martedì 18 gennaio 2022

Proposta premi Nobel su pace e clima

 

Per pace e clima ripartire dalla proposta dei premi Nobel

Articolo di Maurizio Simoncelli - sito online “Sbilanciamoci”

Spese militari in forte aumento, nuovi sistemi d’arma basati sull’Intelligenza artificiale, crescenti tensioni, caratterizzano questa seconda guerra fredda. La società civile non è insensibile a fermare la geopolitica del caos, lo dimostra la proposta dei premi Nobel. Ma deve fare più pressione sulla politica, anche in Italia.

Un appello per la riduzione del 2% della spesa militare mondiale è stato lanciato da oltre cinquanta premi Nobel e presidenti di accademie scientifiche. Personalità scientifiche di altissimo valore hanno pubblicamente rilevato la pericolosità di una crescente spesa militare che si avvicina ai 2.000 miliardi con una crescita ininterrotta da diversi anni, in parallelo a tensioni in aumento nell’area del Pacifico asiatico. La proposta dei Nobel consiste nella richiesta indirizzata ai governi di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite affinché negozino una riduzione annuale congiunta delle loro spese militari del 2% per cinque anni consecutivi. In questo modo si avrebbe un tesoretto miliardario che potrebbe essere utilizzato al 50% in un fondo globale, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, con lo scopo di affrontare le gravi sfide comuni dell’umanità come le pandemie, i cambiamenti climatici e la povertà estrema. L’altra metà potrebbe rimanere a disposizione dei singoli governi, per usarli, ad esempio, per la riconversione industriale delle aziende belliche verso una produzione civile. La cifra complessiva stimata si aggirerebbe intorno ai 1.000 miliardi di dollari entro il 2030. Non poca cosa, insomma. I premi Nobel inoltre mettono in evidenza che una decisione di tal genere rappresenterebbe un segnale di fiducia, distensivo che aumenterebbe la sicurezza, pur mantenendo la deterrenza e l’equilibrio, riducendo comunque le tensioni e il relativo rischio di guerra. Nel passato accordi di disarmo in campo nucleare (come gli accordi SALT e START tra USA e URSS) hanno portato non solo ad una riduzione numerica degli armamenti, ma anche ad una clima più disteso tra le due superpotenze. La scelta di diversi Stati di dismettere arsenali nucleari o non dotarsene ha comunque ridotto i rischi della proliferazione. Oggi la minaccia nucleare, ancora presente, purtroppo, si limita a “sole” 13.000 testate a fronte delle 70.000 della prima guerra fredda: si può comunque distruggere il mondo intero, anche se meno volte rispetto al passato!

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