lunedì 7 gennaio 2019

L'angolo dell'arte - Gennaio 2019



“L’angolo dell’arte”
Spazio mensile curato da
Valter Alovisio – Point Zero

Cari amici,

in tanti mi hanno chiesto se vale la pena andare a vedere la mostra sui Macchiaioli alla GAM di Torino.
L’ho vista e dico assolutamente di sì. Tanto che ho deciso di segnalarla sul Blog.
Non mi dilungo sulla presentazione perché la si può trovare comodamente su:


Sui Macchiaioli italiani e sul rapporto coevo con gli Impressionisti francesi in questi anni si è discusso a lungo. In modo teorico e critico, promuovendo anche molte mostre.
Ciò che forse è mancato è un approfondimento critico all’interno delle dinamiche regionali del fenomeno, tutto Italiano, della Pittura cosiddetta “di macchia”. In particolare del rapporto tra il gruppo fiorentino, quello torinese ed anche genovese.
Il senso di questa mostra torinese sui Macchiaioli sta proprio nella volontà di colmare questa lacuna critica ed espositiva.
Segnalo, ed invito a non perdere, la visione del video introduttivo in cui Virginia Bertone (Conservatore capo GAM di Torino) dialoga a distanza con Francesca Bertone, storica dell’arte dell’Accademia di Firenze. Si possono così comprendere bene le ragioni e le scelte espositive operate dalle due curatrici della mostra.
Sono 80 le opere in mostra, provenienti dai più importanti musei italiani, enti e collezioni private.
L’organizzazione della mostra è per sezioni tematiche, in cui si racconta la storia del movimento dei Macchiaioli, dalle sue origini fino al 1870.
Questo movimento intendeva rinnovare il linguaggio figurativo della pittura italiana ed europea.
Fu proprio a Torino che nel 1861 quest’arte ebbe la sua prima affermazione alla Promotrice delle Belle Arti, poiché nella città proclamata capitale vi era un particolare fermento culturale e poiché proprio nel 1963 nacque quella che oggi è la GAM.
A questo proposito è proprio la vasta collezione ottocentesca della GAM che permette il confronto con la pittura macchiaiola. Così nel bicentenario della nascita si pone l’attenzione sull’opera del Fontanesi, della Scuola di Rivara e della Scuola dei Grigi, tutti artisti che la mostra indica come elementi di confronto con la pittura macchiaiola.

Antonio Fontanesi
Aprile, 1872-1873
  olio su tela, cm 171 X 254,8.
 Torino, Galleria d’Arte Moderna

Il percorso parte proprio dal contenuto innovativo che i Macchiaioli hanno portato alla storia dell’arte, mettendo in esposizione alcuni pittori accademici di gusto romantico o purista confrontati con i futuri macchiaioli come Silvestro Lega, Giovanni FattoriCristiano Banti Odoardo Borrani.
Giovanni Fattori
Soldati francesi alle Cascine 1859 ca.
 Olio su cartone applicato su tela cm.14,5×43,5
Collezione privata© Archivio Francesca Dini Giovanni Fattori – Firenze


Furono proprio le opere delle prime Promotrici delle Belle Arti, della prima Esposizione nazionale di Firenze del 1861 e come spunto anche l’Esposizione Internazionale di Parigi del 1855, che indicarono ai giovani macchiaioli la definizione del percorso. Questo dialogo portò alcuni artisti tra PiemonteLiguria e Toscana alla ricerca del “vero” in modo innovativo e rivoluzionario.
Cristiano Banti
In via per la chiesa (ritorno dalla Messa
) 1865 
Olio su tavole cm.38×45 
 Courtesy Società Belle Arti Viareggio © Società di Belle Arti 
 Segnalo l’ultima Sezione in cui si affronta la storia di due riviste come Il Gazzettino delle Arti del 1867 pubblicata a Firenze e Arte in Italia  del 1869 a Torino, dove critici come Martelli e Signorini e altri presentando il loro punto di vista sull’arte europea di quegli anni hanno fatto comprendere come la svolta macchiaiola abbia compiuto il suo ruolo innovatore non solo in Italia, dialogando e poi unendosi a tutti gli artisti  europei. Alla ricerca della modernità!
Valter Alovisio

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