“L’angolo dell’arte”
Spazio mensile curato da
Valter Alovisio – Point Zero
Cari amici,
Sono
tornato da poco da Venezia ed ho ancora negl’occhi l’oscuro riverbero della
pittura di Tintoretto. Inseguendo ancora i pensieri e i richiami di inquiete nuvole
danzanti nel cielo ho deciso di segnalare, nell’appuntamento mensile che ho con
voi, questa mostra che ho avuto opportunità di vedere.
Si
tratta di una grande mostra che la città
di Venezia ha voluto organizzare per celebrare il suo illustre pittore
concittadino, Jacopo Rubusti, detto il TINTORETTO,
a cinquecento anni dalla sua nascita.
La
mostra si articola in tre spazi espositivi distinti tra loro: il Palazzo
Ducale, le Gallerie dell’Accademia e la Scuola Grande di San Rocco.
Fiore all’occhiello sono le grandi, grandissime tele esposte a Palazzo Ducale, giunte a seguito di una
prestigiosissima collaborazione internazionale con la National Gallery di
Washington, con il Prado di Madrid e con il Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Per citare solo le più importanti.
Il
Paradiso – 1588-1594 -Sala del gran consiglio Palazzo
Ducale http://palazzoducale.visitmuve.it/
Ma la sede delle Gallerie dell’Accademia non è da meno con una mostra che ha come
titolo. “Il giovane Tintoretto”. Questa seconda sezione, forse la vera novità critica di questa
mostra rispetto ad altre precedenti sull’autore, è tutta incentrata sulla
formazione e l’affermazione del Tintoretto nella Venezia del primo cinquecento,
egemonizzata dalla figura di Tiziano. Ad essa ha certamente contribuito il
convegno “La giovinezza di Tintoretto” del
2015 organizzato dalla Fondazione Giorgio Cini il cui titolo richiama le
ricerche fondatrici di Rodolfo Pallucchini, a cui anche la mostra fa eco
titolando appunto l’esposizione “Il
giovane Tintoretto”.
La mostra delle Gallerie dell’Accademia
mette in luce proprio questo percorso individuando, tra le opere certe del
catalogo del giovane Tintoretto (ovvero nel decennio 1538-1548) un pittore che
progressivamente abbandona il robusto naturalismo, la spazialità scandita su
differenti piani di profondità, gli accostamenti cromatici della tradizione
veneziana. Tutto ciò è sostituito da una pittura fatta di “effetti speciali”,
impaginazioni affollate di personaggi con fughe ardite e imponenti diagonali,
creazioni dalle particolari tensioni dinamiche, dai contrasti timbrici, dalle
soprannaturali illuminazioni che conferiscono grande intensità drammatica. Una
strada alternativa rispetto a quella dominante del cadorino Tiziano Vecellio.
Questa sezione si conclude con il tesoro tintorettiano delle Gallerie
dell’Accademia: ”Lo schiavo liberato”.
Lo schiavo liberato – 1548 – Gallerie dell’Accademia http://www.gallerieaccademia.it/
Imperdibili
nelle Gallerie dell’Accademia le sale di Giorgione e Giovanni Bellini e tre
capolavori assoluti di Hieronymus Bosch.
La terza sezione è costituita dal grande
ciclo che si trova, in modo permanente, nella Scuola Grande di San Rocco. Il “capolavoro
di una vita” di Tintoretto.
Tintoretto lega
indissolubilmente il suo nome a Venezia e alla storia dell’arte, a questa
Scuola/Confraternita, dove lavorò per più di vent’anni (dal 1564 al 1588
circa) dipingendo oltre sessanta opere, con episodi dell’Antico e del Nuovo
Testamento realizzando quello che, secondo alcuni critici, è per Venezia quello
che per Roma è la Cappella Sistina.
La crocifissione–1565–Sala dell’albergo Scuola Grande di San Rocco http://www.scuolagrandesanrocco.org/home/
Valter
Alovisio
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