Riaccendiamo i Lumi
Voltaire e la Rivoluzione
Francese hanno separato religione e ragione, politico e teocratico, laicità e
fede, una secolarizzazione che oggi appare sempre più come disumanizzazione.
Ecco perché si chiede all’Occidente di pensare un nuovo Illuminismo spirituale.
Musulmani, Indù e Buddisti
hanno intrapreso una transizione dall’universo sacralizzato dei simboli a
quello disincantato di fatti neutrali. Tutti i popoli di quello che una volta
era conosciuto come Terzo Mondo sono “condannati alla modernità”. Ma cercano
una forma meno disumana di conversione.
Sintesi
per brani estratti di un articolo, apparso nell’inserto RCult di La Repubblica di
Domenica 8 Febbraio, di Pankaj Mishra, saggista e romanziere indiano
L’Illuminismo
divenne possibile in Europa quando secondo la definizione di Kant gli individui
cominciarono ad “osare di sapere”, a impiegare la loro ragione senza
l’intercessione di qualsiasi autorità…..
La
Rivoluzione Francese realizzò la grande svolta intellettuale dell’Illuminismo:
la separazione tra il politico ed il teocratico contribuì a creare la fede
nel progresso, nella ragione…..Con il progredire del XIX secolo le norme e le
categorie dell’Europa raggiunsero una egemonia universale, istituzioni
politiche come lo Stato-nazione, forme estetiche come il romanzo, ideologie
come nazionalismo, liberalismo, socialismo, processi come le scienze e la
tecnologia, il capitalismo industriale, divennero i punti di riferimento….Di
fronte a questa potenza europea senza precedenti, morale, intellettuale, ma
anche militare, gli uomini delle società asiatiche ed africane si sono adattati
oppure hanno opposto resistenza; in entrambi i casi hanno finito col disporre
antichi modi di vita, codici etici di condotta e culture come il Buddismo,
l’Induismo e l’Islam secondo le linee europee moderne….Non tutto è andato come
previsto…..Oggi l’Europa è circondata da problemi seri: disoccupazione alle
stelle, crisi irrisolta dell’Euro, crescente ostilità contro gli immigrati e
una scioccante e diffusa perdita di speranza nel futuro dei giovani europei….in
queste circostanze la supposizione non detta che, mentre tutto il resto cambia,
le norme europee debbano rimanere autosufficienti ed immutabili, meritandosi
una sottomissione incondizionata da parte degli stranieri arretrati, ci
costringe a fermarci un attimo…..la nozione dell’Europa come l’incarnazione
della democrazia, della razionalità, dei diritti umani, della libertà di
parola, dell’uguaglianza di genere doveva sopprimere le memorie di crimini
brutali nei quali quasi tutti gli Stati europei erano stati complici……le élite
egoiste, oggi ossessionate da premonizioni di declino, devono affrontare
un’altra sfida più esistenziale: l’assenza di un avversario contro il quale i
democratici possano definire ciò che rappresentano….Gli attacchi terroristici
hanno offerto un sostituto al nazismo e al comunismo, il totalitarismo
islamico, un concetto intellettuale che è stato applicato ad un gruppo sciolto
di fanatici, delinquenti e disadattati, la maggior parte dei quali ha
prosperato nell’ecosistema del terrorismo (scuole, moschee, giornali, canali
satellitari) originariamente istituiti da un fedele sostenitore dell’alleanza
con l’Occidente e delle teocrazia, l’Arabia
Saudita. Ha raggiunto un certo potere persuasivo solo dopo l’invasione e
l’occupazione anglo-americana dell’Iraq, che ha radicalizzato un numero significativo di musulmani, provocando
atti di rappresaglia nelle città europee e la devastazione di gran parte
dell’Asia e dell’Africa, quella guerra ha generato un culto nichilista della
morte….I Musulmani, come gli Indù ed i buddisti, hanno intrapreso da tempo una
transizione di tipo illuminista dal mondo sacralizzato dei simboli e dei segni
significativi ad un mondo disincantato di fatti neutrali, in cui la ragione e
il giudizio individuali sono più affidabili dell’autorità trascendente….Tutti i
popoli di quello che una volta era conosciuto come Terzo Mondo sono condannati
alla modernità, come ha scritto Octavio Paz….ma i Musulmani in Europa portano a
compimento questo destino non come una borghesia che trionfa su una élite
religiosa, ma come una minoranza soggetta ad obblighi ed ai pregiudizi di uno
Stato laico aggressivo con cui condividono una storia lunga ed oscura…La morale
razionale dell’Illuminismo, come ammette Jurgen Habermas, è finalizzata alla
comprensione degli individui e non fornisce alcun impulso verso la solidarietà,
verso un’azione collettiva guidata dalla morale….in un’epoca in cui il denaro è
la misura di tutte le cose la secolarizzazione può apparire troppo simile alla
despiritualizzazione, se non alla disumanizzazione….il problema per le persone
condannate alla modernità, sempre come ha scritto Paz, non è tanto sfuggire a
questo destino, ma scoprire una forma meno disumana di conversione, che non
implichi come adesso la doppiezza e la scissione psichica…riconoscere che ci
sono molti modi di passare alla modernità, ognuno con le proprie complesse
tensioni, è muoversi verso una visione meno unilaterale dell’umanità, verso una
forma più accomodante di laicità e democrazia, sempre più necessaria in
un’Europa irrevocabilmente multietnica……la necessaria discussione di nozioni
flessibili di cittadinanza e sovranità di identità fluide, imperativo nell’era
della globalizzazione, è compromessa dal gettare la colpa sulla natura
medioevale delle persone religiose e sulla loro incapacità di apprezzare le
virtù della modernità laica…..e così una persona o un gruppo di persone può
subire un danno reale se la gente o la società che li circonda gli rimanda
un’immagine limitata se non umiliante e spregevole di sé stesso….non è
necessaria un’ampia esplorazione della differenza tra semiotica cristiana e
quelle mussulmana per capire che se molti Musulmani si offendono personalmente
per le immagini del Profeta è perché egli è per loro un esempio di umanità
nobile più che una figura distante, autorevole e severa….Musulmani e
non-musulmani sono chiamati a rinunciare, come ha scritto Hanna Arendt, non
alla loro tradizione e al loro passato, ma all’autorità vincolante e alla
validità universale che la tradizione ed il passato hanno sempre preteso….dopo
l’11 Settembre abbiamo sentito parlare molto di quella che Salman Rushdie
definisce “la mutazione letale nel cuore dell’Islam” ma abbiamo sentito parlare
troppo poco dell’aumento dell’odio verso le minoranze in tutto il mondo…..la
rinascita dei fanatismi confessionali non implica tanto la vitalità delle
religioni medioevali quanto le tristi mutazioni nel cuore della modernità
laica….Michel Houllebecq è colpevole di una esagerata autocommiserazione quando
annuncia che l’Illuminismo è morto, riposi in pace, e che l’Islam è un’immagine
del futuro…..la società laica contemporanea caratterizzata, come nei suoi cuoi
romanzi, da estrema disuguaglianza, perdita di comunità, egocentrismo
narcisista, indifferenza al dolore, sembra un vicolo cieco che molti di coloro
che stanno attraversando il loro Illuminismo ed elaborando la transizione verso
il disincantato mondo moderno cercano di evitare……la vecchia promessa, se ti
integri godrai dei privilegi di una società basata sul concetto dei diritti
individuali, non sembra più adeguata…..sembra indispensabile ridefinire i
principi in modo da ammettere esplicitamente visioni diverse,
religiose e metafisiche, del mondo…..Simone Weil riconobbe presto che il
vecchio modello di progresso doveva essere sostituito perché i valori
dell’individualismo, che in origine avevano dato vita all’uomo moderno, erano
giunti a minacciare la sua identità morale e spirituale….Weil sosteneva che una
società libera e radicata dovrebbe essere costituita da una rete di obblighi
morali…..l’identità dell’uomo laico moderno, costruita sulle nozioni esclusive
della laicità, della libertà, della solidarietà e della democrazia richiede una
definizione più ampia…..ma lo Stato che vuole spacciare una certa ideologia di
crescita economica non lo farà, e questa mancanza potrebbe giocare un ruolo
nelle mani dei fanatici che vogliono distruggere il più prezioso lascito
dell’Illuminismo: il distacco tra il teocratico ed il politico….se
l’illuminismo è l’emancipazione dell’uomo dalla sua immaturità, questo compito
ed obbligo, come Kant lo definì, non si è mai definitivamente compiuto, deve
essere continuamente rinnovato da ogni generazione nel continuo cambiamento
delle condizioni sociali e politiche….
Pone problemi seri, veri, questo breve saggio. A tutto l’Occidente e a noi Europei laici, democratici, permeati dei valori e dei principi dell’Illuminismo. Ce li pone ricordando le infamie che nel nome del progresso abbiamo compiuto, non ultime le assurde guerre in Iraq e Libia, fatte certamente per il petrolio ma anche per l’errata idea di esportare la democrazia, versione aggiornata della razzista presunzione di superiorità dell’Occidente. E guarda caso presto diventate incubatrici di quel terrorismo in casa nostra che, quindi, l’Occidente stesso ha contribuito a far crescere. E ce li pone riguardo alla superficialità con la quale stiamo, come cultura europea in senso lato, “gestendo” il faticoso confronto con la modernità occidentale, inevitabile nell’Europa multietnica, da parte di altre culture, quella islamica in primo luogo ma non sola, che ancora mantengono uno stretto rapporto con tradizione e passato. Dobbiamo ammettere che in troppi passaggi la laicità europea “pretende” una assimilazione immediata, tout court, di sé stessa, dimenticando, nel così fare, la lezione della storia, della propria storia. Noi Europei non siamo nati laici, democratici, illuministi, lo siamo diventati con un tormentato percorso lungo secoli e secoli, dopo mille battaglie perse contro il potere teocratico, aristocratico e regale, milioni di morti in assurde guerre di religione, streghe ed eretici come Giordano Bruno bruciati vivi, attraverso una lunga e sofferta maturazione di coscienze ed intelligenze. Se solo avessimo più memoria di questo saremmo più pazienti, più tolleranti, più lungimiranti nel rapporto con chi questo percorso ha iniziato a farlo, spesso non per libera scelta, da poco. E ce li pone, in particolare, nel riflettere sulla validità intrinseca dei valori dell’Illuminismo laico. La mia appartenenza alla Sinistra me li ha da sempre fatti considerare patrimonio di chi si pone come alternativa al capitalismo. Ma la mia, seppur modesta, conoscenza della storia mi ricorda che questi stessi valori sono stati troppo spesso coniugati nel senso opposto, diventando l’esaltazione dell’individualità spendibile sul mercato senza nessun ancoraggio ad un sistema condiviso di morali e solidarietà. E torno allora alla considerazione di prima, non possiamo pretendere che altri di altre culture abbraccino senza obiezioni i nostri valori quando questi stessi, o perlomeno l’appropriazione indebita che di essi è stata fatta, hanno prodotto una stato delle cose che noi per primi giudichiamo sbagliato, iniquo, immorale. Non possiamo pensare di aiutare chi sta iniziando, adesso!, a confrontarsi con un suo Illuminismo se quello che gli offriamo è un suo surrogato, dove ad una versione ridotta di Liberté non si affiancano per nulla Egalité e Fraternité. Restano, in questo breve saggio, tanti aspetti non approfonditi, contraddittori e, dal mio punto di vista, non chiariti, ma credo sia condivisibile il richiamo che consegna alla cultura laica europea: autocritica per le tante infamie, anche recenti, commesse, tolleranza e comprensione per chi viene, quasi sempre a ciò obbligato proprio dalle conseguenze di queste infamie, da altre culture e, inevitabilmente, trova fatica nel comprendere i nostri valori, volontà di cambiare le storture della nostra società che danneggiano tutti ed allontanano loro.
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