La parola del mese
A
turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di
aprirsi verso nuove riflessioni
Febbraio
2018
E’ un termine nato da molto poco ma che in brevissimo tempo è diventato di
uso comune a livello mondiale vista “l’esplosione” del fenomeno ad esso
collegato. Se praticamente tutti, o quasi, ne hanno sentito parlare, sono
decisamente pochi (noi compresi) quelli che ne hanno una conoscenza adeguata. E’
quindi utile cercare di comprendere meglio cosa c’è dietro la parola
bitcoin/Bitcoin
bitcoin = termine di nuovo conio (2008/2009) (simbolo: ₿; codice: BTC
o XBT), formato dalle due
parole inglesi “bit” (l’unità minima
di informazione dei programmi informatici, ma bit vuol già anche dire del suo “pezzo/pezzettino-monetina–spicciolo”)
e “coin” (moneta), pertanto significa, ed è, (una) “moneta, monetina virtuale”, (una) moneta, spicciolo, che vive e vale nel mondo della
Rete. Lo si trova scritto sia con l’iniziale maiuscola (Bitcoin), in questo caso si riferisce alla tecnologia informatica che lo ha
creato e che lo sostiene ed all’ambiente Internet in cui si muove, sia con
l’iniziale minuscola (bitcoin), e in questo caso si intende la valuta virtuale in sé
vera e propria.
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Stante la rilevanza che il “fenomeno”
bitcoin sembra aver assunto sotto diversi aspetti e vista la complessità
“tecnica” del mondo Bitcoin questa sintetica definizione richiede di essere
integrata limitandoci
tuttavia agli aspetti essenziali di un “sistema” tanto semplice nella sua
concezione iniziale quanto decisamente complicato nella sua successiva articolazione.…………
-Il bitcoin nasce come
risposta concreta ad una esigenze cresciuta in Rete nel corso dei primi anni
del nuovo millennio, nell’ambito di un “dibattito aperto” al quale hanno contribuito
operatori economici, in gran prevalenza attivi in settori già del loro
costituzionalmente operativi in Internet, informatici puri, teorici delle
potenzialità rivoluzionarie della Rete
-Il tema era quello di
superare le difficoltà di sviluppo delle relazioni commerciali in Rete
pregiudicate dalle forme di pagamento ad esse collegate troppo condizionate dalla
rigidità del sistema delle valute ufficiali e dei pagamenti in forme
tradizionali. L’idea che progressivamente prese forma fu quella di immaginare
la creazione, in Rete, di una moneta virtuale, ma vera e riconosciuta, senza
controlli e controllori centrali, ma autogestita in Rete, in grado di
conciliare idealità e praticità, con la quale gestire i pagamenti delle
relazioni commerciali fra operatori che avessero deciso di aderire alla
piattaforma digitale di supporto
-La crisi mondiale del
2077/2008 e le collegate turbolenze nel mercato delle valute diventa
l’occasione per rompere gli indugi
-A gennaio
2009 nasce ufficialmente la rete Bitcoin e debutta la moneta virtuale bitcoin. Il “papà” del sistema
operativo di supporto e gestione è tal Satoshi Nakamoto,
nome di fantasia dietro al quale si nasconde un personaggio misterioso a
tutt’oggi ancora sconosciuto nella sua vera identità
-Il software gestionale
e l’ambiente Bitcoin ideati da Nakamoto rispondono perfettamente ai parametri auspicati di solidità, controllo, parità
ugualitaria degli operatori, trasparenza delle transazioni, anonimato.
Il bitcoin nasce con le conseguenti caratteristiche di “criptomoneta”
ossia una moneta “virtuale” che attribuisce un “valore monetario convenzionale”
ad uno scambio di informazioni digitali fra due o più operatori che aderiscono
ad una piattaforma digitale condivisa, è in parole molto povere uno scambio di
“bit” in rete che ha un valore concordato di “coin”
-Il termine “cripto”
deriva dalla caratteristica, indispensabile per un sistema gestionale aperto in Rete, di “segretezza”
utile a garantire controllo, serietà e solidità gestionale. La crittografia è da sempre stata utilizzata
nella storia umana proprio per proteggere, rendendolo “nascosto”, uno scambio
di informazioni “delicate”. L’inchiostro simpatico, la scrittura di Leonardo,
il codice “Enigma” usato dall’esercito tedesco nella Seconda Guerra (decifrato dal
matematico inglese Alan Turing conisderato proprio per questo il padre dei
moderni computer) sono alcuni esempi di crittografia che, con l’avvento della Rete, viene
intensivamente usata per
“proteggere” informazioni “riservate e sensibili”. La crittografia informatica in
particolare consiste in algoritmi che, sulla base di una chiave segreta,
modificano i caratteri digitati trasformandoli in un linguaggio riservato solo
ai possessori di tali chiavi. Detto in modo molto sintetico chiunque entra nel
mondo Bitcoin diventa proprietario di un suo specifico “portafoglio”
(wallet), all'interno di ogni
portafoglio c'è una coppia di chiavi
crittografiche: la chiave pubblica, la si può immaginare come
il codice IBAN di un conto corrente,
cioè l'indirizzo che fa da punto di invio o ricezione dei pagamenti, e la chiave privata, ossia la vera e propria firma digitale del singolo utente, la chiave
che gli consente di leggere il linguaggio crittografico di Bitcoin.
-Il bitcoin conosce
un successo immediato tanto da dare l’avvio ad una vera e propria esplosione di
“criptomonete informatiche” (attualmente se ne contano circa duecento!)
-E’ sempre difficile
individuare le ragioni del successo di iniziative decisamente innovative,
sicuramente concorrono diverse ragioni e spiegazioni, quel che è certo è che la
piattaforma Bitcoin ha sostanzialmente mantenuto una forte coerenza con le
caratteristiche auspicate alla sua nascita.
-Ad esempio la
parità ugualitaria fra i suoi operatori è garantita dall’uso della tecnologia peer-to-peer (P2P) (da
pari a pari), la stessa utilizzata per lo scambio più o meno legale che si fa in Rete di
file musicali, film e software: ossia tutte le comunicazioni fra gli utenti Bitcoin avvengono
sulla base del principio “da pari a pari”, in questo modo non esiste al sua
interno alcuna autorità centrale, la
gestione delle transazioni e l'emissione di bitcoin viene effettuata
collettivamente dalla rete. In sintesi: Bitcoin
è open-source, la sua progettazione è
pubblica, nessuno possiede o controlla Bitcoin e ognuno può
prendere parte al progetto.
-Il controllo della
sostenibilità e del buon esito delle transazioni è affidato alla rete Bitcoin
stessa, alla sua strutturazione ed al sistema informatico gestionale ideato da
Nakamoto. Che qui riassumiamo a grandi linee, stante la sua indubbia complessità, per
coloro che, del tutto digiuni al riguardo, volessero farsi comunque un’idea,
invocando al contempo comprensione ed indulgenza da parte dei veri esperti
della materia:
-ogni transazione in
bitcoin è pubblica e memorizzata nei computer di tutti coloro che possiedono un
portafoglio; la struttura dell’ambiente Bitcoin è articolata per pezzi, per
singole caselle, chiamate “nodi”,
all’interno di questi nodi la catena degli utenti opera, a salire dal nodo più
basso a quello più alto, tutte le operazioni di controllo, validazione,
interfaccia per dare seguito operativo alle attiviità di
pagamento/trasferimento dei bitcoin
-i bitcoin possono
pertanto essere spesi solo da chi ne possiede la relativa chiave privata: se
questa viene smarrita, i bitcoin associati non potranno più essere spesi e il
relativo importo diverrà indisponibile. (nel 2013 un utente ha lamentato la
perdita di 7.500 bitcoin, all'epoca del valore di 7,5 milioni di dollari, per
essersi accidentalmente sbarazzato di un hard disk che conteneva la sua
chiave privata)
-quando un utente A trasferisce
criptovaluta a un altro utente B, attraverso una connessione diretta da
computer a computer (il peer-to-peer), aggiunge alle proprie monete la chiave
pubblica di B (cioè l'indirizzo del destinatario, il suo "iban") e
autorizza la transazione firmandola con la propria chiave privata (la propria
"firma"). La transazione viene inviata sulla rete peer-to-peer, dove
viene controllata e registrata da tutti i nodi che partecipano alla rete
direttamente coinvolti.
-Il processo di
validazione avviene risolvendo, per ogni transazione, un complesso set di
operazioni matematiche che richiede una grande potenza di calcolo ma che garantisce
la validità e univocità dell'operazione. Il metodo definito ed elaborato da
Nakamoto garantisce cioè che A disponga veramente della quantità che sta
trasferendo a B e che quella stessa quantità non sia già stata utilizzata in
altri scambi.
-Quando la validità
della transazione viene confermata, l'informazione viene aggiunta al database
distribuito, chiamato blockchain, cioè catena di blocchi: a questo punto
ogni nodo della rete peer-to-peer viene a conoscenza dell'avvenuta transazione.
-Quindi il sistema
Bitcoin prevede e garantisce la massima trasparenza e conoscenza. La blockchain
contiene tutti i movimenti di tutti i bitcoin generati a partire dall'indirizzo
pubblico del loro creatore fino all'ultimo proprietario.
-Questo permette di
evitare che una quantità già spesa possa essere utilizzata nuovamente dalla
stessa persona: ogni punto della rete sa tutto di ogni singola moneta.
-La potenza di calcolo
necessaria, sempre più consistente, viene garantita dalla stessa comunità
Bitcoin. Gli utenti , chiamati miner,
che mettono a disposizione i computer, sono ricompensato in criptovaluta.
- I bitcoin così creati
sono generati e accreditati sei volte
l'ora in maniera automatica: il mining è
quindi un'attività che consente, a chi la pratica, di generare criptovaluta.
-Il sistema Bitcoin
prevede però un limite massimo di bitcoin creabili. Il numero massimo di
bitcoin che il sistema è in grado di sostenere e gestire è infatti fissato in 21 milioni di bitcoin: in base alle
attuali stime sugli scambi, questo limite verrà raggiunto nel giro di 130 anni circa. Il fatto che non possano
essere effettuate iniezioni di moneta da parte di un ente esterno, per esempio
una Banca Centrale, è da un certo punto
di vista una "garanzia di stabilità" e mette il bitcoin al riparo dal
rischio di inflazione.
-il satoshi (il nome di
Nakamoto)è la più piccola frazione di bitcoin, pari a 1 centomilionesimo di
bitcoin (0,00000001 BTC).Il che dà già l’idea del valore unitario altissimo
ormai raggiunto dal bitcoin
-Il software è
aggiornato e manutenuto dalla stessa comunità Bitcoin, cioè da appassionati e
sviluppatori che con il loro lavoro contribuiscono a rendere il protocollo
sempre più efficiente.
Completiamo questo
quadro informativo (scusandoci ancora per la sua inevitabile “osticità”) con
alcune considerazioni più generali:
-a differenza delle
valute convenzionali, il cui valore è associato alle variabili macroeconomiche
dello Stato (o della Comunità) che le emette, il valore del bitcoin dipende
esclusivamente dalle aspettative di chi li scambia. Il loro valore è cioè
determinato esclusivamente dalla legge della domanda e dell'offerta, un po'
come per il prezzo dell'oro, dei diamanti e delle materie prime.
-Il fatto che il sistema
Bitcoin preveda la creazione controllata di nuovi bitcoin ha sicuramente
contribuito, proprio per il gioco domanda-offerta a fronte di una massa
“finita” di pezzi, all’esplosione apparentemente incontrollata del suo valore
-Il clamore attorno
all'aumento del valore del bitcoin che si è generato negli ultimi mesi ha
innescato una corsa all'acquisto, che a sua volta ha contribuito a
incrementarne il valore: per esempio, il 13 gennaio 2017 un bitcoin valeva
circa 777 euro, il 13 dicembre 2017 era salito a 14.475 euro. Negli ultimi 12
mesi il valore del bitcoin è aumentato del 1900%
-A meno di volersi
dedicare all'attività di mining, l'unica alternativa per procurarsi dei bitcoin
è quella di acquistarli online su una delle tante piattaforme di trading che
oggi li trattano alla stregua di azioni, obbligazioni e altri strumenti
finanziari. Un buon modo per iniziare è verificare tutte le possibilità su bitcoin.org (disponibile anche in
italiano).
-L'economia basata sui bitcoin è
ancora molto piccola, se paragonata a economie stabili da lungo tempo (anche
se, ad esempio, già nel 2013 ha raggiunto il 21% del totale delle operazioni di
cambio in Cina) e il software è ancora in uno stato di beta realese (in costruzione),
tuttavia sono già commercializzati in bitcoin merci e servizi reali quali, ad
esempio, automobili usate o contratti di sviluppo software. I bitcoin vengono
accettati sia per servizi online sia per beni tangibili. Sono moltissimi ormai
gli enti, le organizzazioni e le associazioni che accettano donazioni in
bitcoin, ad esempio: dal novembre 2013 l'Università di Nicosia, a Cipro, accetta il bitcoin
come mezzo di pagamento delle tasse universitarie. A partire dal primo luglio
2016, nella città di Zurigo, capitale di uno dei
Cantoni più ricchi della Svizzera, era, è possibile pagare in
bitcoin alcuni servizi pubblici, tra cui la sanità e i trasporti. Alcuni
commercianti, utilizzando siti di cambio, permettono di cambiare bitcoin in
diverse valute, ivi compresi dollari statunitensi, euro, rubli russi e yen
giapponesi. E' di questi giorni la notizia flash della prima auto venduta con pagamento in bitcoin
-Tra gli scenari
previsti per un possibile fallimento di Bitcoin, vi sono un processo di
svalutazione della moneta (il cui valore è cresciuto a dismisura per l’eccesso
di domanda, a puri fini speculativi, slegata dal suo reale utilizzo di moneta
virtuale di pagamento di vere transazioni commerciali) oppure una pesante
restrizione della base di utenti, oppure ancora un attacco repressivo frontale
al sistema da parte dei governi (sollecitati da alcune associazioni dei
consumatori che hanno lamentato il fatto che il bitcoin sia di fatto diventato
una sorta di catena non virtuosa, come quelle, tecnicamente chiamate “sistema
Ponzi”, che promettono forti guadagni a patto di reclutare continuamente nuovi
investitori premiando però di fatto solo i primi della catena)
-Nouriel Roubini, professore di economia e business internazionale,
diventato celebre per aver previsto per primo la crisi finanziaria del 2008, in un'intervista rilasciata pochi giorni fa ha sottolineato come il bitcoin sia solo un'altra gigantesca bolla,
destinata a scoppiare e lasciare sul terreno diversi nuovi poveri.
-Esistono ormai dei punti Bancomat di bitcoin, anche in Italia (il primo
installato in Italia, e terzo in Europa dopo quelli di Helsinki e Zurigo, ha cominciato a
operare a Udine nel 2014) chiamati ATM (Automated Teller Machine) sono separati e non integrati con Visa, MasterCard, o altri circuiti di
pagamento utilizzati dagli istituti bancari, ma dai quali è
possibile prelevare contanti (in euro) da un proprio conto in bitcoin o
viceversa.
Ci sono anche carte di credito emesse dai normali gestori ma appoggiate
a wallet in bitcoin
-Il potenziale di anonimità delle transazioni ha reso le criptovalute, come
il bitcoin, la moneta preferita anche per gli scambi illegali di denaro.
Inoltre la possibilità che molte agenzie del settore offrono di acquistare
bitcoin con pagamento in contanti sta di fatto offrendo pericolose occasioni di
riciclaggio di denaro sporco. L’anonimato offerto dal sistema Bitcoin rende
inoltre di fatto impossibile la tassazione degli eventuali guadagni da
speculazioni di ordine finanziario sulla criptomoneta.
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