martedì 30 ottobre 2018

Sintesi della conferenza del Prof. Mezzalama - a cura di Enzo Bertolini



Relazione del Prof. Marco Mezzalama su:
“La folle corsa delle tecnologie digitali:
 dai Big Data all’Intelligenza Artificiale”
10 Ottobre 2018



Il professor M. Mezzalama, docente di Sistemi di Elaborazione presso il Politecnico di Torino, è stato uno dei precursori italiani nell’utilizzo di Internet e delle tecnologie del Web, e nel corso della sua brillante carriera ha ricoperto importanti incarichi Accademici e professionali, sedendo in diversi Consigli di Amministrazione di Istituzioni ed aziende tecnologiche. Il sentimento di parziale turbamento con cui viene vissuta questa epoca di consistenti rivoluzioni delle tecnologie, è dovuta a quanto esse incidono non solo sul terreno dell’evoluzione degli strumenti in nostro possesso, ma altresì sull’impatto dirompente che producono sul piano economico e sociale. Questo fatto però non deve spaventarci più di tanto, (ovviamente preoccuparci e porci interrogativi , sì!), in quanto , pur in condizioni diverse è la condizione che caratterizza tutte le rivoluzioni economiche che abbiamo vissuto nei secoli e nelle epoche passate. Poniamoci alla fine del ‘700 con l’introduzione della macchina a vapore. Nel giro di pochi decenni la società/civiltà agricola che aveva resistito per secoli, in pochi anni si è profondamente trasformata se non addirittura sparita, e ci fu il sorgere addirittura di nuove classi sociali : “la Borghesia”, “il Proletariato”. Alla fine dell’800 con l’avvento del motore a scoppio e della luce elettrica, un’altra importante rivoluzione si affermò trasformando ulteriormente la base economica e sociale delle nostre città e nazioni occidentali. Ciò che ci fa vivere con angoscia il nostro tempo, è la rapida trasformazione del contesto economico, con la sparizione di “mestieri” passati e l’insorgere di nuove professionalità. Tale fenomeno è caratteristico delle rivoluzioni tecnologiche che profondamente mutano il contesto economico di una società, e di per sé sono ineluttabili. Il ‘900 è stato il secolo delle macchine, che hanno sostituito la forza muscolare dell’uomo nel lavoro, ed hanno indotto l’emancipazione dallo sforzo fisico e dalla fatica. Il 2000 si pone come il secolo delle Tecnologie correlate alle informazioni, e quindi in qualche misura si pongono nell’area tradizionalmente occupata dal cervello umano, con l’intento di aiutarlo o sostituirlo. Ciò evidentemente aumenta le nostre riserve e preoccupazioni. Entrando nel vivo del tema della relazione, è evidente quanto rapido sia stato lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione dal dopoguerra ad oggi ed in particolare negli ultimi trent’anni. In quest’ultimo lasso di tempo la capacità di calcolo di un “processore” è cresciuta di un Milione di volte, ed il costo per unità di calcolo si è ridotto di 10 milioni di volte. Se lo stesso paradigma di sviluppo fosse applicato alle vetture, noi oggi viaggeremo con auto capaci di raggiungere i 100.000km/h consumando poche gocce di carburante.  Tale incredibile riduzione dei costi è stata l’origine della larghissima diffusione che tali tecnologie hanno avuto. Ovviamente tale enorme diffusione ha avuto impatto sui “Lavori”, tanto da poter affermare che le dieci professionalità più richieste oggi, non esistevano del tutto dieci anni fa. Ciò induce naturalmente un enorme impatto anche sul sistema scolastico e formativo della società, la cui caratteristica dovrà essere sempre più di “ INSEGNARE AD IMPARARE” piuttosto che soltanto trasmetterci saperi definiti, che saranno probabilmente obsoleti nel giro di pochi anni. Le tecnologie emergenti di questo periodo e che impatteranno sulla nostra vita sono sostanzialmente tre:

-         L’internet delle cose (IoT = Internet of Things)

-         I Big Data  ( Grandi basi di dati)

-         L’Intelligenza Artificiale (AI= Artificial Intelligence)

L’IoT consiste, di fatto, nella possibilità di avere in ciascun oggetto di uso quotidiano della capacità di calcolo e di comunicazione. In breve un connubio di “Intelligenza e Connettività”. Esempi su tipologie varie di oggetti si muovono dal Telepass, ai semafori intelligenti, agli elettrodomestici, all’abbigliamento, le calzature, attrezzature sportive, telecomandi vari, auto connesse, etc. Altro esempio di immediata percezione è il nuovo servizio di “Biciclette in condivisione” (Bike Sharing), dove il servizio è reso possibile dal fatto che ogni bicicletta è identificabile e rintracciabile sul territorio, grazie ai processori che gestiscono il GPS (localizzazione satellitare) e l’identificazione dell’utente tramite una Applicazione sul Telefono cellulare che comunica con il processore della bicicletta. Enormi ambiti di utilizzo interessano il campo della domotica (automazione della casa), dove sempre maggiori applicazioni di IoT mettono in comunicazione i vari oggetti della casa , dagli elettrodomestici, al sistema di climatizzazione, al sistema di illuminazione, ai sistemi di antiintrusione, a quello di intrattenimento con accesso alla rete. Un futuro che ci cambierà in modo sostanziale il vivere quotidiano. Altra tecnologia emergente è quella relativa ai Big Data. Queste tecnologie che riguardano l’informazione hanno di fatto rotto le filiere di accesso alle informazioni, eliminando il bisogno di attori di intermediazione. Esempi eclatanti: il passaggio dal sistema postale tradizionale a quello di posta elettronica, dove sono eliminati tutti gli operatori abilitanti (uffici postali, produzione di carta e penne, stampa di francobolli, postini e distributori, e così via) o il reperimento di una informazione sconosciuta, dalla intermediazione di scuole, professori, testi enciclopedici, biblioteche, etc al semplice accesso via cellulare alle informazioni presenti sul web. Da Wikipedia, l’enciclopedia autoredatta da utenti finali a siti specifici trattanti gli argomenti più disparati. Più in generale, oggi, accedere alle informazioni è più facile di un tempo e costa relativamente poco. Nei fatti questo costituisce un elemento di democratizzazione della società, in quanto rompe il flusso di potere connesso alla disponibilità di informazioni. (ricordiamo per esemplificare il sistema monastico medioevale che riproduceva e conservava i testi antichi, da cui la Chiesa come Istituzione traeva il suo Potere sulla società). Possiamo dire che oggi viviamo in un’epoca caratterizzata dalla esplosione della quantità di informazioni. Angela Merkel ha dichiarato nella conferenza di Davos di quest’anno che: «I big data sono la materia prima del XXI secolo. La linea di confine tra chi ne avrà il possesso e chi ne sarà escluso segnerà le sorti della democrazia, della partecipazione e della prosperità economica. Se non ci muoviamo con la dovuta cautela rischiamo il ritorno dei luddisti» Le quantità di informazioni disponibili sono davvero enormi e tendono a crescere in modo esponenziale. Ogni giorno si scambiano 100 miliardi di e-mail - Ogni giorno vengono postate su Facebook 700 milioni di fotografie - 100GByte sono generati per ogni ora di volo di un Boeing 787 - 1.5TByte sono prodotti dal sistema di videosorveglianza del metro di Londra ogni minuto. Di fatto noi stessi, le organizzazioni economiche, le società e le applicazioni varie basate sull’IoT, costituiscono la fonte di generazione di questa enorme valanga di informazioni. Si stima che ogni anno vengano prodotte 10 alla 21 bytes di informazioni, cioè 1000 miliardi di miliardi di bytes , equivalenti a 323 miliardi di volumi come Guerra e Pace di Tostoj. Le informazioni sono ovviamente non solo di carattere testuale ma riguardano anche immagini, musica, video, mappe, etc. Il passaggio successivo è quello di passare dai dati alla loro elaborazione, in modo tale da estrarne indicazioni che ci aiutino a profilare e determinare trends che ci supportino nel prendere decisioni. Tali elaborazioni avvengono ormai in modo sempre più automatizzato, attraverso algoritmi di classificazione e clusterizzazione delle informazioni, allo scopo di estrarre significati dalla imponente massa di dati a disposizione. Un elemento riscontrabile è che l’enorme massa di informazione prodotta e trattata tende in generale a ridurre la riservatezza (anche in modo lecito) di informazioni che un tempo avremmo volute tutelate da forme più o meno stringenti di riservatezza. Ma nel bilancio tra utilità del processo di gestione dei dati e le preoccupazioni sulla privacy, quest’ultime tendono ad essere poste in secondo piano. Un altro rischio connesso è che tali tecnologie tendano a far disabituare al processo di utilizzazione della memoria umana, avendo garantita una facile reperibilità di ciò che ci serve. (chi ricorda più i numeri di telefono degli amici?) La vera frontiera tecnologica che si profila davanti a noi, e che può destare le nostre suggestioni, è quella della Intelligenza Artificiale. Partendo dalla previsione che:

Nel 2029 la capacità di elaborazione di un singolo processore INTEL sarà pari alla capacità elaborativa di un cervello umano, e che nel 2040 la capacità di elaborazione dei computer supererà quella degli individui umani e delle specie pensanti, ci si attende che le capacità di elaborazione razionale delle macchine supereranno quella della intelligenza umana. “Imparare e fare esperienza è l’elemento essenziale per l’evoluzione delle specie”, affermava Konrad Lorenz padre dell’etologia. Ad oggi ciò è quello che ci differenzia dalle macchine e dalle capacità di elaborazione automatica. Ma anche in questo settore gli sviluppi sono enormi e rapidi, connessi con l’accrescimento delle capacità di calcolo dei computer ed alla messa a punto di nuove tecnologie quali le Reti Neurali, che tendono a riprodurre il meccanismo/processo di apprendimento, supportato dalla disponibilità di grandi basi di dati interpretati attraverso tecniche di Machine Learning. Già oggi una parte importante di processi decisionali, appannaggio di decisori umani, sono svolti da automatismi basati su tecniche di intelligenza artificiale. Dalle decisioni di investimento dei grandi fondi finanziari internazionali, alle capacità di diagnosi oncologiche in medicina, alla capacità di gestione di processi produttivi della fabbrica automatica. Questa la distribuzione percentuale attuale dell’utilizzo di AI nei vari settori:

Banche,assicurazioni, finanza      26%

Automazione industriale(robotica) 15%

Industria automobilistica             12%

Telco                                        08%

Retail e marketing                      06%

Medicina                                   06%

Altro                                         27%

Concludendo, dobbiamo sempre aver presente l’affermazione di Kranzberg :

La tecnologia di per sè non è né buona, né cattiva, né tantomeno neutra.”

E di ciò dovranno tenere conto i progettisti delle future evoluzioni tecnologiche per poterne indirizzare gli effetti. Oltre a questo occorre aver sempre presente che le macchine si evolveranno in modo diverso da ciò che è stata l’evoluzione della specie umana. Nel senso che sapranno emulare i comportamenti umani ma non saranno umani. Per rappresentarci ciò Edsger Dijkstra diceva: “Chiedersi se un computer possa pensare è come pensare che un sottomarino possa nuotare”. Nel senso che un sottomarino agisce sott’acqua, si muove, si immerge ma certo non nuota come un pesce. Così un computer emulerà i processi decisionali umani, ma non penserà di certo né tantomeno sarà umano.

Gli uomini hanno in ogni caso una parte irrazionale che i computer ad oggi non hanno e che difficilmente potranno avere, fino a che noi non saremo in grado di decodificare le reazioni chimiche sottese alle nostre emozioni ed ai nostri sentimenti. Forse a quel punto anche gli esseri artificiali potranno emulare i sentimenti umani, e a quel punto chissà che il nostro frigorifero non possa innamorarsi della sua vicina lavastoviglie!!



Speriamo di poterci essere anche noi, allora!!



Per chi non avesse presenziato alla conferenza, e per i presenti come ulteriore richiamo alla memoria, pubblichiamo le slides utilizzate dal prof. Mezzalama come traccia di base per la sua relazione




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