lunedì 1 maggio 2023

La Parola del mese - Maggio 2023

 

La parola del mese

Una parola in grado di offrirci

nuovi spunti di riflessione

MAGGIO 2022

In ambito politico questa “parola del mese” nasce per indicare la collocazione, rispetto al Presidente, di una parte dei rappresentanti nell’emiciclo dell’assemblea degli Stati Generali che, convocata nel 1789, segnò l’avvio della Rivoluzione Francese. Da lì in poi è stata usata per indicare in modo onnicomprensivo, e non di rado confuso e discutibile, ogni forza politica orientata al cambiamento, alla trasformazione, della società in senso progressista. Dopo più di due secoli questo nome stenta a trovare declinazioni adatte alle sfide dei tempi attuali, e non a caso quindi  il dibattito attorno a questa difficoltà sta inevitabilmente acquisendo il carattere di una sua radicale (ri)costruzione. Mettendoci nei panni del Presidente dell’Assemblea Costituente del 1789 stiamo parlando della parte politica che sta alla sua

SINISTRA

Sinistra = Nel Parlamento, i settori dell’emiciclo che sono alla sinistra. del presidente (il cui seggio è posto di fronte all’emiciclo stesso). Per estensione, l’insieme dei deputati che occupano ordinariamente quei settori, e anche i partiti o i gruppi politici (generalmente i partiti di carattere popolare e progressista, originariamente di matrice liberale e successivamente d’ispirazione socialista e comunista) da essi rappresentati.

Lo spunto per proporla come “Parola del mese” è stato offerto dalla recente uscita di un breve ma denso saggio con omonimo titolo


a firma di Aldo Schiavone

1944, a lungo docente universitario di diritto romano, saggista, per diversi anni direttore dell’Istituto Gramsci, saggista e editorialista per “La Repubblica”)

Impossibile qui ripercorrere e ricostruire, anche solo a grandi linee, il percorso storico della sinistra globale, dei movimenti di massa, della ricchezza di idee e valori, delle elaborazioni intellettuali, del governo di moltissimi paesi, così come degli errori, delle infinite divisioni interne, delle esperienze negative e talvolta tragiche, che hanno caratterizzato questo nome a partire da quel 1789. Seguendo la traccia del libro di Schiavone ci è sembrato preferibile richiamarla come “Parola del mese” per proporre invece una riflessione sulle oggettive difficoltà che attualmente la stanno segnando. Chiusa la straordinaria fase di indiscutibile valore e successo dei primi decenni del secondo dopoguerra, eredità del lungo percorso iniziato più di un secolo prima, la sinistra globale sembra infatti incapace di ridefinirsi nel nuovo contesto di cambio millennio con le sue evidenti discontinuità. Schiavone, che alla sinistra ha legato l’intera sua attività intellettuale e politica, riflettendo su questo stato delle cose, propone un’idea di svolta decisamente radicale motivandola con una analisi che ci consente comunque di recuperare i tratti valoriali e politici che di più hanno caratterizzato il percorso storico di cui si è detto. Così inizia questo suo saggio….

Lo scopo di queste pagine è di definire un quadro di analisi e di interpretazioni, l’abbozzo di una visione del mondo, senza del quale nessuna sinistra potrà sperare di ritrovare una strada vincente

L’attuale incontestabile afasia della sinistra (Schiavone guarda ovviamente a quella italiana, ma precisa che sono chiamate in causa tutte le forze non conservatrici dell’Occidente) denuncia in modo evidente una asfissia del suo pensiero incapace di fare i conti con la realtà globale che si è venuta a costruire a cavallo del nuovo millennio. …… il fatto è che la sinistra non può esistere, per la sua costitutiva natura politica, senza nuovo pensiero, e oggi come non mai ….. Consiste proprio in questa inderogabilità la differenza di rapporto con il mondo fra sinistra e destra, la quale ne ha meno bisogno per la semplice ragione che il suo retroterra valoriale e culturale è interamente rivolto al passato, ad un passato mitizzato fatto di tradizioni ritenute senza fine (Dio, Patria e Famiglia) che, non perdendo mai la sua attualità, non richiede uno sforzo per leggere il presente e per costruire una diversa idea di futuro. …… per la sinistra è sempre stato diverso, e la differenza consiste proprio nel rapporto storico e politico con il passato, nel suo interpretarlo per proiettarsi nel futuro …..  Un esercizio fondamentale che, nel bene e nel male, la sinistra ha svolto sino alla svolta, avvenuta a partire dagli ultimi decenni del XX secolo, che ha rappresentato un salto d’epoca così radicale da rendere insufficienti, se non errate, le modalità sin lì applicate di rapporto con il passato. Due eventi hanno segnato questa cesura epocale: da una parte il pieno esplodere della terza rivoluzione tecnologica (dopo quella agricola e quella industriale) ed il collegato mutamento delle forme capitalistiche, e dall’altra il crollo dell’URSS con la definitiva scomparsa di un obbligato, per quanto molto controverso, punto di riferimento per la sinistra globale (fra i due eventi esiste una non casuale relazione: il crollo dei regimi comunisti, oltre che dalle evidenti contraddizioni interne, è stato in buona misura determinato proprio dall’accelerazione tecnologica dell’Occidente che ha reso obsolete tale esperienza). La sinistra non sembra però aver adeguatamente metabolizzato questa svolta, perchè è finora mancata una vera presa di coscienza dei cambiamenti che da essa sono derivati.  Diventa allora fondamentale, per tentare di porvi rimedio, capire come questo limite si sia potuto determinare. Secondo Schiavone la spiegazione consiste nel fatto che …. l’intera storia della sinistra si è costruita a partire dalla connessione tra la realtà economica e sociale del capitalismo, con tutto il suo carico di ingiustizie e contraddizioni, e la visione dialettica dello scontro tra contrari propria della filosofia tedesca di quegli anni (Hegel, ma soprattutto Marx) ….. La sinistra, così come si è ovunque manifestata per i due secoli successivi, ha le sue radici, valoriali e politiche, in questo connubio dal quale è derivata la fondamentale concezione della “lotta di classe”, la lotta tra il capitale e lavoro. La voce che sin da allora la sinistra ha sempre levato era a favore e in rappresentanza del lavoro, nella sua forma della forza lavoro, della classe operaia. L’asse attorno a cui si è formata ed è cresciuta la sua visione sociale era quindi costituito dal ……. lavoro umano produttore della vera ricchezza, obbligato a vendersi come una merce ad un prezzo stabilito dal mercato capitalistico ….. Attorno a questo asse centrale   è da sempre ruotato tutto il resto: rapporti sociali e istituzionali, la battaglia politica, l’intera gamma dei diritti dell’uomo, la finalità di una società di eguali nata dal superamento del capitalismo, ossia l’insieme di valori e politiche che hanno formato l’idea di “socialismo”, all’interno della quale ….. lavoro ed eguaglianza sono stati declinati  come sinonimi ….. L’importanza della cesura epocale avvenuta a fine secolo XX consiste esattamente in questo: nell’aver così profondamente modificato la dimensione del lavoro da rendere inattuabile tale congiunzione:  ….. la trasformazione innescata dalla combinazione dei due fattori di cui si è detto ha modificato in modo radicale questo quadro di base cancellando la centralità del lavoro nei termini con cui è stato sin lì concepito dalla sinistra ….. Vale a dire che la fine dell’età del lavoro ha inesorabilmente annullato l’idea della dialettica sociale basata sulla lotta di classe. Si diramano da questa svolta una molteplicità di implicazioni Schiavone ne evidenzia in particolare due: da una parte il fatto che questa svolta sancisce, la vittoria del capitalismo (di un capitalismo però mutato nella sua natura come si vedrà qui di seguito) e dall’altra che per la sinistra sono definitivamente scomparsi i legami tradizionali di rappresentanza, e quindi di consenso. La vittoria sul campo del capitalismo globale si spiega con le sconvolgenti innovazioni tecnologiche che hanno ridimensionato “l’economia materiale” sostituita da una sempre più “immateriale”. Questa trasformazione ha comportato la creazione di nuove forme di lavoro che hanno, progressivamente ma inesorabilmente, ridotto il ruolo della tradizionale classe operaia (non diversamente la rivoluzione industriale aveva ridimensionato il lavoro agricolo). Ciò non ha significato la “fine del lavoro”, ma certo è che  il “lavoro”, inteso nella sua accezione storica … ha perso, drammaticamente, valore sociale, economico, ma soprattutto politico ….. E questo vuoto strategico non può essere colmato dai “nuovi lavori”, a causa del loro essere troppo individualizzati, settoriali, fra di loro competitivi, con legami e relazioni deboli e fluidi. Afasia e asfissia della sinistra trovano qui la loro spiegazione, nascono dal timore, non razionalizzato con adeguate analisi, di non essere al passo con tempi percepiti come incomprensibili, e quindi non compresi (non per nulla in non pochi casi ciò ha paradossalmente portato allo scimmiottamento di molte delle nuove parole d’ordine capitalistiche).  Ma non si aggira l’evidenza della …… rivoluzione sociale e mentale di portata inimmaginabile, di cui per ora abbiamo sperimentato appena l’inizio ……  innescata dalla svolta tecnologica, e quindi la sinistra deve smettere di fuggire ed deve con maggiore coraggio ridefinire il suo sistema di valori e di strategie politiche. Dovrebbe in questo sforzo essere rassicurata dal fatto che, a differenza della destra e del suo sguardo totalmente rivolto al passato della tradizione, fanno parte del suo bagaglio culturale gli strumenti per capire e adeguarsi al nuovo …… senza smentire sé stessa ….. Ma è altrettanto evidente, secondo Schiavone, che questo salto di qualità implica un radicale cambio di paradigma, che non può non consistere che nello ….. staccare definitivamente l’idea di sinistra da qualunque residua idea di socialismo, l’dea di eguaglianza dall’idea di lavoro, la figura del cittadino da quella del lavoratore ….. per costruire una nuova idea di eguaglianza, l’ideale fondamentale del suo sistema valoriale, ma senza più declinarlo attraverso il lavoro, e quindi …… mettere quindi in campo un’idea diversa di sinistra per una idea inedita di eguaglianza, per inserirle in una diversa prospettiva di inclusione che solo ora, nel nuovo quadro globale, è possibile avere …….. Si tratta peraltro, così facendo, di recuperare, adattandolo ai tempi nuovi, il suo vero ideale fondante che è sempre stato …… l’emancipazione dell’umano, di tutto l’umano ….. il socialismo altro non doveva essere che …..  il mezzo per raggiungere questo fine ….. Si tratta, va da sé, di un cambio di paradigma tanto radicale, perché mette in discussione la sua concezione del mondo e di sé stessa, quanto impegnativo, per le notevoli implicazioni che ciò comporta e perché oltretutto avviene in una fase di crisi della democrazia e di profonda incrinatura tra popolo e rappresentanza politica. Vero è che, come la storia dimostra, nessuna forma di potere è destinata a durare eternamente, ma nella fattispecie dell’attuale crisi della democrazia rappresentativa emergono evidenti ragioni, che ne spiegano la genesi, di cui tenere assolutamente conto. La più importante delle quali consiste nello svuotamento del potere decisionale nazionale, nella presenza di un capitalismo globale che strutturalmente ormai si muove e decide al di sopra, al di fuori, di ogni ambito locale. E’ sempre più evidente una contraddizione che non si era sin qui mai manifestata nella storia della democrazia rappresentativa: …. quella fra la natura totalmente privata delle strutture reali di potere e delle loro strategie ed il carattere al contrario sempre più pubblico, globalmente diffuso, delle conseguenze di tale stato delle cose che coinvolgono il popolo intero ed ogni popolo …... Per uscire da questa situazione passiva non sono sufficienti le pur necessarie correzioni delle prassi politiche a livello di singolo Stato, la sinistra se vuole contrastare le impotenti chiusure sovraniste della destra, deve definire una corrispondente visione, ed una conseguente prassi, che guardi, e quindi si muova, al di là, al di sopra dei confini nazionali, per dare risposte alle singole specifiche problematiche. Deve cioè mirare a (ri)costruire  ….. una vera sovranità della politica che - nel caso della sinistra italiana - potrà essere recuperata non altrimenti che come sovranità di una cittadinanza almeno europea …… Schiavone lancia, in questo senso, la proposta di una “Costituente per la nascita di una sinistra europea”, per la formazione di un partito progressista con una comune visione e coordinate articolazioni nazionali, ben più ambizioso degli attuali, frammentati, gruppi del Parlamento Europeo. Possono essere di grande conforto due aspetti positivi: il ruolo delle nuove generazioni del loro già più immerse in dimensioni sovrannazionali, e la constatazione che  ….. l’andamento generale dei processi storici ha sempre segnato per l’umano nel suo insieme un miglioramento, costante sui tempi lunghi, sia dal punto di vista materiale che da quello della conoscenza e dell’etica, individuale e collettiva …… (Questa sua convinzione era al centro del suo precedente libro “Progresso”, nostra “Parola del mese” di Luglio 2020). Si tratta di due svolte, fra di loro in stretto legame, che per la loro portata impongono il respiro della storia lunga, degli orizzonti ampi, non devono e non possono essere accompagnate da giudizi e riscontri che si muovono …… nella   distanza da un sondaggio e l’altro ….  E che impongono, anche a fronte del sostanzialmente fallimento del “movimentismo”, il pieno recupero della “forma partito”, di modelli  organizzativi democraticamente strutturati e inclusivi che sappiano coniugare il “partito ponte”, fra il popolo e chi lo rappresenta, e il “partito laboratorio”, la fucina di idee, analisi e progettualità. Ancor più decisivo è però il recupero di un autentico “pensiero critico”, un aspetto irrinunciabile per la sinistra che si è invece oscurato negli ultimi decenni. L’indubbia vittoria del capitalismo globalizzato anziché essere di pungolo si è infatti tradotta nella …… fine di un atteggiamento critico della realtà contemporanea …. Non si tratta solo della pur necessaria opposizione a specifiche problematiche, ma della ripresa ampia e profonda di una  critica sistemica all’attuale ordine capitalistico …… che deve necessariamente partire dai due tratti che caratterizzano la realtà contemporanea: la tecnica ed il capitale …. L’avvenuta metamorfosi di quest’ultimo si spiega infatti con il salto tecnologico degli ultimi decenni del secolo scorso che ha consentito il radicale mutamento delle condizioni tecnologiche di produzione, con una forza  ….. che ha disgregato in pochi decenni non solo i modi di produzione ma tutti i precedenti fondamenti culturali, sociali e politici …. Ciò è potuto avvenire perché “la tecnica è potenza”, è la storia della pulsione evolutiva umana a padroneggiare ciò che l’uomo ha intorno (nella cultura occidentale), è la forma sempre più perfezionata con la quale l’uomo, inteso nella sua universalità, gestisce il suo stare al mondo …. Questione del tutto diversa è il suo uso sociale ….. ed è proprio su questo aspetto, e non sulla tecnica in sé, che deve puntare la ripresa di un atteggiamento critico da parte della sinistra, la sola che possa cogliere nella tecnica, al netto del suo uso sociale, una leva in possesso del “comune umano”, dell’umanità come “soggetto globale(la destra ne resta costituzionalmente impedita per il suo rifiuto dell’inclusione, per la sua propensione al definirsi entro confini escludenti, essendo sempre parte e mai tutto). L’altro tratto da sottoporre a critica è pertanto il capitale, la forma di potere che decide l’uso sociale della tecnica, ed il cui carattere fondante resta …… la produzione di ricchezza privata a scopo di profitto ….. Ed è con questo immutabile spirito che ha utilizzato il salto tecnologico di fine secolo per mutare radicalmente le fonti di profitto, che sono sempre meno legate all’aumento generalizzato della produzione (più produzione, più lavoro, più ricchezza) e sempre più orientate all’incremento della specifica qualità tecnica di ogni singola prestazione lavorativa, perché …. il valore delle merci, e quindi i margini di profitto, dipendono sempre più dalla tecnologia incorporata e sempre meno dalla quantità di lavoro necessaria per la loro produzione …… Va da sé che lo sfruttamento classico del lavoro non è scomparso, ma è sempre più riservato a forme di lavoro a bassa intensità tecnologica che, proprio perché non più centrali nella creazione di valore/profitto, sono sempre più marginalizzate, indifese,  ridotte a sfruttamento  quasi schiavistico, con l’inevitabile corollario che a questo disvalore  lavorativo corrisponde uno spaventoso disvalore esistenziale. Si è cioè aperta con l’attuale connubio tra tecnica e capitale una …. frammentazione del lavoro …… che vede da una parte questa umanità ai margini e dall’altra professionalità molto personalizzate, in costante concorrenza tra di loro (“l’individuo imprenditore di sé stesso” dell’ideologia neoliberista) molto difficilmente unificabili socialmente, sindacalmente e politicamente. Consiste in questo la trasformazione radicale del lavoro di cui si è detto ed  anche la nuova centralità della tecnica nel nuovo uso sociale che di essa fa il capitale. La ripresa di un vero esercizio critico della sinistra deve partire esattamente da questo snodo, che come si visto ha definitivamente cancellato la la classica “lotta di classe, per puntare a ….. staccare la potenza della tecnica dal guscio economico, sociale e di potere che l’avvolge e l’orienta ….. L’obiettivo è quello di riportare la tecnica, liberata dall’uso capitalistico, al suo vero scopo e valore, quello di rendere più sicure, stabili, le condizioni esistenziali, materiali ed immateriali, dell’uomo, creando così …… le premesse indispensabili perché l’umano possa liberarsi e valorizzare le sue potenzialità ….. ben sapendo però che …. non è il progresso tecnologico in quanto tale ad essere emancipazione, esso determina solo le condizioni per rendere possibili nuovi dispositivi sociali, differenti quadri culturali, modelli etici più includenti e universali …. La consapevolezza che più la tecnica diventa complessa e più incentiva posizioni di dominio, e che più di conseguenza viene spinta dal suo uso capitalistico a impadronirsi della natura e della vita, deve ispirare ….. questo sforzo critico fino a renderlo l’anima di una politica di sinistra ….. La quale, per quanto orfana del suo antico popolo, può ricrearne uno nuovo, capace di cucire insieme le attuali frammentazioni sociali puntando non più a inesistenti legami di classe ma …. alla condivisione di una medesima etica pubblica e di una comune percezione del mondo …. Schiavone chiude questo saggio provando a tradurre quanto sin qui percorso nello specifico della sinistra italiana. A suo avviso è innanzitutto necessario porre rimedio ai recenti errori, il più grave dei quali è consistito nella sostanziale convergenza su molte parole d’ordine capitalistiche, non a caso premiata dalla innaturale, e controproducente, simpatia dimostrata dalla nuova aristocrazia capitalistica transnazionale (le famose élite cavallo di battaglia populista) verso le ultime gestioni del suo più importante partito (da Renzi in poi) evidentemente giudicate non ostili. Altrettanto grave è poi quello di aver lasciato alla destra il monopolio della rivendicazione identitaria, sino a consentirle di declinarlo in una pericolosa versione sovranista. E’ invece indispensabile, proprio in relazione alla nuova idea di sinistra, recuperare un concetto di identità italiana basato sulla sua vera natura - formazione culturale, impegno civile, eredità storiche, apertura verso il mondo – per coniugarlo strettamente al correlato recupero di una robusta identità progressista. Sono le due indispensabili premesse che possono, secondo Schiavone, confluire in un vero e proprio “Patto di salvezza per la nuova Italia”, con al suo centro due fondanti obiettivi: lotta alle disuguaglianze (ma senza appiattimento) e attiva costruzione di una vera Europa Unita, anche grazie a questa nuova e forte idea di Italia. Merita un approfondimento specifico il primo, che deve porsi l’obiettivo di contrastare, e in prospettiva azzerare, l’attuale struttura delle disuguaglianze che nel nostro paese ha drammaticamente accentuato quelle ereditate dalla storia (sanità, scuola, lavoro, diritti sociali, Mezzogiorno). Avendo però consapevolezza che anche il concetto di uguaglianza, da sempre tratto fondante della sinistra, non di meno è stato rimodulato dalla cesura epocale più volte richiamata. L’idea di uguaglianza nella società capitalistica della produzione industriale era coniugata con riferimento ad un blocco sociale compatto e omogeneo, la classe operaia, e guardava a specifiche ingiustizie socio-economiche che portavano a declinarla prevalentemente sul piano economico. La fine del sistema capitalistico di fabbrica ha modificato radicalmente anche questo quadro, e ciò deve indurre la sinistra, mantenendo la giusta attenzione alle condizioni materiali di esistenza, ad una nuova …… idea di uguaglianza capace di tenere insieme il piano dell’economico e quello dell’etica e delle coscienze ….. L’universalità dei fattori di disuguaglianza (ad es. quelli legati al cambiamento climatico e ambientale), coniugata con le potenzialità tecnologiche, …… sta rendendo per la prima volta possibile una visione unitaria e totalizzante dell’umano. e quindi della stesa uguaglianza senza più legarla solamente al modo di lavorare e di produrre bensì ad una forma complessiva di vita …… Questa nuova idea di uguaglianza consentirebbe inoltre di superare la contraddizione tra individualità e collettività che ha accompagnato, come fattore di freno, tutte le politiche egualitarie, e di concepire una comune idea di umano che tenendo insieme la componente …. individuale e impersonale riserva a ciascuna di esse diverse funzioni sociali ed economiche …… Anche in questo caso Il ruolo della tecnica, liberata dall’uso capitalistico, può essere fondamentale, è infatti grazie ad essa che si è realizzata una novità sconvolgente, di cui non ci siamo ancora resi ben conto, …… mai gli abitanti del pianeta sono stati così contigui fra di loro ….. Si può ben dire che la tecno-economia da una parte moltiplica le individualità, ma non di meno dall’altra amplifica processi di fusione e di riconoscimento. Le concrete politiche di contrasto delle disuguaglianze devono allora puntare sempre di più, in aggiunta a compensazioni economiche, alla rimozione di tutti gli ostacoli e le distorsioni di sistema che impediscono la realizzazione di condivisi spazi vitali egualitari (si inseriscono perfettamente in questo quadro le visioni politiche dei “beni comuni”, di un reale e completo accesso all’istruzione e alla formazione, di tutele mirate per i lavori ai margini del cambiamento tecnologico). E’ dall’insieme di questi obiettivi, di queste visioni, che emerge una nuova idea di sinistra …… nuova nei pensieri, nei comportamenti, nelle strutture, nelle forme di partecipazione, nella selezione dei gruppi dirigenti …. avendo contribuito a costruire un diverso contesto democratico basato su una nuova e vera ….. prossimità tra i cittadini e le assemblee dei loro eletti, con maggiori scambi, migliore interazione, più fluidità nel discutere e nel deliberare insieme …. Ed è su questo piano, e non sulla riproposizione di contrapposizioni legate ad un passato che non esiste più, che si giocherà il confronto fra una destra, dallo sguardo limitatamente rivolto all’indietro, ed una sinistra, con uno che coraggiosamente guarda avanti.





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