domenica 1 novembre 2020

La Parola del mese - Novembre 2020

 

La parola del mese

 A turno si propone una parola, evocativa di pensieri collegabili ed in grado di aprirsi verso nuove riflessioni

NOVEMBRE 2020

CRITICISMO

(Da Wikipedia) Criticismo = indirizzo filosofico che si propone di studiare e giudicare i problemi della conoscenza filosofica scomponendoli in problemi elementari, per cercare di risolverli. Esso restringe in tal modo il campo di indagine della filosofia, ma ritiene al contempo di acquisire una maggiore sicurezza sulla veridicità delle affermazioni che vengono fatte al suo interno. Il metodo di cui si serve consiste nel criticare o analizzare la ragione tramite la ragione stessa, in modo da scoprirne i limiti e poter così giudicare fondati o infondati alcuni dei principi che essa suole affermare. Il criticismo è stato chiamato anche filosofia del limite, in quanto tende a limitare o a circoscrivere le possibilità della conoscenza umana, per quanto in questo modo essa riesca ad approdare a forme di sapere più sicuro. Il criticismo, in fin dei conti, è un'analisi della ragione umana, che diventa insieme giudice e imputato nel tentativo di scoprire cosa può realmente conoscere e affermare con certezza. Il maggior esponente di questa corrente filosofica è il pensatore tedesco Immanuel Kant, che ricorse alla metafora della colomba per illustrare come, a suo modo di vedere, i limiti imposti all'intelletto siano in realtà costitutivi della sua stessa possibilità di muoversi e di conoscere:

«La colomba leggiera, mentre nel libero volo fende l'aria di cui sente la resistenza, potrebbe immaginare che le riuscirebbe assai meglio volare nello spazio vuoto di aria. Ed appunto così Platone abbandonò il mondo sensibile, poiché esso pone troppo angusti limiti all'intelletto; e si lanciò sulle ali delle idee al di là di esso, nello spazio vuoto dell'intelletto puro. Egli non si accorse che non guadagnava strada, malgrado i suoi sforzi; giacché non aveva, per così dire, nessun appoggio, sul quale potesse sostenersi e a cui potesse applicare le sue forze per muovere l'intelletto.»

(Immanuel Kant, Critica della ragion pura)

____________________________________________

Ci è sembrato interessante proporre “criticismo” come parola del mese perché in tempi in cui l’irrinunciabile necessità della “critica” all’attuale stato delle cose, operazione radicale e non più rinviabile se ancora si vuole tenere viva la volontà di affrontare, per risolverle, le globali emergenze ambientale e sociale, impone un di più nell’esercizio della ragione politica. Un “di più” che purtroppo deve fare i conti con una scena politica globale che al contrario non pare dare segno di essere all’altezza della sfida. A maggior ragione diventa allora centrale e decisiva la capacità, da parte di chi, non scoraggiato e non deluso, ancora intende agire per un reale cambiamento, di mettere in campo una “critica” che assuma in pieno le vesti di un vero “criticismo”, vale a dire innanzitutto la capacità di scomporre il quadro globale, che in quanto tale appare inaffrontabile e irrisolvibile, nei suoi singoli elementi “per cercare di risolverli”. Non si tratta di una mera questione di metodo il “criticismo” impone molto di più di una correttezza procedurale, richiede al soggetto che lo attua di dotarsi di una piena consapevolezza di sé, del bagaglio culturale che lo alimenta e della chiarezza dei fini e degli obiettivi. In questo senso la “filosofia” molto può essere di soccorso all’azione politica, alla suo indispensabile esercizio della  critica. La complessità del quadro sul quale occorre intervenire richiede, va da sé, una approfondita conoscenza dei dati di fatto, dei meccanismi che li alimentano, dei soggetti che li mettono in moto, e delle loro finalità. Ma dalla sola conoscenza del reale, ancorchè condizione sine qua non, non scaturisce automaticamente una critica efficace e risolutiva. Occorrono le giuste domande di fondo alle quali dare risposte, anche filosofiche, che investano la stessa figura di chi critica, la validità degli strumenti critici messi in campo, la consistenza reale degli obiettivi. Se in qualche modo è possibile schematizzare il moderno esercizio della “critica” si deve immaginare un soggetto criticante, individuo e collettivo, che avvia una relazione, finalizzata ad un cambiamento, con un oggetto, più o meno complesso, che il soggetto misura, vaglia e giudica sulla base di una “ragione” composta da valori e teorie. E se la filosofia della scienza può fornire preziose indicazioni sul corretto rapporto tra soggetto (criticante) e oggetto (criticato) è la filosofia politica che è bene chiamare in causa per arricchire la ragione (giudicante), ovvero il complesso di valori e teorie che devono fornire il metro di giudizio e le finalità da raggiungere. Non è certo questo modesto angolo della “parola del mese” il luogo per avviarci in tale direzione, ci limitiamo a utilizzare “criticismo” come occasione per sollecitare una più chiara consapevolezza delle “doti” necessarie all’esercizio di una “critica” che si ponga il fine di cambiare, davvero, l’attuale stato delle cose. Prima che sia troppo tardi. Un eccellente aiuto in questo senso viene dal recente ottimo saggio di Carlo Galli (docente di Storia delle Dottrine Politiche all’Università di Bologna, saggista ed editorialista per diverse testate, attualmente deputato nelle file della sinistra, titolare del sito “Ragioni politiche”) “Forme della critica”, che proprio questi temi affronta coniugando filosofia e politica, che ovviamente consigliamo a chi, coraggiosamente, voglia misurarsi con la sua inevitabile complessità.





Nessun commento:

Posta un commento