclo stesso). Per
estensione, l’insieme dei deputati che occupano ordinariamente quei settori, e
anche i partiti o i gruppi politici (generalmente i partiti di carattere popolare e progressista,
originariamente di matrice liberale e successivamente
d’ispirazione socialista e comunista)
da essi rappresentati.
Lo spunto per proporla come “Parola del mese” è stato offerto
dalla recente uscita di un breve ma denso saggio con omonimo titolo
a firma di Aldo Schiavone
1944,
a lungo docente universitario di diritto romano, saggista, per diversi anni
direttore dell’Istituto Gramsci, saggista e editorialista per “La Repubblica”)
Impossibile qui ripercorrere e ricostruire, anche solo a grandi
linee, il percorso storico della sinistra globale, dei movimenti di massa, della
ricchezza di idee e valori, delle elaborazioni intellettuali, del governo di
moltissimi paesi, così come degli errori, delle infinite divisioni interne,
delle esperienze negative e talvolta tragiche, che hanno caratterizzato questo
nome a partire da quel 1789. Seguendo la traccia del libro di Schiavone ci è
sembrato preferibile richiamarla come “Parola del mese” per proporre invece una
riflessione sulle oggettive difficoltà che attualmente la stanno segnando.
Chiusa la straordinaria fase di indiscutibile valore e successo dei primi
decenni del secondo dopoguerra, eredità del lungo percorso iniziato più di un
secolo prima, la sinistra globale sembra infatti incapace di ridefinirsi nel
nuovo contesto di cambio millennio con le sue evidenti discontinuità.
Schiavone, che alla sinistra ha legato l’intera sua attività
intellettuale e politica, riflettendo su questo stato delle cose, propone
un’idea di svolta decisamente radicale motivandola con una analisi che ci
consente comunque di recuperare i tratti valoriali e politici che di più hanno
caratterizzato il percorso storico di cui si è detto. Così inizia questo suo
saggio….
Lo scopo di queste
pagine è di definire un quadro di analisi e di interpretazioni, l’abbozzo di
una visione del mondo, senza del quale nessuna sinistra potrà sperare di
ritrovare una strada vincente
L’attuale
incontestabile afasia della sinistra
(Schiavone guarda ovviamente a quella italiana, ma precisa che
sono chiamate in causa tutte le forze non conservatrici dell’Occidente)
denuncia in modo evidente una asfissia del suo pensiero incapace di fare i
conti con la realtà globale che si è venuta a costruire a cavallo del nuovo
millennio. …… il
fatto è che la sinistra non può
esistere, per la sua costitutiva natura politica, senza nuovo pensiero, e oggi
come non mai ….. Consiste proprio in
questa inderogabilità la differenza di rapporto con il mondo fra sinistra e destra, la quale ne ha meno bisogno
per la semplice ragione che il suo retroterra valoriale e culturale è
interamente rivolto al passato, ad un passato mitizzato fatto di tradizioni
ritenute senza fine (Dio, Patria
e Famiglia) che, non perdendo mai la sua attualità, non richiede uno sforzo
per leggere il presente e per costruire una diversa idea di futuro. …… per la sinistra è sempre stato diverso, e la
differenza consiste proprio nel rapporto storico e politico con il passato, nel
suo interpretarlo per proiettarsi nel futuro
….. Un esercizio fondamentale
che, nel bene e nel male, la sinistra
ha svolto sino alla svolta, avvenuta a partire dagli ultimi decenni del XX
secolo, che ha rappresentato un salto d’epoca così radicale da rendere
insufficienti, se non errate, le modalità sin lì applicate di rapporto con il
passato. Due eventi hanno segnato questa cesura epocale: da una parte il pieno
esplodere della terza rivoluzione tecnologica (dopo
quella agricola e quella industriale) ed il
collegato mutamento delle forme capitalistiche, e dall’altra il crollo
dell’URSS con la definitiva scomparsa di un obbligato, per quanto molto
controverso, punto di riferimento per la sinistra
globale (fra i due eventi esiste una non
casuale relazione: il crollo dei regimi comunisti, oltre che dalle evidenti
contraddizioni interne, è stato in buona misura determinato proprio
dall’accelerazione tecnologica dell’Occidente che ha reso obsolete tale esperienza).
La sinistra non sembra però aver adeguatamente
metabolizzato questa svolta, perchè è finora mancata una vera presa di
coscienza dei cambiamenti che da essa sono derivati. Diventa allora fondamentale, per tentare di
porvi rimedio, capire come questo limite si sia potuto determinare. Secondo
Schiavone la spiegazione consiste nel fatto che …. l’intera storia della sinistra si è costruita a partire dalla connessione tra la realtà economica e
sociale del capitalismo, con tutto il suo carico di ingiustizie e
contraddizioni, e la visione dialettica dello scontro tra contrari propria
della filosofia tedesca di quegli anni (Hegel,
ma soprattutto Marx) ….. La sinistra,
così come si è ovunque manifestata per i due secoli successivi, ha le sue
radici, valoriali e politiche, in questo connubio dal quale è derivata la
fondamentale concezione della “lotta di classe”, la lotta tra il capitale e
lavoro. La voce che sin da allora la sinistra ha sempre levato era a favore e in
rappresentanza del lavoro, nella sua forma della forza lavoro, della classe operaia.
L’asse attorno a cui si è formata ed è cresciuta la sua visione sociale era quindi
costituito dal ……. lavoro umano produttore della vera ricchezza, obbligato a
vendersi come una merce ad un prezzo stabilito dal mercato capitalistico
….. Attorno a questo asse centrale è da
sempre ruotato tutto il resto: rapporti sociali e istituzionali, la battaglia
politica, l’intera gamma dei diritti dell’uomo, la finalità di una società di
eguali nata dal superamento del capitalismo, ossia l’insieme di valori e
politiche che hanno formato l’idea di “socialismo”, all’interno della quale ….. lavoro ed
eguaglianza sono stati declinati come
sinonimi ….. L’importanza della
cesura epocale avvenuta a fine secolo XX consiste esattamente in questo:
nell’aver così profondamente modificato la dimensione del lavoro da rendere inattuabile tale congiunzione: ….. la
trasformazione innescata dalla combinazione dei due fattori di cui si è detto
ha modificato in modo radicale questo quadro di base cancellando la centralità
del lavoro nei termini con cui è stato sin lì concepito dalla sinistra ….. Vale a dire che la fine dell’età del lavoro ha
inesorabilmente annullato l’idea della dialettica sociale basata sulla lotta di
classe. Si diramano da questa svolta una molteplicità di implicazioni Schiavone
ne evidenzia in particolare due: da una parte il fatto che questa svolta sancisce,
la vittoria del capitalismo (di un
capitalismo però mutato nella sua natura come si vedrà qui di seguito)
e dall’altra che per la sinistra
sono definitivamente scomparsi i legami tradizionali di rappresentanza, e
quindi di consenso. La vittoria sul campo del capitalismo globale si spiega con
le sconvolgenti innovazioni tecnologiche che hanno ridimensionato “l’economia materiale”
sostituita da una sempre più “immateriale”. Questa trasformazione ha comportato
la creazione di nuove forme di lavoro che hanno, progressivamente ma
inesorabilmente, ridotto il ruolo della tradizionale classe operaia (non diversamente la rivoluzione industriale aveva ridimensionato il
lavoro agricolo). Ciò non ha significato la “fine del lavoro”, ma certo è che il “lavoro”, inteso nella sua accezione storica … ha perso,
drammaticamente, valore sociale, economico, ma soprattutto politico
….. E questo vuoto strategico non può essere colmato dai “nuovi lavori”, a causa del loro
essere troppo individualizzati, settoriali, fra di loro competitivi, con legami
e relazioni deboli e fluidi. Afasia e asfissia della sinistra
trovano qui la loro spiegazione, nascono dal timore, non razionalizzato con
adeguate analisi, di non essere al passo con tempi percepiti come
incomprensibili, e quindi non compresi (non
per nulla in non pochi casi ciò ha paradossalmente portato allo scimmiottamento
di molte delle nuove parole d’ordine capitalistiche).
Ma non si aggira l’evidenza della …… rivoluzione sociale
e mentale di portata inimmaginabile, di cui per ora abbiamo sperimentato appena
l’inizio …… innescata dalla
svolta tecnologica, e quindi la sinistra
deve smettere di fuggire ed deve con maggiore coraggio ridefinire il suo
sistema di valori e di strategie politiche. Dovrebbe in questo sforzo essere
rassicurata dal fatto che, a differenza della destra e del suo sguardo totalmente
rivolto al passato della tradizione, fanno parte del suo bagaglio culturale gli
strumenti per capire e adeguarsi al nuovo …… senza smentire sé stessa ….. Ma è altrettanto evidente, secondo Schiavone, che
questo salto di qualità implica un radicale cambio di paradigma, che non può
non consistere che nello ….. staccare definitivamente l’idea di sinistra da qualunque residua idea di socialismo, l’dea di
eguaglianza dall’idea di lavoro, la figura del cittadino da quella del
lavoratore ….. per costruire una nuova idea di eguaglianza, l’ideale
fondamentale del suo sistema valoriale, ma senza più declinarlo attraverso il
lavoro, e quindi …… mettere quindi in campo un’idea diversa di sinistra per una idea inedita di
eguaglianza, per inserirle in una diversa prospettiva di inclusione che solo
ora, nel nuovo quadro globale, è possibile avere …….. Si tratta
peraltro, così facendo, di recuperare, adattandolo ai tempi nuovi, il suo vero
ideale fondante che è sempre stato …… l’emancipazione dell’umano, di tutto l’umano ….. il
socialismo altro non doveva essere che …..
il mezzo per
raggiungere questo fine ….. Si tratta, va da sé, di un cambio di
paradigma tanto radicale, perché mette in discussione la sua concezione del
mondo e di sé stessa, quanto impegnativo, per le notevoli implicazioni che ciò
comporta e perché oltretutto avviene in una fase di crisi della democrazia e di
profonda incrinatura tra popolo e rappresentanza politica. Vero è che, come la
storia dimostra, nessuna forma di potere è destinata a durare eternamente, ma nella
fattispecie dell’attuale crisi della democrazia rappresentativa emergono evidenti
ragioni, che ne spiegano la genesi, di cui tenere assolutamente conto. La più importante delle quali consiste nello svuotamento
del potere decisionale nazionale, nella presenza di un capitalismo globale che
strutturalmente ormai si muove e decide al di sopra, al di fuori, di ogni ambito
locale. E’ sempre più evidente una contraddizione che non si era sin qui mai manifestata
nella storia della democrazia rappresentativa: …. quella fra la natura totalmente privata delle
strutture reali di potere e delle loro strategie ed il carattere al contrario
sempre più pubblico, globalmente diffuso, delle conseguenze di tale stato delle
cose che coinvolgono il popolo intero ed ogni popolo …... Per uscire
da questa situazione passiva non sono sufficienti le pur necessarie correzioni
delle prassi politiche a livello di singolo Stato, la sinistra
se vuole contrastare le impotenti chiusure sovraniste della destra, deve
definire una corrispondente visione, ed una conseguente prassi, che guardi, e
quindi si muova, al di là, al di sopra dei confini nazionali, per dare
risposte alle singole specifiche problematiche. Deve cioè mirare a
(ri)costruire ….. una vera sovranità della politica che -
nel caso della sinistra italiana - potrà essere
recuperata non altrimenti che come sovranità di una cittadinanza almeno europea …… Schiavone lancia, in questo senso, la proposta di
una “Costituente per la nascita di una sinistra europea”, per la formazione di un partito progressista con una comune visione e
coordinate articolazioni nazionali, ben più ambizioso degli attuali,
frammentati, gruppi del Parlamento Europeo. Possono essere di grande conforto due
aspetti positivi: il ruolo delle nuove generazioni del loro già più immerse in
dimensioni sovrannazionali, e la constatazione che ….. l’andamento generale dei processi storici ha sempre segnato
per l’umano nel suo insieme un miglioramento, costante sui tempi lunghi, sia
dal punto di vista materiale che da quello della conoscenza e dell’etica,
individuale e collettiva …… (Questa sua convinzione era al centro del suo precedente libro
“Progresso”, nostra “Parola del mese” di Luglio 2020).
Si tratta di due svolte, fra di loro in stretto legame, che per la loro portata
impongono il respiro della storia lunga, degli orizzonti ampi, non devono e non
possono essere accompagnate da giudizi e riscontri che si muovono …… nella distanza da un sondaggio e l’altro ….
E che impongono, anche a fronte del
sostanzialmente fallimento del “movimentismo”, il pieno recupero della “forma partito”,
di modelli organizzativi
democraticamente strutturati e inclusivi che sappiano coniugare il “partito ponte”,
fra il popolo e chi lo rappresenta, e il “partito laboratorio”, la fucina di idee, analisi e
progettualità. Ancor più decisivo è però il recupero di un autentico “pensiero critico”,
un aspetto irrinunciabile per la sinistra
che si è invece oscurato negli ultimi decenni. L’indubbia vittoria del
capitalismo globalizzato anziché essere di pungolo si è infatti tradotta nella
…… fine di un
atteggiamento critico della realtà contemporanea …. Non si tratta
solo della pur necessaria opposizione a specifiche problematiche, ma della ripresa ampia
e profonda di una critica sistemica
all’attuale ordine capitalistico …… che deve necessariamente partire dai due tratti che
caratterizzano la realtà contemporanea: la tecnica ed il capitale …. L’avvenuta metamorfosi di quest’ultimo si spiega infatti
con il salto tecnologico degli ultimi decenni del secolo scorso che ha
consentito il radicale mutamento delle condizioni tecnologiche di produzione, con
una forza ….. che ha disgregato in pochi decenni non solo i
modi di produzione ma tutti i precedenti fondamenti culturali, sociali e
politici …. Ciò è potuto avvenire
perché “la
tecnica è potenza”, è la storia della pulsione evolutiva umana a
padroneggiare ciò che l’uomo ha intorno (nella
cultura occidentale), è la forma sempre più perfezionata con la quale l’uomo, inteso
nella sua universalità, gestisce il suo stare al mondo …. Questione del tutto diversa è il suo uso
sociale ….. ed è proprio su questo aspetto, e non sulla tecnica in
sé, che deve puntare la ripresa di un atteggiamento critico da parte della sinistra, la sola che possa cogliere nella
tecnica, al netto del suo uso sociale, una leva in possesso del “comune umano”,
dell’umanità come “soggetto globale” (la
destra ne resta costituzionalmente impedita per il suo rifiuto dell’inclusione,
per la sua propensione al definirsi entro confini escludenti, essendo sempre
parte e mai tutto). L’altro tratto da sottoporre a critica è pertanto il capitale,
la forma di potere che decide l’uso sociale della tecnica, ed il cui carattere
fondante resta …… la produzione di ricchezza privata a scopo di profitto ….. Ed è
con questo immutabile spirito che ha utilizzato il salto tecnologico di fine
secolo per mutare radicalmente le fonti di profitto, che sono sempre meno
legate all’aumento generalizzato della produzione (più
produzione, più lavoro, più ricchezza) e sempre più
orientate all’incremento della specifica qualità tecnica di ogni singola
prestazione lavorativa, perché …. il valore delle merci, e quindi i margini di profitto, dipendono sempre
più dalla tecnologia incorporata e sempre meno dalla quantità di lavoro necessaria
per la loro produzione …… Va
da sé che lo sfruttamento classico del lavoro non è scomparso, ma è sempre più
riservato a forme di lavoro a bassa intensità tecnologica che, proprio perché
non più centrali nella creazione di valore/profitto, sono sempre più
marginalizzate, indifese, ridotte a
sfruttamento quasi schiavistico, con
l’inevitabile corollario che a questo disvalore
lavorativo corrisponde uno spaventoso disvalore esistenziale. Si è cioè
aperta con l’attuale connubio tra tecnica e capitale una …. frammentazione del
lavoro …… che vede da una parte
questa umanità ai margini e dall’altra professionalità molto personalizzate, in
costante concorrenza tra di loro (“l’individuo
imprenditore di sé stesso” dell’ideologia neoliberista) molto difficilmente unificabili socialmente, sindacalmente e politicamente. Consiste
in questo la trasformazione radicale del lavoro di cui si è detto ed anche la nuova centralità della tecnica
nel nuovo uso sociale che di essa fa il capitale. La ripresa di un vero
esercizio critico della sinistra
deve partire esattamente da questo snodo, che come si visto ha definitivamente
cancellato la la classica “lotta di classe, per puntare a ….. staccare la potenza
della tecnica dal guscio economico, sociale e di potere che l’avvolge e
l’orienta ….. L’obiettivo è quello di
riportare la tecnica, liberata dall’uso capitalistico, al suo vero scopo e
valore, quello di rendere più sicure, stabili, le condizioni esistenziali, materiali
ed immateriali, dell’uomo, creando così …… le premesse indispensabili perché l’umano possa liberarsi e
valorizzare le sue potenzialità ….. ben sapendo però che …. non è il progresso
tecnologico in quanto tale ad essere emancipazione, esso determina solo le
condizioni per rendere possibili nuovi dispositivi sociali, differenti quadri
culturali, modelli etici più includenti e universali …. La consapevolezza che più la tecnica diventa
complessa e più incentiva posizioni di dominio, e che più di conseguenza viene
spinta dal suo uso capitalistico a impadronirsi della natura e della vita, deve
ispirare ….. questo
sforzo critico fino a renderlo l’anima di una politica di sinistra ….. La quale, per quanto orfana del suo antico
popolo, può ricrearne uno nuovo, capace di cucire insieme le attuali frammentazioni
sociali puntando non più a inesistenti legami di classe ma …. alla condivisione di
una medesima etica pubblica e di una comune percezione del mondo ….
Schiavone chiude questo saggio provando a tradurre quanto sin qui percorso
nello specifico della sinistra
italiana. A suo avviso è innanzitutto necessario porre rimedio ai recenti
errori, il più grave dei quali è consistito nella sostanziale convergenza su
molte parole d’ordine capitalistiche, non a caso premiata dalla innaturale, e
controproducente, simpatia dimostrata dalla nuova aristocrazia capitalistica
transnazionale (le famose
élite cavallo di battaglia populista) verso le
ultime gestioni del suo più importante partito (da
Renzi in poi) evidentemente giudicate non ostili. Altrettanto grave è poi
quello di aver lasciato alla destra il monopolio della rivendicazione identitaria, sino a
consentirle di declinarlo in una pericolosa versione sovranista. E’ invece indispensabile,
proprio in relazione alla nuova idea di sinistra,
recuperare un concetto di identità italiana basato sulla sua vera natura -
formazione culturale, impegno civile, eredità storiche, apertura verso il mondo
– per coniugarlo strettamente al correlato recupero di una robusta identità
progressista. Sono le due indispensabili premesse che possono, secondo
Schiavone, confluire in un vero e proprio “Patto di salvezza per la nuova Italia”, con al suo
centro due fondanti obiettivi: lotta alle disuguaglianze (ma senza appiattimento) e attiva
costruzione di una vera Europa Unita, anche grazie a questa nuova e forte idea
di Italia. Merita un approfondimento specifico il primo, che deve porsi
l’obiettivo di contrastare, e in prospettiva azzerare, l’attuale struttura
delle disuguaglianze che nel nostro paese ha drammaticamente accentuato quelle
ereditate dalla storia (sanità,
scuola, lavoro, diritti sociali, Mezzogiorno). Avendo
però consapevolezza che anche il concetto di uguaglianza, da sempre tratto
fondante della sinistra, non di meno è stato rimodulato dalla cesura epocale più volte richiamata. L’idea di uguaglianza
nella società capitalistica della produzione industriale era coniugata con
riferimento ad un blocco sociale compatto e omogeneo, la classe operaia, e
guardava a specifiche ingiustizie socio-economiche che portavano a declinarla prevalentemente
sul piano economico. La fine del sistema capitalistico di fabbrica ha
modificato radicalmente anche questo quadro, e ciò deve indurre la sinistra, mantenendo la giusta attenzione alle
condizioni materiali di esistenza, ad una nuova …… idea di uguaglianza capace di tenere insieme il
piano dell’economico e quello dell’etica e delle coscienze ….. L’universalità dei fattori di disuguaglianza (ad es. quelli legati al cambiamento climatico e ambientale),
coniugata con le potenzialità tecnologiche, …… sta rendendo per la prima volta possibile una
visione unitaria e totalizzante dell’umano. e quindi della stesa uguaglianza
senza più legarla solamente al modo di lavorare e di produrre bensì ad una
forma complessiva di vita …… Questa
nuova idea di uguaglianza consentirebbe inoltre di superare la contraddizione
tra individualità e collettività che ha accompagnato, come fattore di freno,
tutte le politiche egualitarie, e di concepire una comune idea di umano che tenendo
insieme la componente …. individuale e impersonale riserva a ciascuna di esse diverse
funzioni sociali ed economiche …… Anche in questo caso Il ruolo
della tecnica, liberata dall’uso capitalistico, può essere fondamentale, è infatti
grazie ad essa che si è realizzata una novità sconvolgente, di cui non ci siamo
ancora resi ben conto, …… mai gli abitanti del pianeta sono stati così contigui fra di
loro ….. Si può ben dire che la tecno-economia da una parte
moltiplica le individualità, ma non di meno dall’altra amplifica processi di
fusione e di riconoscimento. Le concrete politiche di contrasto delle
disuguaglianze devono allora puntare sempre di più, in aggiunta a compensazioni
economiche, alla rimozione di tutti gli ostacoli e le distorsioni di sistema
che impediscono la realizzazione di condivisi spazi vitali egualitari (si inseriscono perfettamente in questo quadro le visioni
politiche dei “beni comuni”, di un reale e completo accesso all’istruzione e
alla formazione, di tutele mirate per i lavori ai margini del cambiamento
tecnologico). E’ dall’insieme di questi obiettivi, di queste visioni, che
emerge una nuova idea di sinistra
…… nuova nei
pensieri, nei comportamenti, nelle strutture, nelle forme di partecipazione,
nella selezione dei gruppi dirigenti …. avendo contribuito a
costruire un diverso contesto democratico basato su una nuova e vera ….. prossimità tra i
cittadini e le assemblee dei loro eletti, con maggiori scambi, migliore interazione,
più fluidità nel discutere e nel deliberare insieme …. Ed è su
questo piano, e non sulla riproposizione di contrapposizioni legate ad un
passato che non esiste più, che si giocherà il confronto fra una destra, dallo
sguardo limitatamente rivolto all’indietro, ed una sinistra,
con uno che coraggiosamente guarda avanti.
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