martedì 30 dicembre 2014

Fisica, bellezza, grandezze e…..misteri


Da una intervista alla Direttrice del CERN di Ginevra Fabiola Gianotti
(La Repubblica del 28/12/14)

 Nel campo delle scienze esatte è indubbio che le scoperte più interessanti stiano arrivando dalla Fisica Teorica e dalle Neuroscienze; da questa intervista si ricava la conferma non solo di come le tecnologie moderne (l’acceleratore di particelle del CERN di Ginevra è del suo una autentica meraviglia dell’ingegno umano) stiano portando la Fisica alle soglie dei misteri più profondi dell’universo ma anche della “saggezza” di chi, operando in questo campo, giunge ai confini del sapere. Come non restare colpiti dalle definizioni che  Fabiola Gianotti dà della bellezza così come l’ha ricavata dalla Fisica: “la bellezza è una simmetria imperfetta”, e quella della materia oscura (quella parte pari al 20% di tutta la materia dell’Universo di cui nulla sappiamo): “la misura della nostra ignoranza”, quella di scienziato: “una intelligenza come quella di un artista, deve andare al di là della realtà, musica e pittura sono le arti più vicine alla Fisica”, piuttosto che la risposta data alla domanda se mai l’uomo arriverà a sapere tutto “il cervello umano non smetterà mai di farsi domande”  Impressionano infine le grandezze degli elementi su cui si concentra la ricerca, per capire qualcosa di più dell’Universo (del quale si conosce l’età, all’incirca 14 miliardi di anni, e la dimensione della parte osservabile, un diametro di 93 miliardi di anni luce, ma la sua espansione procede) si studiano gli effetti delle collisioni di protoni, particelle che hanno una dimensione non perfettamente fissabile, ma basti pensare che sul puntino di questa i potrebbero starcene 500 miliardi. Grandezze che a noi profani suscitano stupore e meraviglia, ma che soprattutto dovrebbero indurre tutti a visioni meno antropocentriche. Ma una grandezza, precisata nell’intervista, colpisce in modo particolare: “la Fisica è arrivata a capire cosa è successo un centesimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang, ma siamo lontani da capire cosa è successo prima”, dà il capogiro pensare che su questa grandezza si misura il confine tra  conoscenza e mistero o, se vogliamo, tra scienza ed altre manifestazioni dell’umano sentire.

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