LA
PAROLA DEL MESE
A turno si propone una parola, evocativa
di pensieri collegabili ed in grado di aprirsi verso nuove riflessioni
DICEMBRE 2015
1. ciò che appartiene o che si riferisce alla teoria o alla teoresi (accentuazione del carattere speculativo astratto)
2. Nella tradizione didattica universitaria, indica più
specificamente la pertinenza ai fondamenti generali dottrinarî della scienza: è
da un lato la filosofia della conoscenza, ma dall’altro anche una teoria
generale della realtà, distinta sia dalla filosofia morale, o filosofia della pratica, sia dalla storia della
filosofia.
La
filosofia teoretica può in un certo senso essere definita la parte più
generale della filosofia. È difficile dare una descrizione esatta dei
principali problemi della filosofia teoretica, poiché qualunque descrizione di
questo tipo già presuppone l'adesione e la formulazione di una ben precisa
impostazione teoretica, come del resto qualsiasi tentativo di definire la
filosofia e i suoi specifici settori. Certo è che l'altissimo livello di
generalità della filosofia teoretica ha delle ricadute su tutte le altre
"aree" della filosofia, perché è proprio essa ad occuparsi
specificamente della definizione degli ambiti in cui esse si trovano ad
operare, e dei metodi che esse devono adottare per risolvere i propri problemi
specifici. In generale si può indicare che la filosofia teoretica si rivolge al
tema fondamentale dei criteri della Conoscenza e a quelli della Filosofia della scienza anche se rispetto a questi due settori ha uno sguardo
più generale. Inoltre è possibile dire che il compito primo, e tuttora ben
lontano dall'esser portato a termine, della filosofia teoretica è definire
l'oggetto della Filosofia e il metodo della sua ricerca. In
questo senso è possibile differenziarla dalla Metafisica, la quale ha sin dall'inizio
conosciuto una delimitazione ben precisa del suo ambito di applicazione. Potremmo
quindi definire la filosofia teoretica una “filosofia della filosofia” o anche
una "filosofia prima" (ancorché questo epiteto venga sovente ascritto
all'opera Metafisica di Aristotele): infatti fa parte certamente dei
suoi compiti trovare una caratterizzazione adeguata del concetto stesso di
filosofia, di quali siano i suoi temi specifici e i suoi metodi. Ma proprio su
questa caratterizzazione la comunità dei filosofi non ha mai raggiunto il
benché minimo accordo, e anzi è oggi più che mai uno dei problemi più
scottanti, sul quale vertono le discussioni. La filosofia va continuamente alla
ricerca del proprio compito. Centrale per molti è il carattere metodologico della filosofia teoretica: essa è
più un modo di affrontare certi problemi, un atteggiamento che un uomo assume nei confronti del
mondo e di ciò che sappiamo di esso, più che un insieme consolidato di dottrine
nelle quali credere, come la scienza naturale, la religione, il diritto o la
critica artistica e letteraria. In realtà la migliore definizione che si possa
dare di questa "disciplina filosofica" è l’esposizione di alcuni dei
suoi principali problemi.
Ci sono due questioni
centrali che definiscono la filosofia teoretica in senso moderno, le cui prime
esposizioni possono trovarsi in autori come Cartesio; esse sono strettamente legate tra
loro: la prima è "Qual è la struttura ultima della realtà?"; è la
domanda della metafisica,
ed una risposta positiva ad essa costituisce una ontologia - la seconda domanda riguarda la
possibilità della conoscenza e può essere così formulata: "È possibile
conoscere questa struttura ultima?", o anche "è possibile una
conoscenza autentica, che non sia mera opinione ma scienza?". È la domanda
della teoria della
conoscenza, o gnoseologia
La filosofia teoretica è il pensiero che indaga su se stesso, sulle proprie condizioni di legittimità e di conseguenza sui propri limiti e sulle strutture portanti della realtà pervenendo spesso ad esiti contrastanti. Aristotele fa scaturire il suo momento aurorale dalla meraviglia.
RispondiEliminaAl tempo degli specialismi e della frammentazione degli oggetti di conoscenza, utili a far progredire il sapere, ma difficili da ricomporre e ricondurre al soggetto, suona come una sfida, quantomeno potrebbe essere una frequentazione complementare, rivolta anche a scoprire quanti scenari attinenti alla filosofia prima sono inconsciamente nella nostra mente e nella nostra ordinaria quotidianità.