“L’angolo dell’arte”
Spazio mensile curato da
Valter Alovisio – Point Zero
Cari amici,
in tanti mi hanno chiesto se vale la pena andare a
vedere la mostra sui Macchiaioli alla
GAM di Torino.
L’ho vista e dico assolutamente di sì. Tanto che ho
deciso di segnalarla sul Blog.Non mi dilungo sulla presentazione perché la si può trovare comodamente su:
Sui Macchiaioli italiani e sul rapporto coevo con gli
Impressionisti francesi in questi anni si è discusso a lungo. In modo teorico e
critico, promuovendo anche molte mostre.
Ciò che forse è mancato è un approfondimento critico
all’interno delle dinamiche regionali del fenomeno, tutto Italiano, della
Pittura cosiddetta “di macchia”. In particolare del rapporto tra il gruppo fiorentino, quello torinese ed anche genovese.
Il senso di questa mostra torinese sui Macchiaioli sta
proprio nella volontà di colmare questa
lacuna critica ed espositiva.
Segnalo, ed invito a non perdere, la visione del video
introduttivo in cui Virginia Bertone
(Conservatore capo GAM di Torino) dialoga a distanza con Francesca Bertone, storica dell’arte dell’Accademia di Firenze. Si
possono così comprendere bene le ragioni e le scelte espositive operate dalle
due curatrici della mostra.
Sono 80 le opere in mostra,
provenienti dai più importanti musei italiani, enti e collezioni private.
L’organizzazione della
mostra è per sezioni tematiche, in cui
si racconta la storia del movimento dei Macchiaioli, dalle sue origini fino al
1870.
Questo movimento intendeva
rinnovare il linguaggio figurativo della pittura italiana ed europea.
Fu proprio a Torino che nel 1861 quest’arte ebbe la
sua prima affermazione alla Promotrice delle Belle Arti, poiché
nella città proclamata capitale vi era un particolare fermento culturale e
poiché proprio nel 1963 nacque quella che oggi è la GAM.
A questo proposito è proprio la vasta
collezione ottocentesca della GAM che permette il confronto con la
pittura macchiaiola. Così nel bicentenario della nascita si pone l’attenzione
sull’opera del Fontanesi, della Scuola di Rivara e
della Scuola dei Grigi, tutti artisti che la mostra indica come
elementi di confronto con la pittura macchiaiola.
Antonio
Fontanesi
Aprile, 1872-1873
olio su tela, cm 171 X 254,8.
Torino, Galleria d’Arte Moderna
Il percorso parte proprio dal
contenuto innovativo che i Macchiaioli hanno portato alla storia dell’arte,
mettendo in esposizione alcuni pittori accademici di gusto romantico o purista
confrontati con i futuri macchiaioli come Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Cristiano
Banti e Odoardo Borrani.
Giovanni Fattori
Soldati francesi alle Cascine 1859 ca.
Olio su cartone applicato su tela cm.14,5×43,5
Collezione privata© Archivio Francesca Dini Giovanni Fattori – Firenze
Furono proprio le opere delle prime Promotrici delle Belle Arti,
della prima Esposizione nazionale di Firenze del 1861 e come
spunto anche l’Esposizione Internazionale di Parigi del 1855,
che indicarono ai giovani macchiaioli la definizione del percorso. Questo
dialogo portò alcuni artisti tra Piemonte, Liguria e Toscana
alla ricerca del “vero” in
modo innovativo e rivoluzionario.
Cristiano
Banti
In via per la chiesa (ritorno dalla Messa) 1865
In via per la chiesa (ritorno dalla Messa) 1865
Olio su
tavole cm.38×45
Courtesy Società Belle Arti Viareggio ©
Società di Belle Arti
Segnalo l’ultima Sezione in cui si affronta
la storia di due riviste come Il Gazzettino delle Arti del 1867
pubblicata a Firenze e Arte
in Italia del 1869 a Torino, dove critici come Martelli e Signorini e altri presentando il loro punto di vista sull’arte europea
di quegli anni hanno fatto comprendere come la svolta macchiaiola abbia compiuto
il suo ruolo innovatore non solo in Italia, dialogando e poi unendosi a tutti
gli artisti europei. Alla ricerca della modernità!
Valter
Alovisio
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