Riflessioni filosofiche sulla scienza
offerte dal caso delle onde
gravitazionali
L'annuncio da parte
di LIGO_VIRGO in data 11 febbraio della “scoperta” fisica delle onde
gravitazionali ha avuto una eccezionale coincidenza, ovvero le celebrazioni del
2015, appena concluse, per i cento anni della relatività generale di Albert
EINSTEIN. L'osservazione del fenomeno, previsto nella trattazione matematica di
Einstein, ma rimasto senza conferma sperimentale, ha notevoli ricadute sulla
scienza. Tali ricadute non saranno necessariamente solo fisiche e tecnologiche,
ma anche di politica e organizzazione della ricerca scientifica, nonché di
filosofia della scienza, secondo il parere espresso da Elena Castellani,
professore al Dipartimento di filosofia dell'Università di Firenze, in un
articolo pubblicato dalla rivista “Scienze”. Secondo l'Autrice dell'articolo ci
si può soffermare su alcuni dei molteplici aspetti di interesse filosofico
messi in gioco dal caso delle onde gravitazionali. Un aspetto, già evidenziato
da Einstein, riguarda la natura delle teorie scientifiche e in particolare la
teoria della relatività generale, valutata come “Teoria di principio”, ovvero
una costruzione teorica dove a partire da principi, cioè proprietà generali dei
fenomeni determinate su base empirica, si deducono formule matematiche che
possono essere applicate a tutti i casi particolari; sono appunto un esempio di
“caso particolare” le onde gravitazionali la cui rilevazione costituisce un
importante tassello del supporto empirico a conferma della teoria. Nel caso
dell'osservazione delle onde gravitazionali si è avuto il successo del “Metodo
Scientifico” tradizionale, con il controllo dell'esperienza su di una
elaborazione teorica, matematicamente sofisticata, finalizzata allo studio
descrittivo del mondo naturale. Il problema è posto dalle posizioni empiriste,
un po' radicali ancora sostenute oggigiorno, per le quali la costruzione
teorica deve sempre andare di pari passo con la conferma sperimentale, ma
quanto si è disposti ad aspettare tale conferma sperimentale? In questo caso ci
sono voluti cento anni, pur fra grandi dubbi dello stesso Einstein e di altri
scienziati dediti al progetto, per il superamento di difficoltà tecnologiche e
di elaborazione di previsioni teoriche da sottoporre al controllo empirico.
Potrebbero legittimamente essere considerati altri tipi di conferme, senza
svalutare la teoria, in attesa delle dirette prove sperimentali? • Un altro
aspetto riguarda “Il ruolo delle analogie” nello sviluppo delle teorie
scientifiche. Lo stesso Einstein mutò spesso posizione rispetto all'esistenza delle
onde gravitazionali, influenzato dal tipo di analogie considerate di volta in
volta nell'elaborazione della sua teoria. Le analogie considerate e motivanti
tale fenomeno furono: “la teoria maxwelliana del campo elettromagnetico” da un
lato e dall'altro “la teoria newtoniana della gravitazione”. La prima analogia
suggeriva l'esistenza delle onde gravitazionali per i moti dei corpi celesti in
similitudine con le onde elettromagnetiche nei moti delle cariche elettriche,
ma la seconda analogia mentre forniva soluzioni alle equazioni della relatività
generale, sembrava negare l'esistenza di onde gravitazionali rilevabili.
L'analogia è quindi uno strumento euristico utile, ma delicato e quindi da
utilizzare con le dovute cautele e spesso solo in modo parziale.
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