del prof. Dario Consoli - sintesi di Enrica Gallo
Nell’esplorazione del tema dei confini che
CircolarMente sta conducendo, non poteva mancare l’incontro con un autore,
Peter Sloterdijk, che sugli spazi in cui l’essere umano costruisce il proprio
pensare ed abitare il mondo ha impostato la sua speculazione filosofica, oltre
ad essere egli stesso un pensatore “di confine”: eccentrico rispetto a molte
tradizioni filosofiche consolidate, aperto a tutte quelle contaminazioni con
altri sistemi di pensiero che si possono rivelare utili per consentire alla
filosofia di misurarsi davvero con il mondo contemporaneo. Un vero “pensatore
sulla scena”, come lui stesso si definisce e come ce lo ha presentato, nella
sua tanto rigorosa quanto brillante esposizione, Dario Consoli, a cui
CircolarMente ha affidato il compito di avvicinarci alla complessità e alla
poliedricità dei temi affrontati da un autore che ha formulato un percorso
filosofico decisamente originale, avvalendosi di nuovi linguaggi e di un
tessuto argomentativo forte, se pure non lineare.
Abbiamo cominciato così a familiarizzarci con
un’antropologia e ontologia filosofica volta ad esplorare le modalità
attraverso le quali l’animale uomo costruisce la realtà sociale, che Sloterdijk
espone in una trilogia assai corposa il cui titolo, “SFERE”, fa riferimento ad
un termine- concetto assunto come figura di pensiero dalle molte implicazioni.
Sono infatti chiamate “sfere” tutte quelle strutture
morfologiche in cui gli uomini producono un mondo vivibile rendendo possibile a
livello immunologico la definizione dei confini fra il Sé e l’Altro: spazi in
cui abitiamo e che ci strutturano trasformandoci e in cui si crea, attraverso
l’integrazione degli individui nel collettivo, quel clima emotivo da cui
possono nascere le grandi narrazioni della politica e della cultura.
Attraverso queste figure, Sloterdijk ha elaborato un
complesso percorso filosofico di cui
Dario Consoli ha evidenziato con nitidezza i vari passaggi
argomentativi, che partono dall’analisi delle microsfere, o “BOLLE” (così
infatti l’autore definisce gli spazi dell’intimità, in cui il soggetto si
costruisce attraverso una relazione duale), all’analisi delle macrosfere o
“GLOBI”, prodotti dal tentativo degli uomini di creare un mondo abitabile prima
pensandolo, con i cosmografi e i filosofi greci, poi letteralmente
attraversandolo con i grandi viaggi di esplorazione e di conquista, in cui il
mondo è stato il teatro d’azione dell’occidente e la storia la sua risultante,
e infine imprigionandolo in una rete elettronica che circonda il pianeta come
una seconda atmosfera.
Ci troviamo così a vivere oggi in una “Global Age”
che ci obbliga a confrontarci col fatto che né lo spazio né le risorse sono
illimitate e ci pone di fronte ad una sorta di “fine della storia”, dovuta alla
difficoltà di uscire da un modello che pare ormai bloccato. Noi esperimentiamo
infatti da un lato un mondo segnato da una frammentazione che rende difficile
un’azione comune e in cui la vita sociale si presenta come un insieme di
formazioni, definite da Sloterdijk con il termine “SCHIUME”, caratterizzate da
una tensione variabile fra vicinanza e isolamento, mentre dall’altro il sistema
economico vincente ha elevato i suoi particolari interni architettonici (per
cui Sloterdijk utilizza la metafora del “PALAZZO DI CRISTALLO “, facendo
riferimento al Palazzo dell’Esposizione Universale di Londra del 1851) nei
quali il confine fra il dentro e il fuori separa, con una impenetrabile se pur
trasparente barriera, chi ha accesso al consumo e chi ne è escluso, senza che
questo implichi una tensione al cambiamento che reintroduca la dinamica storica
nella vita dell’uomo contemporaneo.
E’ dunque dalla consapevolezza dello iato sempre più
profondo fra i bisogni relazionali e immunitari degli uomini e la configurazione attuale
degli spazi della vita che nasce la proposta filosofica di Sloterdiik, volta a
far scendere la filosofia dalle sue astrattezze per ripensare il sociale,
aprendo così la strada ad un nuovo pensiero sul mondo capace di far
ripartire questa storia bloccata.
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