La Repubblica
di Domenica
15 Novembre 2015
Difficile evitare un
moto di sbalordimento: lette con il dovuto coinvolgimento le venticinque pagine,
giustamente dedicate ai drammatici e sconvolgenti avvenimenti parigini, che
raccontano, commentano, riflettono e fanno riflettere, aprono e riaprono
scenari che impongono, oltre alle indispensabili considerazioni politiche e
culturali, di rivedere sotto una luce diversa stili di vita, i nostri standard
esistenziali, poche pagine dopo ci si imbatte in un articolo di Massimo Recalcati
dal titolo “Elogio della noia”, che affronta, in modo peraltro interessante, il
diffondersi nel nostro mondo occidentale dell’antico sentimento dell’accidia,
del distacco emotivo da quanto si vive.
Bizzarria
editoriale, forse. Ma diventa, quand’anche non voluto, un ottimo spunto di
riflessione in più, in diverse direzioni. Provate, proviamo, a individuarne
qualcuna. Ad esempio: ma la noia, questa noia occidentale, non è forse un lusso
che non possiamo più concederci?
Non so sinceramente se sia una lusso o meno annoiarsi, non ho letto l’articolo di Recalcati, in realtà non ho mai letto nulla sulla noia. Ho sperimentato nella mia infanzia e non solo (anche ieri pomeriggio mi sono molto annoiata) una gamma praticamente infinita di variabili: la noia scolastica, la noia pomeridiana, la noia dei viaggi in macchina….e quella potentissima , quasi metafisica, noia domenicale. Non considero la noia un valore assoluto, penso che mi abbia aiutato a scegliere, tra i mille oggetti e fenomeni, quelli che possiedono un significato per me.
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