Sintesi
della relazione tenuta dal prof. Armao nella conferenza del 07
Marzo con titolo
“Nuove
forme di criminalità organizzata e di delinquenza minorile”
Un pubblico interessato e
attento ha seguito la conferenza del prof. Armao "Nuove forme di criminalità organizzata e
delinquenza minorile" voluta dall'Associazione CircolarMente ad Avigliana Mercoledì
scorso.
Il prof: Armao è docente di
scienze della politica all'Università di Torino con particolare attenzione alla
sicurezza urbana e alle baby gang, inoltre nel 2016 ha curato l'organizzazione,
alla Biennale di Venezia, della mostra "Gang city"
Il sindaco di Avigliana
Archinà nel suo intervento di saluto ha posto l'accento sul fenomeno della
delinquenza giovanile, che sul nostro territorio non sembra essere
particolarmente grave anche se non sono mancati episodi non confortanti. In
particolare ha fatto scalpore la distruzione di strutture nel parco giochi di
viale Roma da parte di un gruppo di alcuni minorenni subito identificati.
Questo episodio ha però scatenato una reazione sproporzionata sui social
network da parte di alcuni adulti che si sono scagliati in modo pesante contro
i colpevoli. Un episodio, e la conseguente reazione, che di certo non
contribuiscono a rasserenare un’atmosfera di percezione del problema sicurezza già
alquanto compromessa.
Riprendendo le sollecitazioni
del Sindaco il professore ha iniziato la conferenza con questa frase: “Questo è un tema che non fa piacere
trattare ..."
Ha quindi definito i termini
generali del fenomeno della criminalità organizzata, che può essere, a grandi
linee, suddivisa in due settori: la criminalità con la maiuscola o con la
minuscola.
La prima è ormai diffusa in
tutto il mondo, non è quindi un fenomeno solo italiano, anzi. La criminalità di
stampo mafioso più efferata si trova in Giappone, in Cina, in Russia, negli Usa
e in America Latina; quest’ultima detiene il primato dei morti assassinati in
azioni criminali, nel solo Messico il
numero totale di morti assassinati dalla mafia “narcos” è più alto di quello
dei morti per le guerre civili che in anni precedenti avevano sconvolto il
paese.
Nel mondo ci sono migliaia di
bande organizzate che dispongono di grandi capitali provenienti da traffici
illeciti (droga, prostituzione, ma soprattutto usura) che si inseriscono nel
tessuto sociale ed economico con danni gravissimi per le collettività.
In Europa il problema è stato
in passato a lungo sottovalutato, solo recentemente, quando il fenomeno è
scoppiato in tutta la sua evidenza, è a fatica emersa la consapevolezza della
sua 'importanza.
Si è così scoperto che
esistono, nella sola Europa, oltre 5.000 gruppi di criminalità organizzata appartenenti
a ben 180 diverse nazionalità. L’appartenenza nazionale risulta da sempre
essere un elemento fondativo dell’associazionismo criminale. Questi gruppi, in
una logica perfetta di mercato, offrono una risposta ad una domanda, ad una
richiesta di attività illecite che emerge dalla società stessa. Non si ha, ad
esempio, offerta di droga là dove non esiste una sua specifica “domanda”.
In questo quadro generale
Armao ha sottolineato l’importanza di analizzare a fondo i fenomeni, condizione
essenziale per poterli comprendere, per anticiparne gli effetti e per combatterli efficacemente, e ha purtroppo
evidenziato che l'Italia è tra gli stati europei la più infiltrata: dalla
criminalità organizzata di stampo mafioso, ormai presente e radicata in tutte
le regioni dal Sud al Nord.
Ad esempio da tempo in Piemonte
operano le n’'drine calabresi, che hanno iniziato ad avviare i loro traffici partendo
da zone periferiche della Regione, come ad esempio nel Canavese; in questi
ambiti decentrati la strategia di insediamento criminale prevede di costruire
un vero e proprio sistema criminale basato su reti di società ed attività all'apparenza
innocue. In particolare, disponendo di grandi quantità di danaro, proveniente
soprattutto dal narco traffico, si insinuano nel sistema immobiliare
contattando imprenditori, molto spesso in difficolta stante la crisi del
settore e la difficoltà di ottenere credito, offrendo, ma con logiche di usura
e con qualche prevedibile “pressione”, capitali e mezzi economici. In breve
riescono ad impossessarsi della titolarità di queste imprese, ovviamente
affidate come copertura a persone insospettabili, e con queste concorrono agli
appalti pubblici, per i quali risultano in molti casi vincenti grazie alla
possibilità di presentare offerte pilotate, spesso definite grazie al voto di
scambio con una parte del ceto politico. Solo in un secondo momento, dopo
essersi consolidate con questo processo, si affacciano nel mercato criminale
delle grandi città. La polizia a Torino negli ultimi tempi ha scoperto che
dietro il rilevante fenomeno del continuo e ripetuto cambio di gestione di bar
e ristoranti, che spesso avveniva con una frequenza di sei mesi in sei mesi, si
nascondeva l’insediamento della criminalità organizzata che, anche grazie alla conseguente
continua ristrutturazione dei locali, insedia nel tessuto urbano rilevanti
attività di riciclaggio e usura.
Se questa è la fotografia di
massima della criminalità con la maiuscola altri sono i parametri per
comprendere la diffusione di quella con la minuscola. La micro criminalità e le gang giovanili sono
un fenomeno antico - esistevano già negli Usa fin dall'800 (vedi il film
"Gang of New York") - e importante specie nelle periferie urbane. In
Italia, con le caratteristiche tipiche di altre parti del mondo, in primis Nord
e Centro America, sembra avviarsi solo ora. Sono nella memoria di tanti alcuni
eclatanti fatti di cronaca che lo testimoniano: a Milano non molto tempo
addietro un gruppo di salvadoregni su un treno ha aggredito e ferito gravemente
ad un braccio un ferroviere con un machete. E’ di per sé solo un episodio, ma è
ormai accertata la presenza stabile di gang giovanili, molte delle quali sono
formate, per l’appunto, da giovani immigrati sudamericani. Non diversa è la
situazione in buona parte dell’Europa, in quella del Nord, ad esempio, è noto
il fenomeno delle bande di motociclisti che, spesso composte da più di cento
teppisti, fanno terra bruciata ovunque scorrazzano. Le gang minorili a base
etnica che si stanno facendo spazio hanno come prime vittime proprio i loro
connazionali costretti, spesso con la violenza, ad aggregarsi come manovalanza
nello smercio della droga. Va detto che in questo settore criminale, che può
vantare introiti incredibilmente alti, la manovalanza dello spaccio su strada è
gestito da gang di immigrati spesso di colore, ma a monte stanno i fornitori
grossisti quasi sempre appartenenti alle italianissime associazioni mafiose di
spicco-
Le gang giovanili si
organizzano e si definiscono attraverso una escalation di diversi passaggi: il primo
con il bullismo di piccoli gruppi, in un secondo momento gruppi di adolescenti
si organizzano per compiere piccoli reati per poi espandersi nel terzo momento
in cui gruppi di strada si coalizzano diventando una vera e propria banda.
Chi sono questi ragazzi e in cosa si riconoscono?
Chi sono questi ragazzi e in cosa si riconoscono?
Intanto sono
straordinariamente bravi nella loro attività, hanno costituito una vera e propria società
parallela, ricorrono a linguaggi gergali solo da loro comprensibili, usano i tatuaggi
come segno di riconoscimento e di appartenenza, ascoltano musiche particolari, ricorrono
senza scrupoli alle armi anche pesanti e
hanno una grande attrazione per i simboli religiosi:
Questo insieme di simboli e
tratti identificativi rappresenta una parte essenziale per il riconoscimento e
la loro affermazione sulla piazza criminale. Hanno ad esempio creato loro mode
nel vestire, che hanno la valenza di una sorta di divisa, ma che spesso, paradossalmente,
sono assurte a trend modaioli copiati dalle stesse grandi Case di Moda del
mondo, che vendono questi prodotti a prezzi altissimi ai ragazzi delle classi
medio alte. Molti di questi ragazzi provengono dal terzo mondo dove sono stati cresciuti
dai nonni in assenza dei genitori qui emigrati, i quali con il loro lavoro ed i
risparmi inviati ai paesi di origine hanno assicurato, lì sul posto, una buona
disponibilità di danaro che permette, per i costi della vita locali, un certo
tenore. Quando, ormai adolescenti, vengono chiamati a raggiungere i loro genitori in Europa, all’improvviso
si ritrovano a fare i conti, non solo con l’inevitabile spaesamento, ma con un
tenore di vita inferiore a quello fin lì vissuto nei paesi di origine. Si
trovano così spaesati, con pochi mezzi, emarginati, rancorosi, con una difficile
possibilità di integrarsi, e quindi facile preda del reclutamento malavitoso.
Al termine della conferenza il
professore, sulla base della sua decennale esperienza di studioso del fenomeno,
ha presentato alla nostra attenzione alcune proposte a suo avviso atte almeno ad arginare e contenere queste problematiche,
per certi versi insopprimibili.
·
Occorre non militarizzare o avere tolleranza zero perchè in
questo modo si alimenta solo il fuoco che già brucia del suo, ma è bene cercare
delle soluzioni che aiutino i colpevoli a comprendere in pieno i loro errati
comportamenti; può ad esempio svolgere un ruolo importante il metterli a
confronto con le vittime dei loro reati avviando un dialogo di reciproco
riconoscimento
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Il fatto che le gang si caratterizzino con quei segni di
identità e di appartenenza rende possibile l’anticipare il momento della
conoscenza del fenomeno tramite il monitoraggio del territorio incrociando dati
fornibili dalle scuole e dalle municipalità che offrono un quadro vero della
realtà sociale
·
Un altro fondamentale indicatore da utilizzare sono i social
media assurti ad importanti “informatori” dato che spesso i ragazzi, a partire
dai bulli per finire agli stessi affiliati alle gang, filmano e poi postano le
loro “imprese”.
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Ed è solo organizzando una vasta rete in stretta connessione tra
polizia, scuola e territorio che si potrà monitorare il fenomeno, per
prevenirlo, intervenendo non solo come repressione ma come azione di risoluzione
delle cause social, culturali ed economiche che lo provocano.
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