giovedì 1 febbraio 2018

La parola del mese - Febbraio 2018


La parola del mese


 A turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di aprirsi verso nuove riflessioni


Febbraio 2018


E’ un termine nato da molto poco ma che in brevissimo tempo è diventato di uso comune a livello mondiale vista “l’esplosione” del fenomeno ad esso collegato. Se praticamente tutti, o quasi, ne hanno sentito parlare, sono decisamente pochi (noi compresi) quelli che ne hanno una conoscenza adeguata. E’ quindi utile cercare di comprendere meglio cosa c’è dietro la parola


bitcoin/Bitcoin 


bitcoin = termine di nuovo conio (2008/2009) (simbolo: ₿; codice: BTC o XBT), formato dalle due parole inglesi “bit” (l’unità minima di informazione dei programmi informatici, ma bit vuol già anche dire del suo “pezzo/pezzettino-monetina–spicciolo”) e “coin” (moneta), pertanto significa, ed è, (una) “moneta, monetina virtuale”, (una) moneta, spicciolo, che vive e vale nel mondo della Rete. Lo si trova scritto sia con l’iniziale maiuscola (Bitcoin), in questo caso si riferisce alla tecnologia informatica che lo ha creato e che lo sostiene ed all’ambiente Internet in cui si muove, sia con l’iniziale minuscola (bitcoin), e in questo caso si intende la valuta virtuale in sé vera e propria.

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Stante la rilevanza che il “fenomeno” bitcoin sembra aver assunto sotto diversi aspetti e vista la complessità “tecnica” del mondo Bitcoin questa sintetica definizione richiede di essere integrata limitandoci tuttavia agli aspetti essenziali di un “sistema” tanto semplice nella sua concezione iniziale quanto decisamente complicato nella sua successiva articolazione.…………

-Il bitcoin nasce come risposta concreta ad una esigenze cresciuta in Rete nel corso dei primi anni del nuovo millennio, nell’ambito di un “dibattito aperto” al quale hanno contribuito operatori economici, in gran prevalenza attivi in settori già del loro costituzionalmente operativi in Internet, informatici puri, teorici delle potenzialità rivoluzionarie della Rete

-Il tema era quello di superare le difficoltà di sviluppo delle relazioni commerciali in Rete pregiudicate dalle forme di pagamento ad esse collegate troppo condizionate dalla rigidità del sistema delle valute ufficiali e dei pagamenti in forme tradizionali. L’idea che progressivamente prese forma fu quella di immaginare la creazione, in Rete, di una moneta virtuale, ma vera e riconosciuta, senza controlli e controllori centrali, ma autogestita in Rete, in grado di conciliare idealità e praticità, con la quale gestire i pagamenti delle relazioni commerciali fra operatori che avessero deciso di aderire alla piattaforma digitale di supporto

-La crisi mondiale del 2077/2008 e le collegate turbolenze nel mercato delle valute diventa l’occasione per rompere gli indugi

-A gennaio 2009 nasce ufficialmente la rete Bitcoin e debutta la moneta virtuale bitcoin. Il “papà” del sistema operativo di supporto e gestione è tal Satoshi Nakamoto, nome di fantasia dietro al quale si nasconde un personaggio misterioso a tutt’oggi ancora sconosciuto nella sua vera identità

-Il software gestionale e l’ambiente Bitcoin ideati da Nakamoto rispondono perfettamente ai parametri auspicati di solidità, controllo, parità ugualitaria degli operatori, trasparenza delle transazioni, anonimato. Il bitcoin nasce con le conseguenti caratteristiche di “criptomoneta” ossia una moneta “virtuale” che attribuisce un “valore monetario convenzionale” ad uno scambio di informazioni digitali fra due o più operatori che aderiscono ad una piattaforma digitale condivisa, è in parole molto povere uno scambio di “bit” in rete che ha un valore concordato di “coin”

-Il termine “cripto” deriva dalla caratteristica, indispensabile per un sistema gestionale aperto in Rete, di “segretezza” utile a garantire controllo, serietà e solidità gestionale. La crittografia è da sempre stata utilizzata nella storia umana proprio per proteggere, rendendolo “nascosto”, uno scambio di informazioni “delicate”. L’inchiostro simpatico, la scrittura di Leonardo, il codice “Enigma” usato dall’esercito tedesco nella Seconda Guerra (decifrato dal matematico inglese Alan Turing conisderato proprio per questo il padre dei moderni computer) sono alcuni esempi di crittografia che, con l’avvento della Rete, viene intensivamente usata per “proteggere” informazioni “riservate e sensibili”. La crittografia informatica in particolare consiste in algoritmi che, sulla base di una chiave segreta, modificano i caratteri digitati trasformandoli in un linguaggio riservato solo ai possessori di tali chiavi. Detto in modo molto sintetico chiunque entra nel mondo Bitcoin diventa proprietario di un suo specifico “portafoglio” (wallet), all'interno di ogni portafoglio c'è una coppia di chiavi crittografiche: la chiave pubblica, la si può immaginare come il codice IBAN di un conto corrente,  cioè l'indirizzo che fa da punto di invio o ricezione dei pagamenti, e la chiave privata, ossia la vera e propria  firma digitale del singolo utente, la chiave che gli consente di leggere il linguaggio crittografico di Bitcoin.

-Il bitcoin conosce un successo immediato tanto da dare l’avvio ad una vera e propria esplosione di “criptomonete informatiche” (attualmente se ne contano circa duecento!)

-E’ sempre difficile individuare le ragioni del successo di iniziative decisamente innovative, sicuramente concorrono diverse ragioni e spiegazioni, quel che è certo è che la piattaforma Bitcoin ha sostanzialmente mantenuto una forte coerenza con le caratteristiche auspicate alla sua nascita.

-Ad esempio la parità ugualitaria fra i suoi operatori è garantita dall’uso della tecnologia peer-to-peer (P2P) (da pari a pari), la stessa utilizzata per lo scambio più o meno legale che si fa in Rete di file musicali, film e software: ossia tutte le comunicazioni fra gli utenti Bitcoin avvengono sulla base del principio “da pari a pari”, in questo modo non esiste al sua interno alcuna autorità centrale,  la gestione delle transazioni e l'emissione di bitcoin viene effettuata collettivamente dalla rete. In sintesi: Bitcoin è open-source,  la sua progettazione è pubblica, nessuno possiede o controlla Bitcoin e ognuno può prendere parte al progetto.

-Il controllo della sostenibilità e del buon esito delle transazioni è affidato alla rete Bitcoin stessa, alla sua strutturazione ed al sistema informatico gestionale ideato da Nakamoto. Che qui riassumiamo a grandi linee, stante la sua indubbia complessità, per coloro che, del tutto digiuni al riguardo, volessero farsi comunque un’idea, invocando al contempo comprensione ed indulgenza da parte dei veri esperti della materia:

-ogni transazione in bitcoin è pubblica e memorizzata nei computer di tutti coloro che possiedono un portafoglio; la struttura dell’ambiente Bitcoin è articolata per pezzi, per singole caselle, chiamate “nodi”, all’interno di questi nodi la catena degli utenti opera, a salire dal nodo più basso a quello più alto, tutte le operazioni di controllo, validazione, interfaccia per dare seguito operativo alle attiviità di pagamento/trasferimento dei bitcoin

-i bitcoin possono pertanto essere spesi solo da chi ne possiede la relativa chiave privata: se questa viene smarrita, i bitcoin associati non potranno più essere spesi e il relativo importo diverrà indisponibile. (nel 2013 un utente ha lamentato la perdita di 7.500 bitcoin, all'epoca del valore di 7,5 milioni di dollari, per essersi accidentalmente sbarazzato di un hard disk che conteneva la sua chiave privata)

-quando un utente A trasferisce criptovaluta a un altro utente B, attraverso una connessione diretta da computer a computer (il peer-to-peer), aggiunge alle proprie monete la chiave pubblica di B (cioè l'indirizzo del destinatario, il suo "iban") e autorizza la transazione firmandola con la propria chiave privata (la propria "firma"). La transazione viene inviata sulla rete peer-to-peer, dove viene controllata e registrata da tutti i nodi che partecipano alla rete direttamente coinvolti.

-Il processo di validazione avviene risolvendo, per ogni transazione, un complesso set di operazioni matematiche che richiede una grande potenza di calcolo ma che garantisce la validità e univocità dell'operazione. Il metodo definito ed elaborato da Nakamoto garantisce cioè che A disponga veramente della quantità che sta trasferendo a B e che quella stessa quantità non sia già stata utilizzata in altri scambi.

-Quando la validità della transazione viene confermata, l'informazione viene aggiunta al database distribuito, chiamato blockchain, cioè catena di blocchi: a questo punto ogni nodo della rete peer-to-peer viene a conoscenza dell'avvenuta transazione.

-Quindi il sistema Bitcoin prevede e garantisce la massima trasparenza e conoscenza. La blockchain contiene tutti i movimenti di tutti i bitcoin generati a partire dall'indirizzo pubblico del loro creatore fino all'ultimo proprietario.

-Questo permette di evitare che una quantità già spesa possa essere utilizzata nuovamente dalla stessa persona: ogni punto della rete sa tutto di ogni singola moneta.

-La potenza di calcolo necessaria, sempre più consistente, viene garantita dalla stessa comunità Bitcoin. Gli utenti , chiamati miner, che mettono a disposizione i computer, sono ricompensato in criptovaluta.

- I bitcoin così creati sono generati e accreditati sei  volte l'ora in maniera automatica: il mining è quindi un'attività che consente, a chi la pratica, di generare criptovaluta.

-Il sistema Bitcoin prevede però un limite massimo di bitcoin creabili. Il numero massimo di bitcoin che il sistema è in grado di sostenere e gestire è infatti fissato in 21 milioni di bitcoin: in base alle attuali stime sugli scambi, questo limite verrà raggiunto nel giro di 130 anni circa. Il fatto che non possano essere effettuate iniezioni di moneta da parte di un ente esterno, per esempio una Banca Centrale, è  da un certo punto di vista una "garanzia di stabilità" e mette il bitcoin al riparo dal rischio di inflazione.

-il satoshi (il nome di Nakamoto)è la più piccola frazione di bitcoin, pari a 1 centomilionesimo di bitcoin (0,00000001 BTC).Il che dà già l’idea del valore unitario altissimo ormai raggiunto dal bitcoin

-Il software è aggiornato e manutenuto dalla stessa comunità Bitcoin, cioè da appassionati e sviluppatori che con il loro lavoro contribuiscono a rendere il protocollo sempre più efficiente.

Completiamo questo quadro informativo (scusandoci ancora per la sua inevitabile “osticità”) con alcune considerazioni più generali:

-a differenza delle valute convenzionali, il cui valore è associato alle variabili macroeconomiche dello Stato (o della Comunità) che le emette, il valore del bitcoin dipende esclusivamente dalle aspettative di chi li scambia. Il loro valore è cioè determinato esclusivamente dalla legge della domanda e dell'offerta, un po' come per il prezzo dell'oro, dei diamanti e delle materie prime.

-Il fatto che il sistema Bitcoin preveda la creazione controllata di nuovi bitcoin ha sicuramente contribuito, proprio per il gioco domanda-offerta a fronte di una massa “finita” di pezzi, all’esplosione apparentemente incontrollata del suo valore

-Il clamore attorno all'aumento del valore del bitcoin che si è generato negli ultimi mesi ha innescato una corsa all'acquisto, che a sua volta ha contribuito a incrementarne il valore: per esempio, il 13 gennaio 2017 un bitcoin valeva circa 777 euro, il 13 dicembre 2017 era salito a 14.475 euro. Negli ultimi 12 mesi il valore del bitcoin è aumentato del 1900%

-A meno di volersi dedicare all'attività di mining, l'unica alternativa per procurarsi dei bitcoin è quella di acquistarli online su una delle tante piattaforme di trading che oggi li trattano alla stregua di azioni, obbligazioni e altri strumenti finanziari. Un buon modo per iniziare è verificare tutte le possibilità su bitcoin.org  (disponibile anche in italiano).

-L'economia  basata sui bitcoin è ancora molto piccola, se paragonata a economie stabili da lungo tempo (anche se, ad esempio, già nel 2013 ha raggiunto il 21% del totale delle operazioni di cambio in Cina) e il software è ancora in uno stato di beta realese (in costruzione), tuttavia sono già commercializzati in bitcoin merci e servizi reali quali, ad esempio, automobili usate o contratti di sviluppo software. I bitcoin vengono accettati sia per servizi online sia per beni tangibili. Sono moltissimi ormai gli enti, le organizzazioni e le associazioni che accettano donazioni in bitcoin, ad esempio: dal novembre 2013 l'Università di Nicosia, a Cipro, accetta il bitcoin come mezzo di pagamento delle tasse universitarie. A partire dal primo luglio 2016, nella città di Zurigo, capitale di uno dei Cantoni più ricchi della Svizzera, era, è possibile pagare in bitcoin alcuni servizi pubblici, tra cui la sanità e i trasporti. Alcuni commercianti, utilizzando siti di cambio, permettono di cambiare bitcoin in diverse valute, ivi compresi dollari statunitensi, euro, rubli russi e yen giapponesi. E' di questi giorni la notizia flash della prima auto venduta con pagamento in bitcoin

-Tra gli scenari previsti per un possibile fallimento di Bitcoin, vi sono un processo di svalutazione della moneta (il cui valore è cresciuto a dismisura per l’eccesso di domanda, a puri fini speculativi, slegata dal suo reale utilizzo di moneta virtuale di pagamento di vere transazioni commerciali) oppure una pesante restrizione della base di utenti, oppure ancora un attacco repressivo frontale al sistema da parte dei governi (sollecitati da alcune associazioni dei consumatori che hanno lamentato il fatto che il bitcoin sia di fatto diventato una sorta di catena non virtuosa, come quelle, tecnicamente chiamate “sistema Ponzi”, che promettono forti guadagni a patto di reclutare continuamente nuovi investitori premiando però di fatto solo i primi della catena)

-Nouriel Roubini, professore di economia e business internazionale, diventato celebre per aver previsto per primo la crisi finanziaria del 2008, in un'intervista rilasciata pochi giorni fa ha sottolineato come il bitcoin sia solo un'altra gigantesca bolla, destinata a scoppiare e lasciare sul terreno diversi nuovi poveri.

-Esistono ormai dei punti Bancomat di bitcoin, anche in Italia (il primo installato in Italia, e terzo in Europa  dopo quelli di Helsinki  e Zurigo, ha cominciato a operare a Udine  nel 2014) chiamati  ATM (Automated Teller Machine) sono separati e non integrati con Visa, MasterCard,  o altri circuiti di pagamento utilizzati dagli istituti bancari, ma dai quali è possibile prelevare contanti (in euro) da un proprio conto in bitcoin o viceversa. Ci sono anche carte di credito emesse dai normali gestori ma appoggiate a wallet in bitcoin

-Il potenziale di anonimità delle transazioni ha reso le criptovalute, come il bitcoin, la moneta preferita anche per gli scambi illegali di denaro. Inoltre la possibilità che molte agenzie del settore offrono di acquistare bitcoin con pagamento in contanti sta di fatto offrendo pericolose occasioni di riciclaggio di denaro sporco. L’anonimato offerto dal sistema Bitcoin rende inoltre di fatto impossibile la tassazione degli eventuali guadagni da speculazioni di ordine finanziario sulla criptomoneta.

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