mercoledì 1 gennaio 2020

La parola del mese - Gennaio 2020


La parola del mese

 A turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di aprirsi verso nuove riflessioni


Gennaio 2020


La recente conferenza di Leonard Mazzone non ci fornito soltanto stimolanti riflessioni sulla stato di salute della democrazia nel tempo dei populismi ma, sempre perfettamente inserite nello sviluppo della sua relazione, ha utilizzato termini ricchi di significati altrettanto stimolanti. Lo scorso mese abbiamo così recuperato “presentismo” come “parola del mese” e per questo primo mese del 2020 la nostra attenzione si è concentrata su


Eterotopia


Un termine  che all’apparenza non presenta particolari difficoltà di comprensione in quanto etimologicamente è la congiunzione del prefisso etero  =  termine di origine greca usato per l’appunto come primo elemento di parole composte con il significato di “altro, diverso”  e di topia = astrazione del termine, anch’esso di origine greca, topos che significa luogo”, eterotopia quindi altro non significa che “altri posti, altri luoghi”. Su questo significato di base, e restando comunque ad esso strettamente correlati, si sono però aggiunti utilizzi molto specifici in discipline molto diverse. Ad esempio eterotopia significa in:

Medicina = fenomeno per cui si originano stimoli di attività funzionale in sede diversa dalla normale;

Botanica = fenomeno per cui si originano tipi di cellule o di tessuti da organi che normalmente non danno tali produzioni

più “canonico” sembra essere il suo utilizzo in

Geografia = caratteristica delle formazioni territoriali geopolitiche generate dal colonialismo

E’ però nell’ambito delle scienze sociali che eterotopia ha acquistato una rilevanza particolare dopo essere stata di fatto (ri)coniata da Michel Foucalt. Dedicheremo alla sua specifica idea di eterotopia un supplemento di attenzione, ma l’utilizzo che ne ha fatto per indicare …….. luoghi reali che in qualche modo corrispondono ad utopie effettivamente realizzate, luoghi che quindi si trovano fuori da ogni luogo anche se perfettamente localizzabili …… è stato poi trasferito in discipline come

Architettura ed Urbanistica = dove indica la pluridimensionalità dello spazio vissuto.

Ma è soprattutto nella Antropologia contemporanea che, in stretto collegamento con i “non luoghi” di Marc Augè, eterotopia ha acquisito una significativa rilevanza ……………La società odierna è caratterizzata da una fluidità spaziale che rende labili i confini del vivere associato. L’uomo del nostro secolo, in quanto cittadino del mondo, ricerca la propria dimensione sociale in contesti connotati dalle medesime caratteristiche che gli trasmettano un senso di sicurezza e familiarità: i non luoghi. Marc Augé definisce i non luoghi in contrapposizione ai luoghi antropologici, quindi tutti quegli spazi che hanno la peculiarità di non essere identitari, relazionali e storici. Fanno parte dei non luoghi sia le strutture necessarie per la circolazione delle persone e dei beni (autostrade, svincoli e aeroporti), sia i mezzi di trasporto, che i grandi centri commerciali……..

Come anticipato vale quindi la pena per chi voglia approfondire la comprensione del significato di Eterotopia recuperare l’attenzione che ad essa ha dedicato Michel Foucalt


………. per indicare quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l'insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano. Eterotopico è, per esempio, lo specchio, in cui ci vediamo dove non siamo, in uno spazio irreale che si apre virtualmente dietro la superficie ma che, al contempo, è un posto assolutamente reale, connesso a tutto lo spazio che lo circonda. Un altro esempio di eterotopo è il cimitero, unione/separazione simbolica della città dei vivi e dei morti, «l'altra città “ in cui ogni famiglia possiede la sua nera dimora». Come sono eterotopie teatri, cinema, treni, giardini, collegi, camere d'albergo, manicomi, prigioni... Forgiato sul modello del concetto di utopia, e come il suo simmetrico inverso, il concetto di eterotopia designa luoghi aperti su altri luoghi, luoghi la cui funzione è di far comunicare tra loro degli spazi. Laddove però le utopie designano ambienti privi di localizzazione effettiva, le eterotopie sono luoghi reali. Già ne Le parole e le cose. Un'archeologia delle scienze umane Foucault contrapponeva utopie ed eterotopie, scrivendo:

……Le utopie consolano; se infatti non hanno luogo reale si schiudono tuttavia in uno spazio meraviglioso e liscio; aprono città dai vasti viali, giardini ben piantati, paesi facili anche se il loro accesso è chimerico. Le eterotopie inquietano, senz'altro perché minano segretamente il linguaggio, perché vietano di nominare questo e quello, perché spezzano e aggrovigliano i luoghi comuni, perché devastano anzi tempo la «sintassi» e non soltanto quella che costruisce le frasi, ma quella meno manifesta che fa «tenere insieme»…le parole e le cose. È per questo che le utopie consentono le favole e i discorsi: si collocano nel rettifilo del linguaggio, nella dimensione fondamentale della fabula; le eterotopie (come quelle che troviamo tanto frequentemente in Borges) inaridiscono il discorso, bloccano le parole su se stesse, contestano, fin dalla sua radice, ogni possibilità di grammatica, dipanano i miti e rendono sterile il lirismo delle frasi……..

……Le utopie consolano; se infatti non hanno luogo reale si schiudono tuttavia in uno spazio meraviglioso e liscio; aprono città dai vasti viali, giardini ben piantati, paesi facili anche se il loro accesso è chimerico. Le eterotopie inquietano, senz'altro perché minano segretamente il linguaggio, perché vietano di nominare questo e quello, perché spezzano e aggrovigliano i luoghi comuni, perché devastano anzi tempo la «sintassi» e non soltanto quella che costruisce le frasi, ma quella meno manifesta che fa «tenere insieme»…le parole e le cose. È per questo che le utopie consentono le favole e i discorsi: si collocano nel rettifilo del linguaggio, nella dimensione fondamentale della fabula; le eterotopie (come quelle che troviamo tanto frequentemente in Borges) inaridiscono il discorso, bloccano le parole su se stesse, contestano, fin dalla sua radice, ogni possibilità di grammatica, dipanano i miti e rendono sterile il lirismo delle frasi…….. 

Nella conferenza tunisina Des espaces autres Foucault articola in sei princìpi le modalità specifiche delle eterotopie:
· Il primo principio sottolinea il carattere di costante universale rappresentato dalla presenza di eterotopie all'interno delle diverse società del passato e attuali.
· Il secondo insiste sulle variazioni particolari a cui le eterotopie sono sottoposte da parte della storia o della geografia, cosicché a seconda dei periodi o delle latitudini, il loro volto può essere assai diverso
· Il terzo principio evidenzia la possibilità intrinseca alle eterotopie di sovrapporre in un solo luogo diverse localizzazioni incompatibili (teatro, cinema, giardini).
· Il quarto principio mostra la solidarietà delle eterotopie con le eterocronie: in tal caso spazi e tempi si sovrappongono. Mentre biblioteche e musei mirano a sospendere il tempo capitalizzando lo spazio, le feste, le fiere o più di recente i villaggi turistici si collocano deliberatamente nell'ambito del futile e dell'effimero
· Il quinto principio mostra che ogni eterotopia è fondata su un «sistema d'apertura e di chiusura che al contempo la isola e la rende penetrabile». Riti di ispirazione religiosa (hamman, bagni turchi) o meticolose disposizioni di sicurezza (caserme, prigioni) solennizzano di fatto l'ingresso nello spazio eterotopico.
·  Il sesto principio, infine, insiste sulla funzione propria dello spazio eterotopico nel suo correlarsi allo spazio esteriore, sia nella forma dell'illusione sia nella forma della compensazione.
 Foucault chiudeva la sua conferenza sulle eterotopie con queste parole:

………… Case chiuse e colonie sono due tipi estremi di eterotopia e se si pensa, dopotutto, che la nave è un frammento di spazio galleggiante, un luogo senza luogo, che vive per se stesso, che si autodelinea e che è abbandonato, nello stesso tempo, all'infinità del mare e che, di porto in porto, di costa in costa, da una casa chiusa all'altra, si spinge fino alle colonie per cercare ciò che esse nascondono di più prezioso nei loro giardini, comprendete il motivo per cui la nave è stata per la nostra civiltà non solo il più grande strumento dello sviluppo economico, ma anche il più grande serbatoio d'immaginazione. La nave è l'eterotopia per eccellenza. Nelle civiltà senza battelli i sogni inaridiscono, lo spionaggio rimpiazza l'avventura, e la polizia i corsari ……..
  





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