La parola del mese
A
turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di
aprirsi verso nuove riflessioni
SETTEMBRE 2017
SERENDIPITA’
serendipità s. f. (dall’inglese serendipity,)
coniato nel 1754 dallo
scrittore Horace Walpole che lo trasse dal titolo della fiaba The three princes of Serendip (’antico
nome dell’isola di Ceylon, l’odierno Srī Lanka), in cui si narrano
le avventure di tre principi dotati di uno strano dono che permetteva loro di
realizzare scoperte per caso. Da qui è passato ad indicare
la capacità, o la fortuna, di fare per caso inattese e felici scoperte,
specialmente in campo scientifico, mentre si sta cercando altro
Un gruppo di ricercatori
dell’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con la Fondazione Santa
Lucia, ipotizza di avere individuato le basi neurali di questo meccanismo
misterioso di cui aveva parlato tra i primi il fisiologo Walter Bradford Cannon
definendolo come “la facoltà di trovare le prove a sostegno di un’ipotesi in
modo del tutto inaspettato, o la capacità di scoprire nuovi fenomeni o
relazioni tra fenomeni diversi senza avere avuto l’esplicita intenzione di
scoprirli”. L’esperimento dei ricercatori
è consistito nel sottoporre un gruppo di volontari ad alcuni tipici test
sull’attenzione presentando su uno schermo, in un punto fisso, una serie di
lettere a brevissimi intervalli di tempo. Come è ben noto in questo settore di
studi, le persone hanno difficoltà a percepire uno stimolo, per esempio le
lettere A ed X, quando sono presentate a un intervallo di tempo inferiore alla
soglia di 300 millisecondi da un precedente stimolo. I ricercatori hanno
osservato, per la prima volta, che la capacità di percepire coscientemente
stimoli che normalmente sfuggirebbero migliora a certe condizioni. In
particolare, se gli stimoli “facili” da vedere, quelli dopo l’intervallo di
tempo di 300 millisecondi, venivano presentati in modo imprevedibile, senza una
particolare regolarità, i volontari miglioravano notevolmente nel percepire
anche quelli “difficili”. In pratica, quando non ci sono regole in quello che
osserviamo, quando non abbiamo particolari aspettative, diventiamo più bravi a
vedere anche quello che di solito non riusciamo a vedere, così come illustrato
in estrema sintesi da Fabrizio Doricchi,
docente di neuropsicologia e coordinatore della ricerca. Dalle misurazioni elettrofisiologiche, i
ricercatori hanno osservato che il cervello, quando manca la regolarità (per
esempio gli stimoli non appaiono a intervalli fissi) mantiene più a lungo la
traccia sensoriale del secondo stimolo. L’immagazzinamento e l’elaborazione
degli stimoli nella corteccia visiva dura di più. Un po’ come se il cervello
mettesse in atto questo trucco di aumento dell’attenzione per ovviare al fatto
che non sa bene cosa aspettarsi. E questo sarebbe proprio il legame con le
descrizioni della serendipità che sono state fatte anche da un punto
fisiologico: uno stato di attenzione vigile e ricerca attiva, ma senza
aspettative precise. Quando
cerchiamo ma senza sapere bene che cosa, è più facile che ci accorgiamo di
qualcosa che altrimenti ci sarebbe sfuggito.
Non si tratta solo di fortuna. E' necessario far tesoro del proprio errore cogliendone il significato potenziale e quindi analizzare sistematicamente il fenomeno scoperto.
RispondiEliminaMa, affinché un errore diventi una scoperta, occorre quell'elasticità mentale che permette di vedere una cosa quando se ne cerca un'altra e la capacità di abbandonare una linea quando se ne scopre una più interessante (W.N.Dember e J.J.Jenkins)
Questi autori nel loro Manuale di Psicologia riportano la casuale scoperta dei centri del piacere nel cervello, presentata nel 1955 da Olds e Peter Milner in una relazione all'università del Nebraska; scoperta avvenuta in quanto per un errore tecnico l'elettrodo non venne collocato nel punto previsto, il sistema reticolare attivante, ma per sbaglio stimolò il sistema limbico, in cui vennero così scoperti casualmente i centri del "piacere. Così ho sempre inteso la serendipità. Che il prof. Fabrizio Doricchi non ci presenti un altro caso di serendipità?