sabato 13 febbraio 2016

"La guerra del Sacro" - Libro di Paolo Flores d'Arcais


La guerra del Sacro

Terrorismo, laicità e democrazia radicale

 
di Paolo Flores d’Arcais

sintesi per punti (le frasi in corsivo blu sono estratti integrali dal testo)

Indicazioni preliminari:
*   i Capitoli dall’1 al 4  + Capitoli  7 e 8 = esaminano i caratteri del fondamentalismo islamico
*   i Capitoli  5 - 6  - 9 - 19= valutano l’atteggiamento Occidentale verso l’Islam
*   i Capitoli dal 10 al 16 = sviluppano la tematica della laicità democratica alla luce dell’uscita dalle Religioni nella sfera pubblica, ragionando in modo specifico sui presupposti culturali e filosofici che stanno alla base
*   I Capitoli 17 e 18 = approfondiscono il tema di quale laicità debba essere perseguita

 Prologo

 ü Tutto ha inizio con la strage di Charlie Hebdo. Non tanto e non solo per il gesto terroristico in sé, quanto per la mobilitazione diffusa che ha fatto seguito. E’ iniziata lì la comprensione di cosa stava avvenendo

ü Uno scontro di civiltà, non nella versione del populismo di destra, ma in quella più profonda e vera……la guerra santa dell’eteros nomos contro l’autos nomos, della verità e legge eterna che viene dall’Alto e dall’Altro per comandare, saturare e dare senso ad ogni fibra dell’essere insieme, contro l’empio orgoglio di homo sapiens di decidere da sé nella vita collettiva e individuale

ü Non è una guerra santa di una religione contro le altre religioni, ma la guerra della Religione sovrana contro la società prodotta dal disincanto religioso

ü All’autos nomos occidentale si è arrivati attraverso la lunga marcia dalle eresie, non spente dai roghi, fino alla libertà di coscienza sancita dalla rivoluzione illuminista

ü E’ impossibile la conciliazione fra eteros e autos nomos, se vince uno arretra l’altro, e viceversa; la domanda è: quale Dio è compatibile con la democrazia? La risposta: quello delle religioni che accettano…..l’esilio dorato nella sfera privata….che rinunciano a far valere come legge pubblica le proprie verità

ü La deriva fondamentalista si combatte solo con la laicità, la risposta alla “guerra del sacro” può essere solo l’affermazione compiuta dell’autos nomos in tutte le sue implicazioni

 

1)- Una svolta storica, la dichiarazione di guerra contro il disincanto

 ü …..la “verità” di un attentato è sempre la risposta che genera
ü Dopo Charlie Hebdo la reazione culminata con la manifestazione dell’11 Gennaio ha dimostrato che era stata compresa la posta in gioco: la dichiarazione di guerra alla libertà di espressione (…..la tolleranza dell’eresia diventata diritto all’eresia….)
ü E con la libertà di espressione il Sacro ha voluto attaccare la laicità tutta, il disincanto dalle religioni e le libertà, tutte, che ne derivano
ü L’insurrezione morale del “Je suis Charlie” si è dimostrata non antiaraba ma illuminista e repubblicana, avendo chiaramente individuato il nemico non tanto nella follia fondamentalista, quanto nel Sacro mosso in guerra contro l’autonomia (autos nomos)
ü Non tutti i mussulmani condividono questa esasperazione, e questa constatazione da sola basta a sgombrare il campo da ogni accusa di islamofobia, ma al tempo stesso essa mantiene in campo la consapevolezza che è con l’eteronomia (eteros nomos) che occorre fare i conti

 2)- Terrorismo e fondamentalismo, la coerenza della sovranità di Dio

ü Alla base del fondamentalismo (nel caso in questione quello islamico) vi è l’idea che la sovranità di Dio si estende all’intero creato: l’uomo, la sua vita privata e pubblica, ne fanno pienamente parte
ü La sovranità di Dio non è negoziabile: tutto o niente
ü Al riguardo l’Islam è rigoroso: la verità è una e una sola, non può essere divisa
ü Nessuna forma politica di governo della società può esentarsi dal rispetto totale della parola divina, e la legittimità della violenza per realizzare la verità è persino ovvia
ü Nelle opere di Abul Maududi (Sayyid Abu l-Aʿla Maududi è stato un teologo e politico pakistano, considerato uno fra i più importanti pensatori musulmani del XX secolo), riprese da Said Qutb (politico egiziano, leader della Fratellanza Mussulmana), (usate da FdA per sintetizzare l’ideologia fondamentalista islamica) questi concetti sono lala base dello stretto collegamento fra fondamentalismo e terrorismo:…..l’Islam non è una religione nel significato occidentale del termine, perché è al contempo fede e modo di vivere….di conseguenza l’Islam desidera distruggere tutti gli Stati e Governi che si oppongono all’ideologia (islamica)
ü Al-Banna (politico e religioso egiziano, ideologo e fondatore dei Fratelli Musulmani) precisa che…lo jihad è un obbligo imposto da Allah ad ogni mussulmano e non può essere ignorato o evitato…….(la separazione della religione dalla politica statale) non potrà mai esserlo per le nazioni islamiche perché la natura dell’insegnamento islamico è completamente dissimile
ü Secondo FdA, sulla base di questi  ed altri estratti dalle opere degli ispiratori dell’attuale fondamentalismo il rapporto fra quest’ultimo ed il terrorismo è conclamato, magari negato per opportunità congiunturali, ma indissolubile
ü Non è pertanto possibile non prendere atto dell’incompatibilità radicale del fondamentalismo con la democrazia

3)- Gli equivoci dell’Islam moderato

ü Esiste un islam moderato?
ü Di certo non lo si può individuare negli Stati Arabi (Arabia Saudita in testa) che sono definiti moderati per la loro politica filo-occidentale, ma che al loro interno praticano una versione molto tradizionale dell’Islam (sunnita) ed all’estero sovvenzionano movimenti, moschee, iman, che si richiamano all’Islam più radicale
ü All’interno della moltitudine dei credenti la linea di demarcazione è segnata dallo stesso fondamentalismo/radicalismo, ossia dalla versione radicale, militante, dell’Islam. A fronte di esso la versione moderata (forse maggioritaria fra i credenti, ma di certo “maggioranza silenziosa”) dovrebbe quindi definirsi sulla base del rifiuto del radicalismo, leggendo il dettato coranico in termini compatibili con la democrazia
ü Ciò implica, per essere fatto reale, una rottura chiara nei confronti del primato della religiosità sulla democrazia
ü Tale rottura, quando si manifesta, ha i caratteri di una religiosità “trascurata”, ma mai rinnegata, quando invece dovrebbe assumere i caratteri di una autentica “riforma”
ü A fronte del fatto che il tratto fondante dell’Islam è l’essere un dettato religioso che conforma ogni aspetto della vita, da una parte, e di non avere una “chiesa” custode del dogma (ogni mussulmano è sacerdote), dall’altra, non può aversi una vera rottura solo nella condanna verbale del terrorismo fondamentalista, ma essa deve avere la capacità di vivere diversamente la quotidianità dei costumi, a partire dal ruolo della donna
ü Se il fondamentalismo è una catena sillogica, un Islam davvero moderato dovrebbe innescare un sillogismo diverso, partendo dalle radici della catena, dal vivere diversamente la religiosità mussulmana in ogni aspetto “normale” della vita
ü Non sembrano molti i segnali dell’avvio di un percorso in questa direzione; il più importante, come impatto mediatico, è stato il Manifesto lanciato nel Febbraio 2015, poche settimane dopo Charlie Hebdo, firmato da molti conosciuti intellettuali islamici, fra i quali Tariq Ramadan (Ṭāriq Saʿīd Ramaḍān è un accademico e scrittore svizzero, rappresenta una delle voci più importanti nel dibattito contemporaneo sulla questione dei musulmani d'Occidente e il rinnovamento del pensiero musulmano). L’appello contenuto nel Manifesto (che inizia con Mussulmani democratici di tutto il mondo unitevi! con evidente richiamo all’incipit del marxista Manifesto) è per l’avvio di una…..interpretazione dell’Islam fermamente radicata nel XXI secolo…… C’è da prestare fede?

4)- La doppia verità di Tariq Ramadan

ü FdA assume Tariq Ramadan(….star mediatica globale del presunto islam riformatore…) come figura paradigmatica di un Islam moderato, ma a tutti gli effetti sempre……ostaggio della versione oscurantista e autocratica dell’Islam; a dimostrazione riporta diverse sue dichiarazioni probanti in tal senso:

§  Attaccato da Sarkozy sulla pratica della lapidazione delle donne infedeli risponde sostenendo che è favorevole ad una “moratoria” di tale pratica, nulla di più

§  Entra in dura polemica con alcuni iman più disponibili a confinare il dettato coranico nella sfera spirituale ribadendo che il Corano e la Sunna restano il punto di riferimento per le norme di comportamento sociale

§  Ribadisce che essere mussulmano in qualsiasi parte del mondo significa sviluppare sempre il senso di appartenenza alla Umma (la comunità di tutti i mussulmani),… che i cittadini musulmani non dovrebbero essere messi nella condizione di agire contro la propria coscienza …..

§  Asserisce che i mussulmani devono evitare qualsiasi cosa che non sia conforme agli obblighi dell’Islam

§  …..la democrazia dovrebbe accettare la negazione dei diritti alle donne….perchè per la donna islamica si tratta di promuovere una femminilità islamica……

§  Nel libro (pubblicato in Italia) “Islam e libertà” mette sullo stesso piano carnefici e vittime (con specifico riferimento alla strage di Charlie Hebdo) attaccando l’umorismo “vigliacco”

 5)- Critica, offesa, rispetto. La libertà d’opinione e libertà di empietà

 ü Occorre, per contribuire a far si che anche l’Islam, così come è stato per Ebraismo e Cristianesimo, accetti “obtorto collo” la modernità democratica, riflettere sul diritto di offesa
ü Partendo dal denunciare l’inpocrisia di quella che Salman Rushdie ha chiamato la logica del…..ma (credo nella liberta di…..ma)
ü E’ opinione diffusa che la libertà di critica sia diritto acquisito mentre per quella di offesa sorgono non pochi distinguo
ü Ma quali sono le offese (per restare nel campo della religiosità)?
ü Sembra non lo siano le Encicliche papali (Wojtyla e Ratzinger) che attribuiscono all’Illuminismo la nascita degli orrori nazisti e stalinisti, piuttosto che il giudicare l’ateo una sorta di minorato spirituale perché privo di trascendenza, mentre sbeffeggiare le credenze religiose lo è sicuramente
ü Ma quali sono allora i criteri per definire l’offesa in quanto tale? A ben vedere resta solo quello della suscettibilità, per definizione aspetto quanto mai soggettivo
ü Con una evidente contraddizione….io sono libero di irridere la tua religione perché il mio scherno non ti impedisce di praticarla, tu resti libero di irridere le mie convinzioni ma non puoi impedirmi di esprimerle ad alta voce o per vignette (limiteresti la mia libertà)
ü Diversamente (se si accetta l’idea  del divieto di offesa per ciò che – per alcuni – è sacro) non solo ogni credente diventa titolare di un diritto di censura, ma a decidere dei limiti della libertà sarebbero i fondamentalismi di ogni confessione
ü Del resto per le religioni non è offesa solo la satira ma spesso lo sono leggi democratiche che “offendono” il loro credo (la legge sul divieto di velo in Francia, il diritto all’aborto in molti stati)
ü In definitiva la migliore strategia per scoraggiare ogni violenza antiblasfema consiste nel rendere il sacrilegio (dal loro punto di vista) banale e quindi insignificante

 6)- L’Occidente si autocensura

ü  FdA elenca una lunga serie di episodi che attesterebbero l’esistenza di una autocensura innescatasi per non “offendere” l’altrui sensibilità religiosa
ü  Si va dal ritiro da programmi mozartiani dell’opera Idomeneo, all’imbarazzo per le cantiche dantesche dedicate a Maometto….Dante se l’è cavata Salman Rusdie la fatwa se l’è beccata…. alla cancellazione di strisce satiriche in molte testate giornalistiche e televisive, alla scelta della casa editrice dell’Università di Oxford di evitare testi che contengano menzioni a maiali, salcicce, ogni riferimento al “porco” (salvo i classici, la “Fattoria degli animali” di Orwel si, Peppa Pig no) fino all’editoriale di Scalfari che (per difendere il famoso “pugno” di Bergoglio a chi offende la mamma) invoca una norma che vieti o punisca chi si prende gioco delle religioni.
ü  (non sono citate le statue nude ricoperte per non offendere il Presidente iraniano solo perché fatto avvenuto dopo la stesura del libro)

 7)- Tre donne mussulmane accusano

 ü Ma le forme più gravi di una sorta di autocensura occidentale si trovano nella timidezza, nelle remora con cui sono gestite le vicende di violenze, vessazioni, imposizioni, nei confronti di donne mussulmane da parte di organi statali di vario genere in diversi stati. Nei quali la motivazione “religiosa” innesca un eccesso di prudenza nell’applicazione di leggi e norme
ü FdA, (partendo dal caso emblematico di Hatun Surucu, ragazza turca di 23 anni, uccisa a Berlino a coltellate dai tre fratelli perché scappata dal marito, un cugino che le era stato imposto in matrimonio dalla famiglia, episodio che sarebbe passato inosservato se un preside di una scuola non avesse denunciato tre studenti islamici che avevano inneggiato all’atto) cita tre testimonianze esemplari di donne mussulmane che in tre libri hanno descritto la permanenza, spesso imposta con la violenza, di obblighi “religiosi” di totale sottomissione

8)- La sharia è già tra noi

 ü Collegati alla “timidezza” nei confronti del permanere di queste pratiche sono quelli che FdA giudica gravi cedimenti verso l’autonomia della religione (islamica in questo caso)
ü Sempre con riferimento alla situazione tedesca:

§ La Federazione islamica di Berlino ha ottenuto che l’ora di religione (islamica) sia impartita da insegnanti da essa stessa assunti (impossibile non pensare all’insegnamento della religione cattolica in Italia)

§ In molte scuole tedesche è stata concessa l’esenzione dalle ore di educazione fisica e di biologia alle ragazze mussulmane per rispetto verso le loro convinzioni religiose (l’esenzione ovviamente è richiesta dalle famiglie)

§ Molti casi di diritto civile e familiare (debiti, divorzi, eredità) non vengono gestiti dalle comunità islamiche davanti ai tribunali tedeschi ma sono di fatto consegnati a tribunali islamici informali

§ Il 12 Maggio 2015 la Corte Costituzionale tedesca ha abrogato il divieto per le insegnanti di indossare in classe il velo

§ Non viene esercitata nessuna forma di controllo sulla applicazione della mutilazione sessuale delle bambine mussulmane anche se è risaputo che molti viaggi di visita ai paesi di origine sono l’occasione per farlo

§ Sono diffusissimi episodi quotidiani di bullismo e teppismo giovanile praticati dal bande di ragazzi mussulmani, spesso a sfondo sessuale (impossibile non pensare ai recenti fatti di Colonia), verso i quali le forze dell’ordine sono del tutto impotenti anche per la copertura omertosa dell’intera comunità islamica

 9)- Multiculturalismo – Stato parallelo e sottomissione all’Islam

 ü Casi simili di bullismo e teppismo, se non di vera criminalità organizzata, sono diffusi in Inghilterra. Iin Francia....ci sono banlieu di Parigi dove i giovani mussulmani riscoprono umma e sharia come naturale sviluppo di un rap violento sul quale hanno costruito un’identità di rivolta (molti casi di foreign fighters testimoniano percorsi simili) a riprova della presenza di “zone franche” dalle regole democratiche statali
ü Scatta immediato il collegamento con situazioni analoghe, non a matrice religiosa, presenti in molte metropoli occidentali e americane, si pensi ai quartieri più emarginati di Palermo, Napoli, Reggio Calabria di fatto fuori dal controllo delle forze dell’ordine
ü Nel caso dei quartieri “mussulmani” questi fenomeni sono strettamente intrecciati con l’osservanza religiosa (in questi quartieri le donne mussulmane non sono mai scippate in compenso sistematicamente “incoraggiate” al rispetto del velo o a non indulgere in atteggiamenti e comportamenti “occidentali”)
ü E possibile affermare, usando la definizione di Hans Kelsen, eminente giurista tedesco, l’esistenza di un vero e proprio Stato parallelo
ü Esistenza di fatto in qualche modo tollerata, accettata, in nome di un frainteso “multiculturalismo”
ü Multiculturalismo che poggia ideologicamente sul maggior riconoscimento…..della comunità rispetto all’individuo, del credente rispetto al cittadino
ü Molti governi (di destra e di sinistra) invece di promuovere politiche (sicuramente costose…..la politica della cittadinanza è costosissima in investimenti materiali e morali e senza certezze di ritorni elettorali) mirate all’integrazione nella “cittadinanza”
ü …..si è invece seguita la strada opposta di cedimento sempre più esplicito al comunitarismo fino ad interiorizzarlo e a teorizzarlo come “accoglienza” e “rispetto”, insomma “progresso”….
ü È questo il presupposto che ha consentito il manifestarsi (con varie gradazioni, dalla protesta alla reazione armata) delle risposte alle presunte “offese” alla religione islamica
ü Il senso di insicurezza diffuso che ne consegue è l’humus inevitabile sul quale iniziano a prosperare le sirene anti-islamiche delle destre razziste

10)- Il vero scontro di civiltà è fra il Sacro ed il Disincanto

 ü E’ giusto sostenere che è una guerra di civiltà? Si risponde FdA
ü Ma non nel senso di civiltà islamica contro civiltà occidentale (che non è riconducibile ad una sola unità condivisa di valori) e nemmeno di civiltà della mezzaluna contro quella della croce, bensì come guerra del nomos eteros contro nomos autos, della Religione tout court contro il disincanto…..partorito da eresia e scienza
ü E’ la guerra dell’essenza della religione, che da sempre vuole essere sovrana…..dell’al di qua come dell’al di là; l’essenza storica della religione, di tutte le religioni, è inevitabilmente il fondamentalismo….strutturare ogni fibra e senso dell’esistenza collettiva e individuale è l’imprinting con cui nasce e la vocazione totalizzante della sua plurimillenaria esistenza….
ü Il fatto è che……siamo portati a considerare abnorme il fondamentalismo dell’Islam perché  nati….con una religione cristiana più o meno già de-sovranizzata….
ü Non a caso Papa Wojtyla lamentava un cattolicesimo ormai infiacchito ed ha dedicato tutto il suo papato al rilancio di un cattolicesimo militante ed integrale
ü Da questo punto di vista l’Islam conserva la vera vocazione fondamentalista della religione
ü E quindi……la vera guerra di civiltà non vede contrapposti i diversamente credenti del mondo cristiano e mussulmano, bensì da una parte i veri fedeli dell’essenza della Religione e dall’altra i figli dell’eresia, dell’Illuminismo…..in mezzo i credenti più o meno secolarizzati
ü Non a caso il fondamentalismo islamico ha riacceso i fuochi, mai del tutto spenti, del fondamentalismo ebraico e, ma in misura molto minore, di quello cristiano, a dimostrazione che….il miracolo alchemico delle sinergia di scienza ed eresia è contingenza

 11)- L’uscita dalla religione non è affatto conclusa

 ü “Il disincanto del mondo. Storia politica della religione” di Marcel Gauchet è il testo che, a giudizio di FdA, meglio sintetizza il percorso verso il disincanto dalla religione, la progressiva uscita dal Sacro
ü Pur tuttavia Fda muove a Gauchet un preciso appunto in merito alla convinzione da egli espressa che gli ultimi cinque secoli, nell’Occidente, siano stati, con l’affermazione del disincanto, …….l’epilogo già scritto di una irrevocabile uscita dalla Religiione….che…..nella sua forma più pura e sistemica….è esistita…..nel mondo antecedente lo Stato
ü Secondo Gauchet infatti lo Stato, soprattutto quello moderno, ha ricondotto la Religione dalla sfera dell’Assoluto a quella di una componente, fra le altre, della propria esistenza e solidità, e …… l’assoluto interpretato non è più l’Assoluto
ü Questo lungo processo storico ha trovato la sua fase finale nell’affermarsi del Cristianesimo che, innervato dal logos greco e frantumato nelle sue tante eresie, è diventato l’incubatrice dell’uscita dalla Religione dell’Assoluto perché ha posto al suo centro l’idea di uomo non più vuoto, non più costituito solo di assoluto
ü Sempre secondo Gauchet l’irrevocabilità dell’uscita dalla religione comporta precise conseguenze ….l’occidentalizzazione del mondo le conferisce una dimensione planetaria……perché impone…… la modalità di pensiero legate alla ragione scientifica….che sono….paradigmi del disincanto….trascinando con sé la ….generalizzazione della forma Stato-Nazione….ossia….la capacità dei popoli di decidere della propria sorte…..ma se è rientrato nelle facoltà di un popolo, dell’uomo, decidere della religione….ogni tentativo di reviviscenza del Sacro anche nelle forme più virulente e fondamentaliste è destinato a fallire….perché è già di per sé una dimostrazione di impotenza dell’Assoluto
ü Gauchet precisa che…..l’uscita dalla religione non segna la fine delle religioni ma la trasformazione del loro ruolo…non essendo comunque più….la chiave di volta dell’organizzazione sociale
ü FdA obietta sulla irrevocabilità dell’uscita dalla Religione ritenendo che la limitazione ad essa imposta dallo Stato……costituisce una peculiarità della storia europea….e che resta da capire se….il processo europeo di secolarizzazione permanga quando si esce dal quadro dell’Occidente….per entrare in un mondo dove…..il cristianesimo è solo una delle religioni

 12)- La rivincita di Dio è ancora possibile

ü FdA non ritiene, a differenza di Gauchet, inscindibile il rapporto tra secolarizzazione, globalizzazione capitalistica, affermazione della scienza e del mercato
ü Ritiene al contrario che il mondo non occidentale può…..usufruire degli strumenti della potenza occidentale ripudiandone il quadro intellettuale e sociopolitico in cui sono partoriti
ü Più in particolare non crede che il ricorso a mezzi secolari da parte dei fondamentalismi per ripristinare la Religione sia di fatto l’antinomia evidenziata da Gauchet perché…..la volontà di restaurare l’eteros nomos religioso attraverso la forza di per sé non concede nulla all’autos nomos
ü Non esiste nessuna prova certa che ogni fondamentalista abbia…..interiorizzato l’individuo del disincanto….così come sostiene Gauchet, anzi il sacrificio cui è disposto dimostra…la totalità organica del Sacro di cui si sente molecola
ü Il fondamentalismo può per convenienza, nella sua riaffermazione totale del Sacro, appropriarsi di tutti gli aspetti della modernità, ma questi da soli,….non hanno a che fare con l’autos nomos…..in quanto sono anelli di una catena in cui l’individuo si muove come “replicante” anch’egli sottomesso da un’altra forma di eteros nomos, quella del mercato
ü …..il disincanto non è destino irrevocabile dell’epoca in cui viviamo, ma la sua posta in gioco in uno scontro mondiale più che mai incerto….
ü FdA critica infine l’affermazione di Gauchet secondo la quale è testimonianza dell’essere entrati in una fase di acquisito disincanto la stessa minore enfasi del laicismo che accoglie favorevolmente le dimostrazioni religiose giudicandole di fatto fenomeni in dissolvimento.
ü Per quanto negata da Gauchet FdA rinviene nella sua tesi di un disincanto ormai acquisito una forzatura di ispirazione hegeliana fra i dati empirici (essoterici) e quelli acquisiti all’interno degli individui (esoterici). Se anche i primi sembrano divergere ciò che conta sono le verità interne……tipico scambio dialettico tra concreto e astratto…….
ü L’autos nomos è ben lungi dall’aver già vinto la sua battaglia

 13)- Logica ed antinomia del disincanto

 ü Per capirlo occorre entrare nel merito del percorso di affermazione del disincanto, ossia della rivoluzione della sovranità, ovvero….l’uomo che dà a sé stesso la legge….
ü Come già anticipato fondamentale è stato l’affacciarsi dell’eresia, in un Sacro ormai monoteista…l’Altro/Alto deve essere uno…..
ü La compenetrazione storicamente avvenuto tra Stato e ortodossia monoteista ha comportato a lungo che ogni diversa interpretazione del divino significasse automaticamente la messa in discussione dello Stato, una guerra civile di religione
ü La prima risposta ad una situazione di perenni conflitti è stata quella del ….cuius regio eius religio….ogni sovrano decide la verità divina in casa sua….
ü Già in questo passaggio si insinua il germe del disincanto: il sovrano terreno sottomette, e quindi delegittima il Sacro
ü Passaggio insufficiente, le frontiere non fermano le eresie, ed ogni eresia ne produce altre…..fino all’interpretazione personale libera
ü …..la logica dell’eresia e la logica dell’autos nomos sono animate da una dinamica inderogabile…..(e quindi strettamente collegate)
ü L’autos nomos non è solo disincanto ma è anche l’affermarsi, attraverso le eresie, del…dispiegarsi alla sovranità di tutti e di ciascuno….ossia l’affermarsi di una piena isocrazia (uguale potere)
ü Questa sequenza (disincanto-autos nomos-isocrazia) vale sul piano logico, ma sul piano storicamente reale da sempre segue percorsi contraddittori, spesso a gambero
ü Una qualsiasi inversione di marcia riapre le porte al rientro dell’eteros nomos
ü L’Occidente moderno, in questo percorso logico/storico, si caratterizza come….l’epoca dello scarto……fra quello che potrebbe essere e quello che veramente è, fra quello che promette e quello che è…..
ü Diventando così il…luogo del disincanto tradito….non perché apertamente lo rimette in discussione, ma perché.. ipocritamente…. attutisce la sua evoluzione nell’isocrazia mantenendo forme di potere gerarchico/oligarchiche
ü Spesso giustificate anche per attutire il senso di vuoto che la piena attuazione dell’autos nomos potrebbe comportare, in quanto…..distrugge il senso del cosmo e dell’esistenza umana in esso….il “Sapere aude” (osa conoscere) proclamato dall’Illuminismo…. promuove l’azzeramento del…(Sacro)….balsamo che cura e mitiga i mali del mondo spacciandoli come beni di un disegno provvidenziale….
ü Il tradimento del disincanto, l’inversione di marcia avvenuta con la mancata piena realizzazione dell’Uguaglianza, riapre le porte al Sacro….spinge i cittadini che ne sono privati a cercare rifugio in speranze/identità di religiose salvezze…..è il riaffacciarsi continuo dell’eteros nomos

14)- Cittadinanza, illuminismo di massa, eguaglianza sociale

 ü Pur concedendo che le identità che assumiamo nel corso delle nostre vite sono infinite e continuamente mutevoli resta ferma una sostanziale continuità esistenziale, si può cambiare molto nel corso della vita ma in fondo restiamo sempre noi stessi
ü Tornando alla sfera di una democrazia pienamente realizzata (isocrazia) perché essa si possa realizzare occorre che …..la cittadinanza debba avere il primato rispetto alle altre identità (assumibili)
ü Lo stesso Locke, teorico della Libertà e della tolleranza, escludeva i papisti perché…l’appartenenza alla Chiesa Cattolica faceva aggio su quella al Commonwealth.
ü La piena democrazia richiede che essa valga di più…..dell’appartenenza di fede, di razza, di clan, di famiglia
ü Perché ciò avvenga deve essere realmente garantita a ciascuno l’identità/appartenenza democratica, ma allor quando la democrazia non viene pienamente realizzata chi ne è stato privato…..cercherà di compensarla con altre identità/appartenenze…..
ü Se vera democrazia (isocrazia) si ha con eguale autos nomos, eguale sovranità, va da sé che là realtà storica racconta di una democrazia mutilata in molte delle sue parti; qual è il livello minimo di democrazia necessario per impedire il riaffacciarsi dell’eteros nomos?
ü FdA individua questo livello minimo nella attuazione piena, senza compromessi, della “legalità”
ü Una legalità che parte quantomeno dalla piena esplicazione del principio di partecipazione e decisione: una testa, un voto;
ü Pressioni mafiose, corruzione, disinformazione, manipolazione mediatica, mancata libertà dal “bisogno”, sono situazioni diffuse in tutte le democrazie “reali” che impediscono il livello minimo di democrazia attuata (una testa, un voto)
ü Fronteggiare questo stato di cose per riaffermare quel livello minimo implica politiche di eguaglianza di istruzione, cultura, di “parità di posizioni di partenza”
ü Un ruolo centrale è sicuramente quello delle politiche scolastiche, le quali, se finalizzate al perseguimento della democrazia, non possono che essere totalmente ed unicamente “pubbliche”

 15)- La democrazia minima, il quasi-comunismo in Costituzione

 ü Più in generale per la realizzazione del livello minimo di democrazia è necessario passare da politiche incentrate sulla “libertà di……” a quelle finalizzate alla “libertà a….per….”
ü Libertà che…..vanno sottratte alle decisioni delle maggioranze e vincolate in Costituzione….(ovviamente in queste parti rese immutabili)
ü La storia racconta di democrazie cancellate a colpi di maggioranza, così come le cronache recenti (Ungheria e Polonia) testimoniano che …..il consenso non è di per sé indice di democrazia, può essere usato per indebolirla, mutilarla, sopprimerla……il voto a maggioranza può essere utilizzato per annientarla…(democrazia totalitaria)
ü Occorrerebbe quindi rendere costituzionalmente inviolabile, con Costituzioni in queste parti immutabili, la “sovranità di ciascuno” mettendola al riparo dalla “sovranità di tutti”
ü Ed è in questo quadro complessivo di realizzazione e difesa della democrazia minima che va (ri)collocata la dialettica eteros nomos / autos nomos anche per quanto concerne l’affermazione della laicità democratica

 16)- Esiliare Dio dalla scena pubblica

 ü A parole la laicità raccoglie l’adesione di tutti, preti, rabbini ed iman compresi
ü Sembrerebbe quindi logico che le sentenze emesse da un tribunale non siano emesse invocando la volontà di Dio ma applicando il dispositivo di un Codice, e quindi che Dio non ispiri la legge da cui quel Codice scaturisce, che i parlamentari che votino quella legge non abbiano invocato Dio nel dibattito parlamentare e nemmeno che si siano fatti eleggere richiamandosi a Dio
ü E’ indispensabile che, in una democrazia ancor che minima, ciò avvenga perchè …..l’argomento Dio distrugge in radice la possibilità di dialogo tra i cittadini…è un dialogo tra sordi quello tra credenti e non credenti, tra diversamente credenti…..e non si ha democrazia là ove non vi sia dialogo
ü E non si ha dialogo se nel confronto si insinua l’argomentazione del “così è perché si”….di cui il… così è perché Dio” è la versione delirante d’onnipotenza…..
ü Accogliere la fede nello spazio democratico pubblico sancirebbe soltanto il numero di chi parla in suo nome sostituendo ….. il reciproco argomentare che accomuna cittadini sovrani….
ü La conclusione è inevitabilmente drastica….. bandire il Sacro dalla sfera pubblica……compresi …. i (suoi) luoghi….i (suoi) simboli)
ü Che ancora ci siano partiti che si richiamano apertamente ad un credo religioso lascia allibiti…..e legittima un futuro di partiti “Allah akbar”….finora solo ipotesi del romanzo di Houellebecq
ü Alcune remore “laiche” a questo drastico bandire dimenticano che una volta ammesso Dio (nella sfera pubblica) non si può pretendere o sperare che sia un Dio a suo volta “laico”
ü Questo netta chiusura all’accesso del Sacro non significa assolutamente impedire il culto di ogni religione, anzi deve essere dovere del potere pubblico vigilare sulla piena libertà di culto
ü ….il prete, l’iman, il raabbino ammoniscano pure il fedele su cosa gli è lecito e illecito per guadagnare la vita eterna, ma mai pretendano che tale prescrizione valga erga omnes attraverso la legge….
ü Ancora una volta si riaffaccia la dicotomia eteros nomos/autos nomos: solo religioni filtrate dal disincanto, che rinuncino alla pretesa teocratica di legiferare, sono compatibili con la democrazia
ü L’islam si dimostrerà compatibile con la democrazia solo con la piena accettazione della separazione tra religione e politica; non sono democratici quindi quegli Stati che hanno sì “libere” elezioni ma all’interno di una “Costituzione/Corano”
ü Va da sé che ciò vale per tutte le religioni e per tutti i partiti che ad esse vorrebbero esplicitamente richiamarsi
ü Nei paesi Occidentali questa chiarezza nel bandire Dio dalla sfera pubblica si gioca in buona parte attorno alla laicità occidentale più netta, quella francese, non a caso oggetto delle critiche della…. star del tracollo progressista….Martha Nussbaum

 17)- La tradizione americana manipolata

ü Martha Nussbaum (filosofa americana) porta avanti da tempo una forte critica al laicismo francese ritenendo migliore la tradizione americana delle libertà religiose viste come una derivazione della libertà individuale di coscienza
ü FdA è a sua volta fortemente critico verso la Nussbaum, in particolare su questi temi:

·    Nussbaum = un primo nemico della libertà di coscienza sono coloro che….ritengono che l’ordine e la sicurezza di una società esigono il pubblico riconoscimento di una tradizione religiosa dominante …..(le destre religiose repubblicane americane, i fondamentalisti cristiani europei). Speculare a questo primo nemico è il secondo rappresentato da coloro (tradizione laica francese in primis) che pensano che …. tutte le religioni vadano penalizzate nella vita pubblica non per ragioni di eguaglianza e di libertà ma perché ritengono la religione un vestigio pre-scientifico e fonte di disturbo…. In tema di libertà religiosa si fronteggiano due scuole di pensiero: John Locke e Roger Williams, il quale meglio definisce una ….libertà positiva….. recepita dalla tradizione americana come dimostrano alcuni esempi:

*   la sentenza della Corte Costituzionale che dichiara incostituzionale la tradizionale lettura di un passo della Bibbia a inizio giornata scolastica perché discriminante verso le altre religioni, alle quali viene quindi concesso lo stesso diritto di lettura

*   il diritto ottenuto (negli USA) da una piccola setta brasiliana di usare nelle sue cerimonie un infuso allucinogeno (in un quadro legale di forte proibizionismo)

*   l’attenzione a riconoscere a “credenti di minoranza” il diritto (una sorta di obiezione di coscienza chiamata accomodazione) di essere esentati da pratiche, anche lavorative, in contrasto con il loro credo

o  FdA = ovviamente d’accordo nell’individuazione del primo nemico e in disaccordo per il secondo, non condivide l’entusiasmo per la “strada” americana precisando sui tre esempi che:

*      un’autentica uguaglianza doveva comprendere anche i bambini senza nessuna religione, il che porta ad un’unica soluzione: ….l’abrogazione pura e semplice di ogni preghiera nelle scuole…

*      premesso che si tratta di una iperminoranza, lo sviluppo logico di tale concessione non porterebbe all’uso individuale di allucinogeni da parte di tutti per il loro “singolare” rapporto con Dio?

*      tale riconoscimento (accomodazione) è un vero…. vulnus che la libertà positiva del credente infligge ….ai diritti di altri cittadini (medici che non praticano aborti o trasfusioni, giornalai che non vendono determinate testate, autisti di bus che non fanno salire donne se non velate, l’aggiramento del divieto di forme crudeli di uccisione degli animali nei mattatoi, etc.)

ü Ancor più netta la contrapposizione in merito alla scuola: alla posizione della Nussbaum favorevole a fondi statali a scuole private confessionali (in quanto risorsa non diversa dalla forniture di acqua corrente e l’elettricità piuttosto che di intervento dei pompieri) FdA risponde che è …..puerile…. accomunare il dovere di garantire servizi e sicurezza con quello di finanziare,…..semmai c’è da domandarsi come possano (scuole confessionali) essere compatibili con la finalità di fornire ad ogni minore eguali strumenti critici

 18)- La laicità del burqa di Martha Nussbaum

 ü Ma è attorno alla critica che la Nussbaum muove al divieto francese di indossare il burqa, esempio lampante a suo avviso della superiorità dell’impostazione americana, che si articola in modo particolare la polemica di FdA nei suoi confronti
ü La posizione della Nussbaum viene così sintetizzata da FdA:
*   il burqa è uno dei tanti simboli della supremazia maschile, non diverso da riviste pornografiche, abbigliamento femminile provocante, etc.
*   la violenza sulle donne “occidentali” è statisticamente spesso correlata all’uso di alcool, correlazione che non esiste tra violenza sulle donne mussulmane e burqa; non si capisce quindi perché l’alcool non sia vietato ed il burqa si
*   è quantomeno probabile che la violenza domestica nella famiglie islamiche osservanti sia meno frequente, questo fatto svuota l’dea che il burqa sia espressione di violenza, un simbolo di odio maschile
*   il burqa per bambine ed adolescenti non è meno “impositivo” delle tante scelte che molte famiglie occidentali in qualche modo impongono alle loro figlie (quali scuole seguire, quali sport praticare, quali ambienti frequentare, quale prodotti per l’igiene intime usare, etc.)
*   non è assolutamente dimostrabile che indossare il burqa sia il risultato di una imposizione più o meno  violenta, può essere la libera scelta delle donne islamiche
ü Fda obietta per ognuna di queste affermazioni che:
*   …..legittimare la disuguaglianza in plateali ostentazioni pubbliche rafforza e radica oppressione e prepotenza del maschio…..
*   Occorre (ovviamente) intervenire…..con misure draconiane….su ogni forma di violenza al di là delle (strumentali) correlazioni
*   Il burqa…..oltre che un simbolo è un “fatto” di dominio sulla donna
*   La libertà religiosa dei genitori non può essere motivo di una innegabile diminuzione di libertà per i loro figlie…costringerle al burqa già da piccole è già la negazione di una educazione decente…se per un cristiano portare la croce non è obbligatorio, il velo per le donne mussulmane e per un ebreo la kippah lo sono
*   Non esistono possibilità di libera scelta per chi cresce fin da piccola in un ambiente che condiziona e decide ogni aspetto della vita
ü Più in generale sembra che l’ossessione della Nussbaum contro il laicismo francese la porti a stravolgere e rinnegare le stesse basi del laicismo americano dei Padri Fondatori dimenticando quanto Thomas Jefferson scriveva nel sostenere il Primo emendamento ….elevando un muro di separazione tra Chiesa e Stato..
ü Agli albori della democrazia americana il laicismo era persino più accentuato che nella Francia odierna, solo successivamente si è annacquato, esattamente il contrario di quanto sostiene la Nussbaum
ü Se quanto deve essere in ultima sostanza garantito e attuato è il sentimento di comune appartenenza ad una nazione, ad uno Stato, gli spazi pubblici non possono essere un bazar di simboli religiosi che annullerebbero tale sentimento,
ü La stessa cosa vale per l’insegnamento scolastico delle religioni, la vera libertà non consiste nel concedere ad ogni alunno il diritto di scegliere quale religione (o non religione) studiare, così come sostiene la Nussbaum, semmai nell’insegnarle nell’ambito….della storia delle idee e delle culture

19)- Occidente laico, Occidente marrano e sinistra complice

ü In effetti l’ipotetico scontro tra la versione francese o americana di laicità va più in generale visto come  dialettica fra coerenza e incoerenza nel perseguire autos nomos
ü La laicità positiva (nella versione della Nussbaum come “libertà di”) …..è una laicità rassegnata alla rivincita del sacro…..magari concessa come….sedativo di rivolte qui e ora

ü Non è solo americana questa laicità rassegnata, Lionel Jospin, socialista francese, in qualità di Ministro della Pubblica Istruzione ebbe modo di ribadire l divieto di indossare simboli religiosi salvo poi dire che se proprio insistono allora la scuola deve comunque accettarli. A dimostrazione dell’esistenza di un laicismo, anche europeo, “cedevole”
ü Il cedimento verso una religione implica poi, inevitabilmente, la reazione identitaria delle altre religioni accentuando la difficoltà di dialogo
ü Sembra di cogliere nell’atteggiamento ambiguo e ondeggiante di una parte della sinistra, quella “perbenista”….ossequiosa al sacro e al mercato….l’idea di compensare la fallimentare gestione dell’immigrazione con il riconoscimento delle identità comunitarie religiose
ü Creando così, di fatto, una vera e propria ghettizzazione con la quale soprattutto la fascia giovanile, alla quale è precluso l’inserimento materiale, rafforza l’ostilità verso i valori della laicità repubblicana visti come …..privilegio di bianchi, cristiani….. fino a sfociare in un humus adatto al micro-terrorismo
ü Che poi, come inevitabile reazione, si vuole combattuto con intelligence e repressione, rinunciando magari a qualche libertà per un di sicurezza in più (è di questi giorni la notizia delle dimissioni di Christiane Taubira, Ministro della Giustizia del Governo Hollande, contraria ad inserire leggi più aspre sulla sicurezza nella Costituzione)
ü Magari preservando la “libertà di espressione” declinata però nella versione americana del “politically correct”
ü Se è ovvio, a questo riguardo, che la libertà assoluta non esiste….la libertà eguale non può essere per sua natura illimitata… FdA precisa che solo al razzismo (il negare eguale dignità) ed al fascismo (il negare libertà altrui) devono essere impedite libertà di espressione

 20)- Lo spirito della Repubblica deve farsi carne
 
ü Fa quindi bene la Francia a reagire lanciando un programma di educazione permanente alla laicità
ü Non mancano contraddizioni anche lì: l’esistenza di scuole private confessionali è un vulnus (FdA cita il caso di un liceo privato mussulmano francese che ha licenziato un professore reo di aver “offeso” l’Islam affermando che anche il profeta è Charlie)
ü Non basta però il rilancio formativo alla laicità se esso non si accompagna ad una piena attuazione della democrazia
ü ……l’oscurantismo religioso che continua ad uccidere manda in frantumi l’illusione delle nostre democrazie senza democrazia….. di non dover mettere mano ad una vera democrazia egualitaria
ü Che deve promuovere una cittadinanza di “integrazione” che sappia “sradicare” …..sudditanze e identità eteros…..nell’ambito di una vera assimilazione egualitaria (culturale, sociale, politica)
ü E qui si rivelano tutti i limiti di un Occidente sempre più attento agli interessi economici (e ideologici) che a favorire sviluppi di democrazie reali nei paesi dai quali partono le migrazioni bibliche in atto

ü …… si tratta solo di sapere se questi milioni di uomini e donne saranno integrati come cittadini…assimilati cioè nell’orizzonte materiale  di libertè, egalitè, fraternitè….o gettati nella ghettizzazione ….e relativa sudditanza alle gerarchie clerico-familiari e all’oscurantismo

1 commento:

  1. Difficile accostarsi alle opinioni di Flores d’Arcais, come sempre esposte con grande lucidità e rigore, senza provare, quando le si condivide, una condivisione però un poco « condizionata » dalla sua impetuosa vis polemica. La quale non lascia vie di scampo. la sua coerenza fra idee e fatti, fra teoria e prassi, implica che essere d’accordo su un antefatto non può non portare a determinate conseguenze logiche. E’ sempre così ? Ovviamente dipende dal tema in discussione e dalle sensibilità ed idee personali. « La guerra del sacro » non sfugge a questa sorta di regola. Toccando temi molto sensibili non poteva che essere così. Personalmente ritengo che tutti i temi trattati e le considerazioni sviluppate al riguardo siano molto interessanti ed importanti, specie in questa fase storica. Molte le ho immediatamente condivise, su altre, forse per effetto di quel « condizionamento » di cui dicevo, sento il bisogno di riflettere e di capire meglio. Di sicuro alcune notizie di cronaca mi hanno rafforzato nella condivisione di quanto sostenuto nel Capitolo 6 « L’Occidente si autocensura ». Una in particolare : lo scrittore/giornalista Kamel Daoud annuncia la decisione di abbandonare il giornalismo dopo le pesanti critiche che ha ricevuto su Le Monde da parte di diciannove intellettuali per quanto da lui sostenuto a commento dei fatti di Colonia (Se n’era parlato anche fra noi di Circolarmente). Penso che questa vicenda sia esemplare (e quindi in un post a parte, necessario per ragioni di spazio, inserisco un testo che riassume la vicenda): il timore che siano offese le sensibilità religiose, la paura che critiche troppo esplicite diano fiato a posizioni xenofobe e fobiche verso altre religioni, portano a censurare chi espone critiche aperte e dure, e così facendo spesso ad autocensurarsi. Nella stessa pagina de La Repubblica di Martedì 16 Febbraio trovo al contempo una notizia che « potrebbe confortare. Sarà bene usare lo scetticismo intellettuale di Flores d’Arcai ma è positivo leggere che la Comunità Islamica di Milano ha avviato d’intesa con la Città Metropolitana milanese un corso di formazione destinato agli Iman sulla conoscenza (e si spera rispetto) delle regole (laiche) da seguire per attuare un maggior rispetto delle donne. Il tempo dirà quali frutti potranno nascere ma la giudico una buona notizia. Magari da replicare anche altrove.

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