sabato 27 aprile 2019

La storia è un bene comune, salviamola


La storia è un bene comune, salviamola

Manifesto lanciato dallo storico Andrea Giardina, dalla senatrice a vita Liliana Segre e dallo scrittore Andrea Camilleri

La storia è un bene comune. La sua conoscenza è un principio di democrazia e di uguaglianza tra i cittadini. È un sapere critico non uniforme, non omogeneo, che rifiuta il conformismo e vive nel dialogo. Lo storico ha le proprie idee politiche ma deve sottoporle alle prove dei documenti e del dibattito, confrontandole con le idee altrui e impegnandosi nella loro diffusione. 

Ci appelliamo a tutti i cittadini e alle loro rappresentanze politiche e istituzionali per la difesa e il progresso della ricerca storica in un momento di grave pericolo per la sopravvivenza stessa della conoscenza critica del passato e delle esperienze che la storia fornisce al presente e al futuro del nostro Paese. 
Sono diffusi, in molte società contemporanee, sentimenti di rifiuto e diffidenza nei confronti degli “esperti”, a qualunque settore appartengano, la medicina come l’astronomia, l’economia come la storia. La comunicazione semplificata tipica dei social media fa nascere la figura del contro-esperto che rappresenta una presunta opinione del popolo, una sorta di sapienza mistica che attinge a giacimenti di verità che i professori, i maestri e i competenti occulterebbero per proteggere interessi e privilegi. 

I pericoli sono sotto gli occhi di tutti: si negano fatti ampiamente documentati; si costruiscono fantasiose contro-storie; si resuscitano ideologie funeste in nome della deideologizzazione. Ciò nonostante, queste stesse distorsioni celano un bisogno di storia e nascono anche da sensibilità autentiche, curiosità, desideri di esplorazione che non trovano appagamento altrove. È necessario quindi rafforzare l’impegno, rinnovare le parole, trovare vie di contatto, moltiplicare i luoghi di incontro per la trasmissione della conoscenza.

Ma nulla di questo può farsi se la storia, come sta avvenendo precipitosamente, viene soffocata già nelle scuole e nelle università, esautorata dal suo ruolo essenziale, rappresentata come una conoscenza residuale, dove reperire al massimo qualche passatempo. I ragazzi europei che giocano sui binari di Auschwitz offendono certo le vittime, ma sono al tempo stesso vittime dell’incuria e dei fallimenti educativi. 

Il ridimensionamento della prova di storia nell’esame di maturità, l’avvenuta riduzione delle ore di insegnamento nelle scuole, il vertiginoso decremento delle cattedre universitarie, il blocco del reclutamento degli studiosi più giovani, la situazione precaria degli archivi e delle biblioteche, rappresentano un attentato alla vita culturale e civile del nostro Paese. 

Ignorare la nostra storia vuol dire smarrire noi stessi, la nostra nazione, l’Europa e il mondo. Vuol dire vivere ignari in uno spazio fittizio, proprio nel momento in cui i fenomeni di globalizzazione impongono panorami sconfinati alla coscienza e all’azione dei singoli e delle comunità.

Per questo cittadini di vario orientamento politico ma uniti da un condiviso sentimento di allarme si rivolgono al governo e ai partiti, alle istituzioni pubbliche e alle associazioni private perché si protegga e si faccia progredire quel bene comune che si chiama storia e chiedono:

·       che la prova di storia venga ripristinata negli scritti dell’esame di Stato delle scuole superiori.

·       che le ore dedicate alla disciplina nelle scuole vengano incrementate e non ulteriormente ridotte. 

·       che dentro l’università sia favorita la ricerca storica, ampliando l’accesso agli studiosi più giovani. 
Gli altri firmatari.
Eraldo Affinati, scrittore
Michele Ainis, giurista
Mario Andreose, editore
Alberto Asor Rosa, storico della letteratura
Corrado Augias, scrittore
Alessandro Barbero, storico
Marco Belpoliti, critico letterario
Alessandro Bergonzoni, regista e scrittore
Maurizio Bettini, filologo
Piero Bevilacqua, storico
Enzo Bianchi, teologo, fondatore della Comunità monastica di Bose
Piero Boitani, filologo
Angelo Bolaffi, germanista
Ginevra Bompiani, scrittrice ed editrice
Francesco Bonami, critico d'arte
Achille Bonito Oliva, critico d'arte
Giancarlo Bosetti, politologo
Ezio Bosso, compositore e direttore d'orchestra
Luciano Canfora, storico
Eva Cantarella, storica
Francesca Cappelletti, storica dell'arte
Andrea Carandini, archeologo
Franco Cardini, storico
Gianrico Carofiglio, scrittore
Simona Colarizi, storica
Anna Coliva, direttrice della Galleria Borghese
Federico Condello, filologo
Guido Crainz, storico
Enrico Deaglio, giornalista e scrittore
Giancarlo De Cataldo, scrittore
Giovanni De Luna, storico
Ilvo Diamanti, politologo
Ivano Dionigi, latinista
Roberto Esposito, filosofo
Carlo Feltrinelli, editore
Amedeo Feniello, storico
Maurizio Ferraris, filosofo
Luca Formenton, editore
Ernesto Franco, editore
Flaminia Gennari Santori, direttrice delle Gallerie Nazionali d'arte antica di Roma
Umberto Gentiloni, storico
Fabrizio Gifuni, attore e regista
Andrea Graziosi, storico
Vittorio Gregotti, architetto
Igort, fumettista e regista
Helena Janeczek, scrittrice
Nicola Lagioia, scrittore
Alessandro Laterza, editore
Giuseppe Laterza, editore
Eugenio La Rocca, archeologo
Gad Lerner, giornalista e scrittore
Vittorio Lingiardi, psicoanalista
Maurizio Maggiani, scrittore
Michele Mari, scrittore
Michela Marzano, filosofa
Luigi Mascilli Migliorini, storico
Stefano Massini, scrittore e drammaturgo
Paolo Matthiae, archeologo
Melania Mazzucco, scrittrice
Alberto Melloni, storico
Michela Murgia, scrittrice
Giuseppina Muzzarelli, storica
Marino Niola, antropologo
Carlo Olmo, storico dell'architettura
Anna Ottani Cavina, storica dell'arte
Antonio Pinelli, storico dell'arte
Massimo Recalcati, psicoanalista
Silvia Ronchey, storica e scrittrice
Roberto Saviano, scrittore
Michele Serra, giornalista e scrittore
Antonio Scurati, scrittore
Vittorio Sgarbi, critico
Marino Sinibaldi, direttore RadioTre
Claudio Strinati, storico dell'arte
Benedetta Tobagi, scrittrice
Mariapia Veladiano, scrittrice
Francesco Vezzoli, artista
Gustavo Zagrebelsky, giurista

Nessun commento:

Posta un commento