martedì 1 dicembre 2015

La parola del mese - Dicembre 2015


LA PAROLA DEL MESE

A turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di aprirsi verso nuove riflessioni

DICEMBRE 2015


La (filosofia) teoretica
(dal greco theoréo, = "guardo", "osservo")

 
dal Vocabolario Treccani

1. ciò che appartiene o che si riferisce alla teoria o alla teoresi (accentuazione del carattere speculativo astratto)

2. Nella tradizione didattica universitaria, indica più specificamente la pertinenza ai fondamenti generali dottrinarî della scienza: è da un lato la filosofia della conoscenza, ma dall’altro anche una teoria generale della realtà, distinta sia dalla filosofia morale, o filosofia della pratica, sia dalla storia della filosofia.

 (da Wikipedia)……

La filosofia teoretica può in un certo senso essere definita la parte più generale della filosofia. È difficile dare una descrizione esatta dei principali problemi della filosofia teoretica, poiché qualunque descrizione di questo tipo già presuppone l'adesione e la formulazione di una ben precisa impostazione teoretica, come del resto qualsiasi tentativo di definire la filosofia e i suoi specifici settori. Certo è che l'altissimo livello di generalità della filosofia teoretica ha delle ricadute su tutte le altre "aree" della filosofia, perché è proprio essa ad occuparsi specificamente della definizione degli ambiti in cui esse si trovano ad operare, e dei metodi che esse devono adottare per risolvere i propri problemi specifici. In generale si può indicare che la filosofia teoretica si rivolge al tema fondamentale dei criteri della Conoscenza e a quelli della Filosofia della scienza anche se rispetto a questi due settori ha uno sguardo più generale. Inoltre è possibile dire che il compito primo, e tuttora ben lontano dall'esser portato a termine, della filosofia teoretica è definire l'oggetto della Filosofia e il metodo della sua ricerca. In questo senso è possibile differenziarla dalla Metafisica, la quale ha sin dall'inizio conosciuto una delimitazione ben precisa del suo ambito di applicazione. Potremmo quindi definire la filosofia teoretica una “filosofia della filosofia” o anche una "filosofia prima" (ancorché questo epiteto venga sovente ascritto all'opera Metafisica di Aristotele): infatti fa parte certamente dei suoi compiti trovare una caratterizzazione adeguata del concetto stesso di filosofia, di quali siano i suoi temi specifici e i suoi metodi. Ma proprio su questa caratterizzazione la comunità dei filosofi non ha mai raggiunto il benché minimo accordo, e anzi è oggi più che mai uno dei problemi più scottanti, sul quale vertono le discussioni. La filosofia va continuamente alla ricerca del proprio compito. Centrale per molti è il carattere metodologico della filosofia teoretica: essa è più un modo di affrontare certi problemi, un atteggiamento che un uomo assume nei confronti del mondo e di ciò che sappiamo di esso, più che un insieme consolidato di dottrine nelle quali credere, come la scienza naturale, la religione, il diritto o la critica artistica e letteraria. In realtà la migliore definizione che si possa dare di questa "disciplina filosofica" è l’esposizione di alcuni dei suoi principali problemi.

Ci sono due questioni centrali che definiscono la filosofia teoretica in senso moderno, le cui prime esposizioni possono trovarsi in autori come Cartesio; esse sono strettamente legate tra loro: la prima è "Qual è la struttura ultima della realtà?"; è la domanda della metafisica, ed una risposta positiva ad essa costituisce una ontologia - la seconda domanda riguarda la possibilità della conoscenza e può essere così formulata: "È possibile conoscere questa struttura ultima?", o anche "è possibile una conoscenza autentica, che non sia mera opinione ma scienza?". È la domanda della teoria della conoscenza, o gnoseologia

1 commento:

  1. La filosofia teoretica è il pensiero che indaga su se stesso, sulle proprie condizioni di legittimità e di conseguenza sui propri limiti e sulle strutture portanti della realtà pervenendo spesso ad esiti contrastanti. Aristotele fa scaturire il suo momento aurorale dalla meraviglia.
    Al tempo degli specialismi e della frammentazione degli oggetti di conoscenza, utili a far progredire il sapere, ma difficili da ricomporre e ricondurre al soggetto, suona come una sfida, quantomeno potrebbe essere una frequentazione complementare, rivolta anche a scoprire quanti scenari attinenti alla filosofia prima sono inconsciamente nella nostra mente e nella nostra ordinaria quotidianità.

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