sabato 1 ottobre 2016

La parola del mese - Ottobre 2016

LA PAROLA DEL MESE 


A turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di aprirsi verso nuove riflessioni


OTTOBRE 2016


DIGNITA’

Dal Vocabolario on line Treccani:
dignità (dal lat. dignĭtas -atis, der. di dignus “degno”)
il termine riveste diversi significati, qui lo prendiamo in considerazione nella sua accezione di = Condizione di nobiltà morale in cui l’uomo è posto dal suo grado, dalle sue intrinseche qualità, dalla sua stessa natura di uomo, e insieme il rispetto che per tale condizione gli è dovuto e ch’egli deve a sé stesso:

Dalla Enciclopedia Filosofica  on line Treccani:
…….la condizione di nobiltà ontologica e morale in cui l’uomo è posto dalla sua natura umana, e insieme il rispetto che per tale condizione gli è dovuto e che egli deve a sé stesso. La dignità piena e non graduabile di ogni essere umano (il suum di ciascuno), ossia il valore che ogni uomo possiede per il semplice fatto di essere uomo e di esistere è ciò che qualifica la persona, individuo unico e irripetibile. Il valore dell’esistenza individuale è dunque l’autentico fondamento della dignità umana. Secondo Tommaso d’Aquino e la concezione cristiana, la dignità dell’uomo sta nel suo essere creato a immagine e somiglianza di Dio e nella sua capacità di orientare le proprie scelte in una continua tensione etica verso Dio. Per IKant, la dignità sta nel suo essere razionale e capace di vita morale, ed è ciò che gli impone di agire sempre «in modo da trattare l’uomo, così in te come negli altri, sempre anche come fine e mai solo come mezzo».  Sotto il profilo giuridico-ordinamentale, emerge un riferimento alla dignità della persona come titolarità organica di interessi intrinsecamente legati alla natura umana, ossia come riconoscimento di un diritto costitutivo e inviolabile corrispondente alla qualità di uomo in quanto tale, dal concepimento alla morte naturale. Nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 si legge che «l’unico e sufficiente titolo necessario per il riconoscimento della dignità di un individuo è la sua partecipazione alla comune umanità». Il principio di uguaglianza e non discriminazione, fondato sul riconoscimento della pari dignità ontologica di ciascun uomo, costituisce, infatti, il cardine della moderna civiltà giuridica e dello stato di diritto. Ogni persona, pertanto, è tutelata dal diritto in maniera diretta e immediata in virtù del valore autonomo e intrinseco della sua dignità. Per questo una società giusta può essere realizzata solo nel rispetto e nella promozione della dignità di ogni persona, fine e valore in sé.

Stefano Rodotà
"Dignità: oggi è questa la parola-chiave"
(estratto di alcuni passaggi dell’intervista rilasciata a La Repubblica del 23/09/2016)

…….Un principio inaccettabile per la sinistra è la riduzione della persona a homo oeconomicus, che si accompagna all'idea di mercato naturalizzato: è il mercato che vota, decide, governa le nostre vite. Ne discende lo svuotamento di alcuni diritti fondamentali come istruzione e salute, i quali non possono essere vincolati alle risorse economiche. Allora occorre tornare alle parole della triade rivoluzionaria, eguaglianza, libertà e fraternità, che noi traduciamo in solidarietà: e questa non ha a che fare con i buoni sentimenti ma con una pratica sociale che favorisce i legami tra le persone. Non si tratta di ferri vecchi di una cultura politica defunta, ma di bussole imprescindibili. Alle quali aggiungerei un'altra parola-chiave fondamentale che è “dignità".  Ho dovuto rivedere alcuni miei giudizi giovanili insofferenti al personalismo cattolico, che lasciò una forte traccia sulla Costituzione. Ma la dignità è anche legata al tema del lavoro. C'è un passaggio essenziale della Carta, l'articolo 36, che stabilisce che la retribuzione deve garantire al lavoratore e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa. La nostra Costituzione, insieme a quella tedesca, rappresentò l'unica vera novità del costituzionalismo del dopoguerra. Noi con il lavoro, i tedeschi con l'inviolabilità della dignità umana, principio reso necessario dai crimini del nazismo. Italia e Germania avvertivano più degli altri il bisogno di uscire da un mondo tragico per rifondarne uno radicalmente diverso

1 commento:

  1. Dignità è ciò che fa di un uomo una persona. Nella realtà di oggi questa parola ha perso il suo vero significato. Come possono avere dignità tutte quelle persone stipate sui barconi o in lunghe fila verso le frontiere che spesso li respingono o che bivaccano in campi di fortuna aspettando un po' ....di umanità. E quelli che sono stati, in qualche modo, presi in carico e ospitati in strutture in cui trovano un letto e un pasto, ma che vivono reclusi circondati da muri e da alte barriere che impediscono loro di uscire e sono "in prigione" senza aver ancora commesso reati!

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