domenica 2 settembre 2018

La Parola del mese - Settembre 2018


La parola del mese

 A turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di aprirsi verso nuove riflessioni

Settembre 2018

Succede talvolta di imbatterci, durante una lettura, in un termine, di uso non proprio comune, che nell’ambito di quel testo ha un significato sufficientemente chiaro e quindi, in apparenza, per noi acquisito. Succede poi di ritrovare, in altre situazioni, lo stesso termine che però, in quel differente contesto pur mantenendo la stessa impronta di fondo, “suona” leggermente diverso,. E’ quanto ci è personalmente successo incuriosendoci quel tanto che basta per scegliere quel termine – inizialmente incontrato nel saggio “Vita activa - La condizione umana” di Hanna Arendt, e quindi lì utilizzato nella sua accezione “filosofica”, e più in particolare “marxiana – come “Parola del mese”:

Reificazione

Ed è da questa sua specifica accezione che iniziamo la sua conoscenza più approfondita:

(dal Vocabolario on-line Treccani)

reificazione = Dal latino res (al genitivo rei), cioè cosa + facere cioè fare, può essere 'tradotto' come "far diventare oggetto", "rendere cosa".

……Secondo la dottrina di K. Marx, il processo per cui, nel sistema capitalistico di produzione, il lavoro umano è ridotto a merce e i rapporti sociali si configurano come rapporti tra cose. Il termine si è diffuso attraverso la traduzione francese del termine tedesco “Verdinglichung = «materializzazione” usato da Marx. Nella sua accezione marxiana, il concetto di reificazione è stato ampiamente sviluppato da G. Lukács nel suo saggio ”La reificazione e la coscienza del proletariato“ (contenuto in Storia e coscienza di classe, 1923) ed è poi stato ripreso dai teorici della Scuola di Francoforte.

Una sua interpretazione a carattere più ampio è in effetti quella che lo definisce come: Processo mentale per cui si converte in qualche cosa di concreto, o si viene a considerare tale, ciò che ha soltanto esistenza astratta, ossia il processo di ridurre a cosa, di trattare alla stregua di cosa materiale istanze intellettuali e psichiche, morali, storico-culturali.

Questo suo significato “ampio” è alla base di particolari e specifici utilizzi in campi diversi e variegati:

(da Wikipedia)

In Sociologia = Il concetto di reificazione come Versachlichung (oggettivazione), è stato usato in senso descrittivo anche dai sociologi Peter L. Berger e Thomas Luckmann nell'opera "La realtà come costruzione sociale", per spiegare l'"oggettività del mondo istituzionale" come "oggettività umanamente prodotta e costituita". Le istituzioni sociali sono quindi il frutto dell'oggettivazione di ciò che l'uomo fa, ma non per questo acquista "uno stato ontologico indipendente dall'attività umana che l'ha prodotta"

in Psicologia = In termini psicologici, la reificazione rientra in modelli interpretativi, come per esempio nel modello psicoanalitico dell'Io, Es e Super-Io. Un significato più strettamente socio-psichiatrico, ma per molti aspetti attuale, rimanda invece all'alterazione schizofrenica, interpretata da Joseph Gabel (1962) nei termini della dialettica hegeliana soggetto-oggetto: la reificazione è, precisamente, l'assenza di tale dialettica, che porta l'individuo ad assolutizzare l'identità di soggetto-oggetto; in tal caso, si parla sia di reificazione clinica, per cui l'individuo si assimila alle cose, che di reificazione sociale, per la quale l'individuo si percepisce come oggettivato e quindi alienato entro la sfera del sociale.

in Logica = La reificazione è una fallacia, o un'ambiguità, quando un'astrazione (i.e., una credenza astratta o un costrutto ipotetico) viene trattata come se fosse un concreto evento reale o un'entità fisica

in Informatica = è quel procedimento di creazione di un modello di dati basato su un concetto astratto predefinito. Mediante la reificazione, un computer può quindi compiere elaborazioni riguardanti un'entità astratta come se si trattasse di un insieme qualsiasi di dati di altro tipo

in Etica = la reificazione è relativa ad ogni comportamento che viola principi etici o morali, come la dignità e l'integrità psicofisica della persona. In questo senso, può essere definita come reificante ogni pratica o comportamento finalizzato alla strumentalizzazione di altre persone, in quanto esse vengono trattate alla stregua di oggetti privi di sensibilità e di vita, quindi come cose o merci (Martha Nausbam) da usare ai fini del proprio tornaconto personale. Secondo Axel Honneth (2005), rientrano in questo ambito fenomeni come la richiesta di maternità sostitutive, la mercificazione delle relazioni amorose, lo sviluppo pervasivo dell'industria del sesso, nonché fenomeni di autoreificazione, ovvero "forme di esperienza dei propri sentimenti e dei propri desideri secondo il modello delle entità cosali"

ed infine, con declinazioni ovviamente personali, in Letteratura = il fenomeno della reificazione è presentato, con vari accorgimenti stilistici ed estetici, da autori come Michel Houllebecq, Haron Brodkey, Raymond Carver, Elfriede Jelinek, Peter Bieri. Esempi di autoreificazione si trovano nelle opere di Judith Hermann e di Katrin Roggla, mentre, nel panorama italiano, rientra, nell'ambito dell'autoreificazione, il romanzo di Giuseppe Genna, Italia De Profundis (2008). In ogni caso, si tratta comunque di una condizione psicoaffettiva di totale mancanza di empatia, di completa indifferenza e rassegnazione, che spinge coloro che ne sono affetti a trattare sé stessi e gli altri come se fossero cose o, comunque, entità prive di qualsiasi significato non materiale.

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