domenica 1 marzo 2020

La Parola del mese - Marzo 2020


La parola del mese

 A turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di aprirsi verso nuove riflessioni

MARZO 2020

Anche la “Parola” di questo mese ci è stata suggerita dalla lettura di un saggio, recentemente uscito, che la cita esplicitamente nel sottotitolo. Il saggio è…..
…… e la parola, che nel sottotitolo compare con l’aggiunta dell’aggettivo “secolare” è …….
Divergenza
….. estratto dal dizionario on-line Treccani divergènza = sostantivo femminile (derivazione di divergere). – 1. Il divergere, condizione o proprietà di esser divergente, usata con implicazioni specifiche in meteorologia, botanica, balistica, ottica, matematica e fisica, biologia e genetica, meccanica - 2. Disparità, differenza, soprattutto nel modo di pensare e di giudicare
Non si tratta certamente di una parola inusuale, “divergenza” compare con buona frequenza nel normale discorso, ma ci è sembrato opportuno recuperarla perché in questo saggio Carlo Bastasin (economista accademico, è Senior Fellow della Luiss School of European Political Economy e del Brookings Institution di Washington, è inoltre editorialista de La Repubblica) la utilizza per definire un tratto, psicologico e politico collettivo, a suo avviso decisivo per comprendere la crisi della democrazia occidentale ed il collegato pericolo sovranista e nazionalista. Si tratta quindi di uno spunto ulteriore a riflettere su un tema, centrale in questa fase storica, che come CircolarMente abbiamo, non a caso, (ri)presentato nella prima conferenza del programma 2019/2020 – “Le ferite della partecipazione e della democrazia” relatore Leonard Mazzone, 13 Novembre scorso. Consigliando vivamente la lettura del saggio di Bastasin, presentiamo, in modo molto sintetico, alcune delle osservazioni analitiche che lo hanno indotto a chiamare in causa la “divergenza” (come da nostra consuetudine le parti in corsivo blu sono passaggi estratti dal testo)………..
Per comprendere la portata e la profondità della crisi che da almeno un decennio sta incidendo sui sistemi democratici occidentali non è sufficiente basarsi sulle sole cause economiche, sociali e istituzionali per quanto queste siano indiscutibili e significative. Qualcosa di più profondo, secondo Bastasin, deve essersi diffuso nel sentire collettivo come reazione ai cambiamenti destrutturanti, innanzitutto economici e tecnologici, che hanno modificato destini e orizzonti di vita. Non sono mancate, a partire dalla rivoluzione industriale e dal totale avvento della società di mercato capitalista, crisi e momenti bui, ma quella che l’Occidente sta attualmente vivendo è, a suo avviso, la fin qui inedita comparsa di una forma di smarrimento totale di fronte ad una sensazione di declino secolare. Come se l’intero Occidente si fosse per la prima volta da più di due secoli in qua sentito derubato della fiducia nel futuro. Come se gran parte dei popoli che lo abitano si fossero sentiti, quasi all’improvviso, in divergenza con lo spirito dei tempi così come ha iniziato a manifestarsi con la globalizzazione. …… per divergenza non intendo solo evidenti disuguaglianze tra poveri e ricchi, ma il senso di marginalità avvertito sia da chi teme un inarrestabile declino sia da chi ancora spera di proteggere un relativo benessere ……. Queste paure, sempre più diffuse, chiamano in questione tutte le categorie dei secoli scorsi, le promesse di benessere crescente del liberismo, ma anche la rassicurazione di solidarietà del socialismo …… e più in generale la fiducia nei valori tradizionali che hanno sorretto la democrazia …… Bastasin evidenzia, descrivendo diverse situazioni esemplari, come chi vive la divergenza si senta orfano, privo di punti di riferimento, e quindi facile preda delle sirene strumentali del sovranismo e del nazionalismo, di discorsi che sembrano procurare conforto perché in grado di fornire nemici a cui addebitare ogni colpa, capri espiatori su cui scaricare il rancore. ……questa divergenza è un processo che ha una complessità psicologica del tutto diversa dalle disuguaglianze e sta cambiando gli esseri umani …… Una crescente mutazione del sentire comune che, se  prevedibilmente già non rientrava nelle preoccupazioni dei sostenitori della globalizzazione neo-liberista, non è stata però colta nemmeno dalla sinistra, troppo a lungo convinta che la sempre più estesa ribellione contro la globalizzazione venisse solo dai più colpiti dalle disuguaglianze, mentre invece da tempo era evidente quanto interessasse tutti coloro che in qualche modo si sono sentiti “sconfitti” dalla trasformazione globale, tutti coloro che, in qualche modo, vivono in divergenza con i tempi attuali.  …… quando anche i vincitori di ieri diventano i perdenti di oggi non è mai solo un problema di disuguaglianza, ma di divergenza, e cioè di un destino che li allontana dal cuore della società in un modo che appare irrimediabile ……. Bastasin ripercorre in diversi capitoli del saggio le aree di disagio che hanno determinato la sconfitta delle proposte politiche tradizionali, perché tutte quante giudicate “complici” del loro declino, e che hanno al contempo premiato discorsi populisti istintivamente usati come valvola di sfogo per un crescente senso di sconfitta irrecuperabile. Un viaggio che attraversa il Mid West e la Rust Belt (le aree deindustrializzate) americani con il loro voto per Trump, le campagne inglesi della Brexit, le tentazioni tedesche, innanzitutto della ex Germania Est ma ormai estese a tutto il paese, di destra se non di ultra destra, le paure xenofobe dei paesi scandinavi, la confusione e lo smarrimento italiano e francese. Bastasin usa una affascinante immagine metaforica a sintetizzare questi flussi, quella dell’alternarsi di zone illuminate e zone buie che si offrono ai viaggiatori in volo di notte su un aereo che sorvoli l’America o l’Europa: tutte le zone buie viste da lassù testimoniano la presenza viva della divergenza, che sembra mitigarsi un poco nella zone già più illuminate che circondano il cuore delle grandi città, là dove la luce viva sembra ancora offrire un qual certo riparo dal suo diffondersi. Questo sentimento di divergenza fra le persone si è poi, in questo stesso arco di tempo, manifestato anche tra le stesse nazioni, sono infatti riaffiorate tensioni e divisioni che sembravano appartenere ad un passato da dimenticare, sono aumentate le reciproche diffidenze, ed è quando …….la divergenza dei destini degli individui incontra la retorica delle divergenze fra le nazioni che si trasforma in nazionalismo ……. Non è un paradosso se tutto questo succede in una fase storica in cui le idee guida della globalizzazione hanno creato una “convergenza” dei mercati mondiali mai vista in precedenza nella storia, basti pensare che negli ultimi vent’anni il mercato globale unificato del lavoro è raddoppiato passando da 1,5 a 3 miliardi di individui. Fra questi due aspetti esiste un evidente rapporto di causa ed effetto: aver cancellato gran parte dei punti di riferimento locali ha innescato, proprio sulla base della divergenza dei destini, una reazione verso chiusure nazionalistiche. In questo contesto Bastasin non nega l’incidenza della crescita, spaventosa, delle disuguaglianze economiche, ma in più passaggi evidenzia che per quanto esse siano pesanti ed estese pur tuttavia la politica, se seriamente intenzionata, ancora possiede strumenti per affrontarle, ad iniziare da coraggiosi programmi di redistribuzione del reddito mediante una severa fiscalità progressiva. Molto più complessa si presenta la risposta alla divergenza a partire dal fatto che …….. i suoi sentimenti possono essere invisibili per l’analisi politica tradizionale proprio perché non si riferiscono solo agli indicatori di disuguaglianze ……. la divergenza è diversa dalla disuguaglianza perché si riferisce alla proiezione di sé nel futuro …….. Ed appare poi evidente che ci vogliono anni, decenni, per correggere alcuni dei più importanti fattori che la provocano quali, ad esempio, la deindustrializzazione e l’obsolescenza di tecnologie e culture del lavoro, tutto questo mentre all’individuo che si sente scivolare ai margini non sarà mai sufficiente che un pur efficiente welfare garantisca il soddisfacimento dei bisogni primari. Bastasin sottolinea inoltre che se queste considerazioni si applicano alla componente “povera” della divergenza, non meno problematica è quella della sua componente “ricca”, per la quale è altrettanto forte la paura di perdere le condizioni su cui poggia il suo benessere, percependole fragili e provvisorie. Non sempre poi la qualità di questo benessere economico si accompagna ad un corrispondente benessere sociale e culturale, non a caso quindi le manifestazioni di chiusura discriminatoria della divergenza “ricca” sono identiche a quelle della divergenza “povera”. L’ultimo richiamo di Bastasin è rivolto al futuro della democrazia, a suo giudizio fortemente mesa a rischio, nell’insieme del quadro tracciato, dalla difficoltà di leggere il fenomeno della divergenza e dalla mancanza oggettiva di efficaci risposte a breve termine, ma soprattutto dalla fin qui insufficiente presa di coscienza dei propri limiti. Tant’è che se  ……. questa contraddizione senza precedenti tra il sentire popolare e la soluzione dei problemi non viene resa esplicita e gestita apertamente la democrazia, i suoi cicli, il suo linguaggio diverranno inutili se non ostili …….

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