martedì 22 marzo 2016

Conferenza su: “La luce: viaggio ai confini della scienza” del Dott. P. Bianucci - Sintesi di M.A. Fonnesu



Un buon numero di persone ha partecipato alla Conferenza tenuta dal dott. Piero Bianucci avente per tema la luce ed i confini della scienza.
La competenza, la semplicità e l'umiltà del Relatore sono subito apparsi evidenti.
Non si é trattato di spiegare al colto pubblico l'ultima teoria nel mondo dei fotoni e delle onde elettromagnetiche, ma di accompagnarci a rivisitare concetti, apparentemente noti, ma ai quali mancavano alcuni dettagli e chiarimenti che Piero  Bianucci ha saputo porgerci attingendo agli studi degli ultimi premi Nobel, assegnati in vari campi. La luce infatti, come ha ricordato Bianucci, attraversa tutti i saperi, dalla chimica alla fisica e alla fisiologia animale e vegetale.
La nostra percezione visiva é dovuta al contrasto fra luce ed ombra ed é il messaggio che le attraversa.
I confini del campo del nostro visibile sono interni allo spettro della luce, ma ne occupano solo una parte, ed é come se noi vedessimo attraverso il buco della serratura; il campo del visibile é una feritoia attraverso cui vediamo, ma il Relatore ha posto l'accento sul fatto che, pur avendo tali limiti, ormai siamo in grado di misurare tutto lo spettro del visibile e di utilizzare la luce in svariati campi come l'infrarosso nelle fibre ottiche, oppure le onde radio su banda a microonde dello spettro elettromagnetico nei GPS.
La vita é aria intessuta con la luce, sosteneva Moleschott. Tale pensiero peraltro é comprensibile solo se ci si sofferma sulla conoscenza in dettaglio della fotosintesi clorofilliana, nella quale sei molecole di anidride carbonica (prese dall'aria) e sei molecole di acqua si combinano, grazie a 48 fotoni da 1,86 eV di luce solare, per formare una molecola organica di zucchero glucosio, liberando sei molecole di ossigeno. Tutto apparentemente banale, ma di complessità stratosferica e non ancora completamente chiarito, nei passaggi energetici di miliardesimi di miliardesimi di secondo, come un problema di quantistica.
Ci vuole, a detta di Bianucci, un'attitudine più ampia che dia significato alla conoscenza, non si deve quindi guardare il mondo senza dargli significato, anche in modo poetico, e la tecnologia e la scienza devono stare dentro ad alcuni confini della società, ma a suo parere non ci devono essere confini per la libertà di studio e di ricerca. Si deve cercare sempre e poi decidere cosa fare di quanto si é trovato.
La domanda che ci si é posti a lungo é: "la terra é un pianeta azzurro o un pianeta verde?"
Non é azzurro, anche se dallo spazio così appare agli astronauti, ma verde perché sulla terra abbiamo 3000 miliardi di alberi  ovvero 405 alberi per abitante, quindi é il pianeta dei vegetali che ci danno16000 tonnellate al sec di vita. Gli animali, e l'uomo fra di essi, sono ben poca parte della totalità dei viventi, infatti la biomassa é per il 97 per cento vegetale, ma la responsabilità dell'uomo é soprattutto legata alla necessità di non alterare gli equilibri complessi (vedasi il problema della sovrabbondanza di anidride carbonica) del sistema chiuso Terra.
L'interessante conferenza si é conclusa con l'analisi dei cicli circadiani (cicli vitali collegati all' alternarsi del dí e della notte) nei vegetali e nell'uomo. Si é considerato infine l'impiego dei led a luce azzurra nella quotidianità delle persone e la possibilità che essi siano causa di disturbi nell'alternarsi del sonno e della veglia, conseguenti alla luce che emettono uguale a quella del cielo azzurro, che invita, se impiegati in locali dediti al sonno, al risveglio delle attività vitali giornaliere.

Abbiamo quindi a disposizione una infinità di scoperte e di tecnologie in grado di migliorare la nostra esistenza se siamo in grado di valutare per ognuna gli aspetti positivi e negativi e di lavorare costantemente per il predominio dei primi sui secondi, convinti che valga sempre la pena di impegnarsi a tale proposito.

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