Sulla rivista americana on-line “Brain
Pickings” (chi volesse accedervi
tenga conto che è pubblicata in inglese) è apparso questo interessante articolo di presentazione del
nuovo libro (per ora non disponibile in Italia) di Antonio Damasio “Lo strano
ordine delle cose”. Un articolo (traduzione a cura di Daria Bosio e Giancarlo Fagiano). che offre diversi spunti di riflessione, alcuni dei quali si ricollegano con la “Parola del mese – Marzo 2018” ossia
all’antropocentrismo
Uno studio evoluzionistico dei sentimenti:
Antonio Damasio su
“come e perché sentiamo quello che sentiamo”
“Una emozione umana totalmente slegata dal corpo non vale nulla” così scriveva nel
1884 nel suo pioneristico (saggio) “Teoria su come il nostro corpo influenza i
nostri sentimenti” William James (psicologo e filosofo
statunitense 1842-1910). Nel secolo a seguire
da allora sono stati fatti passi da gigante in neurologia, nella
psico-biologia, e nelle neuroscienze, passi che hanno contribuito a grandi, per
quanto ancora incompleti, balzi della conoscenza delle relazioni fra il nostro
corpo fisico e le nostre esperienze emozionali.
Questa strettissima relazione è ciò che
Antonio Damasio prende in esame in “Lo strano ordine delle cose. Vita, sentimento e la
formazione delle culture”, un titolo ispirato dallo sconvolgente
fatto che, molti miliardi di anni fa, organismi unicellulari iniziarono a
manifestare comportamenti notevolmente simili a quelli sociali umani e al fatto
che 100 milioni di anni fa gli insetti svilupparono strumenti di interazione e
strategie di cooperazione che potremmo definire culturali. Il fatto che tali
comportamenti “socio-culturali” abbiano di molto preceduto lo sviluppo del
cervello umano getta nuova luce sul problema, di antica data, del legame
corpo-mente e permette una radicale revisione del modo in cui concepiamo la
mente, i sentimenti, la coscienza e la costruzione delle culture
Due
decenni dopo la sua basilare esplorazione di “come la relazione tra il corpo e mente
modella le nostre esperienze conscie” Damasio traccia un collegamento visionario tra la biologia e le
scienze sociali attraverso una affascinante ricerca sugli stati di omeostasi
(il delicato equilibrio che sorregge le nostre esistenze fisiche, che
garantisce la nostra sopravvivenza e che definisce il nostro benessere). Al
centro della sua ricerca sta da sempre il suo interesse verso la natura del
sentimento umano – le ragioni per le quali noi sentiamo quello che sentiamo, i
modi con i quali usiamo le emozioni per costruire la nostra individualità, cosa
rende i nostri propositi ed i nostri sentimenti così frequentemente
contraddittori, in che modo il corpo e la mente interagiscono nella formazione
della realtà emozionale. Ciò che emerge non è una dotazione di certezze e
risposte ma un inno alla curiosità e l’avvertenza che una riflessione
analitica, intelligente e consapevole, deve mirare ad espandere il campo della
conoscenza spostando sempre più in là il confine tra conoscibile e sconosciuto.
Gli
esseri umani si sono distinti da tutte le altre forme di esistenza grazie alla
creazione di una spettacolare raccolta di oggetti, pratiche e idee, da tutti
definito come “cultura”. La raccolta include le arti, la ricerca filosofica, i
sistemi morali e le credenze religiose, la giustizia, l’arte del governo, le
istituzioni economiche, la tecnologia e la scienza. Il linguaggio, la
socialità, la conoscenza e la ragione sono sia gli inventori che gli esecutori
di questi complicati processi. Ma i sentimenti intervengono per motivarli e
rimangono presenti per verificare i risultati. L’attività culturale prende
avvio e resta profondamente connessa con i sentimenti. L’interrelazione,
positiva o meno che sia, fra sentimento e ragione deve essere acquisita per
certa se vogliamo comprendere i conflitti e le contraddizioni della condizione
umana.
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Una delle illustrazioni
di Slvador Dalì per i “Saggi” di Montaigne
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Solo
grazie alla comprensione della natura e dell’origine dei sentimenti, precisa
Damasio, possiamo iniziare a capire la sorprendente varietà delle potenzialità
di cui dispone la natura umana – le nostre tendenze più nobili e quelle più
spregevoli, i nostri comportamenti più fecondi e quelli più distruttivi, e la
miriade di modi con i quali così tanti individui sono in costante
interrelazione, comprese le frequenti reciproche incomprensioni. Considerando che una tale comprensione non
può essere completa se non viene fatta risalire all’origine della vita stessa,
molto prima degli esseri umani, (Damasio) scrive:….nella storia della vita gli eventi non si
accordano con le idee convenzionali che gli umani si sono formati per spiegare
il formarsi di quel meraviglioso strumento che mi piace definire “mente
culturale”……
Damasio
esamina la natura dei sentimenti e l’origine delle culture attraverso la lente
dell’omeostasi. I sentimenti sono la manifestazione mentale dell’omeostasi,
mentre l’omeostasi, agendo sotto la copertura del sentimento, è il tessuto
funzionale che tiene collegate le prime forme di vita alla straordinaria
interazione di corpi e sistemi nervosi. Questa interazione è alla base
dell’emergere di menti senzienti e coscienti che, a turno, presiedono a ciò che
è più rilevante per l’umanità: culture e civilizzazioni.
Mettere
in connessione le culture ai sentimenti e all’omeostasi rinforza i loro
collegamenti con la natura e approfondisce l’aspetto umano dei processi
culturali. I sentimenti e le menti creative dal punto di vista culturale sono
stati assemblati mediante un lungo processo nel quale la selezione genetica,
indirizzata dall’omeostasi, ha giocato un ruolo preminente. Mettere in
connessione le culture ai sentimenti, all’omeostasi e alla genetica si
contrappone al crescente distacco delle idee culturali, dell’agire e degli
oggetti dai processi vitali.
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Opera di Oliver Jeffers tratta da “Il cuore e la bottiglia” una tenera parabola
illustrata su ciò che succede quando rifiutiamo le nostre difficoltà emotive
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Ogni
volta che la scienza ha riposizionato il posto dell’animale “uomo” nell’ordine
della realtà – non al centro dell’Universo, così come hanno dimostrato, quasi a
rischio della vita, Copernico, Keplero e Galileo, non al centro del “creato”,
così come dimostrato da Darwin contro una formidabile marea di dogmi – l’uomo
ha reagito con ostile difensivismo alla percezione del suo diminuito “status”. Damasio ci offre un
indispensabile contrappunto a questa istintiva tendenza nel momento in cui
individua l’origine dei sentimenti – una facoltà a lungo attribuita alla
singolarità umana – in organismi molto più semplici e molto più antichi. Il
ritrovamento delle radici delle culture umane nell'ambito della biologia
non-umana non diminuisce certo il prestigio eccezionale del genere umano. Lo
status straordinario di ciascun essere umano trae origine dallo speciale
significato dato a sofferenza e prosperità nel contesto della rievocazione del
nostro passato e delle memorie che abbiamo costruito riguardo al futuro che
anticipiamo.
Tra
i curiosi fenomeni che Damasio esamina è presente la tendenza a rivedere le
esperienze passate col senno di poi, amplificandone gli aspetti positivi
memorizzati al di là delle esperienze effettivamente vissute - una sorta di
“rimodellamento emozionalmente positivo dei ricordi”, alla quale alcuni
individui sono più inclini di altri. L'autore tiene in considerazione
l'importanza di questo fenomeno poiché esso è collegato alla nostra
anticipazione di futuro, come individui e come culture-
Il
modo in cui un individuo affronta la vita che ha davanti e le aspettative che
vi ripone dipendono dalla maniera in cui il passato è stato vissuto, non
soltanto in termini oggettivi, verificabili sui fatti, ma anche nell'esperienza
o nella ricostruzione dei dati oggettivi nei suoi ricordi. I ricordi sono in
balìa di tutto ciò che fa di noi individui unici. Sotto aspetti differenti gli
stili delle nostre personalità hanno a che fare con modalità affettive e
cognitive tipiche, con la bilancia delle esperienze personali in termini
affettivi, con le identità culturali, con le conquiste fatte, con la buona
sorte.
Come
e cosa noi creiamo culturalmente e la maniera in cui reagiamo a fenomeni
culturali dipendono da inganni delle nostre memorie imperfette dal momento che
queste vengono manipolate dai sentimenti.
Questa
sfera dell'affettività esiste come realtà parallela al mondo fisico attraverso
il quale muoviamo i nostri corpi, e tuttavia nasce anch'esso dal corpo fisico e
definisce gli aspetti qualitativi al cuore della nostra esperienza cosciente.
Delineando il suo territorio, Damasio offre un ordinamento sistematico
dell'affettività che illumina la cruciale differenza tra emozioni e sentimenti.
L'aspetto
mentale che domina la nostra esistenza, o per lo meno così appare, è legato al
mondo che ci circonda, reale o richiamato alla memoria, con i suoi oggetti e
avvenimenti, umani e non, rappresentato da miriadi di immagini di ogni genere
sensoriale, spesso tradotti in linguaggi verbali e strutturati in narrazioni. E
tuttavia, e aspetto non secondario, esiste un mondo mentale parallelo che
accompagna tutte quelle immagini, spesso così sottile che non richiama alcuna
attenzione su di sé ma che può essere così significativo da alterare il corso
della parte dominante della mente, talvolta in maniera inconfutabile. Questo è
il mondo parallelo dell'affettività,
un mondo nel quale troviamo i sentimenti che
si muovono fianco a fianco alle immagini più rilevanti delle nostre menti. Le
cause immediate dei sentimenti includono
(a)
il fluire di sottofondo dei processi vitali nel nostro organismo, che vengono
esperiti come sentimenti spontanei o omeostatici;
(b)
le risposte emotive innescate
dall'elaborazione di miriadi di stimoli sensoriali, quali stimoli gustativi,
olfattivi, tattili, auditivi e visivi, la cui esperienza è una delle fonti
degli aspetti qualitativi delle esperienze coscienti;
(c) le risposte emotive risultanti da sensazioni (come la fame o la sete),
da motivazioni (come la brama o il gioco), o da emozioni, nel
senso più convenzionale del termine, che sono programmi di azione attivati dal
conflitto di numerose e spesso complesse situazioni; esempi di emozioni sono
gioia, tristezza, paura, rabbia, invidia, gelosia, disprezzo, compassione e
ammirazione.
Le
risposte emotive descritte ai punti (b) e (c) generano sentimenti provocati, diversamente
dalla varietà spontanea che emerge dal flusso omeostatico non influenzato.
Damasio
ricorre all'immenso valore evoluzionistico e informativo dei sentimenti al fine
di confutare l'opinione che essi siano un mero ornamento della coscienza:…..i sentimenti
accompagnano lo svolgimento della vita nel nostro organismo, qualunque cosa
l'individuo percepisca, impari, ricordi, immagini, ragioni, giudichi,
pianifichi o crei mentalmente. Considerare i sentimenti come visitatori
occasionali della mente o come causati esclusivamente dalle emozioni tipiche
non rende giustizia all'ubiquità e alla importanza funzionale del fenomeno……
Quasi
tutte le immagini nella processione primaria che denominiamo mente, dal momento
in cui l'oggetto compare sotto il riflettori mentali dell'attenzione a quando
ne esce, hanno un sentimento al loro fianco. Le immagini sono così
disperatamente in cerca di compagnia affettiva che persino immagini che
costituiscono un sentimento evidente possono essere accompagnate da altri
sentimenti, un po' come le frequenze di un suono o i cerchi che si formano
quando un ciottolo colpisce la superficie dell'acqua. Non esiste essere,
nel senso proprio del termine, che non abbia una esperienza mentale spontanea
della vita, un sentimento di esistenza. Il punto zero dell'essere corrisponde
ad un ingannevole stato di coinvolgimento continuo e senza fine, un coro
mentale più o meno intenso che evidenzia ogni altra cosa.
La
completa assenza di sentimenti implicherebbe una sospensione dell'essere, ma
anche soltanto una rimozione meno radicale dei sentimenti andrebbe a
compromettere la natura umana.
Senza
l'ausilio dei sentimenti, noi non saremmo in grado di reagire alla bellezza –
che potrebbe rivelarsi essere il nostro contatto più potente con il mondo
vivente – e di conseguenza non saremmo in grado di riconoscere e classificare
cose in quanto belle; non distingueremmo esperienze piacevoli da altre
dolorose; non avremmo ideali a motivarci; non registreremmo l'appagante
gratificazione data da una scoperta o da un atto di generosità o dalla
creazione di qualcosa di nuovo, e non saremmo quindi stimolati a esercitare
tali azioni. Richiamando l'affermazione della filosofa Martha Nassbaum che “i sentimenti
sono una parte indelebile della nostra ragione”, Damasio scrive:…… il contrasto
convenzionale tra affettività e ragione deriva da una limitata concezione di
emozioni e sentimenti come fondamentalmente negativi e in grado di indebolire
fatti e ragionamenti. In realtà, emozioni e sentimenti hanno una grande
varietà, e solamente alcuni sono disturbanti. La maggior parte di emozioni e
sentimenti sono essenziali per dare energia al processo intellettuale e
creativo. Trascurare la sfera affettiva impoverisce la descrizione della natura
umana. Non è possibile dare un resoconto soddisfacente della mente culturale
umana senza tener conto della sfera affettiva……
E
tuttavia i sentimenti non sono delle astrazioni mentali che agiscono al di
sopra e al di là delle nostra essenza umana – i sentimenti hanno origine nel
struttura naturale del corpo, nascendo, letteralmente, dalle nostre viscere,
Damasio scrive…….le
circostanze, del momento o richiamate dalla memoria, che possono provocare
sentimenti sono infinite, Al contrario l’elenco dei sentimenti basilari è limitato,
ristretto ad una sola classe di oggetti: l’organismo vivente del suo
proprietario, in relazione al quale io intendo i componenti del corpo stesso e
il loro stato del momento……
Ma
proviamo a scavare più a fondo in questa idea, e notiamo che l’interazione con
l’organismo è gestita in particolare da una parte del corpo: il mondo, antico
ed interiore, delle viscere che sono collocate nell’addome, nel torace, e a
livello della pelle, unitamente ai relativi processi chimici. L’elenco dei
sentimenti che governano la nostra mente cosciente corrisponde in larga misura
alle azioni protratte delle viscere, per esempio: il grado di contrazione o di
rilassamento dei muscoli lisci che formano le pareti di organi tubolari quali
la trachea, i bronchi e l’intestino, così come gli innumerevoli vasi sanguigni
della pelle e delle cavità viscerali
Allo
stesso modo è rilevante, fra i componenti da considerare, lo stato della mucosa
– pensate alla vostra gola, secca, umida, o proprio chiaramente dolorante, o al
vostro esofago o al vostro stomaco quando mangiate troppo o siete affamati.
L’elenco ordinario dei vostri sentimenti è governato dal livello al quale le
operazioni delle viscere, citate in precedenza, procedono lisce e senza
complicazioni piuttosto che in modo complicato e irregolare. A complicare
ancora di più il quadro, tutti questi variegati stati degli organi sono il
risultato dell’azione di molecole chimiche – che circolano nel sangue o che si
attivano in terminali nervosi distribuiti attraverso tutte le viscere – quali
ad esempio: cortisone, seratonina, dopamina, oppioidi endogeni, ossitocina
Alcune
di queste sostanze e toccasana sono così potenti che i loro effetti sono
istantanei. Infine il livello di tensione o di rilassamento dei muscoli
volontari (che sono parte del più recente (evoluzionisticamente) sistema
interno della struttura corporea) contribuisce altrettanto all’elenco dei
sentimenti. Gli esempi includono i modelli dell’attivazione dei muscoli
facciali, i quali sono così strettamente associati a certi stati emotivi che il
loro dispiegarsi sui nostri visi può rapidamente far apparire sentimenti quali
la gioia o la sorpresa. Non abbiamo bisogno di guardarci allo specchio per
sapere che stiamo provando queste sensazioni.
In
sostanza i sentimenti sono esperienze di alcuni aspetti degli stati vitali
all’interno di un organismo. Queste esperienze non sono un mero orpello. Esse
compiono qualcosa di straordinario: riferiscono, istante per istante, gli stati
vitali all’interno di un organismo.
La
complessa interazione delle attività delle nostre ghiandole endocrine,
l’apertura e la chiusura dei nostri vasi sanguigni e dei nostri organi
tubolari, la modulazione del ritmo della nostra attività respiratoria e
circadiana, provocano una rappresentazione mentale di certi stati emotivi, al
punto che possiamo definire un “piacere” il brillante stato di rilassamento non turbato da stati di stress
negativo.
Scrive Damasio:……lo “stimolo” delle risposte emotive agli
innumerevoli componenti visivi o ad
intere rappresentazioni è uno degli aspetti più centrali e continuativi delle
nostre vite mentali. E per quanto queste risposte emotive siano impiantate così
tanto a fondo nel corpo esse non sono fissate, non sono strutturalmente
definite. Al contrario esse sono manipolabili da parte delle (nostre)
intenzioni, possibilità e dell’ambiente attorno……
Certi
sistemi cerebrali, sono stati innestati in virtù della selezione naturale con
l’aiuto dei nostri geni e dei residui, pochi o tanti che siano, dell’ambiente
uterino e dell’infanzia – ma tutte le tipologie di fattori ambientali possono
modificare lo sviluppo emotivo man mano che ci sviluppiamo. Emerge il fatto che
la dotazione dei nostri sentimenti è gestibile, fino ad una certa misura, e che
una buona parte di ciò che definiamo civilizzazione si realizza attraverso la
manipolazione di questa dotazione all’interno di un favorevole ambiente di
casa, scuola e cultura. In un modo curioso ciò che viene definito “temperamento
– la maniera, più o meno armonica, con la quale, giorno per giorno, reagiamo
agli shock e alle traversie della vita– è il risultato di quel lungo processo
di manipolazione dal momento che esso interagisce con le basi della reattività
emozionale che ci si è dati come risultato di tutti i fattori biologici in
gioco durante la nostra crescita – doti genetiche, variegati fattori di
sviluppo pre e post natali, fortuna alla lotteria (della vita)
E
comunque una cosa è certa. L’insieme dei sentimenti è responsabile delle
risposte emotive che attuiamo e, come risultato, lo è nel determinare i
comportamenti che, si potrebbe ingenuamente pensare, siano controllati
unicamente dalle parti, più esperte e razionali, delle nostre menti. Impulsi,
motivazioni ed emozioni spesso hanno qualcosa da aggiungere o da sottrarre alle
decisioni che si potrebbe pensare che dipendano puramente da scelte razionali.
Ma
sebbene “le
emozioni umane sono riconoscibili pezzi di un assortimento standard” che ci riporta comunque indietro fino agli
organismi unicellulari e che si è poi evoluto al fine di creare la possibilità
della socialità e della collaborazione tra organismi, qualcosa rende i
sentimenti umani unici – qualcosa che la filosofa Simone Weil ha affrontato
nella sua toccante meditazione sui modi di mettere a frutto le nostre
sofferenze
Damasio
scrive::…….qualsiasi
immagine che entra nella mente è finalizzata ad una risposta emotiva. Questo
fatto vale anche per le stesse immagini che definiamo sentimenti. Per esempio,
lo stato di essere in sofferenza, di sentire sofferenza, può essere accentuato
da un nuovo strato di elaborazione – come se fosse un sentimento secondario –
indotto da pensieri di diverso genere con i quali si reagisce ad una situazione
di base. La profondità di questo strato emozionale è probabilmente un tratto
caratteristico della mente umana. E’ il genere di processo che presumibilmente
sostiene ciò che chiamiamo sofferenza…….
Questo
processo, sicuramente, è anche decisamente fisico, ma né puramente corporeo né
puramente neurale. Con un occhio alla costruzione corporea delle ricadute di un
sentimento come la tristezza – che attiva l’ipotalamo e la ghiandola ipofisi al
fine di rilasciare una cascata di molecole con l’effetto di diminuire
l’omeostasi e di infliggere un danno fisico ad organi quali i muscoli e i vasi
sanguigni – Damasio confuta Descartes:…..la mente ed il cervello influenzano il corpo esattamente
allo stesso modo con cui il corpo può influenzare cervello e mente. Sono
semplicemente due aspetti di un essere indissolubile……
Se
non esiste separazione fra corpo e cervello, se corpo e cervello interagiscono
e formano un organismo unitario unico, allora il sentimento non è una
percezione dello stato corporeo nel senso convenzionale del termine. Qui la
dualità di soggetto/oggetto, di senziente/sentito viene a cadere. Relativamente
a questa parte del processo c’è al contrario una totale unità. Il sentimento è
l’aspetto mentale di questa unità.
Riportando
i sentimenti al loro status a pieno titolo culturale Damasio scrive….non è
possibile parlare di ragionamento, intelligenza e creatività in qualsiasi modo
significativo senza chiamare in causa i sentimenti…..
Nella
restante parte dell’indiscutibilmente avvincente “Lo strano ordine delle cose” Damasio passa ad esaminare la relazione tra
sentimenti ed intelletto, come i progressi in medicina e l’intelligenza
artificiale trasfigurano il problema dell’immortalità, le origini della mente
lungo la freccia dell’evoluzione, il dialogo tra il formarsi delle immagini e
la memoria nel modo in cui costruiamo e sperimentiamo emozioni, e come il
sentimento chiarisce vari altri aspetti dell’evoluzione della cultura e della
coscienza. Completa tutto ciò con l’immunologa d’avanguardia Esther Stenberg su
come le nostre emozioni incidano sulla nostra vulnerabilità all’esaurimento e
alla malattia, con il ricercatore dottorando Bessel Van del Kolk su some la
nostra mente ed il nostro copro convergano nella guarigione da traumi emotivi e
con la filosofa Martha Naussbaum sulla intelligenza delle emozioni
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