lunedì 1 ottobre 2018

La "Parola del mese" - Ottobre 2018


La parola del mese

 A turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di aprirsi verso nuove riflessioni

OTTOBRE 2018

Il prossimo programma di CircolarMente invita a volgere i nostri sguardi verso i “FUTURI” più o meno prossimi. Un invito che richiede disponibilità a confrontarci senza preconcetti con il “nuovo”, ma mantenendo al tempo stesso un giusto spirito critico.  Un corretto approccio che presuppone anche la maggiore consapevolezza possibile del “tipo di sguardo” che tutti noi, in quanto umani, possiamo utilizzare. Si riapre in questo senso un immediato collegamento con alcune precedenti “Parole del mese” che miravano a far riflettere su importanti questioni di fondo in qualche modo preliminari per l’esercizio di un consapevole “sguardo”, ad esempio sul rapporto mente-coscienza e su cosa si debba intendere per “intelligenza”. Sullo sfondo si muove il pregnante tema della “realtà”, e cioè di cosa parliamo quando utilizziamo questo termine. Il titolo di un breve ma denso saggio del fisico teorico Carlo Rovelli è esemplare in questo senso: “La realtà non è quella che ci appare”. Da tempo abbiamo infatti appreso che i nostri sensi, e le conseguenti costruzioni mentali che su di essi poggiano, non ci consentono di cogliere l’intera gamma dei fenomeni che ci circondano. Ed è risaputo che fin dagli albori della evoluzione umana, ben prima di raggiungere tale conoscenza e consapevolezza, ci interroghiamo sul rapporto realtà-pensiero. Questa parola del mese è nella sua sinteticità, superate alcune difficoltà iniziali, un buon passepartout per riflettere su questo eterno dilemma…….

Qualia

qualia (plurale neutro latino di quale, is cioè qualità, attributo, modo) sono, nella filosofia della mente, gli aspetti qualitativi delle esperienze coscienti. Ogni esperienza cosciente ha una sensazione qualitativa diversa da un'altra. I qualia sono estremamente specifici e caratterizzano essenzialmente le singole esperienze coscienti.

Non è facile trovare sui dizionari il significato di “qualia”, quella riportata è la definizione che si legge nella pagina di Wikipedia (utilizzata anche per ripercorrere il dibattitto filosofico e scientifico sul tema dei qualia pubblicato con post a sé stante) che di per sé  forse poco aiuta a capire, non diversamente peraltro da quella reperibile sulla Enciclopedia on-line Treccani….

Insieme delle caratteristiche sensoriali soggettive, dettagli qualitativi inesprimibili dalla percezione individuale, a cui soltanto il soggetto percipiente può accedere. Da un punto di vista filosofico, i qualia soggettivi delle sensazioni personali costituiscono un qualcosa di aggiuntivo e di diverso rispetto al ruolo causale e relazionale che le sensazioni fisiche possono svolgere all’interno dei processi cognitivi. Secondo molti autori, tali qualia intrinseci, benché facilmente individuabili dal punto di vista personale, sono in sé e per sé degli elementi assolutamente semplici e quindi non analizzabili dalle scienze fisiche, e non rappresentano un tipo di fenomeno spiegabile con l’approccio sperimentale classico delle neuroscienze. Essi sono semplici in termini metafisici ed esclusivamente soggettivi, mentre ogni loro ricostruzione fisica dovrebbe basarsi su strutture causali e relazionali ed essere totalmente obiettiva. All’interno del dibattito filosofico sul rapporto mente/cervello, lo studio sulla natura dei qualia rappresenta il nucleo delle argomentazioni dei dualisti contro il materialismo riduttivo.

Può aiutarci a meglio capire cosa dobbiamo intendere per qualia  l’articolo, intitolato “Ciò che Mary non sapeva” pubblicato nel 1986 dal filosofo australiano Frank Jackson (uno dei maggiori sostenitori dell’esistenza e del ruolo dei qualia), nel quale si immaginava una ragazza, Mary, nata e cresciuta in una stanza priva di colori (gli unici colori permessi erano il bianco e il nero). Tuttavia a Mary era anche permesso leggere libri di neurofisiologia grazie ai quali divenne una grande esperta del funzionamento del cervello. Mary sapeva quindi molto bene come il sistema visivo umano distingueva le diverse frequenze dello spettro elettromagnetico, e quindi cosa fossero i colori. Supponendo che un giorno Mary venisse liberata e fatta uscire dalla stanza, per la prima volta ella avrebbe visto i colori e appreso come esperienza diretta, per esempio, com'è vedere un colore rosso anche se già sapeva come il suo apparato sensoriale lo distingueva dalle altre frequenze delle spettro elettromagnetico! Paradossalmente, quindi, Mary avrebbe appreso qualcosa di nuovo riguardo ai colori anche se già sapeva cosa fossero. A significare quindi che è solo grazie ai qualia, ossia alle soggettive rappresentazioni mentali che si creano nella nostra mente entrando in contatto con il mondo reale, che possiamo avere una conoscenza completa della realtà.

E’ davvero così? Quanto pesa per la nostra conoscenza l’esatta scientifica rappresentazione del reale piuttosto che l’immagine che di esso ci viene consentita, dopo averla prodotta, dalla nostra soggettiva relazione con il mondo che ci circonda?

E’ questa la riflessione che il termine “qualia” ci sollecita; una riflessione che da sempre vede dibattere e dividersi il pensiero filosofico, e scientifico, a partire dalla stessa negazione della loro esistenza. Per chi avesse interesse a seguire questo dibattito proseguiamo con una sua sintesi, molto, moltissimo di massima, inserita in questo blog come successivo post a sé stante.

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