lunedì 5 marzo 2018

"Lo strano ordine delle cose" .- saggio di Antonio Damasio


Sulla rivista americana on-line “Brain Pickings” (chi volesse accedervi tenga conto che è pubblicata in inglese) è apparso questo interessante articolo di presentazione del nuovo libro (per ora non disponibile in Italia) di Antonio Damasio “Lo strano ordine delle cose”. Un articolo (traduzione a cura di Daria Bosio e Giancarlo Fagiano). che offre diversi spunti di riflessione, alcuni dei quali si ricollegano con la “Parola del mese – Marzo 2018” ossia all’antropocentrismo


Uno studio evoluzionistico dei sentimenti:
Antonio Damasio su
“come e perché sentiamo quello che sentiamo”



Una emozione umana totalmente slegata dal corpo non vale nullacosì scriveva nel 1884 nel suo pioneristico (saggio) “Teoria su come il nostro corpo influenza i nostri sentimenti” William James (psicologo e filosofo statunitense 1842-1910).  Nel secolo a seguire da allora sono stati fatti passi da gigante in neurologia, nella psico-biologia, e nelle neuroscienze, passi che hanno contribuito a grandi, per quanto ancora incompleti, balzi della conoscenza delle relazioni fra il nostro corpo fisico e le nostre esperienze emozionali.
Questa strettissima relazione è ciò che Antonio Damasio prende in esame in “Lo strano ordine delle cose. Vita, sentimento e la formazione delle culture”, un titolo ispirato dallo sconvolgente fatto che, molti miliardi di anni fa, organismi unicellulari iniziarono a manifestare comportamenti notevolmente simili a quelli sociali umani e al fatto che 100 milioni di anni fa gli insetti svilupparono strumenti di interazione e strategie di cooperazione che potremmo definire culturali. Il fatto che tali comportamenti “socio-culturali” abbiano di molto preceduto lo sviluppo del cervello umano getta nuova luce sul problema, di antica data, del legame corpo-mente e permette una radicale revisione del modo in cui concepiamo la mente, i sentimenti, la coscienza e la costruzione delle culture
Due decenni dopo la sua basilare esplorazione di come la relazione tra il corpo e mente modella le nostre esperienze conscie Damasio traccia un collegamento visionario tra la biologia e le scienze sociali attraverso una affascinante ricerca sugli stati di omeostasi (il delicato equilibrio che sorregge le nostre esistenze fisiche, che garantisce la nostra sopravvivenza e che definisce il nostro benessere). Al centro della sua ricerca sta da sempre il suo interesse verso la natura del sentimento umano – le ragioni per le quali noi sentiamo quello che sentiamo, i modi con i quali usiamo le emozioni per costruire la nostra individualità, cosa rende i nostri propositi ed i nostri sentimenti così frequentemente contraddittori, in che modo il corpo e la mente interagiscono nella formazione della realtà emozionale. Ciò che emerge non è una dotazione di certezze e risposte ma un inno alla curiosità e l’avvertenza che una riflessione analitica, intelligente e consapevole, deve mirare ad espandere il campo della conoscenza spostando sempre più in là il confine tra conoscibile e sconosciuto.
Gli esseri umani si sono distinti da tutte le altre forme di esistenza grazie alla creazione di una spettacolare raccolta di oggetti, pratiche e idee, da tutti definito come “cultura”. La raccolta include le arti, la ricerca filosofica, i sistemi morali e le credenze religiose, la giustizia, l’arte del governo, le istituzioni economiche, la tecnologia e la scienza. Il linguaggio, la socialità, la conoscenza e la ragione sono sia gli inventori che gli esecutori di questi complicati processi. Ma i sentimenti intervengono per motivarli e rimangono presenti per verificare i risultati. L’attività culturale prende avvio e resta profondamente connessa con i sentimenti. L’interrelazione, positiva o meno che sia, fra sentimento e ragione deve essere acquisita per certa se vogliamo comprendere i conflitti e le contraddizioni della condizione umana.
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Una delle illustrazioni di Slvador Dalì per i “Saggi” di Montaigne
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Solo grazie alla comprensione della natura e dell’origine dei sentimenti, precisa Damasio, possiamo iniziare a capire la sorprendente varietà delle potenzialità di cui dispone la natura umana – le nostre tendenze più nobili e quelle più spregevoli, i nostri comportamenti più fecondi e quelli più distruttivi, e la miriade di modi con i quali così tanti individui sono in costante interrelazione, comprese le frequenti reciproche incomprensioni.  Considerando che una tale comprensione non può essere completa se non viene fatta risalire all’origine della vita stessa, molto prima degli esseri umani, (Damasio) scrive:….nella storia della vita gli eventi non si accordano con le idee convenzionali che gli umani si sono formati per spiegare il formarsi di quel meraviglioso strumento che mi piace definire “mente culturale”……

Damasio esamina la natura dei sentimenti e l’origine delle culture attraverso la lente dell’omeostasi. I sentimenti sono la manifestazione mentale dell’omeostasi, mentre l’omeostasi, agendo sotto la copertura del sentimento, è il tessuto funzionale che tiene collegate le prime forme di vita alla straordinaria interazione di corpi e sistemi nervosi. Questa interazione è alla base dell’emergere di menti senzienti e coscienti che, a turno, presiedono a ciò che è più rilevante per l’umanità: culture e civilizzazioni.
Mettere in connessione le culture ai sentimenti e all’omeostasi rinforza i loro collegamenti con la natura e approfondisce l’aspetto umano dei processi culturali. I sentimenti e le menti creative dal punto di vista culturale sono stati assemblati mediante un lungo processo nel quale la selezione genetica, indirizzata dall’omeostasi, ha giocato un ruolo preminente. Mettere in connessione le culture ai sentimenti, all’omeostasi e alla genetica si contrappone al crescente distacco delle idee culturali, dell’agire e degli oggetti dai processi vitali.
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Opera di Oliver Jeffers tratta da “Il cuore e la bottiglia” una tenera parabola illustrata su ciò che succede quando rifiutiamo le nostre difficoltà emotive
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Ogni volta che la scienza ha riposizionato il posto dell’animale “uomo” nell’ordine della realtà – non al centro dell’Universo, così come hanno dimostrato, quasi a rischio della vita, Copernico, Keplero e Galileo, non al centro del “creato”, così come dimostrato da Darwin contro una formidabile marea di dogmi – l’uomo ha reagito con ostile difensivismo alla percezione del suo  diminuito “status”. Damasio ci offre un indispensabile contrappunto a questa istintiva tendenza nel momento in cui individua l’origine dei sentimenti – una facoltà a lungo attribuita alla singolarità umana – in organismi molto più semplici e molto più antichi. Il ritrovamento delle radici delle culture umane nell'ambito della biologia non-umana non diminuisce certo il prestigio eccezionale del genere umano. Lo status straordinario di ciascun essere umano trae origine dallo speciale significato dato a sofferenza e prosperità nel contesto della rievocazione del nostro passato e delle memorie che abbiamo costruito riguardo al futuro che anticipiamo.
Tra i curiosi fenomeni che Damasio esamina è presente la tendenza a rivedere le esperienze passate col senno di poi, amplificandone gli aspetti positivi memorizzati al di là delle esperienze effettivamente vissute - una sorta di “rimodellamento emozionalmente positivo dei ricordi”, alla quale alcuni individui sono più inclini di altri. L'autore tiene in considerazione l'importanza di questo fenomeno poiché esso è collegato alla nostra anticipazione di futuro, come individui e come culture-
Il modo in cui un individuo affronta la vita che ha davanti e le aspettative che vi ripone dipendono dalla maniera in cui il passato è stato vissuto, non soltanto in termini oggettivi, verificabili sui fatti, ma anche nell'esperienza o nella ricostruzione dei dati oggettivi nei suoi ricordi. I ricordi sono in balìa di tutto ciò che fa di noi individui unici. Sotto aspetti differenti gli stili delle nostre personalità hanno a che fare con modalità affettive e cognitive tipiche, con la bilancia delle esperienze personali in termini affettivi, con le identità culturali, con le conquiste fatte, con la buona sorte.
Come e cosa noi creiamo culturalmente e la maniera in cui reagiamo a fenomeni culturali dipendono da inganni delle nostre memorie imperfette dal momento che queste vengono manipolate dai sentimenti.
Questa sfera dell'affettività esiste come realtà parallela al mondo fisico attraverso il quale muoviamo i nostri corpi, e tuttavia nasce anch'esso dal corpo fisico e definisce gli aspetti qualitativi al cuore della nostra esperienza cosciente. Delineando il suo territorio, Damasio offre un ordinamento sistematico dell'affettività che illumina la cruciale differenza tra emozioni e sentimenti.
L'aspetto mentale che domina la nostra esistenza, o per lo meno così appare, è legato al mondo che ci circonda, reale o richiamato alla memoria, con i suoi oggetti e avvenimenti, umani e non, rappresentato da miriadi di immagini di ogni genere sensoriale, spesso tradotti in linguaggi verbali e strutturati in narrazioni. E tuttavia, e aspetto non secondario, esiste un mondo mentale parallelo che accompagna tutte quelle immagini, spesso così sottile che non richiama alcuna attenzione su di sé ma che può essere così significativo da alterare il corso della parte dominante della mente, talvolta in maniera inconfutabile. Questo è il mondo parallelo dell'affettività, un mondo nel quale troviamo i sentimenti che si muovono fianco a fianco alle immagini più rilevanti delle nostre menti. Le cause immediate dei sentimenti includono 
(a) il fluire di sottofondo dei processi vitali nel nostro organismo, che vengono esperiti come sentimenti spontanei o omeostatici
(b) le risposte emotive  innescate dall'elaborazione di miriadi di stimoli sensoriali, quali stimoli gustativi, olfattivi, tattili, auditivi e visivi, la cui esperienza è una delle fonti degli aspetti qualitativi delle esperienze coscienti; 
(c) le risposte emotive risultanti da sensazioni (come la fame o la sete), da motivazioni (come la brama o il gioco), o da emozioni, nel senso più convenzionale del termine, che sono programmi di azione attivati dal conflitto di numerose e spesso complesse situazioni; esempi di emozioni sono gioia, tristezza, paura, rabbia, invidia, gelosia, disprezzo, compassione e ammirazione.
Le risposte emotive descritte ai punti (b) e  (c) generano sentimenti provocati, diversamente dalla varietà spontanea che emerge dal flusso omeostatico non influenzato.
Damasio ricorre all'immenso valore evoluzionistico e informativo dei sentimenti al fine di confutare l'opinione che essi siano un mero ornamento della coscienza:…..i sentimenti accompagnano lo svolgimento della vita nel nostro organismo, qualunque cosa l'individuo percepisca, impari, ricordi, immagini, ragioni, giudichi, pianifichi o crei mentalmente. Considerare i sentimenti come visitatori occasionali della mente o come causati esclusivamente dalle emozioni tipiche non rende giustizia all'ubiquità e alla importanza funzionale del fenomeno…… 
Quasi tutte le immagini nella processione primaria che denominiamo mente, dal momento in cui l'oggetto compare sotto il riflettori mentali dell'attenzione a quando ne esce, hanno un sentimento al loro fianco. Le immagini sono così disperatamente in cerca di compagnia affettiva che persino immagini che costituiscono un sentimento evidente possono essere accompagnate da altri sentimenti, un po' come le frequenze di un suono o i cerchi che si formano quando un ciottolo colpisce la superficie dell'acqua. Non esiste essere, nel senso proprio del termine, che non abbia una esperienza mentale spontanea della vita, un sentimento di esistenza. Il punto zero dell'essere corrisponde ad un ingannevole stato di coinvolgimento continuo e senza fine, un coro mentale più o meno intenso che evidenzia ogni altra cosa.
La completa assenza di sentimenti implicherebbe una sospensione dell'essere, ma anche soltanto una rimozione meno radicale dei sentimenti andrebbe a compromettere la natura umana.
Senza l'ausilio dei sentimenti, noi non saremmo in grado di reagire alla bellezza – che potrebbe rivelarsi essere il nostro contatto più potente con il mondo vivente – e di conseguenza non saremmo in grado di riconoscere e classificare cose in quanto belle; non distingueremmo esperienze piacevoli da altre dolorose; non avremmo ideali a motivarci; non registreremmo l'appagante gratificazione data da una scoperta o da un atto di generosità o dalla creazione di qualcosa di nuovo, e non saremmo quindi stimolati a esercitare tali azioni. Richiamando l'affermazione della filosofa Martha Nassbaum che “i sentimenti sono una parte indelebile della nostra ragione”, Damasio scrive:…… il contrasto convenzionale tra affettività e ragione deriva da una limitata concezione di emozioni e sentimenti come fondamentalmente negativi e in grado di indebolire fatti e ragionamenti. In realtà, emozioni e sentimenti hanno una grande varietà, e solamente alcuni sono disturbanti. La maggior parte di emozioni e sentimenti sono essenziali per dare energia al processo intellettuale e creativo. Trascurare la sfera affettiva impoverisce la descrizione della natura umana. Non è possibile dare un resoconto soddisfacente della mente culturale umana senza tener conto della sfera affettiva……
E tuttavia i sentimenti non sono delle astrazioni mentali che agiscono al di sopra e al di là delle nostra essenza umana – i sentimenti hanno origine nel struttura naturale del corpo, nascendo, letteralmente, dalle nostre viscere, Damasio scrive…….le circostanze, del momento o richiamate dalla memoria, che possono provocare sentimenti sono infinite, Al contrario l’elenco dei sentimenti basilari è limitato, ristretto ad una sola classe di oggetti: l’organismo vivente del suo proprietario, in relazione al quale io intendo i componenti del corpo stesso e il loro stato del momento…… 
Ma proviamo a scavare più a fondo in questa idea, e notiamo che l’interazione con l’organismo è gestita in particolare da una parte del corpo: il mondo, antico ed interiore, delle viscere che sono collocate nell’addome, nel torace, e a livello della pelle, unitamente ai relativi processi chimici. L’elenco dei sentimenti che governano la nostra mente cosciente corrisponde in larga misura alle azioni protratte delle viscere, per esempio: il grado di contrazione o di rilassamento dei muscoli lisci che formano le pareti di organi tubolari quali la trachea, i bronchi e l’intestino, così come gli innumerevoli vasi sanguigni della pelle e delle cavità viscerali 
Allo stesso modo è rilevante, fra i componenti da considerare, lo stato della mucosa – pensate alla vostra gola, secca, umida, o proprio chiaramente dolorante, o al vostro esofago o al vostro stomaco quando mangiate troppo o siete affamati. L’elenco ordinario dei vostri sentimenti è governato dal livello al quale le operazioni delle viscere, citate in precedenza, procedono lisce e senza complicazioni piuttosto che in modo complicato e irregolare. A complicare ancora di più il quadro, tutti questi variegati stati degli organi sono il risultato dell’azione di molecole chimiche – che circolano nel sangue o che si attivano in terminali nervosi distribuiti attraverso tutte le viscere – quali ad esempio: cortisone, seratonina, dopamina, oppioidi endogeni, ossitocina
Alcune di queste sostanze e toccasana sono così potenti che i loro effetti sono istantanei. Infine il livello di tensione o di rilassamento dei muscoli volontari (che sono parte del più recente (evoluzionisticamente) sistema interno della struttura corporea) contribuisce altrettanto all’elenco dei sentimenti. Gli esempi includono i modelli dell’attivazione dei muscoli facciali, i quali sono così strettamente associati a certi stati emotivi che il loro dispiegarsi sui nostri visi può rapidamente far apparire sentimenti quali la gioia o la sorpresa. Non abbiamo bisogno di guardarci allo specchio per sapere che stiamo provando queste sensazioni. 
In sostanza i sentimenti sono esperienze di alcuni aspetti degli stati vitali all’interno di un organismo. Queste esperienze non sono un mero orpello. Esse compiono qualcosa di straordinario: riferiscono, istante per istante, gli stati vitali all’interno di un organismo. 
La complessa interazione delle attività delle nostre ghiandole endocrine, l’apertura e la chiusura dei nostri vasi sanguigni e dei nostri organi tubolari, la modulazione del ritmo della nostra attività respiratoria e circadiana, provocano una rappresentazione mentale di certi stati emotivi, al punto che possiamo definire un “piacere” il brillante stato di  rilassamento non turbato da stati di stress negativo.
 Scrive Damasio:……lo “stimolo” delle risposte emotive agli innumerevoli componenti visivi  o ad intere rappresentazioni è uno degli aspetti più centrali e continuativi delle nostre vite mentali. E per quanto queste risposte emotive siano impiantate così tanto a fondo nel corpo esse non sono fissate, non sono strutturalmente definite. Al contrario esse sono manipolabili da parte delle (nostre) intenzioni, possibilità e dell’ambiente attorno
Certi sistemi cerebrali, sono stati innestati in virtù della selezione naturale con l’aiuto dei nostri geni e dei residui, pochi o tanti che siano, dell’ambiente uterino e dell’infanzia – ma tutte le tipologie di fattori ambientali possono modificare lo sviluppo emotivo man mano che ci sviluppiamo. Emerge il fatto che la dotazione dei nostri sentimenti è gestibile, fino ad una certa misura, e che una buona parte di ciò che definiamo civilizzazione si realizza attraverso la manipolazione di questa dotazione all’interno di un favorevole ambiente di casa, scuola e cultura. In un modo curioso ciò che viene definito “temperamento – la maniera, più o meno armonica, con la quale, giorno per giorno, reagiamo agli shock e alle traversie della vita– è il risultato di quel lungo processo di manipolazione dal momento che esso interagisce con le basi della reattività emozionale che ci si è dati come risultato di tutti i fattori biologici in gioco durante la nostra crescita – doti genetiche, variegati fattori di sviluppo pre e post natali, fortuna alla lotteria (della vita) 
E comunque una cosa è certa. L’insieme dei sentimenti è responsabile delle risposte emotive che attuiamo e, come risultato, lo è nel determinare i comportamenti che, si potrebbe ingenuamente pensare, siano controllati unicamente dalle parti, più esperte e razionali, delle nostre menti. Impulsi, motivazioni ed emozioni spesso hanno qualcosa da aggiungere o da sottrarre alle decisioni che si potrebbe pensare che dipendano puramente da scelte razionali. 
Ma sebbene “le emozioni umane sono riconoscibili pezzi di un assortimento standard” che ci riporta comunque indietro fino agli organismi unicellulari e che si è poi evoluto al fine di creare la possibilità della socialità e della collaborazione tra organismi, qualcosa rende i sentimenti umani unici – qualcosa che la filosofa Simone Weil ha affrontato nella sua toccante meditazione sui modi di mettere a frutto le nostre sofferenze
Damasio scrive::…….qualsiasi immagine che entra nella mente è finalizzata ad una risposta emotiva. Questo fatto vale anche per le stesse immagini che definiamo sentimenti. Per esempio, lo stato di essere in sofferenza, di sentire sofferenza, può essere accentuato da un nuovo strato di elaborazione – come se fosse un sentimento secondario – indotto da pensieri di diverso genere con i quali si reagisce ad una situazione di base. La profondità di questo strato emozionale è probabilmente un tratto caratteristico della mente umana. E’ il genere di processo che presumibilmente sostiene ciò che chiamiamo sofferenza……. 
Questo processo, sicuramente, è anche decisamente fisico, ma né puramente corporeo né puramente neurale. Con un occhio alla costruzione corporea delle ricadute di un sentimento come la tristezza – che attiva l’ipotalamo e la ghiandola ipofisi al fine di rilasciare una cascata di molecole con l’effetto di diminuire l’omeostasi e di infliggere un danno fisico ad organi quali i muscoli e i vasi sanguigni – Damasio confuta Descartes:…..la mente ed il cervello influenzano il corpo esattamente allo stesso modo con cui il corpo può influenzare cervello e mente. Sono semplicemente due aspetti di un essere indissolubile……
Se non esiste separazione fra corpo e cervello, se corpo e cervello interagiscono e formano un organismo unitario unico, allora il sentimento non è una percezione dello stato corporeo nel senso convenzionale del termine. Qui la dualità di soggetto/oggetto, di senziente/sentito viene a cadere. Relativamente a questa parte del processo c’è al contrario una totale unità. Il sentimento è l’aspetto mentale di questa unità. 
Riportando i sentimenti al loro status a pieno titolo culturale Damasio scrive….non è possibile parlare di ragionamento, intelligenza e creatività in qualsiasi modo significativo senza chiamare in causa i sentimenti…..
Nella  restante parte dell’indiscutibilmente avvincente “Lo strano ordine delle cose” Damasio passa ad esaminare la relazione tra sentimenti ed intelletto, come i progressi in medicina e l’intelligenza artificiale trasfigurano il problema dell’immortalità, le origini della mente lungo la freccia dell’evoluzione, il dialogo tra il formarsi delle immagini e la memoria nel modo in cui costruiamo e sperimentiamo emozioni, e come il sentimento chiarisce vari altri aspetti dell’evoluzione della cultura e della coscienza. Completa tutto ciò con l’immunologa d’avanguardia Esther Stenberg su come le nostre emozioni incidano sulla nostra vulnerabilità all’esaurimento e alla malattia, con il ricercatore dottorando Bessel Van del Kolk su some la nostra mente ed il nostro copro convergano nella guarigione da traumi emotivi e con la filosofa Martha Naussbaum sulla intelligenza delle emozioni

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