sabato 17 novembre 2018

L'angolo dell'arte - Novembre 2018


“L’angolo dell’arte”
Spazio mensile curato da
Valter Alovisio – Point Zero

Cari amici,

Sono tornato da poco da Venezia ed ho ancora negl’occhi l’oscuro riverbero della pittura di Tintoretto. Inseguendo ancora i pensieri e i richiami di inquiete nuvole danzanti nel cielo ho deciso di segnalare, nell’appuntamento mensile che ho con voi, questa mostra che ho avuto opportunità di vedere.
Si tratta di una grande mostra che la città di Venezia ha voluto organizzare per celebrare il suo illustre pittore concittadino, Jacopo Rubusti, detto il TINTORETTO, a cinquecento anni dalla sua nascita
La mostra si articola in tre spazi espositivi distinti tra loro: il Palazzo Ducale, le Gallerie dell’Accademia e la Scuola Grande di San Rocco.
Fiore all’occhiello sono le grandi, grandissime tele esposte a Palazzo Ducale, giunte a seguito di una prestigiosissima collaborazione internazionale con la National Gallery di Washington, con il Prado di Madrid e con il Kunsthistorisches Museum di Vienna. Per citare solo le più importanti.

Il Paradiso    1588-1594 -Sala del gran consiglio Palazzo Ducale http://palazzoducale.visitmuve.it/
Ma la sede delle Gallerie dell’Accademia non è da meno con una mostra che ha come titolo. “Il giovane Tintoretto”. Questa seconda sezione, forse la vera novità critica di questa mostra rispetto ad altre precedenti sull’autore, è tutta incentrata sulla formazione e l’affermazione del Tintoretto nella Venezia del primo cinquecento, egemonizzata dalla figura di Tiziano. Ad essa ha certamente contribuito il convegno “La giovinezza di Tintoretto” del 2015 organizzato dalla Fondazione Giorgio Cini il cui titolo richiama le ricerche fondatrici di Rodolfo Pallucchini, a cui anche la mostra fa eco titolando appunto l’esposizione “Il giovane Tintoretto”.
La mostra delle Gallerie dell’Accademia mette in luce proprio questo percorso individuando, tra le opere certe del catalogo del giovane Tintoretto (ovvero nel decennio 1538-1548) un pittore che progressivamente abbandona il robusto naturalismo, la spazialità scandita su differenti piani di profondità, gli accostamenti cromatici della tradizione veneziana. Tutto ciò è sostituito da una pittura fatta di “effetti speciali”, impaginazioni affollate di personaggi con fughe ardite e imponenti diagonali, creazioni dalle particolari tensioni dinamiche, dai contrasti timbrici, dalle soprannaturali illuminazioni che conferiscono grande intensità drammatica. Una strada alternativa rispetto a quella dominante del cadorino Tiziano Vecellio.
Questa sezione si conclude con il tesoro tintorettiano delle Gallerie dell’Accademia: ”Lo schiavo liberato”.
Lo schiavo liberato – 1548 – Gallerie dell’Accademia http://www.gallerieaccademia.it/
Imperdibili nelle Gallerie dell’Accademia le sale di Giorgione e Giovanni Bellini e tre capolavori assoluti di Hieronymus Bosch.
La terza sezione è costituita dal grande ciclo che si trova, in modo permanente, nella Scuola Grande di San Rocco. Il “capolavoro di una vita” di Tintoretto.
Tintoretto lega indissolubilmente il suo nome a Venezia e alla storia dell’arte, a questa Scuola/Confraternita, dove lavorò per più di vent’anni (dal 1564 al 1588 circa) dipingendo oltre sessanta opere, con episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento realizzando quello che, secondo alcuni critici, è per Venezia quello che per Roma è la Cappella Sistina.


La crocifissione–1565–Sala dell’albergo Scuola Grande di San Rocco http://www.scuolagrandesanrocco.org/home/
Valter Alovisio

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