LA PAROLA DEL MESE
A turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di aprirsi verso nuove riflessioni
Giugno 2016
Femminicidio
Composto
dal s. f. femmina
con l’aggiunta del confisso -cidio.
Uccisione
diretta o provocata, eliminazione fisica o annientamento morale della donna e
del suo ruolo sociale.
La
parola femminicidio esiste nella lingua italiana solo a partire dal 2001. Fino
a quell'anno, l'unica parola esistente col significato di uccisione di una
donna era uxoricidio. Ma uxoricidio, composta con quella parola latina, uxor,
quindi moglie, alludeva per l'appunto solo all'uccisione di una donna in quanto
moglie e veniva estesa anche agli uomini, quindi al coniuge in generale. Non
avevamo una parola che alludesse all'uccisione della donna proprio in quanto
donna. Nella lingua inglese invece, dal 1801 esisteva la parola femicide. E a
questa prima parola se ne accostò, a partire dal 1992, un'altra che è
feminicide. La parola fu coniata dalla criminologa Diana Russell, che la usò in
un proprio saggio. Nell'anno successivo, il 1993, l'antropologa messicana
Marcela Lagarde usò la parola femminicidio, per l'appunto, e la parola cominciò
a diffondersi. L'antropologa aveva usato questa parola per studiare, per
ricordare i numerosissimi omicidi di donne che erano stati compiuti ai confini
tra il Messico e gli Stati Uniti. E appunto, la parola femminicidio serviva
proprio ad indicare questo tipo particolare di uccisione. La parola
femminicidio si è diffusa nella lingua italiana a partire dal 2008. In
quell'anno è stato pubblicato da Barbara Spinelli un libro intitolato
Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico
internazionale. E da quel momento in poi la parola ha cominciato a circolare,
prima di tutto nella stampa, nei giornali e poi a entrare proprio nel circolo
della nostra lingua. Contrariamente a quanto si sente ripetere spesso, femminicidio
non è una brutta parola. E' una parola formata del tutto regolarmente, unendo e
componendo insieme la parola femmina, con quella parte finale -cidio, che ha il
significato appunto di uccisione. Uccisione di una donna. Non è la parola ad
essere brutta e spesso si ha paura delle parole non per il loro aspetto
esterno, ma per il significato e per l'avvenimento che evocano
Voglio fare solo una piccola precisazione sulla parola Femminicidio. Questo neologismo ormai è entrato nell’uso corrente, appare sempre più spesso nel dibattito istituzionale ma anche e soprattutto nella comunicazione mediatica. Termine però ancora fastidioso e urticante perché in odore di femminismo con un richiamo al rapporto primario tra i sessi. Questa parola non indica genericamente l’ammazzamento di una persona di sesso femminile ma indica invece che quella donna è una donna e chi l’uccide è un uomo!
RispondiElimina